sabato 23 febbraio 2013

Rifiuti Zero va al Parlamento europeo a Bruxelles


Era giunto il momento di portare le idee Rifiuti Zero nelle istituzioni europee. La conferenza è stata organizzata con l'aiuto del gruppo dei Verdi al Parlamento europeo, con il sostegno degli altri gruppi parlamentari e della Commissione europea sull'Ambiente. La conferenza dimostrerà ai responsabili politici che la strategia Rifiuti Zero è già una realtà in continua evoluzione.



L'evento vedrà la partecipazione attiva del Parlamento europeo e del Commissario per l'ambiente, Janez Potocnik, di molti membri competenti del Parlamento europeo, ma anche dell'attore e produttore Jeremy Irons e della regista del film « Trashed » Candida Brady.
Le buone pratiche che saranno presentate includono il caso del primo comune europeo a dichiarare Rifiuti Zero, Capannori, e l'esperienza della provincia di Gipuzkoa nei Paesi Baschi spagnoli. Inoltre saranno presentate le esperienze locali, come lo Zero Waste office a Bruxelles, il negozio Rifiuti Zero di Effecorta in Italia , la moda Rifiuti Zero di Reet Aus in Estonia, l'esperienza della famiglia Rifiuti Zero nel Regno Unito e il divertente parco di riuso e riutilizzo di Kretslopp in Svezia. La fondazione Cradle to Cradle presenterà il suo lavoro di progettazione di prodotti migliori e materiali che possono essere biodegradabili o riciclati all'infinito.

Non c'è tempo da perdere
I suoli europei soffrono dell'aumento di erosione quando i rifiuti organici sono ancora in discarica o inceneriti,
90 milioni di tonnellate di cibo viene sprecato ogni anno in Europa, quando 80 milioni di cittadini europei vivono sotto la soglia di povertà,
La disoccupazione in Europa continua a crescere quando 400.000 posti di lavoro potrebbero essere creati solo con l'attuazione della normativa sui rifiuti,
L'Europa è sempre più dipendente con l'esportazione delle materie prime dall'estero, se la maggior parte dei rifiuti elettrici ed elettronici non viene riciclata,
Il 60% dei rifiuti dell'UE è in discarica o inceneritori.
La tabella di marcia europea per l'efficienza delle risorse conduce l'Europa sulla strada verso Rifiuti Zero e mira ad eliminare progressivamente le discariche e l'incenerimento dei rifiuti non riciclabili entro il 2020.
Eppure, ancora oggi sul mercato esistono incentivi per lo smaltimento in discarica, il recupero e l'esportazione dei rifiuti prima del riciclo e della prevenzione; gli investimenti vanno alle infrastrutture di smaltimento di grandi dimensioni quando i livelli superiori della gerarchia, come la prevenzione e il riutilizzo sono sottofinanziati.

Come fare per spianare la strada verso Rifiuti Zero
Mantenere un basso tenore di carbonio, l'uso efficiente delle risorse nel rispetto della biodiversità e l'aumento della coesione sociale sono oggi le principali sfide dell'Unione europea. La strategia Rifiuti Zero è una parte essenziale di questa sfida perché è in grado di fornire nuovi posti di lavoro, portare sostanze nutritive ai terreni, aiutare a chiudere il ciclo dei materiali e ridurre la dipendenza europea dalle importazioni, ridurre l'impatto ambientale associato allo smaltimento dei rifiuti, promuovere l'innovazione nel design industriale e infine, ma non meno importante, coinvolgere i cittadini nella progettazione di un'Europa migliore.

Da un lato Rifiuti Zero richiede la responsabilità della comunità per ridurre, separare, raccogliere e riciclare i rifiuti, dall'altro richiede anche la responsabilità industriale nel progettare e produrre migliori prodotti, più durevoli, riciclabili e ad alta efficienza energetica. Le politiche dell' Unione europea sono fondamentali nell'influenzare entrambi gli aspetti e questa è la ragione per cui questa conferenza è stata organizzata.

L'obiettivo della conferenza Rifiuti Zero: Oltre il Riciclo: le migliori pratiche in materia di risorse e gestione dei rifiuti è quello di portare di fronte ai decisori esempi pratici di come sia possibile passare in soli pochi anni dallo spreco ad un uso efficiente delle risorse.
E' dimostrato che, se c'è la volontà politica è possibile raggiungere livelli elevati di riciclo e ridurre la produzione di rifiuti.
Se non sei per Rifiuti Zero, per che quantità di rifiuti sei?

Joan Marc Simon, Zero Waste Europe

venerdì 22 febbraio 2013

Ambiente, Clini libera tutti: il governo fa un regalo a chi inquina


da Il Fatto Quotidiano

Marco Palombi

Un vero servitore dello Stato non dorme mai, nemmeno mentre tutti gli altri sono distratti dalla campagna elettorale, da Sanremo o dal gran rifiuto di Joseph Ratzinger. E infatti il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha portato e fatto approvare venerdì in Consiglio dei ministri il decreto che istituisce la nuova Autorizzazione unica ambientale (Aua) per le Piccole e medie imprese, che ingloba una serie di adempimenti burocratici in vigore fino ad oggi. Bene, si dirà, semplificare è giusto. 



Vero in generale, ma il diavolo – al solito – si nasconde nei dettagli e la linea che separa uno snellimento burocratico dalla deregulation è sottilissima: “Più che una semplificazione – denuncia Angelo Bonelli, leader dei Verdi e candidato di Rivoluzione Civile – è un tana libera tutti per chi inquina, un regalo elettorale per un sistema produttivo che lo stava aspettando con ansia: l’interesse dell’impresa a risparmiare tempo e denaro è prevalente rispetto alla tutela dell’ambiente e della salute”. Non ci si lasci nemmeno ingannare dal fatto che le nuove norme riguarderanno solo le Pmi. Questo non è affatto un provvedimento di nicchia: piccole e medie sono quelle imprese che hanno meno di 250 dipendenti e una cinquantina di milioni di fatturato annuo, a spanne l’80% di chi produce in Italia.

Ora vediamo nel dettaglio quali sono gli aspetti più preoccupanti di questa norma. Intanto, all’articolo 3, la lunghezza straordinaria di questa nuova autorizzazione: si passa dai cinque anni attuali a ben 15. Curiosamente lo stesso governo ammette che tanto il Consiglio di Stato quanto le commissioni parlamentari gli avevano fatto presente che quel lasso di tempo è un po’ troppo lungo: purtroppo “non è stato possibile accogliere tale suggerimento in quanto alla predetta riduzione conseguirebbe un aumento degli oneri a carico delle imprese” e questo contrasta con la lettera del decreto. Semplificazioni di febbraio, che è la fonte primaria di questo regolamento.

In questi 15 anni, potrebbe pensare qualcuno, ci saranno però allora frequenti controlli e un rilevante apparato di sanzioni per chi non rispetta le regole. Macché: all’articolo 9 si prescrive che ci sarà solo un monitoraggio annuale sull’attuazione della nuova Aua (vale a dire sul fatto se la semplificazione funziona). Controlli e sanzioni? Non ci sono. Anche stavolta il governo ammette nella sua relazione che entrambi gli erano stati richiesti dalle Regioni, ma – purtroppo anche stavolta – non si può perché ci si è dimenticati di inserirli nel dl Semplificazioni e quindi il regolamento non li può creare dal nulla. E così potranno lavorare per 15 anni praticamente senza controlli robette come inceneritori, discariche, fonderie, raffinerie e impianti pericolosi d’ogni genere. Lo si evince anche dalle correzioni all’articolato originale che Il Fatto Quotidiano ha potuto visionare: la prima formulazione escludeva infatti dal rinnovo semplificato “scarichi di sostanze pericolose”, “emissione di sostanze cancerogene, tossiche per la riproduzione o mutagene o di sostanze di tossicità e cumulabilità particolarmente elevate” e via dicendo, previsione poi cancellata con un bel tratto nero in orizzontale.

Non bastasse, grazie alla soppressione di un comma del Codice Ambientale, la nuova Autorizzazione unica potrà essere per così dire parcellizzata, ovvero concessa senza “considerare l’insieme degli impianti e delle attività” presenti nello stabilimento che la richiede. Non manca nemmeno qualche elemento pazzoide: le regioni potranno infatti “definire ulteriori criteri per la qualificazione delle modifiche sostanziali” e altri cambiamenti minori, finendo in sostanza per complicare la giungla normativa e costringendo imprese che lavorano su più territori a seguire regole diverse per ottenere lo stesso via libera.

Infine, una nota di colore: il governo che voleva abolire le Province – e il premier che vuole abolirle se gli italiani lo voteranno – ha deciso che il soggetto a cui fa capo il rilascio della nuova Aua saranno… le Province. L’attivismo di fine mandato di Clini, peraltro, non si limita alla deregulation ambientale per le Pmi, ma include un controverso decreto che permetterà ai cementifici di bruciare nei loro impianti il cosiddetto Css (combustibili solidi secondari). Il dl ha avuto il parere contrario della commissione Ambiente della Camera, ma il ministro ha già annunciato che questo non sarà sufficiente a fermarlo: quel parere non è vincolante. La curiosa motivazione dei tecnici del ministero è che molti cementifici già bruciano il petcoke, che è molto più inquinante del Css, quindi con le nuove regole ci sarebbe un miglioramento delle emissioni in atmosfera. Ora, a parte l’idea che il problema dei rifiuti si risolve solo con la combustione, c’è il fatto che bruciando Css i cementifici inquinano assai di più rispetto ai “normali” inceneritori e possono per di più farlo a norma di legge, visto che hanno limiti di emissione più alti. “Clini dovrebbe dare a Monti consigli per l’Agenda green – conclude Bonelli – ma tra decreti sull’Ilva, silenzio assenso per costruire persino in aree protette, tagli ai parchi nazionali e questi ultimi atti può al massimo scrivergli l’Agenda black”.

lunedì 18 febbraio 2013

Pd, tutto e il contrario di tutto


Inceneritore sì o no? Dipende dalla latitudine!

Accidenti, che strano, ma Mirko Tutino non è lo stesso che il 15 maggio 2012 era venuto a Parma a sostenere Bernazzoli nella campagna elettorale da sindaco nell'incontro "Verso rifiuti zero"?
http://nicoladallolio.it/2012/05/perche-mi-impegno-nel-pd-e-voto-bernazzoli/
Tutino sosteneva un candidato sindaco che da presidente della Provincia di Parma ha avallato ed approvato un progetto che costa 4 volte quello che faranno a Reggio che avrà, peraltro, un impatto ambientale molto minore (le ceneri dell'inceneritore vanno comunque in discarica e sono più tossiche degli scarti del TMB... ma dai!).
Che potenza il PD!



Siamo certi che Castellani e Dall'Olio sapranno spiegare e giustificare queste "convergenze parallele" con il compagno di partito mostrandoci anche loro, come il collega d'Oltrenza, tutte le analisi comparative sui diversi sistemi di smaltimento confrontati per giungere alla "dolorosa quanto necessaria" scelta di costruire l'inceneritore.
Ma forse "Verso rifiuti zero" non andava letto come “Andiamo nella direzione di ....”, ma come “Facciamo il Verso a ...?”.

Mirco Tutino
Assessore Provinciale Ambiente Reggio Emilia
Dichiarazione del 17 febbraio 2013
Nel settembre 2012 la Provincia ha lanciato un bando nazionale per acquisire competenze utili a migliorare il primo progetto di Tmb presentato da Iren, con l'obiettivo di aumentare la quota
di rifiuti indifferenziat i da inviare a recupero e ridurre quella da smaltire. li bando è stato vinto
dalla Scuola. Agraria di Monza che si è messa subito al lavoro ed ha prodotto uno studio orientato
all'eliminazione di ogni forma di combustibile da rif iuta. Se quanto afferma Bertolaso (il rischio
che si producano tonnellate di Cdr da dover smaltire) è quindi vero per un Tmb tradizionale,
non lo è per l'impianto che sarà realizzato a Reggio Emilia, che invece sarà una vera e propria
"Fabbrica dei Materiali" con tutte le tecnologie utili per eliminare il Cdr e ridurre sotto il 12%
del rifiuti iniziali la quantità di materiale inerte da smaltire in discarica (si tratta dei residuo della lavorazione del Tmb, materiale meno impattante delle ceneri di un inceneritore, che rimarrebbero comunque da smaltire). Siamo potuti arrivare a questo progetto perché si è scelta con coraggio la strada del porta a porta su vasta scala (il 51% della popolazione della provincia nei prossimi tre anni) ed i risultati di questo impegno sono già visibili in Comuni come Bagnolo, Poviglio, Cadelbosco Sopra, Castelnovo Sotto o Brescello, dove i cittadini stanno rispondendo in maniera straordinaria all'attivazione dei nuovi servizi e si è sfiorato, ed in alcuni casi si supera,1'80% di
raccolta differenziata. La strada del pre-trattamento dei rifiuti è quella che ci chiede l'Europa,
che ci dice che non si può inviare a combustione un rifiuto recuperabile e nemmeno si potrà più
inviare in discarica materiale non trattato. Inoltre, da approfonditi studi compiuti con l'approvazione del piano d'ambito provinciale nel dicembre 2011, è emerso chiaramente che la strada del porta a porta e del trattamento meccanico biologico con massimo recupero di materia, ha un bilancio sia economico sia energetico vantaggioso (un inceneritore costa quattro volte l'impianto che si realizzerà a Reggio). Gli esempi che cita il signor Bertolaso, come il trattamento della frazione organica in impianti capaci di produrre biogas con un successivo avvio a compostaggio, sono
previsti nel piano d'ambito di Reggio, ma hanno utilità se applicati alla Forsu, cioè all'organico
domestico derivato dalla i accolta differenziata. Ovviamente, come per chiunque ce lo abbia
chiesto, possiamo mettere a disposizione del signor Bertolaso e della sua associazione tutte le
analisi che abbiamo compiuto in questi mesi di lavoro così che possa essere chiara la differenza tra un Tmb tradizionale e l'impianto che sarà progettato a Reggio. A Reggio siamo abituati a farci carico dei problemi senza pregiudizi o furore ideologico, non a spostarli.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 febbraio 2013