In natura il rifiuto non esiste. E' un'invenzione tutta umana di poche centinaia di anni fa, dalla rivoluzione industriale in avanti. Ma il pianeta Terra, nella sua lunga vita che dura da miliardi di anni, non ha mai conosciuto questo termine.
Siamo sul mondo da 10.000 anni, un battito d'ali di farfalla se rapportati ai tempi evolutivi terrestri.
E fino alla rivoluzione industriale l'azione dell'homo sapiens non ha avuto influenze apprezzabili sulla biosfera, sull'equilibro ambientale del mondo.
Poi la scoperta delle fonti fossili, la macchina a vapore, la corsa tecnologica che non si è più fermata, e senza tenere conto delle leggi del mondo.
Nulla si crea e nulla si distrugge, tutto si trasforma. La trasformazione dell'energia in calore è irreversibile, così l'equilibrio del pianeta tende al disordine perché non esiste un sistema che dal calore ottenga energia senza sprechi.
Andiamo verso l'entropia, il caos, sempre più in fretta, sempre più incoscienti.
Oggi gli umani distruggono milioni di tonnellate di materiali post-utilizzo che sono il frutto di enormi dispendi di energia. Milioni di tonnellate di materia che si è venuta costituendo in miliardi di anni di evoluzione terrestre, dilapidata in pochi attimi senza apparente coscienza di cosa questo atto comporti in termini di equilibri globali.
Produciamo -e distruggiamo quello che produciamo- sull'altare del consumismo e del profitto, del profitto di pochi.
La traccia dell'uomo la vediamo ormai opprimente sopra di noi, una vela scura di smog e polveri che attanagliano le metropoli, avvelenano l'aria.
Ogni anno immettiamo in atmosfera il doppio di anidride carbonica che il nostro pianeta è in grado di assorbire. E non è tutto. Le combustioni, tutte le combustioni, producono scorie.
In vari gradi di dannosità a seconda dei materiali di combustione.
Ossidi di azoto e di zolfo, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, diossine, particolato fine e ultra-fine.
E' inquinamento chimico. Nel senso che questa particelle eterogenee vanno a interferire con la specie viventi minandone gli equilibri anche a livello molecolare. Con effetti addirittura sull'epigenetica, mettendo quindi in crisi il progetto stesso della creatura vivente contenuto nel suo genoma.
Le modalità di trattamento del cosiddetto rifiuto assumono quindi non solo una connotazione economica ma soprattutto una specificità ecologica, per l'enorme impatto che esse hanno sull'ambiente e sulle specie viventi.
Se il rifiuto è davvero il materiale non più riutilizzabile, prima di arrivare al suo trattamento finale occorre applicare senza sconti la strategia indicata a livello internazionale e note come le 4R: riduzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero energetico. Da applicare, secondo i dettami internazionali di Agenda 21 e il Rapporto Wced del 1987, con questa scala di importanza.
Oggi invece assistiamo ad una celebrazione della quarta R, il recupero energetico, che si è scoperto essere assolutamente negativo dal punto di vista dell'efficienza energetica. Una degenerazione che ha portato l'Italia a premiare con incentivi chi brucia qualunque cosa, anche acqua, drogando di fatto un mercato che non sarebbe sostenibile economicamente.
L'approccio corretto nel confronti della produzione e del trattamento di una materia è quello di una analisi complessiva che tenga conto delle implicazioni economiche, sociali, sanitarie, ambientali, energetiche, perché sottraendo alla formula anche solo un elemento otteniamo risultati taroccati, non rispondenti al vero.
L'evidenza dell'impatto sanitario degli inceneritori sull'ambiente convive ancora col dibattito e il dubbio solo perché insistono intrecci economici, politici, finanziari, che ancora condizionano pesantemente le scelte, favorendo corruzione, inutili danni ambientali ad intere regioni, spesso rafforzando anche circuiti criminali, influenzando le agenzie deputate ad una corretta e veritiera
valutazione sulla tutela dell'ambiente e della sanità pubblica.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 22 febbraio 2010
-804 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
L'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR - dal 2006 si è mossa per impedire la costruzione di un nuovo inceneritore a Parma, a 4 km da piazza Duomo, a fianco di Barilla e Chiesi, Ikea e ParmaRetail. Un mostro che brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti all'anno e che inquinerà il nostro territorio per il futuro a venire.
sabato 7 agosto 2010
Il profitto si fa nel modo più semplice, drogando il mercato
Paolo Crosignani è primario epidemiologo all'Istituto Nazionale Tumori di Milano. Ovviamente le sue considerazioni sui temi ambientali hanno un valore assoluto, ma il silenzio si sa, fa miracoli.
Così del suo passaggio a Parma non se n'è accorto nessuno.
Ma le parole rimangono come macigni.
In Italia vengono sostenuti con incentivi gli impianti di incenerimento sostenendo che l'energia prodotta derivi da fonti rinnovabili. Con questa manovra subdola sono state dirottate la maggior parte delle risorse destinate alle vere energie rinnovabili, finanziando generosamente gli inceneritori.
I contributi per le fonti rinnovabili così sono andati per il 75% agli inceneritori, che hanno fatto affari d'oro. Emblematico è il caso dell'inceneritore di Brescia che nel 2006 ha incassato 71 milioni di euro diventati 78 nel 2007, sempre come contributi Cip6. In totale dalla sua apertura l'impianto di Brescia ha accumulato la bellezza di 450 milioni di contributi Cip 6 a fronte di una spesa di
impianto di 150. Capito il giochino?
L'Italia è tuttora sotto infrazione della Comunità Europea che naturalmente ha disconosciuto questa pratica ma il dato di fatto è che in Italia si fa business anche bruciando acqua, l'importante è buttare dentro qualcosa nelle fauci dell'inceneritore.
Questa manovra che perdura in Italia da anni ha di fatto drogato il mercato dell'energia impedendo lo sviluppo di una alternativa efficace.
Ma tanto gli inceneritori di nuova generazione non fanno male! Oggi si assiste a questo nuovo dogma di fede. I tecnici affrontano le crescenti critiche dicendo che i nuovi impianti non sono come quelli vecchi (chissà allora come parlavano bene dei vecchi che erano nuovi...) e quindi inquinano pochissimo se non per niente.
Le malattie croniche causate dagli inceneritori purtroppo hanno bisogno di anni per concretizzarsi e rendere percepibile il danno, quando cioè è già tardi.
Eppure sappiamo cominciano ad arrivare tetri segnali.
Lo Enhance Health, progetto europeo che aveva lo scopo di monitorare lo stato di salute dei residenti dell'area dell'inceneritore di Coriano (Forlì), evidenzia come ci sia stato un effetto molto negativo sulla salute. Le tabelle sono chiare: nel sesso femminile, coloro che tra la popolazione sono le più residenti, c'è un incremento dei tumori del 35%, un dato che dovrebbe far saltare sulle sedie chiunque, ma che ormai non stupisce più nessuno, ci stiamo abituando al peggio.
Lo studio è stato condotto anche da Arpa, dell'Istituto Superiore di Sanità, dal Cnr, dall'Ausl di Forlì e dallo stesso comune di Forlì.
Vogliamo vivere lo stesso futuro a Parma?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 23 febbraio 2010
-803 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Così del suo passaggio a Parma non se n'è accorto nessuno.
Ma le parole rimangono come macigni.
In Italia vengono sostenuti con incentivi gli impianti di incenerimento sostenendo che l'energia prodotta derivi da fonti rinnovabili. Con questa manovra subdola sono state dirottate la maggior parte delle risorse destinate alle vere energie rinnovabili, finanziando generosamente gli inceneritori.
I contributi per le fonti rinnovabili così sono andati per il 75% agli inceneritori, che hanno fatto affari d'oro. Emblematico è il caso dell'inceneritore di Brescia che nel 2006 ha incassato 71 milioni di euro diventati 78 nel 2007, sempre come contributi Cip6. In totale dalla sua apertura l'impianto di Brescia ha accumulato la bellezza di 450 milioni di contributi Cip 6 a fronte di una spesa di
impianto di 150. Capito il giochino?
L'Italia è tuttora sotto infrazione della Comunità Europea che naturalmente ha disconosciuto questa pratica ma il dato di fatto è che in Italia si fa business anche bruciando acqua, l'importante è buttare dentro qualcosa nelle fauci dell'inceneritore.
Questa manovra che perdura in Italia da anni ha di fatto drogato il mercato dell'energia impedendo lo sviluppo di una alternativa efficace.
Ma tanto gli inceneritori di nuova generazione non fanno male! Oggi si assiste a questo nuovo dogma di fede. I tecnici affrontano le crescenti critiche dicendo che i nuovi impianti non sono come quelli vecchi (chissà allora come parlavano bene dei vecchi che erano nuovi...) e quindi inquinano pochissimo se non per niente.
Le malattie croniche causate dagli inceneritori purtroppo hanno bisogno di anni per concretizzarsi e rendere percepibile il danno, quando cioè è già tardi.
Eppure sappiamo cominciano ad arrivare tetri segnali.
Lo Enhance Health, progetto europeo che aveva lo scopo di monitorare lo stato di salute dei residenti dell'area dell'inceneritore di Coriano (Forlì), evidenzia come ci sia stato un effetto molto negativo sulla salute. Le tabelle sono chiare: nel sesso femminile, coloro che tra la popolazione sono le più residenti, c'è un incremento dei tumori del 35%, un dato che dovrebbe far saltare sulle sedie chiunque, ma che ormai non stupisce più nessuno, ci stiamo abituando al peggio.
Lo studio è stato condotto anche da Arpa, dell'Istituto Superiore di Sanità, dal Cnr, dall'Ausl di Forlì e dallo stesso comune di Forlì.
Vogliamo vivere lo stesso futuro a Parma?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 23 febbraio 2010
-803 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Barilla rassicura i suoi fans ma la mossa si rivela un boomerang
Ogni azienda che si rispetti ha ormai il suo social network sul web, per stare vicina ai clienti.
Barilla non poteva mancare a questo appuntamento ed ha la sua finestra di contatti su Facebook.
All'indirizzo http://www.facebook.com/Barilla l'azienda raccoglie 12.520 fans ed ospita in queste ultime settimane il dibattito sull'inceneritore di Parma.
Vi chiederete cosa possano centrare gli spaghetti con i rifiuti.
L'inceneritore di Parma sarà costruito a 1 km dalla Barilla e il suo camino svetterà sul pastificio più grande del mondo, mettendo leggermente in crisi l'immagine pulita del Mulino Bianco.
La pagina è stata così negli ultimi tempi oggetto delle preoccupate lettere degli affezionati sostenitori della dieta mediterranea, che chiedono rassicurazioni alla multinazionale e si domandano come mai Barilla non si sia impegnata a fermare il progetto.
“Gli inceneritori sono fabbriche di veleni e di sostanze cancerogene certe per l'uomo”, la parole dell'oncologa Patrizia Gentilini lasciano poco spazio al dubbio.
L'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna e l'Ordine dei Medici Francesi hanno proposto una moratoria sulla costruzione degli inceneritori, richieste cadute nel vuoto.
Uno studio recente sull'inceneritore di Coriano (Forlì) ha evidenziato nelle donne residenti da almeno cinque anni nei pressi dell'impianto un aumento dell'incidenza di tutti i tipi di tumori del 54%.
Gli inceneritori fanno male.
E fanno male in particolare a chi ci vive nei pressi.
La marea di messaggi sulla pagina di Barilla comincia ad impensierire i piani alti dell'azienda. La difesa tentata in questi giorni assicurando un monitoraggio continuo e la fiducia nel gestore dell'impianto ha avuto un effetto se volete contrario alle attese.
Barilla sostiene che dalle informazioni ricevute da Enìa “non esiste nessun motivo di allarme circa la sicurezza degli stabilimenti e dei nostri prodotti” ma comunque anche “la nostra azienda attiverà un monitoraggio continuo sugli effetti dell'attività del termovalorizzatore, per intervenire tempestivamente in caso di necessità”. Chissà quali saranno queste misure tempestive in caso di necessità. Chiudere le finestre? Mettere su ruote il pastificio e traslocare?
Si fidano di chi costruisce l'impianto?
Da che mondo è mondo, la bontà del vino non la si chiede all'oste!
Un gatto che si morde la coda, un mulinello che cresce ogni giorno, alimentando il polverone che si
fa sempre più nero. Mano mano che cresce l'informazione, che la consapevolezza aumenta, i consumatori prendono sempre maggiore coscienza che qualcosa nel meccanismo si sia inceppato.
Che gli slogan di Barilla mal si accompagnano con un inceneritore.
E c'è già chi ha scritto la parola fine. I vostri prodotti non li compro più. E non è un bel segnale.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 24 febbraio 2010
-802 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Barilla non poteva mancare a questo appuntamento ed ha la sua finestra di contatti su Facebook.
All'indirizzo http://www.facebook.com/Barilla l'azienda raccoglie 12.520 fans ed ospita in queste ultime settimane il dibattito sull'inceneritore di Parma.
Vi chiederete cosa possano centrare gli spaghetti con i rifiuti.
L'inceneritore di Parma sarà costruito a 1 km dalla Barilla e il suo camino svetterà sul pastificio più grande del mondo, mettendo leggermente in crisi l'immagine pulita del Mulino Bianco.
La pagina è stata così negli ultimi tempi oggetto delle preoccupate lettere degli affezionati sostenitori della dieta mediterranea, che chiedono rassicurazioni alla multinazionale e si domandano come mai Barilla non si sia impegnata a fermare il progetto.
“Gli inceneritori sono fabbriche di veleni e di sostanze cancerogene certe per l'uomo”, la parole dell'oncologa Patrizia Gentilini lasciano poco spazio al dubbio.
L'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna e l'Ordine dei Medici Francesi hanno proposto una moratoria sulla costruzione degli inceneritori, richieste cadute nel vuoto.
Uno studio recente sull'inceneritore di Coriano (Forlì) ha evidenziato nelle donne residenti da almeno cinque anni nei pressi dell'impianto un aumento dell'incidenza di tutti i tipi di tumori del 54%.
Gli inceneritori fanno male.
E fanno male in particolare a chi ci vive nei pressi.
La marea di messaggi sulla pagina di Barilla comincia ad impensierire i piani alti dell'azienda. La difesa tentata in questi giorni assicurando un monitoraggio continuo e la fiducia nel gestore dell'impianto ha avuto un effetto se volete contrario alle attese.
Barilla sostiene che dalle informazioni ricevute da Enìa “non esiste nessun motivo di allarme circa la sicurezza degli stabilimenti e dei nostri prodotti” ma comunque anche “la nostra azienda attiverà un monitoraggio continuo sugli effetti dell'attività del termovalorizzatore, per intervenire tempestivamente in caso di necessità”. Chissà quali saranno queste misure tempestive in caso di necessità. Chiudere le finestre? Mettere su ruote il pastificio e traslocare?
Si fidano di chi costruisce l'impianto?
Da che mondo è mondo, la bontà del vino non la si chiede all'oste!
Un gatto che si morde la coda, un mulinello che cresce ogni giorno, alimentando il polverone che si
fa sempre più nero. Mano mano che cresce l'informazione, che la consapevolezza aumenta, i consumatori prendono sempre maggiore coscienza che qualcosa nel meccanismo si sia inceppato.
Che gli slogan di Barilla mal si accompagnano con un inceneritore.
E c'è già chi ha scritto la parola fine. I vostri prodotti non li compro più. E non è un bel segnale.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 24 febbraio 2010
-802 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Il CGCR a fianco dei No Tav
Da molti anni ormai, in tutto il territorio nazionale, come conseguenza di una smania costruttivoaffaristica che non ha eguali nella storia italiana, nascono e si moltiplicano comitati di protesta locali che, rimasti orfani di una qualsiasi sponda politica o istituzionale, si uniscono e si mettono a far politica, quella vera, dal basso.
Il movimento “No Tav” è uno dei capisaldi a livello italiano, per le istanze che porta avanti con dignità, rigore e determinazione. Il movimento ha fatto capire che la protesta di una valle è in realtà la protesta di un’Italia intera, la lotta contro un’opera distruttiva che avrebbe ripercussioni economiche per tutti i cittadini del Belpaese. E l’incredibile coinvolgimento trasversale e unitario
dei cittadini di quelle terre, non ha eguali nella storia della “politica” recente italiana.
Cittadini che già da quattro anni hanno eretto barricate, costruito presidi permanenti, subito i vili assalti notturni della Polizia (dicembre 2005), che ha spaccato le ossa alla gente che in quelle zone è nata e vissuta. Ma che non cede e che urla ancora il suo No.
Oggi in seguito all’ennesimo pestaggio di civili inermi, leggiamo dalle cronache un resoconto delle forze dell’ordine che ci pare di aver già letto decine di volte in passato. Com’è noto strategia mediatica e tattica militare camminano parallele, con un copione ormai visto talmente tante volte che lo si potrebbe riscrivere ad occhi chiusi. Compresi gli articoli che descriveranno la situazione il giorno dopo. Tutto già visto, tutto già noto.
Prima si fa dire ai politici di tutti gli schieramenti quanto importante, buono, giusto, strategico sia un progetto che in realtà devasterà ancora una volta l'ambiente, poi si mette le mani avanti dicendo che questa volta non verranno accettate proteste e che ci sarà “tolleranza zero” nei confronti di chi impedirà i lavori, poi ci si inventa un finto carotaggio in zona non interessata ai lavori, giusto per garantirsi i fondi europei.
Poi arrivano gli immancabili violenti, quelli che ci sono sempre, altrimenti a cosa servirebbero i manganelli? Si spaccano un po’ di teste come quelle della sicuramente violentissima signora ora ricoverata in ospedale o del giornalista di una radio locale.
Tutto normale nel paese delle grandi opere e dei piccoli cervelli, tutto normale nel paese che premia i massacratori di Genova 2001.
Ascanio Celestini in “Una montagna di balle” ci ricorda che in Italia per far eseguire i lavori sulla testa della gente, si mandano avanti prima i poliziotti, poi dietro le ruspe, e infine i politici e gli affaristi che contano il denaro guadagnato.
Esprimiamo la vicinanza a Marinella e Simone per l’attacco subito e a tutti i Valsusini impegnati in questa lotta comune. La strada è segnata e i piccoli passi lasciano comunque il segno del loro passaggio. La lotta dei No-Tav è la nostra lotta. Di gente che vuole difendere il proprio territorio, condividendo una matrice comune contro opere dannose e spesso inutili, strenuamente dalla parte dell'ambiente in cui viviamo.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 01 marzo 2010
-797 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Il movimento “No Tav” è uno dei capisaldi a livello italiano, per le istanze che porta avanti con dignità, rigore e determinazione. Il movimento ha fatto capire che la protesta di una valle è in realtà la protesta di un’Italia intera, la lotta contro un’opera distruttiva che avrebbe ripercussioni economiche per tutti i cittadini del Belpaese. E l’incredibile coinvolgimento trasversale e unitario
dei cittadini di quelle terre, non ha eguali nella storia della “politica” recente italiana.
Cittadini che già da quattro anni hanno eretto barricate, costruito presidi permanenti, subito i vili assalti notturni della Polizia (dicembre 2005), che ha spaccato le ossa alla gente che in quelle zone è nata e vissuta. Ma che non cede e che urla ancora il suo No.
Oggi in seguito all’ennesimo pestaggio di civili inermi, leggiamo dalle cronache un resoconto delle forze dell’ordine che ci pare di aver già letto decine di volte in passato. Com’è noto strategia mediatica e tattica militare camminano parallele, con un copione ormai visto talmente tante volte che lo si potrebbe riscrivere ad occhi chiusi. Compresi gli articoli che descriveranno la situazione il giorno dopo. Tutto già visto, tutto già noto.
Prima si fa dire ai politici di tutti gli schieramenti quanto importante, buono, giusto, strategico sia un progetto che in realtà devasterà ancora una volta l'ambiente, poi si mette le mani avanti dicendo che questa volta non verranno accettate proteste e che ci sarà “tolleranza zero” nei confronti di chi impedirà i lavori, poi ci si inventa un finto carotaggio in zona non interessata ai lavori, giusto per garantirsi i fondi europei.
Poi arrivano gli immancabili violenti, quelli che ci sono sempre, altrimenti a cosa servirebbero i manganelli? Si spaccano un po’ di teste come quelle della sicuramente violentissima signora ora ricoverata in ospedale o del giornalista di una radio locale.
Tutto normale nel paese delle grandi opere e dei piccoli cervelli, tutto normale nel paese che premia i massacratori di Genova 2001.
Ascanio Celestini in “Una montagna di balle” ci ricorda che in Italia per far eseguire i lavori sulla testa della gente, si mandano avanti prima i poliziotti, poi dietro le ruspe, e infine i politici e gli affaristi che contano il denaro guadagnato.
Esprimiamo la vicinanza a Marinella e Simone per l’attacco subito e a tutti i Valsusini impegnati in questa lotta comune. La strada è segnata e i piccoli passi lasciano comunque il segno del loro passaggio. La lotta dei No-Tav è la nostra lotta. Di gente che vuole difendere il proprio territorio, condividendo una matrice comune contro opere dannose e spesso inutili, strenuamente dalla parte dell'ambiente in cui viviamo.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 01 marzo 2010
-797 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Chi controlla i controllori?
Gianni Santucci sul Corriere della Sera riporta la notizia, rimasta naturalmente nascosta per anni, sulla sotto stimate misurazioni dello smog a Milano e in Lombardia.
Si tratta di un dossier europeo sulle centraline dislocate da Arpa che la stessa Regione Lombardia ha finanziato ma che, visti i risultati sconcertanti, è rimasto in un cassetto.
Le misurazioni infatti risultano essere inferiori ai valori reali del Pm10 anche del 40 per cento.
Come molti sapranno sono le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale ad occuparsi di registrare lo stato di salute della nostra aria. Attraverso i dati forniti dalle centraline sparse sul territorio, misurano la concentrazione di inquinanti, in particolare quelle di Pm10, il particolato emesso dai processi di combustione.
Succede che la Comunità Europea, per verificare la qualità delle registrazioni, affianchi un laboratorio mobile alle centraline di Arpa, mettendo poi a confronto i dati.
Il risultato lascia a bocca aperta: l'agenzia regionale ha divulgato sempre e comunque dati più bassi di quelli reali.
La concentrazione di inquinanti è sempre sotto stimata con picchi in difetto che raggiungono anche il 40 per cento. A Monza 13 giorni su 13 sono registrati con dati inferiori, a Milano 13 giorni su 14, a Busto Arsizio la centralina sottostima regolarmente i dati del Pm10 tra il 10 e il 20 per centro.
I rapporti sono stati elaborati dal Joint research center, centro ricerche di Ispra, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Ovviamente le conclusioni a cui sono giunti i tecnici non sono mai state rese note e solo la caparbietà dei “Genitori Antismog”, una associazione di cittadini milanesi che lotta da anni contro l'inquinamento della metropoli lombarda, ha permesso di farli emergere dal buco nero istituzionale.
Ovvio che ora ci si chiede quale possa essere l'attendibilità dei dati che anche a Parma ci vengono proposti da Arpa. Ci possiamo fidare? Le stime sugli inquinanti sono davvero reali? Quello che ci viene propinato come la realtà dei fatti è solo una finzione per edulcorare una situazione ambientale
disastrosa oltre le già note condizioni attuali?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 2 marzo 2010
-796 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Si tratta di un dossier europeo sulle centraline dislocate da Arpa che la stessa Regione Lombardia ha finanziato ma che, visti i risultati sconcertanti, è rimasto in un cassetto.
Le misurazioni infatti risultano essere inferiori ai valori reali del Pm10 anche del 40 per cento.
Come molti sapranno sono le Agenzie Regionali per la Protezione Ambientale ad occuparsi di registrare lo stato di salute della nostra aria. Attraverso i dati forniti dalle centraline sparse sul territorio, misurano la concentrazione di inquinanti, in particolare quelle di Pm10, il particolato emesso dai processi di combustione.
Succede che la Comunità Europea, per verificare la qualità delle registrazioni, affianchi un laboratorio mobile alle centraline di Arpa, mettendo poi a confronto i dati.
Il risultato lascia a bocca aperta: l'agenzia regionale ha divulgato sempre e comunque dati più bassi di quelli reali.
La concentrazione di inquinanti è sempre sotto stimata con picchi in difetto che raggiungono anche il 40 per cento. A Monza 13 giorni su 13 sono registrati con dati inferiori, a Milano 13 giorni su 14, a Busto Arsizio la centralina sottostima regolarmente i dati del Pm10 tra il 10 e il 20 per centro.
I rapporti sono stati elaborati dal Joint research center, centro ricerche di Ispra, l'istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
Ovviamente le conclusioni a cui sono giunti i tecnici non sono mai state rese note e solo la caparbietà dei “Genitori Antismog”, una associazione di cittadini milanesi che lotta da anni contro l'inquinamento della metropoli lombarda, ha permesso di farli emergere dal buco nero istituzionale.
Ovvio che ora ci si chiede quale possa essere l'attendibilità dei dati che anche a Parma ci vengono proposti da Arpa. Ci possiamo fidare? Le stime sugli inquinanti sono davvero reali? Quello che ci viene propinato come la realtà dei fatti è solo una finzione per edulcorare una situazione ambientale
disastrosa oltre le già note condizioni attuali?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 2 marzo 2010
-796 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Gestione dei rifiuti e impatto sulla salute
Venerdì 5 marzo alle ore 21 presso la sala Aurea Parma della Camera di Commercio si terrà la presentazione della monografia “Gestione dei rifiuti e rischi per la salute”.
Parteciperanno gli autori Antonio Fagioli, docente di Igiene presso l'Università di Bologna, Patrizia Gentilini, specializzata in oncologia ed ematologia, dal 1979 al 2007 presso all'Oncologia dell'Ospedale di Forlì, Manrico Guerra,
medico di base e presidente dell'ISDE (Associazione Internazionale dei Medici per l'Ambiente) di Parma.
Come noto gli amministratori locali hanno deciso di costruire a Parma un inceneritore che brucerà 130.000 tonnellate di rifiuti all'anno producendo sul territorio un elevato impatto sia sanitario che ambientale, oltre che economico.
La serata di venerdì servirà a focalizzare, alla luce degli ultimi studi scientifici, quali siano le conseguenze sull'ambiente e di conseguenza sull'uomo, di una gestione dei rifiuti che utilizza l'incenerimento come tecnica di smaltimento degli stessi.
Oggi l'uomo distrugge milioni di tonnellate di materiali post-utilizzo che sono il frutto di enormi dispendi di energia.
Milioni di tonnellate di materia che si è venuta costituendo in miliardi di anni di evoluzione terrestre, dilapidata in pochi attimi senza apparente coscienza di cosa questo atto comporti in termini di equilibri globali.
Produciamo -e distruggiamo quello che produciamo- sull'altare del consumismo e del profitto, del profitto di pochi.
La traccia dell'uomo la vediamo ormai opprimente sopra di noi, una vela scura di smog e polveri che attanagliano le metropoli, avvelenano l'aria.
Ogni anno immettiamo in atmosfera il doppio di anidride carbonica che il nostro pianeta è in grado di assorbire. E non è tutto. Le combustioni, tutte le combustioni, producono scorie.
Ossidi di azoto e di zolfo, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, diossine, particolato fine e ultra-fine.
E' inquinamento chimico. Nel senso che questa particelle eterogenee vanno a interferire con la specie viventi minandone gli equilibri anche a livello molecolare. Con effetti addirittura sull'epigenetica, mettendo quindi in crisi il
progetto stesso della creatura vivente contenuto nel suo genoma.
Le modalità di trattamento del cosiddetto rifiuto assumono quindi non solo una connotazione economica ma soprattutto una specificità ecologica, per l'enorme impatto che esse hanno sull'ambiente e sulle specie viventi.
L'approccio corretto nel confronti della produzione e del trattamento di una materia è quello di una analisi complessiva che tenga conto delle implicazioni economiche, sociali, sanitarie, ambientali, energetiche, perché sottraendo alla
formula anche solo un elemento otteniamo risultati taroccati, non rispondenti al vero.
L'evidenza dell'impatto sanitario degli inceneritori sull'ambiente convive ancora col dibattito e il dubbio solo perché insistono intrecci economici, politici, finanziari, che ancora condizionano pesantemente le scelte, favorendo corruzione,
inutili danni ambientali ad intere regioni, spesso rafforzando anche circuiti criminali, influenzando le agenzie deputate ad una corretta e veritiera valutazione sulla tutela dell'ambiente e della sanità pubblica.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 4 marzo 2010
-794 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Parteciperanno gli autori Antonio Fagioli, docente di Igiene presso l'Università di Bologna, Patrizia Gentilini, specializzata in oncologia ed ematologia, dal 1979 al 2007 presso all'Oncologia dell'Ospedale di Forlì, Manrico Guerra,
medico di base e presidente dell'ISDE (Associazione Internazionale dei Medici per l'Ambiente) di Parma.
Come noto gli amministratori locali hanno deciso di costruire a Parma un inceneritore che brucerà 130.000 tonnellate di rifiuti all'anno producendo sul territorio un elevato impatto sia sanitario che ambientale, oltre che economico.
La serata di venerdì servirà a focalizzare, alla luce degli ultimi studi scientifici, quali siano le conseguenze sull'ambiente e di conseguenza sull'uomo, di una gestione dei rifiuti che utilizza l'incenerimento come tecnica di smaltimento degli stessi.
Oggi l'uomo distrugge milioni di tonnellate di materiali post-utilizzo che sono il frutto di enormi dispendi di energia.
Milioni di tonnellate di materia che si è venuta costituendo in miliardi di anni di evoluzione terrestre, dilapidata in pochi attimi senza apparente coscienza di cosa questo atto comporti in termini di equilibri globali.
Produciamo -e distruggiamo quello che produciamo- sull'altare del consumismo e del profitto, del profitto di pochi.
La traccia dell'uomo la vediamo ormai opprimente sopra di noi, una vela scura di smog e polveri che attanagliano le metropoli, avvelenano l'aria.
Ogni anno immettiamo in atmosfera il doppio di anidride carbonica che il nostro pianeta è in grado di assorbire. E non è tutto. Le combustioni, tutte le combustioni, producono scorie.
Ossidi di azoto e di zolfo, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici, diossine, particolato fine e ultra-fine.
E' inquinamento chimico. Nel senso che questa particelle eterogenee vanno a interferire con la specie viventi minandone gli equilibri anche a livello molecolare. Con effetti addirittura sull'epigenetica, mettendo quindi in crisi il
progetto stesso della creatura vivente contenuto nel suo genoma.
Le modalità di trattamento del cosiddetto rifiuto assumono quindi non solo una connotazione economica ma soprattutto una specificità ecologica, per l'enorme impatto che esse hanno sull'ambiente e sulle specie viventi.
L'approccio corretto nel confronti della produzione e del trattamento di una materia è quello di una analisi complessiva che tenga conto delle implicazioni economiche, sociali, sanitarie, ambientali, energetiche, perché sottraendo alla
formula anche solo un elemento otteniamo risultati taroccati, non rispondenti al vero.
L'evidenza dell'impatto sanitario degli inceneritori sull'ambiente convive ancora col dibattito e il dubbio solo perché insistono intrecci economici, politici, finanziari, che ancora condizionano pesantemente le scelte, favorendo corruzione,
inutili danni ambientali ad intere regioni, spesso rafforzando anche circuiti criminali, influenzando le agenzie deputate ad una corretta e veritiera valutazione sulla tutela dell'ambiente e della sanità pubblica.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 4 marzo 2010
-794 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Lo scandalo della Chimet
Chimet è un'azienda toscana, che opera a Civitella Valdichiana. E' una azienda leader nel settore del recupero dei metalli preziosi ma che si occupa anche dello smaltimento dei rifiuti attraverso l'incenerimento. Una società dotata di tutti i requisiti normativi, blasonata di tutte le certificazioni ambientali e collaborazioni universitarie possibili.
Ma inquina l'ambiente.
Un fabbrica florida e mortale, che ha avvelenato tutto e tutti con fumi e fanghi tossici.
I casi di leucemia nelle zone esposte ai fumi del loro inceneritore risultano tre volte maggiori rispetto alle attese.
Ma sono i cittadini che si sono dovuti rimboccare le maniche e con la solita sequela di raccolte di firme, denunce e segnalazioni sono arrivati ai primi risultati. La polizia giudiziaria ha messo sotto sequestro aree inquinate dove veniva tranquillamente coltivato grano destinato al consumo umano.
Infine la Procura ha disposto la fine delle indagini per poter poi procedere alla richiesta di rinvio a giudizio: destinatari dei provvedimenti, oltre che il titolare della ditta, anche il sindaco di Civitella, accusato di non aver fatto nulla.
Cosa fanno allora gli amministratori, lista civica legata al Pd? Denunciano con un ordine del giorno la giornalista che ha dato voce ai comitati dei cittadini. E lo fanno a nome di “tutti i cittadini”.
Non c'è destra o sinistra che tenga.
Abbiamo davanti un ennesimo esempio di come gli interessi vengano prima di tutto il resto, anche della salute dei cittadini. Siamo arrivati a questa verità incontestabile: il potere economico è il vero padrone del nostro Paese, la politica segue ed arranca, bramosa probabilmente del suo pezzo di torta, a discapito della polis.
Non serve nemmeno la stampa libera e il coraggio di una giornalista perbene che cerca semplicemente di fare il proprio lavoro.
Non è lecito nemmeno mostrare la realtà, come la strada della morte di Civitella, dove un numero impressionante di casi di tumore e leucemia non è servito a scuotere gli animi, a smuovere le coscienze.
Ancora una volte emerge una realtà dei fatti incontestabile. Incenerire materia serve soltanto a farla sparire alla vista. In realtà ogni atomo di sostanza non può svanire nel nulla ma solo trasformare sé stessa in qualcos'altro, spesso, nel caso degli inceneritori, in una miscela di veleni che fanno ammalare, che uccidono, che schiacciano l'uomo alla sue responsabilità.
Perché continuare nell'errore?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 4 marzo 2010
-794 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Ma inquina l'ambiente.
Un fabbrica florida e mortale, che ha avvelenato tutto e tutti con fumi e fanghi tossici.
I casi di leucemia nelle zone esposte ai fumi del loro inceneritore risultano tre volte maggiori rispetto alle attese.
Ma sono i cittadini che si sono dovuti rimboccare le maniche e con la solita sequela di raccolte di firme, denunce e segnalazioni sono arrivati ai primi risultati. La polizia giudiziaria ha messo sotto sequestro aree inquinate dove veniva tranquillamente coltivato grano destinato al consumo umano.
Infine la Procura ha disposto la fine delle indagini per poter poi procedere alla richiesta di rinvio a giudizio: destinatari dei provvedimenti, oltre che il titolare della ditta, anche il sindaco di Civitella, accusato di non aver fatto nulla.
Cosa fanno allora gli amministratori, lista civica legata al Pd? Denunciano con un ordine del giorno la giornalista che ha dato voce ai comitati dei cittadini. E lo fanno a nome di “tutti i cittadini”.
Non c'è destra o sinistra che tenga.
Abbiamo davanti un ennesimo esempio di come gli interessi vengano prima di tutto il resto, anche della salute dei cittadini. Siamo arrivati a questa verità incontestabile: il potere economico è il vero padrone del nostro Paese, la politica segue ed arranca, bramosa probabilmente del suo pezzo di torta, a discapito della polis.
Non serve nemmeno la stampa libera e il coraggio di una giornalista perbene che cerca semplicemente di fare il proprio lavoro.
Non è lecito nemmeno mostrare la realtà, come la strada della morte di Civitella, dove un numero impressionante di casi di tumore e leucemia non è servito a scuotere gli animi, a smuovere le coscienze.
Ancora una volte emerge una realtà dei fatti incontestabile. Incenerire materia serve soltanto a farla sparire alla vista. In realtà ogni atomo di sostanza non può svanire nel nulla ma solo trasformare sé stessa in qualcos'altro, spesso, nel caso degli inceneritori, in una miscela di veleni che fanno ammalare, che uccidono, che schiacciano l'uomo alla sue responsabilità.
Perché continuare nell'errore?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 4 marzo 2010
-794 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Le competenze interessate di Leap
La Gazzetta di Parma di ieri (domenica) riportava, a cornice del servizio sulla presentazione dello studio dell'Isde “Gestione dei rifiuti e rischi per la salute”, un commento di Stefano Consonni, docente al Politecnico di Milano, nonché presidente di Leap, Laboratorio Energia ed Ambiente Piacenza.
Il professor Consonni elenca i risultati di ricerche che ha condotto dove si evince che gli inceneritori hanno un livello di emissione “dello stesso ordine dell'aria ambiente”.
Liberati dal peso del timore, attendiamo tutti con ansia il 2012, quando finalmente potremo andare a fare fumini e pellegrinaggi medicamentosi alla bocca dell'inceneritore di Parma: lui sarà sicuramente il primo iscritto.
Secondo Consonni infatti l'impianto di Parma “non lascerà praticamente tracce sull'ambiente” ed anzi “il contributo dell'inceneritore alla presenza della diossina nell'atmosfera è talmente piccolo da non presentare nessuna variazione significativa”.
Conclude l'esperto di non capire quale sia la via per cui un impianto di tal genere possa far male e l'unica strada dei detrattatori è quella dell'occulto.
Fare un semplice e infantile parallelo tra una caldaia che brucia plastica e la formazione di fumi irrespirabili è davvero uno sforzo eccessivo.
Abbiamo capito che tra Consonni e gli inceneritori ci sia un certo feeling.
Quindi inutile disturbare l'occulto per informarlo che a Montale (Pistoia) il latte materno di due mamme sia stato avvelenato dalla diossina che esce dall'impianto di incenerimento (la ricerca ovviamente è pubblica e disponibile) oppure che quello di Brescia nel 2008 ha provocato la distruzione di partite di latte avvelenate da diossine dell'inceneritore.
Inutile dirlo perché se una cosa non esiste come fa a far male?
Ma oltre alle dichiarazioni per lo meno amene siamo andati a curiosare in rete per conoscere da vicino questo ente di così raffinato pensiero e abbiamo finalmente capito a cosa faceva riferimento quando parlava di questioni occulte.
La Leap è un consorzio costituito nel 2005 indovinate da chi?
A2A (inceneritore di Brescia), Enia, Groppalli (camini per caldaie), Unical (caldaie), Edipower(Edison, Iride...).
Tra i suoi compiti lo “studio e modellazione di termoutilizzazione di rifiuti e
residui di processi industriali”. Nel consiglio direttivo Luciano Groppalli, Antonio Bonomo (A2A), Maurizio Capelli (Enia). Sono ovviamente quella della Leap a misurare le particelle ultrafini dell'inceneritore di Bologna della Hera.
Sono loro che a Brescia curano la valutazione dell'impianto di incenerimento finalizzato alla “quantificazione dei benefici del sistema di teleriscaldamento della città di Brescia in termini di risparmio di energia primaria e di riduzione delle emissioni inquinanti”.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Parma & Provincia
Parma, 22 febbraio 2010
-804 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Il professor Consonni elenca i risultati di ricerche che ha condotto dove si evince che gli inceneritori hanno un livello di emissione “dello stesso ordine dell'aria ambiente”.
Liberati dal peso del timore, attendiamo tutti con ansia il 2012, quando finalmente potremo andare a fare fumini e pellegrinaggi medicamentosi alla bocca dell'inceneritore di Parma: lui sarà sicuramente il primo iscritto.
Secondo Consonni infatti l'impianto di Parma “non lascerà praticamente tracce sull'ambiente” ed anzi “il contributo dell'inceneritore alla presenza della diossina nell'atmosfera è talmente piccolo da non presentare nessuna variazione significativa”.
Conclude l'esperto di non capire quale sia la via per cui un impianto di tal genere possa far male e l'unica strada dei detrattatori è quella dell'occulto.
Fare un semplice e infantile parallelo tra una caldaia che brucia plastica e la formazione di fumi irrespirabili è davvero uno sforzo eccessivo.
Abbiamo capito che tra Consonni e gli inceneritori ci sia un certo feeling.
Quindi inutile disturbare l'occulto per informarlo che a Montale (Pistoia) il latte materno di due mamme sia stato avvelenato dalla diossina che esce dall'impianto di incenerimento (la ricerca ovviamente è pubblica e disponibile) oppure che quello di Brescia nel 2008 ha provocato la distruzione di partite di latte avvelenate da diossine dell'inceneritore.
Inutile dirlo perché se una cosa non esiste come fa a far male?
Ma oltre alle dichiarazioni per lo meno amene siamo andati a curiosare in rete per conoscere da vicino questo ente di così raffinato pensiero e abbiamo finalmente capito a cosa faceva riferimento quando parlava di questioni occulte.
La Leap è un consorzio costituito nel 2005 indovinate da chi?
A2A (inceneritore di Brescia), Enia, Groppalli (camini per caldaie), Unical (caldaie), Edipower(Edison, Iride...).
Tra i suoi compiti lo “studio e modellazione di termoutilizzazione di rifiuti e
residui di processi industriali”. Nel consiglio direttivo Luciano Groppalli, Antonio Bonomo (A2A), Maurizio Capelli (Enia). Sono ovviamente quella della Leap a misurare le particelle ultrafini dell'inceneritore di Bologna della Hera.
Sono loro che a Brescia curano la valutazione dell'impianto di incenerimento finalizzato alla “quantificazione dei benefici del sistema di teleriscaldamento della città di Brescia in termini di risparmio di energia primaria e di riduzione delle emissioni inquinanti”.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti Parma & Provincia
Parma, 22 febbraio 2010
-804 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Un sit in per riflettere sul futuro
Mercoledì 10 marzo dalle ore 17,30 alle 18,30 in viale Barilla 29 il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti ha indetto un sit in per manifestare la grave situazione ambientale di Parma in vista della costruzione dell'inceneritore di Ugozzolo.
Saranno presenti le bandiere “No Inceneritore, Sì all'alternativa” per coinvolgere anche i delegati alla Conferenza dell'Oms e sensibilizzarli sul grave rischio per il futuro della nostra città, a seguito del progetto scellerato deliberato dalla Provincia di Parma e gestito da Enia Parlare di futuro dei bambini significa anche ripensare a progetti magari già avviati se questi possono portare un grave danno alle future generazioni ed al futuro della food valley.
Il Coordinamento ha sempre sostenuto oltre il “no” un progetto alternativo che dia soluzioni alla gestione dei rifiuti senza arrecare danno all'ambiente, un progetto fattibile e meno costoso, e soprattutto che non arreca danno all'ambiente.
Venerdì scorso in una gremita Camera di Commercio i medici per l'ambiente Isde hanno presentato la loro monografia sulla gestione dei rifiuti e i rischi per la salute.
Bruciare i rifiuti è di per sé una pratica da evitare perché andiamo semplicemente a trasformare della materia in fumi e ceneri che se prima non costituivano un pericolo per la salute, bruciandoli si trasformano in migliaia di molecole che vengono immesse nell'ambiente.
Il caso del latte materno alla diossina causato dall'inceneritore di Montale (Pistoia) è un caso evidente di quale portata possano avere questi impianti nei confronti della salute pubblica e dell'ambiente.
Il CGCR si appella a tutte le forze del territorio, politiche, amministrative, economiche, universitarie, affinché si apra un dialogo e si discuta insieme sul come affrontare la gestione dei rifiuti senza inceneritori. Altri territori lo stanno facendo, basta seguire l'esempio.
Basterebbe sospendere momentaneamente il procedere del progetto dell'inceneritore per verificare nei fatti la bontà della proposta alternativa.
Il vantaggio sarebbe davvero per tutti.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 9 marzo 2010
-789 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Saranno presenti le bandiere “No Inceneritore, Sì all'alternativa” per coinvolgere anche i delegati alla Conferenza dell'Oms e sensibilizzarli sul grave rischio per il futuro della nostra città, a seguito del progetto scellerato deliberato dalla Provincia di Parma e gestito da Enia Parlare di futuro dei bambini significa anche ripensare a progetti magari già avviati se questi possono portare un grave danno alle future generazioni ed al futuro della food valley.
Il Coordinamento ha sempre sostenuto oltre il “no” un progetto alternativo che dia soluzioni alla gestione dei rifiuti senza arrecare danno all'ambiente, un progetto fattibile e meno costoso, e soprattutto che non arreca danno all'ambiente.
Venerdì scorso in una gremita Camera di Commercio i medici per l'ambiente Isde hanno presentato la loro monografia sulla gestione dei rifiuti e i rischi per la salute.
Bruciare i rifiuti è di per sé una pratica da evitare perché andiamo semplicemente a trasformare della materia in fumi e ceneri che se prima non costituivano un pericolo per la salute, bruciandoli si trasformano in migliaia di molecole che vengono immesse nell'ambiente.
Il caso del latte materno alla diossina causato dall'inceneritore di Montale (Pistoia) è un caso evidente di quale portata possano avere questi impianti nei confronti della salute pubblica e dell'ambiente.
Il CGCR si appella a tutte le forze del territorio, politiche, amministrative, economiche, universitarie, affinché si apra un dialogo e si discuta insieme sul come affrontare la gestione dei rifiuti senza inceneritori. Altri territori lo stanno facendo, basta seguire l'esempio.
Basterebbe sospendere momentaneamente il procedere del progetto dell'inceneritore per verificare nei fatti la bontà della proposta alternativa.
Il vantaggio sarebbe davvero per tutti.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 9 marzo 2010
-789 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Gli inceneritori spina nel fianco alla Conferenza Oms di Parma
Si è svolta a Parma dal 10 al 12 marzo la Quinta Conferenza Interministeriale dell'Oms sull'ambiente. Il tema centrale era quello della salute dei bambini in rapporto alle condizioni ambientali.
Di tutto si voleva parlare fuorché dell'allarmante situazione ambientale di Parma e del progetto dell'inceneritore in costruzione a fianco alla Barilla.
Ma Parma è al 34° posto in Italia per la qualità dell'aria ed è immersa nella quarta area più inquinata del mondo, come fare finta di niente?
Non se ne voleva parlare ma il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma ha dato il meglio di sé per far emergere il fantasma del camino all'interno del contesto internazionale.
Già da prima del loro arrivo, la situazione di Parma era stata messa in evidenza da un messaggio di posta elettronica spedito a vari delegati prima del loro arrivo. Al centro congressi, la brochure in inglese “The Alternative to Incineration” circolava sui banchi dei delegati.
Gli attivisti si sono ritrovati in putno nevralgico della città ed hanno innalzato le bandiere e gli striscioni della protesta, raccogliendo la curiosità della stampa e dei media oltre che degli esterrefatti cittadini.
Poi Christina Townsend, del GCR, ha iniziato il lavoro vero e proprio.
L’organizzazione HEAL (Health and Environment Alliance) era presente alla conferenza dell’OMS, ed ha preso l’iniziativa di distribuire le brochures del GCR ai delegati, offrendosi anche di fornire qualsiasi appoggio necessario alla GCR nella sua battaglia contro gli inceneritori. Da tempo sono contrari alla costruzione degli inceneritori ed erano schoccati che ci sia un progetto per costruirne uno proprio a Parma.
Marco Martuzzi è “Scientific Officer” della Health Impact Assessment department dell'Oms. Ha dichiarato che alla fine di un sistema che prevede riduzione, riuso, riciclo, ci possa stare anche l'incenerimento; ma uno scambio di idee ha messo in dubbio le basi delle sue supposizioni quando è stato evidenziato che se il riciclo viene fatto a norma di legge EU, come di fatto si dovrà fare, a Parma non rimarranno abbastanza rifiuti per tenere acceso l’inceneritore.
Robert Walgate è il giornalista accreditato da The Lancet Medical Journal dell’UK, e si è dimostrato molto interessato ai dati sull'inquinamento di Parma al punto da chiedere “Ma c'è sempre quella brutta cappa marrone sopra questa zona?”. E' tornato alla redazione con alcune copie della brochure.
Roman Lebed della BBC World Service, di stanza a Kiev, era venuto a Parma per evidenziare la bellezza e la pulizia, anche ambientale, di Parma rispetto alla città Ukraina. Idee che si sono ingarbugliate non poco dopo i dati emersi durante il colloquio con il Coordinamento.
Alla conferenza stampa di Isde, l'associazione internazionale dei medici dell'ambiente, è scoppiata infine la grana Oms. Un suo delegato, Roberto Bertollini, aveva il giorno prima dichiarato l'innocuità degli inceneritori di ultima generazione, affermazione che chiaramente non è in linea con la posizione ufficiale dell’Oms. Davanti all'evidenza si sono susseguite telefonate roventi e smentite tra i referenti ufficiali dell’Oms presenti alla Conferenza. Il tema scotta e chi lo tocca si brucia.
La sorpresa è arrivata al termine della conferenza, quando alla nostra inviata si è avvicinato un sostenitore della causa “no inceneritori”: era Dominique Belpomme, il celebre oncologo francese, che si è dichiarato disponibile a sostenere il GCR in qualsiasi modo possibile. Data l’esperienza di Belpomme nel campo dei tumori legati all’inquinamento da inceneritori ed i suoi successi in battaglie analoghe in Francia, l'offerta è stata subito accettata.
Il 17 aprile si svolgerà nella capitale della Food Valley la prima manifestazione nazionale contro gli inceneritori, che comincia ad assumere dei connotati internazionali: sarà la risposta alla conferenza Oms di marzo?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 14 marzo 2010
-784 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Di tutto si voleva parlare fuorché dell'allarmante situazione ambientale di Parma e del progetto dell'inceneritore in costruzione a fianco alla Barilla.
Ma Parma è al 34° posto in Italia per la qualità dell'aria ed è immersa nella quarta area più inquinata del mondo, come fare finta di niente?
Non se ne voleva parlare ma il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma ha dato il meglio di sé per far emergere il fantasma del camino all'interno del contesto internazionale.
Già da prima del loro arrivo, la situazione di Parma era stata messa in evidenza da un messaggio di posta elettronica spedito a vari delegati prima del loro arrivo. Al centro congressi, la brochure in inglese “The Alternative to Incineration” circolava sui banchi dei delegati.
Gli attivisti si sono ritrovati in putno nevralgico della città ed hanno innalzato le bandiere e gli striscioni della protesta, raccogliendo la curiosità della stampa e dei media oltre che degli esterrefatti cittadini.
Poi Christina Townsend, del GCR, ha iniziato il lavoro vero e proprio.
L’organizzazione HEAL (Health and Environment Alliance) era presente alla conferenza dell’OMS, ed ha preso l’iniziativa di distribuire le brochures del GCR ai delegati, offrendosi anche di fornire qualsiasi appoggio necessario alla GCR nella sua battaglia contro gli inceneritori. Da tempo sono contrari alla costruzione degli inceneritori ed erano schoccati che ci sia un progetto per costruirne uno proprio a Parma.
Marco Martuzzi è “Scientific Officer” della Health Impact Assessment department dell'Oms. Ha dichiarato che alla fine di un sistema che prevede riduzione, riuso, riciclo, ci possa stare anche l'incenerimento; ma uno scambio di idee ha messo in dubbio le basi delle sue supposizioni quando è stato evidenziato che se il riciclo viene fatto a norma di legge EU, come di fatto si dovrà fare, a Parma non rimarranno abbastanza rifiuti per tenere acceso l’inceneritore.
Robert Walgate è il giornalista accreditato da The Lancet Medical Journal dell’UK, e si è dimostrato molto interessato ai dati sull'inquinamento di Parma al punto da chiedere “Ma c'è sempre quella brutta cappa marrone sopra questa zona?”. E' tornato alla redazione con alcune copie della brochure.
Roman Lebed della BBC World Service, di stanza a Kiev, era venuto a Parma per evidenziare la bellezza e la pulizia, anche ambientale, di Parma rispetto alla città Ukraina. Idee che si sono ingarbugliate non poco dopo i dati emersi durante il colloquio con il Coordinamento.
Alla conferenza stampa di Isde, l'associazione internazionale dei medici dell'ambiente, è scoppiata infine la grana Oms. Un suo delegato, Roberto Bertollini, aveva il giorno prima dichiarato l'innocuità degli inceneritori di ultima generazione, affermazione che chiaramente non è in linea con la posizione ufficiale dell’Oms. Davanti all'evidenza si sono susseguite telefonate roventi e smentite tra i referenti ufficiali dell’Oms presenti alla Conferenza. Il tema scotta e chi lo tocca si brucia.
La sorpresa è arrivata al termine della conferenza, quando alla nostra inviata si è avvicinato un sostenitore della causa “no inceneritori”: era Dominique Belpomme, il celebre oncologo francese, che si è dichiarato disponibile a sostenere il GCR in qualsiasi modo possibile. Data l’esperienza di Belpomme nel campo dei tumori legati all’inquinamento da inceneritori ed i suoi successi in battaglie analoghe in Francia, l'offerta è stata subito accettata.
Il 17 aprile si svolgerà nella capitale della Food Valley la prima manifestazione nazionale contro gli inceneritori, che comincia ad assumere dei connotati internazionali: sarà la risposta alla conferenza Oms di marzo?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 14 marzo 2010
-784 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Gli inceneritori fanno male, lo dice pure il Corriere
Ora lo ammette candidamente addirittura il Corriere della Sera: “Vivere vicino ad un inceneritore aumenta il rischio di tumori”. E si va addirittura oltre, prefigurando un vero e proprio apartheid sanitario.
Adriana Bazzi, in prima pagina su Corriere Salute di ieri, domenica 14 marzo, parla della V Conferenza Oms di Parma e ne traccia i risultati ottenuti, tra molte attese e altrettante difficoltà.
Così il proposito, sottoscritto da cinquantatré Stati europei, di salvaguardare in particolare le fasce deboli dall'inquinamento, si stempera nella difficile messa in atto delle intenzioni.
Si chiede, la giornalista, con quali risorse verranno realizzate le azioni di prevenzione per dare una svolta allo stato di salute del mondo, risorse che non ci sono e che non verrebbero spese in ambiti politicamente poco redditizi come quello della salute, quando chi può permetterselo può vivere in ambienti più sani.
Si evince che chi abita nelle zone più degradate, come nei pressi di discariche o inceneritori, non abbia grandi capacità economiche, e quindi di conseguenza anche poco appeal per i decisori politici.
Cittadini di serie A, che si possono permettere di vivere in aree più salubri, e cittadini di serie B, che non possono che accontentarsi di abitazioni nei pressi di questi impianti. Che fanno male.
L'ammissione della Dichiarazione di Parma è che la salute delle persone non dipende soltanto da comportamenti individuali ma in particolare delle condizioni ambientali e dai comportamenti collettivi.
Una corretta politica di prevenzione deve quindi mirare a disinnescare le situazioni a rischio, come le discariche e gli inceneritori. Bonificare aree compromesse è però ancora ritenuto un costo e non un investimento sulla salute dei cittadini e sul futuro delle generazioni a venire. Prevale ancora il cinismo di corto respiro su una visione propedeutica al miglioramento dello stato di fatto e della situazione attuale.
Ancora una volta la politica si mostra lontana dalla gente, lontana dall'interesse generale, come distaccata dal popolo che dovrebbe rappresentare e i cui interessi dovrebbe essere chiamata a difendere. Più interessata a investire in un progetto di visibilità immediata che in un altro che porta doni nel futuro prossimo venturo.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 15 marzo 2010
-783 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Adriana Bazzi, in prima pagina su Corriere Salute di ieri, domenica 14 marzo, parla della V Conferenza Oms di Parma e ne traccia i risultati ottenuti, tra molte attese e altrettante difficoltà.
Così il proposito, sottoscritto da cinquantatré Stati europei, di salvaguardare in particolare le fasce deboli dall'inquinamento, si stempera nella difficile messa in atto delle intenzioni.
Si chiede, la giornalista, con quali risorse verranno realizzate le azioni di prevenzione per dare una svolta allo stato di salute del mondo, risorse che non ci sono e che non verrebbero spese in ambiti politicamente poco redditizi come quello della salute, quando chi può permetterselo può vivere in ambienti più sani.
Si evince che chi abita nelle zone più degradate, come nei pressi di discariche o inceneritori, non abbia grandi capacità economiche, e quindi di conseguenza anche poco appeal per i decisori politici.
Cittadini di serie A, che si possono permettere di vivere in aree più salubri, e cittadini di serie B, che non possono che accontentarsi di abitazioni nei pressi di questi impianti. Che fanno male.
L'ammissione della Dichiarazione di Parma è che la salute delle persone non dipende soltanto da comportamenti individuali ma in particolare delle condizioni ambientali e dai comportamenti collettivi.
Una corretta politica di prevenzione deve quindi mirare a disinnescare le situazioni a rischio, come le discariche e gli inceneritori. Bonificare aree compromesse è però ancora ritenuto un costo e non un investimento sulla salute dei cittadini e sul futuro delle generazioni a venire. Prevale ancora il cinismo di corto respiro su una visione propedeutica al miglioramento dello stato di fatto e della situazione attuale.
Ancora una volta la politica si mostra lontana dalla gente, lontana dall'interesse generale, come distaccata dal popolo che dovrebbe rappresentare e i cui interessi dovrebbe essere chiamata a difendere. Più interessata a investire in un progetto di visibilità immediata che in un altro che porta doni nel futuro prossimo venturo.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 15 marzo 2010
-783 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Salviamo il latte materno
Ci sarà sul nostro mondo qualcosa di più sacro del latte materno? E' la vita stessa che passa dalla mamma al bambino, un prezioso scrigno ricco di sostanze fondamentali allo sviluppo del neonato.
Le nostre mamme da sempre trasmettono la vita attraverso il loro latte.
Qualcuno ha il coraggio di negare che il latte materno debba essere difeso coma la vita stessa?
Un dono, che da migliaia di anni porta avanti la nostra specie e quella in generale dei mammiferi.
Un segno di speranza nel futuro, una sinfonia da osservare in trepidante silenzio.
Ma oggi questa magia è messa in ginocchio dagli inceneritori.
A Pistoia, analizzando campioni di latte materno di due mamme che abitano nei pressi dell'impianto di incenerimento di Montale, è emerso un dato sconvolgente.
I campioni di latte prelevati erano avvelenati da diossina, in una concentrazione tale da renderlo, se per assurdo questo latte fosse portato ad una centrale, invendibile.
I risultati delle analisi hanno anche evidenziato senza ombra di dubbio che la diossina che ha ammorbato i campioni è la stessa che proviene dall'inceneritore di Montale, lo stesso inceneritore che lo scorso anno aveva avvelenato i polli, sempre nella zona di emissione.
Montale, che ha un inceneritore di ultima generazione, ma che nel 2007 è stato chiuso dall'Usl per aver sforato le emissioni di diossina e furani. Solo dopo, però, che il danno era stato fatto.
Il policlorobifenile è una intrigante famiglia di diossine e le 12 molecole riscontrate nei campioni di latte hanno lo stesso profilo di quelle emesse dall'impianto di incenerimento, sulla base di dati dello stesso gestore
e di Arpa Toscana.
E' dal Coordinamento dei comitati della piana Firenze Prato Pistoia che l'8 marzo, in occasione della giornata della donna, è partita la campagna nazionale di difesa del latte materno.
Una iniziativa subito accolta e sostenuta dei medici per l'ambiente di Isde, l'associazione internazionale che raggruppa i medici specializzati sui temi dell'inquinamento.
Il futuro di tuo figlio, recita lo slogan, non è da affidare alla sorte.
Negli intenti della campagna una petizione a favore della difesa del latte materno e una iniziativa di bio monitoraggio da estendere a tutto il territorio nazionale, le cui istanze verranno portate all'attenzione delle donne che hanno incarichi istituzionali e il primo appuntamento non potrà che essere maggio con la festa
della mamma per raccogliere i primi risultati. Nel frattempo piovono le adesioni da tutta Italia ed anche Parma non è da meno. Lo scorso 5 marzo alla Camera di Commercio, una delle ideatrici della campagna, l'oncologo Patrizia Gentilini, ha portato la notizia in anteprima e il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
ha da subito aderito.
La petizione si trova ora sul sito di Liberacittadinanza all'indirizzo www.tinyurl.com/difesalatte.
Il sito del GCR www.gestionecorrettarifiuti.it ospita una pagina ad hoc. La si trova anche all'indirizzo www.tinyurl.com/lattematerno mentre il Coordinamento è disponibile per contatti alla mail gestionecorrettarifiuti@gmail.com.
La difesa dal latte materno è una battaglia che ci deve coinvolgere tutti.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 19 marzo 2010
-779 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Le nostre mamme da sempre trasmettono la vita attraverso il loro latte.
Qualcuno ha il coraggio di negare che il latte materno debba essere difeso coma la vita stessa?
Un dono, che da migliaia di anni porta avanti la nostra specie e quella in generale dei mammiferi.
Un segno di speranza nel futuro, una sinfonia da osservare in trepidante silenzio.
Ma oggi questa magia è messa in ginocchio dagli inceneritori.
A Pistoia, analizzando campioni di latte materno di due mamme che abitano nei pressi dell'impianto di incenerimento di Montale, è emerso un dato sconvolgente.
I campioni di latte prelevati erano avvelenati da diossina, in una concentrazione tale da renderlo, se per assurdo questo latte fosse portato ad una centrale, invendibile.
I risultati delle analisi hanno anche evidenziato senza ombra di dubbio che la diossina che ha ammorbato i campioni è la stessa che proviene dall'inceneritore di Montale, lo stesso inceneritore che lo scorso anno aveva avvelenato i polli, sempre nella zona di emissione.
Montale, che ha un inceneritore di ultima generazione, ma che nel 2007 è stato chiuso dall'Usl per aver sforato le emissioni di diossina e furani. Solo dopo, però, che il danno era stato fatto.
Il policlorobifenile è una intrigante famiglia di diossine e le 12 molecole riscontrate nei campioni di latte hanno lo stesso profilo di quelle emesse dall'impianto di incenerimento, sulla base di dati dello stesso gestore
e di Arpa Toscana.
E' dal Coordinamento dei comitati della piana Firenze Prato Pistoia che l'8 marzo, in occasione della giornata della donna, è partita la campagna nazionale di difesa del latte materno.
Una iniziativa subito accolta e sostenuta dei medici per l'ambiente di Isde, l'associazione internazionale che raggruppa i medici specializzati sui temi dell'inquinamento.
Il futuro di tuo figlio, recita lo slogan, non è da affidare alla sorte.
Negli intenti della campagna una petizione a favore della difesa del latte materno e una iniziativa di bio monitoraggio da estendere a tutto il territorio nazionale, le cui istanze verranno portate all'attenzione delle donne che hanno incarichi istituzionali e il primo appuntamento non potrà che essere maggio con la festa
della mamma per raccogliere i primi risultati. Nel frattempo piovono le adesioni da tutta Italia ed anche Parma non è da meno. Lo scorso 5 marzo alla Camera di Commercio, una delle ideatrici della campagna, l'oncologo Patrizia Gentilini, ha portato la notizia in anteprima e il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
ha da subito aderito.
La petizione si trova ora sul sito di Liberacittadinanza all'indirizzo www.tinyurl.com/difesalatte.
Il sito del GCR www.gestionecorrettarifiuti.it ospita una pagina ad hoc. La si trova anche all'indirizzo www.tinyurl.com/lattematerno mentre il Coordinamento è disponibile per contatti alla mail gestionecorrettarifiuti@gmail.com.
La difesa dal latte materno è una battaglia che ci deve coinvolgere tutti.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 19 marzo 2010
-779 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
mercoledì 4 agosto 2010
Al fuoco, brucia l'inceneritore
Un enorme incendio -con colonne di fumo nero visibili in tutto il sud di Parigi- è divampato mercoledì sera presso l'inceneritore dismesso di Issy-les-Molineaux, alle porte della capitale francese. L'allerta è scattata verso le 19 quando 29 automezzi anti-incendio sono stati inviati sul posto con 96 pompieri. Il bilancio dei danni ancora non è certo e le fiamme dopo una notte di intervento sono state domato. Gli abitanti segnalano una enorme nube nera che per ore è fuoriuscita dall'inceneritore e che ha reso l'aria irrespirabile. In tutta la zona vicina all'impianto i cittadini sono stati invitati a rimanere nelle proprie case ed a non aprire le finestre nel timore di una contaminazione. Non si conoscono infatti ancora i risultati delle analisi sul fume acre che si è sprigionato dall'impianto. Nel novembre scorso, l'oncologo francese Dominique Belpomme, parlando del nuovo inceneritore di Issy, lo aveva definito “un vero e proprio scandalo sanitario”.
Gli inceneritori, industrie insalubri di classe prima, sono del resto anche dalla normativa considerati impianti pericolosi che non possono essere costruiti in zone ad alta vocazione agricola dove sono presenti marchi Dop e Igp di particolare pregio.
Non si capisce allora come mai sia stato individuata una zona del territorio di Parma vocata all'agricoltura come luogo di costruzione del nuovo impianto di incenerimento. Nonostante oggi ci siano alternative valide e meno costose alla distruzione di materie prime come causa l'inceneritore, ancora si persegue nella strada del passato, non prendendo in considerazioni i danni anche di immagine che potrebbe subire la food valley e il comparto agro alimentare che vanta 7500 aziende
agricole, 1400 aziende con quindicimila addetti, 850 imprese di impiantistica con 8500 addetti.
Sul caso di Issy ecco il link al video: www.tinyurl.com/incendioissy
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 19 marzo 2010
-779 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Gli inceneritori, industrie insalubri di classe prima, sono del resto anche dalla normativa considerati impianti pericolosi che non possono essere costruiti in zone ad alta vocazione agricola dove sono presenti marchi Dop e Igp di particolare pregio.
Non si capisce allora come mai sia stato individuata una zona del territorio di Parma vocata all'agricoltura come luogo di costruzione del nuovo impianto di incenerimento. Nonostante oggi ci siano alternative valide e meno costose alla distruzione di materie prime come causa l'inceneritore, ancora si persegue nella strada del passato, non prendendo in considerazioni i danni anche di immagine che potrebbe subire la food valley e il comparto agro alimentare che vanta 7500 aziende
agricole, 1400 aziende con quindicimila addetti, 850 imprese di impiantistica con 8500 addetti.
Sul caso di Issy ecco il link al video: www.tinyurl.com/incendioissy
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 19 marzo 2010
-779 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
I sacchetti compostabili sono di plastica
Memori di un acceso confronto per indurre tutti i condomini a una corretta raccolta dell'organico, con tanto di cartelli “usate il sacchetto di Enia e non quello della spesa”, il dubbio si è fatto strada con fatica: “Ma sono davvero compostabili i sacchetti Enia?”
Avevamo nfatti notato il cambio di qualità che le nuove forniture avevano portato con sé. Ma i ragazzi addetti alla distribuzione non avevano dimostrato dubbi ed era talmente improbabile che...
Finché un bel giorno una telefonata è partita alla volta del produttore dei sacchetti.
I sacchetti sono di plastica.
“Ma” insistevamo “sarà quella plastica là, quella biodegradabile, in mater bi, fatta di mais”.
“No, polietilene, plastica. Per la raccolta dell'organico noi consigliamo un altro nostro prodotto in mater-bi, ma poi ognuno fa quello che vuole...”
Così dai supermercati hanno eliminato le borse di plastica, con tanto di roboanti annunci, poi a casa ce li ridanno addirittura per l'organico. Che intelligenza sopraffina.
Un po' disarmati dalle informazioni ricevute abbiamo cercato conforto con la signora Nervosetti, al numero verde di Enia, che questa volta si è sperticata in spiegazioni, deludenti. A far compagnia al nostro organico, che trattiamo come un bambino, ci va della schifosa plastica.
E noi che maltrattavamo i cattivi comportamenti nel condominio...
Abbiamo capito. Della qualità dell'organico non frega niente a nessuno.
Così la signora Nervosetti chiede telefono e dopo una settimana chiama l'ufficio relazioni esterne per sapere perché abbiamo chiamato. Poi chiede l'indirizzo di posta elettronica perché così scrivono. Devono analizzare la domanda nei dettagli, studiare la risposta, magari risentirci per essere certi di aver capito bene la domanda.
Stiamo pensando di comperare i sacchetti in mater bi, così da mettere in salvo il nostro organico doc.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma
Parma, 20 marzo 2010
-778 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Avevamo nfatti notato il cambio di qualità che le nuove forniture avevano portato con sé. Ma i ragazzi addetti alla distribuzione non avevano dimostrato dubbi ed era talmente improbabile che...
Finché un bel giorno una telefonata è partita alla volta del produttore dei sacchetti.
I sacchetti sono di plastica.
“Ma” insistevamo “sarà quella plastica là, quella biodegradabile, in mater bi, fatta di mais”.
“No, polietilene, plastica. Per la raccolta dell'organico noi consigliamo un altro nostro prodotto in mater-bi, ma poi ognuno fa quello che vuole...”
Così dai supermercati hanno eliminato le borse di plastica, con tanto di roboanti annunci, poi a casa ce li ridanno addirittura per l'organico. Che intelligenza sopraffina.
Un po' disarmati dalle informazioni ricevute abbiamo cercato conforto con la signora Nervosetti, al numero verde di Enia, che questa volta si è sperticata in spiegazioni, deludenti. A far compagnia al nostro organico, che trattiamo come un bambino, ci va della schifosa plastica.
E noi che maltrattavamo i cattivi comportamenti nel condominio...
Abbiamo capito. Della qualità dell'organico non frega niente a nessuno.
Così la signora Nervosetti chiede telefono e dopo una settimana chiama l'ufficio relazioni esterne per sapere perché abbiamo chiamato. Poi chiede l'indirizzo di posta elettronica perché così scrivono. Devono analizzare la domanda nei dettagli, studiare la risposta, magari risentirci per essere certi di aver capito bene la domanda.
Stiamo pensando di comperare i sacchetti in mater bi, così da mettere in salvo il nostro organico doc.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma
Parma, 20 marzo 2010
-778 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
L'incenerimento non è la miglior soluzione. Ambientalisti? No, Università di Parma
Il Prof. Rocco Ungaro è professore ordinario di chimica organica presso il Dipartimento di Chimica Organica e Industriale dell’Università di Parma. E’ autore di numerosi lavori scientifici riguardanti la chimica supramolecolare, il trattamento dei rifiuti radioattivi, lo sviluppo di molecole biologicamente attive basate sul riconoscimento molecolare e la nanotecnologia.
Ecco alcuni stralci di una intervista di Tele Radio City, reperibile on line:
www.tinyurl.com/roccoungaro “Se applichiamo i principi scientifici e morali al problema dei rifiuti non si può non riconoscere che l'incenerimento non è la migliore soluzione. La natura, nella sua lunga storia, non usa questo metodo di incenerire le scorie che essa stessa produce. Utilizza dei metodi di fermentazione. Il fuoco è solo un accidente quando cade un fulmine o quando c'è un vulcano. La Natura ha trovato dei sistemi diversi, più bio compatibili”
Quale soluzione allora viene proposta?
“L'idea di puntare a quella che si chiama attualmente strategia rifiuti zero è scientificamente molto più valida. Da un punto di vista tecnico l'inceneritore non è certo la soluzione per il problema dell'energia. L'inceneritore lavorando sulla combustione ad alte temperature, potrebbe creare un problema di residui che fanno pensare per la salute umana“.
Inceneritori,industrie insalubri di classe prima.
“Negli inceneritori si producono un sacco di ceneri, i gestori dovrebbero assicurare che nei residui non ci siano quantità elevate di sostanze dannose come i metalli pesanti e le diossine e che le emissioni siano compatibili con gli standard industriali”.
Un inceneritore nel polmone nero d'Europa.
“La strada dell'emissione zero è la strada principale, da perseguire. Effettivamente in pianura padana siamo già ad alta densità industriale, con una attesa di vita inferiore di 36 mesi rispetto agli altri Paesi proprio a causa di questa concentrazione. C'è il problema di vedere se sia proprio necessario costruire un inceneritore o puntare ad altre soluzioni considerando che c'è una
coscienza sociale e politica maggiore che in altre zone”.
La strada dell'alternativa, sembra di capire, non è una utopia di qualche ecologista sfegatato ma una materia presa in seria considerazione anche in ambito universitario. Quando succederà che anche le amministrazioni riflettano seriamente sul tema e comincino a domandarsi se la soluzione attualmente proposta sia davvero quella migliore?
Anche dal punto di vista della crisi economica una scelta molto meno costosa (10 milioni contro i 180 dell'inceneritore) non dovrebbe dare poi così fastidio. Abbiamo letto dello stop al progetto della metropolitana. Sarà giunta l'ora di dire basta anche all'inceneritore?
I cugini reggiani lo stanno già dicendo ed è in atto una seria riflessione anche a livello di partito. I sindaci del Pd hanno detto a chiare lettere che preferiscono un'alternativa meno impattante a quella dell'incenerimento. Forse in piazzale della Pace siede un altro partito?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma
Parma, 21 marzo 2010
-777 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Ecco alcuni stralci di una intervista di Tele Radio City, reperibile on line:
www.tinyurl.com/roccoungaro “Se applichiamo i principi scientifici e morali al problema dei rifiuti non si può non riconoscere che l'incenerimento non è la migliore soluzione. La natura, nella sua lunga storia, non usa questo metodo di incenerire le scorie che essa stessa produce. Utilizza dei metodi di fermentazione. Il fuoco è solo un accidente quando cade un fulmine o quando c'è un vulcano. La Natura ha trovato dei sistemi diversi, più bio compatibili”
Quale soluzione allora viene proposta?
“L'idea di puntare a quella che si chiama attualmente strategia rifiuti zero è scientificamente molto più valida. Da un punto di vista tecnico l'inceneritore non è certo la soluzione per il problema dell'energia. L'inceneritore lavorando sulla combustione ad alte temperature, potrebbe creare un problema di residui che fanno pensare per la salute umana“.
Inceneritori,industrie insalubri di classe prima.
“Negli inceneritori si producono un sacco di ceneri, i gestori dovrebbero assicurare che nei residui non ci siano quantità elevate di sostanze dannose come i metalli pesanti e le diossine e che le emissioni siano compatibili con gli standard industriali”.
Un inceneritore nel polmone nero d'Europa.
“La strada dell'emissione zero è la strada principale, da perseguire. Effettivamente in pianura padana siamo già ad alta densità industriale, con una attesa di vita inferiore di 36 mesi rispetto agli altri Paesi proprio a causa di questa concentrazione. C'è il problema di vedere se sia proprio necessario costruire un inceneritore o puntare ad altre soluzioni considerando che c'è una
coscienza sociale e politica maggiore che in altre zone”.
La strada dell'alternativa, sembra di capire, non è una utopia di qualche ecologista sfegatato ma una materia presa in seria considerazione anche in ambito universitario. Quando succederà che anche le amministrazioni riflettano seriamente sul tema e comincino a domandarsi se la soluzione attualmente proposta sia davvero quella migliore?
Anche dal punto di vista della crisi economica una scelta molto meno costosa (10 milioni contro i 180 dell'inceneritore) non dovrebbe dare poi così fastidio. Abbiamo letto dello stop al progetto della metropolitana. Sarà giunta l'ora di dire basta anche all'inceneritore?
I cugini reggiani lo stanno già dicendo ed è in atto una seria riflessione anche a livello di partito. I sindaci del Pd hanno detto a chiare lettere che preferiscono un'alternativa meno impattante a quella dell'incenerimento. Forse in piazzale della Pace siede un altro partito?
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma
Parma, 21 marzo 2010
-777 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Inceneritore: quali rischi per l'agricoltura
Si svolgerà giovedì 25 marzo presso la parrocchia di Ravadese la serata informativa sui danni che potrebbe causare all'agricoltura l'impianto di incenerimento in costruzione a Ugozzolo.
Durante l'incontro, intitolato “Inceneritore e food valley: quali rischi per l'agricoltura?”, verranno evidenziati i tanti pericoli insiti in questo enorme forno che emette migliaia di sostanze, di cui solo il 20% sono conosciute.
Sono stati invitati direttamente oltre cinquanta agricoltori della zona di Ravadese, i primi che verranno toccati dalla ricadute, oltre che tutte le aziende biologiche e caseifici del territorio parmense e le relative associazioni di categoria.
Una delle anomalie del progetto è quella di aver voluto collocare l'impianto in un'area già messa in ginocchio dalle attività industriali presenti, nonché da infrastrutture come l'autostrada e la Tav, una zona insomma già oggi con una situazione ambientale compromessa e con elevati tassi di sforamento degli inquinanti noti come Pm 10, già oggi oltre i limiti consentiti dalla legge.
Parma è insieme alle altre città emiliane, nel pieno della pianura padana, la quarta area più inquinata al mondo, vero e proprio polmone nero d'Italia. La nostra città, nonostante gli sforzi del comune, si colloca al 34° posto per qualità dell'aria. Ed è noto come la qualità dell'aria è il primo responsabile
del benessere o malessere della popolazione residente.
Gravi sono i danni che gli inceneritori stanno causando nei territori in cui sono attivi. A Brescia, nel 2008, tre aziende agricole avevano il latte con un tasso di diossina superiore ai limiti di legge e per questo è stata loro impedita la vendita del prodotto. A Montale (Pistoia) è risultato avvelenato dalla diossina dell'inceneritore addirittura il latte materno. E proprio nei giorni scorsi sono stati rinviati a giudizi i gestori e i proprietari di quell'impianto, oltre che i tre comuni dell'area, colpevoli di non essere intervenuti in occasione di inquinamenti fuori norma causati dall'inceneritore stesso.
Saranno chiamati a risarcire i danni.
Di fronte ad alternative concrete e fattibili con quelle proposte anche per Parma, non si capisce infatti il motivo per cui si continui ad insistere su un impianto oggi ritenuto sovradimensionato e dannoso, per la salute dell'uomo e per la salute dell'ambiente, oltre che economicamente difficile da sostenere vista l'enorme spesa prevista, ora stimata in 180 milioni di euro.
La serata del 25 marzo sarà indirizzata in particolare agli agricoltori della zona per poter dialogare con loro su che cosa si possa ancora fare per bloccare l'iter di costruzione dell'impianto, previsto operativo nl 2012. Un'azione che deve per forza di cosa coinvolgere tutta la cittadinanza, interessata in prima persona alla qualità dell'aria della nostra zona e di Parma in particolare.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma
Parma, 22 marzo 2010
-776 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Durante l'incontro, intitolato “Inceneritore e food valley: quali rischi per l'agricoltura?”, verranno evidenziati i tanti pericoli insiti in questo enorme forno che emette migliaia di sostanze, di cui solo il 20% sono conosciute.
Sono stati invitati direttamente oltre cinquanta agricoltori della zona di Ravadese, i primi che verranno toccati dalla ricadute, oltre che tutte le aziende biologiche e caseifici del territorio parmense e le relative associazioni di categoria.
Una delle anomalie del progetto è quella di aver voluto collocare l'impianto in un'area già messa in ginocchio dalle attività industriali presenti, nonché da infrastrutture come l'autostrada e la Tav, una zona insomma già oggi con una situazione ambientale compromessa e con elevati tassi di sforamento degli inquinanti noti come Pm 10, già oggi oltre i limiti consentiti dalla legge.
Parma è insieme alle altre città emiliane, nel pieno della pianura padana, la quarta area più inquinata al mondo, vero e proprio polmone nero d'Italia. La nostra città, nonostante gli sforzi del comune, si colloca al 34° posto per qualità dell'aria. Ed è noto come la qualità dell'aria è il primo responsabile
del benessere o malessere della popolazione residente.
Gravi sono i danni che gli inceneritori stanno causando nei territori in cui sono attivi. A Brescia, nel 2008, tre aziende agricole avevano il latte con un tasso di diossina superiore ai limiti di legge e per questo è stata loro impedita la vendita del prodotto. A Montale (Pistoia) è risultato avvelenato dalla diossina dell'inceneritore addirittura il latte materno. E proprio nei giorni scorsi sono stati rinviati a giudizi i gestori e i proprietari di quell'impianto, oltre che i tre comuni dell'area, colpevoli di non essere intervenuti in occasione di inquinamenti fuori norma causati dall'inceneritore stesso.
Saranno chiamati a risarcire i danni.
Di fronte ad alternative concrete e fattibili con quelle proposte anche per Parma, non si capisce infatti il motivo per cui si continui ad insistere su un impianto oggi ritenuto sovradimensionato e dannoso, per la salute dell'uomo e per la salute dell'ambiente, oltre che economicamente difficile da sostenere vista l'enorme spesa prevista, ora stimata in 180 milioni di euro.
La serata del 25 marzo sarà indirizzata in particolare agli agricoltori della zona per poter dialogare con loro su che cosa si possa ancora fare per bloccare l'iter di costruzione dell'impianto, previsto operativo nl 2012. Un'azione che deve per forza di cosa coinvolgere tutta la cittadinanza, interessata in prima persona alla qualità dell'aria della nostra zona e di Parma in particolare.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma
Parma, 22 marzo 2010
-776 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Rossano Ercolini ospite d’eccezione a Parma il 31 marzo
Mercoledì 31 marzo, Rossano Ercolini, fondatore della “Strategia Rifiuti Zero” in Italia, sarà ospite,dell’Istituto Tecnico Commerciale Melloni di Parma in occasione di una due giorni di assemblee autogestite. Gli studenti hanno deciso di dedicare la prima giornata alla riforma scolastica, mentre nella seconda si discuterà del Polo Ambientale Integrato di Parma e del progettato inceneritore. Enia è stata invitata a partecipare all’incontro e, come per ogni dibattito che si rispetti, ci sarà anche la controparte, rappresentata da Rossano Ercolini.
Ercolini, oltre che il Presidente dell’Associazione Diritto al Futuro, da vent’anni porta avanti una battaglia contro gli inceneritori, sensibilizzando sulla questione rifiuti e sulle alternative già adottate in Italia e nel resto del mondo.
E' l’associazione Diritto al Futuro che sta promuovendo nel nostro Paese una battaglia per ottenere il rimborso dei contributi Cip6, prelevati da ogni bolletta elettrica dal 2001 ad oggi. Il motivo?
Perché i Cip6, come ha ribadito la stessa Corte Europea nella procedura di infrazione contro l'Italia, sono fondi pensati per incentivare le energie da fonte rinnovabile, solare, eolico, geotermico e non, come invece sta avvenendo da una decina di anni in Italia, per finanziare l’incenerimento dei rifiuti.
Circa il 90% di tutti i contributi Cip6 prelevati dalle nostre bollette sono andati letteralmente in fumo, destinati cioè a mantenere in vita inceneritori onnivori ed insaziabili, che senza questi soldi sarebbero stati costretti a chiudere, visti gli alti costi per il mantenimento degli impianti e per il trattamento delle grandi quantità di ceneri che essi producono. Basti pensare che l’inceneritore di
Brescia da solo ha ricevuto la cifra astronomica di 450 milioni di euro solo sotto forma di contributi CIP6.
Dopo l'incontro con gli alunni del Melloni, Rossano Ercolini sarà ospite d’eccezione di una serata organizzata dal Coordinamento Gestione Corretta dei Rifiuti di Parma per spiegare ai cittadini la vertenza contro i Cip6, e per raccogliere al tempo stesso le adesioni.
L'incontro sulla vertenza Cip6 si svolgerà alle ore 21 presso il teatro della parrocchia di Sant'Evasio, via Colli 12, a Parma. Nella stessa serata, portando con sé una fotocopia della bolletta elettrica e quella di un documento di identità, sarà possibile sottoscrivere da subito l'azione di rimborso, oltre che avere la possibilità di ascoltare uno dei maggiori esperti della strategia Rifiuti Zero d’Italia.
Per altre informazioni sulla visita di Rossano Ercolini a Parma, contattate
christina_townsend@libero.it oppure andate sul sito del Coordinamento
www.gestionecorrettarifiuti.it
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 25 marzo 2010
-779 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Coordinamento Gestione
Ercolini, oltre che il Presidente dell’Associazione Diritto al Futuro, da vent’anni porta avanti una battaglia contro gli inceneritori, sensibilizzando sulla questione rifiuti e sulle alternative già adottate in Italia e nel resto del mondo.
E' l’associazione Diritto al Futuro che sta promuovendo nel nostro Paese una battaglia per ottenere il rimborso dei contributi Cip6, prelevati da ogni bolletta elettrica dal 2001 ad oggi. Il motivo?
Perché i Cip6, come ha ribadito la stessa Corte Europea nella procedura di infrazione contro l'Italia, sono fondi pensati per incentivare le energie da fonte rinnovabile, solare, eolico, geotermico e non, come invece sta avvenendo da una decina di anni in Italia, per finanziare l’incenerimento dei rifiuti.
Circa il 90% di tutti i contributi Cip6 prelevati dalle nostre bollette sono andati letteralmente in fumo, destinati cioè a mantenere in vita inceneritori onnivori ed insaziabili, che senza questi soldi sarebbero stati costretti a chiudere, visti gli alti costi per il mantenimento degli impianti e per il trattamento delle grandi quantità di ceneri che essi producono. Basti pensare che l’inceneritore di
Brescia da solo ha ricevuto la cifra astronomica di 450 milioni di euro solo sotto forma di contributi CIP6.
Dopo l'incontro con gli alunni del Melloni, Rossano Ercolini sarà ospite d’eccezione di una serata organizzata dal Coordinamento Gestione Corretta dei Rifiuti di Parma per spiegare ai cittadini la vertenza contro i Cip6, e per raccogliere al tempo stesso le adesioni.
L'incontro sulla vertenza Cip6 si svolgerà alle ore 21 presso il teatro della parrocchia di Sant'Evasio, via Colli 12, a Parma. Nella stessa serata, portando con sé una fotocopia della bolletta elettrica e quella di un documento di identità, sarà possibile sottoscrivere da subito l'azione di rimborso, oltre che avere la possibilità di ascoltare uno dei maggiori esperti della strategia Rifiuti Zero d’Italia.
Per altre informazioni sulla visita di Rossano Ercolini a Parma, contattate
christina_townsend@libero.it oppure andate sul sito del Coordinamento
www.gestionecorrettarifiuti.it
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 25 marzo 2010
-779 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Coordinamento Gestione
Dopo la Metro, l'inceneritore
L'abbandono per carenza di finanziamenti del progetto Metro Parma ha portato in città diverse riflessioni dei due schieramenti a favore e contro la metropolitana. Rimane dato incontestabile il fatto che la popolazione fosse rimasta fredda all'idea e abbia salutato con un sospiro di sollievo la notizia dello stop al progetto.
Da subito, bucherellare Parma per ottenere una unica linea di metrò con costi non prevedibili e vantaggi scarsi, non era sembrata una grande idea.
Gli stessi dati falsati sull'utenza che avrebbe usufruito di tale mezzo, hanno evidenziato le carenze dei numeri per un progetto troppo grande per una realtà come la nostra.
Parma ha bisogno sì di una infrastruttura di trasporto efficace ed efficiente, ma non è andando nel sottosuolo che si troverà la soluzione.
Come spesso accade, il ritorno al passato, questa volta della rotaia di superficie, sembra essere più che una opportunità, se consideriamo le potenzialità che potrebbe avere una struttura di trasporto leggero che colleghi non solo Parma città ma congiunga la Pedemontana e la Bassa al centro. Solo in questo modo si potrebbe alleggerire la pressione del traffico che ogni giorno si sviluppa sugli assi
di andata e ritorno dal posto di lavoro. Solo con una comoda, puntuale, frequente linea di superficie si potrebbe ripopolare la provincia di pendolari che di giorno scendono in città e di sera fanno ritorno, comodamente, alle loro case. Una prospettiva che porterebbe anche alla riduzione degli affitti nel centro per favorire un recupero delle tante case abbandonate e vuote presenti nella fascia
collinare, luoghi ancora salubri ma oggi troppo scomodi per poter proporre là una residenza, con lavoro in pianura.
La popolazione ha vinto la sua partita per evitare un'opera che nel tempo sarebbe stata una perenne fonte di perdite economiche a suo danno, non ci sono e non ci saranno i numeri per rendere remunerativo un servizio così costoso, anche in fase di mantenimento.
Ora la popolazione di Parma e del suo territorio si rivolge preoccupata e pensosa verso il progettato inceneritore di Ugozzolo, un'opera costosa ed inutile che assomiglia, per inefficacia e costi, al progetto della metro.
L'inceneritore che inquina ulteriormente una terra già degradata sotto il punto di vista ambientale non è la soluzione al problema dei rifiuti del nostro territorio, specie oggi che altri territori hanno adottato strategie di gestione a freddo dei rifiuti, ottenendo sorprendenti risultati a fronte di alcun inquinamento ambientale.
Sembra giunto il momento di chiedersi per quale motivo si insista su un progetto ormai vecchio, come l'inceneritore, abbandonato da territori anche vicini a noi, come Reggio Emilia, e non ci si incammini verso tecniche più leggere ed efficaci di gestione dei materiali di scarto.
La popolazione di Parma oggi si chiede chi e quanto guadagni da un'opera che non ha ricadute positive nemmeno per le tariffe applicate ai cittadini, visto che il costo enorme del progetto non potrà che gravare per tanti anni sulle bollette degli utenti.
Ci si attende altresì che anche la magistratura faccia il suo corso e, come in altri territori, scriva la parola fine su un progetto che mette in grosso pericolo la salute delle popolazioni residenti attorno all'impianto, per non parlare dell'economia della food valley, che vedrebbe i suoi prodotti sporcati dalle emissioni nocive dell'inceneritore. Gli agricoltori hanno finalmente preso coscienza del problema e può essere un primo importante passo verso un maggiore coinvolgimento dei reparti produttivi locali, che sulla qualità puntano i successi dei loro prodotti.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 28 marzo 2010
-770 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Da subito, bucherellare Parma per ottenere una unica linea di metrò con costi non prevedibili e vantaggi scarsi, non era sembrata una grande idea.
Gli stessi dati falsati sull'utenza che avrebbe usufruito di tale mezzo, hanno evidenziato le carenze dei numeri per un progetto troppo grande per una realtà come la nostra.
Parma ha bisogno sì di una infrastruttura di trasporto efficace ed efficiente, ma non è andando nel sottosuolo che si troverà la soluzione.
Come spesso accade, il ritorno al passato, questa volta della rotaia di superficie, sembra essere più che una opportunità, se consideriamo le potenzialità che potrebbe avere una struttura di trasporto leggero che colleghi non solo Parma città ma congiunga la Pedemontana e la Bassa al centro. Solo in questo modo si potrebbe alleggerire la pressione del traffico che ogni giorno si sviluppa sugli assi
di andata e ritorno dal posto di lavoro. Solo con una comoda, puntuale, frequente linea di superficie si potrebbe ripopolare la provincia di pendolari che di giorno scendono in città e di sera fanno ritorno, comodamente, alle loro case. Una prospettiva che porterebbe anche alla riduzione degli affitti nel centro per favorire un recupero delle tante case abbandonate e vuote presenti nella fascia
collinare, luoghi ancora salubri ma oggi troppo scomodi per poter proporre là una residenza, con lavoro in pianura.
La popolazione ha vinto la sua partita per evitare un'opera che nel tempo sarebbe stata una perenne fonte di perdite economiche a suo danno, non ci sono e non ci saranno i numeri per rendere remunerativo un servizio così costoso, anche in fase di mantenimento.
Ora la popolazione di Parma e del suo territorio si rivolge preoccupata e pensosa verso il progettato inceneritore di Ugozzolo, un'opera costosa ed inutile che assomiglia, per inefficacia e costi, al progetto della metro.
L'inceneritore che inquina ulteriormente una terra già degradata sotto il punto di vista ambientale non è la soluzione al problema dei rifiuti del nostro territorio, specie oggi che altri territori hanno adottato strategie di gestione a freddo dei rifiuti, ottenendo sorprendenti risultati a fronte di alcun inquinamento ambientale.
Sembra giunto il momento di chiedersi per quale motivo si insista su un progetto ormai vecchio, come l'inceneritore, abbandonato da territori anche vicini a noi, come Reggio Emilia, e non ci si incammini verso tecniche più leggere ed efficaci di gestione dei materiali di scarto.
La popolazione di Parma oggi si chiede chi e quanto guadagni da un'opera che non ha ricadute positive nemmeno per le tariffe applicate ai cittadini, visto che il costo enorme del progetto non potrà che gravare per tanti anni sulle bollette degli utenti.
Ci si attende altresì che anche la magistratura faccia il suo corso e, come in altri territori, scriva la parola fine su un progetto che mette in grosso pericolo la salute delle popolazioni residenti attorno all'impianto, per non parlare dell'economia della food valley, che vedrebbe i suoi prodotti sporcati dalle emissioni nocive dell'inceneritore. Gli agricoltori hanno finalmente preso coscienza del problema e può essere un primo importante passo verso un maggiore coinvolgimento dei reparti produttivi locali, che sulla qualità puntano i successi dei loro prodotti.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 28 marzo 2010
-770 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
I contributi Cip6 sono illegali, lo dice l'Europa
Mercoledì 31 marzo presso il teatro della parrocchia di Sant'Evasio, via Colli 12, a Parma, si svolgerà l'incontro di presentazione della vertenza “Cip6”, l'azione di rimborso promossa da Diritto al Futuro per richiedere indietro i contributi Cip6 pagati nelle bollette elettriche dal 2001 ad oggi.
Sarà presente Rossano Ercolini, fondatore del movimento Rifiuti Zero in Italia e presidente dell'associazione Dirittoalfuturo.
La sigla Cip6 deriva da una delibera del Comitato Interministeriale Prezzi, la numero 6 appunto, che nel 1992 recepiva una norma europea di incentivazione alla produzione “verde” di energia.
In Italia però, unico paese in Europa, fu aggiunta una parolina, “assimilate”, che di fatto apri la strada al finanziamento occulto degli inceneritori. Da allora questi impianti hanno fatto man bassa degli incentivi andando a raccogliere il 90% dei finanziamenti.
I Cip6 si sono rilevati un tesoro nascosto per i gestori degli inceneritori che hanno visto l'energia elettrica prodotta dagli impianti pagata tre volte il prezzo di mercato. Un Bengodi che ha fatto incassare, ad esempio all'inceneritore di Brescia, qualcosa come l'astronomica cifra di 450 milioni di euro.
Il 7% di ogni bolletta elettrica viene utilizzato per sostenere i Cip 6, di fatto i contribuenti hanno finanziato negli anni impianti che bruciavano perfino scarti di raffineria e di lavorazioni industriali, oltre che plastica dai rifiuti urbani e molte altre sostanze inquinanti.
Ad oggi solo il 10% di questi soldi è stato veramente investito nelle vere rinnovabili come eolico, solare, idroelettrico.
L'Italia è stata sottoposta a procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea ed è stata condannata. Alla luce di questo c'è oggi la possibilità di chiedere, sia come aziende che come provati, la restituzione della somma che dal 2001 ad oggi è stata illecitamente usata.
A condurre questa battaglia è l'associazione Diritto al Futuro che sta raccogliendo in tutta Italia le adesioni per poter poi procedere con la richiesta di rimborso.
A tal fine il Coordinamento Gestione Corretta dei Rifiuti di Parma ha organizzato una serata per spiegare ai cittadini tutte le modalità di azione e per raccogliere al tempo stesso le adesioni.
L'incontro di svolgerà il 31 marzo alle ore 21 presso il teatro della parrocchia di Sant'Evasio, via Colli 12.
La vertenza Cip 6 sarà a carico dell'associazione Diritto al Futuro e la sola somma richiesta ai sottoscrittori sono 10 euro per coprire le spese accessorie.
Nella stessa serata, portando con sé una fotocopia della bolletta elettrica e quella di un documento di identità, sarà possibile sottoscrivere da subito l'azione di rimborso.
Per altre informazioni è attiva la pagina Internet www.dirittoalfuturo.it/vcip6.html
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 30 marzo 2010
-766 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Sarà presente Rossano Ercolini, fondatore del movimento Rifiuti Zero in Italia e presidente dell'associazione Dirittoalfuturo.
La sigla Cip6 deriva da una delibera del Comitato Interministeriale Prezzi, la numero 6 appunto, che nel 1992 recepiva una norma europea di incentivazione alla produzione “verde” di energia.
In Italia però, unico paese in Europa, fu aggiunta una parolina, “assimilate”, che di fatto apri la strada al finanziamento occulto degli inceneritori. Da allora questi impianti hanno fatto man bassa degli incentivi andando a raccogliere il 90% dei finanziamenti.
I Cip6 si sono rilevati un tesoro nascosto per i gestori degli inceneritori che hanno visto l'energia elettrica prodotta dagli impianti pagata tre volte il prezzo di mercato. Un Bengodi che ha fatto incassare, ad esempio all'inceneritore di Brescia, qualcosa come l'astronomica cifra di 450 milioni di euro.
Il 7% di ogni bolletta elettrica viene utilizzato per sostenere i Cip 6, di fatto i contribuenti hanno finanziato negli anni impianti che bruciavano perfino scarti di raffineria e di lavorazioni industriali, oltre che plastica dai rifiuti urbani e molte altre sostanze inquinanti.
Ad oggi solo il 10% di questi soldi è stato veramente investito nelle vere rinnovabili come eolico, solare, idroelettrico.
L'Italia è stata sottoposta a procedura di infrazione da parte dell'Unione Europea ed è stata condannata. Alla luce di questo c'è oggi la possibilità di chiedere, sia come aziende che come provati, la restituzione della somma che dal 2001 ad oggi è stata illecitamente usata.
A condurre questa battaglia è l'associazione Diritto al Futuro che sta raccogliendo in tutta Italia le adesioni per poter poi procedere con la richiesta di rimborso.
A tal fine il Coordinamento Gestione Corretta dei Rifiuti di Parma ha organizzato una serata per spiegare ai cittadini tutte le modalità di azione e per raccogliere al tempo stesso le adesioni.
L'incontro di svolgerà il 31 marzo alle ore 21 presso il teatro della parrocchia di Sant'Evasio, via Colli 12.
La vertenza Cip 6 sarà a carico dell'associazione Diritto al Futuro e la sola somma richiesta ai sottoscrittori sono 10 euro per coprire le spese accessorie.
Nella stessa serata, portando con sé una fotocopia della bolletta elettrica e quella di un documento di identità, sarà possibile sottoscrivere da subito l'azione di rimborso.
Per altre informazioni è attiva la pagina Internet www.dirittoalfuturo.it/vcip6.html
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 30 marzo 2010
-766 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
17 aprile. Una manifestazione senza bandiere di partito
Una manifestazione senza bandiere dei partiti. Così ha deciso il comitato organizzatore della manifestazione nazionale contro gli inceneritori, che si terrà a Parma il prossimo 17 aprile.
Nell'incontro del martedì i delegati hanno concordato di mantenere la linea adottata nell'ultima manifestazione pubblica, la fiaccolata di Santa Lucia del 12 dicembre scorso, per evitare etichette e strumentalizzazioni. I partiti politici possono ovviamente aderire, e lo stanno già facendo sulla pagina di Facebook creata per l'evento, ma a loro si chiede di partecipare alla manifestazione lasciando a casa i vessilli di partito.
Il 17 aprile infatti vuole diventare un appello corale dell'Italia per l'aria pulita, contro gli inceneritori e per l'alternativa, e vuole permettere a tutti di partecipare senza sentirsi etichettato o oscurato da appartenenze partitiche che nulla centrano con l'essere contrari a questo ennesimo progetto che mette in gioco la salute dei cittadini e il futuro della food valley.
Così il 17 aprile Parma sarà invasa dalla gente e dalle bandiere delle associazione e dei movimenti per testimoniare che la salute e la difesa dell'ambiente non sono ne di sinistra, ne di centro, ne di destra.
Il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse porta avanti dal 2006 questa battaglia a favore di tutta la comunità. Così vuole continuare, nel tentativo di informare e sensibilizzare opinione pubblica e mondo produttivo sul tema del rifiuti e della loro corretta gestione, per evitare che ci ritroviamo, tra pochi anni, con un ambiente ulteriormente degradato e appesantito da inquinanti che
possono essere evitati, se si comincia a ragionare sulle alternative possibili.
Il mito degli inceneritori “soluzione globale” è ormai tramontato. Sono ormai considerati giustamente impianti a grande rischio e come tali sono classificati dalla normativa nazionale che ad esempio non li prevede in zone ad alta vocazione agricole e con presenza di Dop e Igp.
Allora ci eravamo sbagliati? Forse Parma non è terra di grandi prodotti alimentari apprezzati in tutto il mondo? Come si è potuto allora accettare che nel cuore della food valley si andasse a costruire un impianto così impattante e ingombrante per la qualità dei prodotti alimentari?
Un inceneritore da 130 mila tonnellate di rifiuti bruciati ogni anno a pochi passi dalla Barilla?
Il 17 aprile si griderà anche questo non senso.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 31 marzo 2010
-767 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Nell'incontro del martedì i delegati hanno concordato di mantenere la linea adottata nell'ultima manifestazione pubblica, la fiaccolata di Santa Lucia del 12 dicembre scorso, per evitare etichette e strumentalizzazioni. I partiti politici possono ovviamente aderire, e lo stanno già facendo sulla pagina di Facebook creata per l'evento, ma a loro si chiede di partecipare alla manifestazione lasciando a casa i vessilli di partito.
Il 17 aprile infatti vuole diventare un appello corale dell'Italia per l'aria pulita, contro gli inceneritori e per l'alternativa, e vuole permettere a tutti di partecipare senza sentirsi etichettato o oscurato da appartenenze partitiche che nulla centrano con l'essere contrari a questo ennesimo progetto che mette in gioco la salute dei cittadini e il futuro della food valley.
Così il 17 aprile Parma sarà invasa dalla gente e dalle bandiere delle associazione e dei movimenti per testimoniare che la salute e la difesa dell'ambiente non sono ne di sinistra, ne di centro, ne di destra.
Il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse porta avanti dal 2006 questa battaglia a favore di tutta la comunità. Così vuole continuare, nel tentativo di informare e sensibilizzare opinione pubblica e mondo produttivo sul tema del rifiuti e della loro corretta gestione, per evitare che ci ritroviamo, tra pochi anni, con un ambiente ulteriormente degradato e appesantito da inquinanti che
possono essere evitati, se si comincia a ragionare sulle alternative possibili.
Il mito degli inceneritori “soluzione globale” è ormai tramontato. Sono ormai considerati giustamente impianti a grande rischio e come tali sono classificati dalla normativa nazionale che ad esempio non li prevede in zone ad alta vocazione agricole e con presenza di Dop e Igp.
Allora ci eravamo sbagliati? Forse Parma non è terra di grandi prodotti alimentari apprezzati in tutto il mondo? Come si è potuto allora accettare che nel cuore della food valley si andasse a costruire un impianto così impattante e ingombrante per la qualità dei prodotti alimentari?
Un inceneritore da 130 mila tonnellate di rifiuti bruciati ogni anno a pochi passi dalla Barilla?
Il 17 aprile si griderà anche questo non senso.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti
Parma, 31 marzo 2010
-767 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Il Popolo della Salute
Il 17 aprile Parma diventa capitale della lotta contro gli inceneritori.
Una battaglia a favore dalla salute, della salute di tutti, contro tutti coloro che fingono di non sapere che questi impianti sono dannosi per l'uomo e per l'ambiente.
E' il Popolo della Salute che scende in piazza per domandare agli amministratori di tutta Italia da che parte stiano, se dalla parte dei loro amministrati e del futuro oppure a fianco delle lobbies dei costruttori e dei gestori degli inceneritori, che intendono lucrare sulla salute della gente e sulle tasche dei cittadini, costretti a ripagare in bolletta i costi elevatissimi di questi progetti.
Parma, al centro della quarta area più inquinata al mondo, la pianura padana, vero e proprio polmone nero d'Europa, si prepara a respirare per un giorno l'aria pura dei movimenti e dei cittadini virtuosi, che non si arrendono alla cattiva gestione del territorio e rivendicano il diritto di avere un territorio libero dagli inquinamenti di ogni tipo, una terra liberata che possa guardare al futuro senza
timore e paure, e con fiducia. Un futuro che va conquistato giorno per giorno, manifestazione dopo manifestazione, la coscienza civile che diventa adulta e si fa barriera in difesa del propri territori.
Una crescita esponenziale di presa di coscienza che si traduce oggi in una adesione
all'appuntamento del 17 aprile che proviene da tutta l'Italia. Un coro unanime di voci che parlano chiaro. Ecco le adesioni fin qui raccolte.
Il Popoo Viola, Gas del territorio Parmense, Rete Italiana Rifiuti Zero, Gaia (Global Alliance Incinerator Alternatives), Aambientefuturo, Movimento 5 Stelle – Parma, Meetup Nonsologrilli – Parma, Aspirachiacchiere, Campagna Pulita - No Discarica Cingoli, Comitato No Inceneritore Molise, Laboratorio Sociale Paz, Comitato Capezzano Vive, Franca Tragni, Robi Bonardi, Teatro Cinico, Associazione Parmachesiparla, Ass. Rifiuti Zero Trapani, No Biomasse Barletta, Liberacittadinanza, Ric-cilò, Sapere è Potere Parma, Sinistra per Capannori, Sinistra e Libertà Reggio Emilia, SX Rete Studenti Reggio Emilia, Pro Ambiente di Modugno (Ba), Ass. Comitati Versiliesi, Meetup 5 Stelle Toscani, Ass. Ya Basta Parma, Movimento 5 Stelle Emilia Romagna, Cambiamo Aria, Collettivo Locomotori, Guastalla Liberata - Movimento 5 Stelle, Comitato No Tav Condove, Suitcase Mag, Rinnovamento Politico Italiano, Terrarossa Terraverde, Teatro del Cerchio
Cittadini Comune di Langhirano, ZeroGas Italia, Tangram - Teatro dell'Oppresso, Oro Blu, Federazione dei Verdi, Meetup Brescia, Inceneritore ad Asti? No Grazie, Federazione della Sinistra Parma, Mamme Bionike Trentino, Comitato Trentino Pulito, Altra Città Le Piagge, Il Popolo di Sinistra, Associazione Comuni Virtuosi, Circolo di Rifondazione Comunista di Colorno, Gruppo Consiliare Comunista del Comune di Colorno, Federazione della Sinistra (Nazionale), Gas Fidenza, Associazione Verdi Ambiente Società, Ultimo teatro, Teatro Necessario, Prc La Spezia, Movimento
per la Decrescita Felice, Amici di Beppe Grillo Firenze, Prc Circolo di Cavriago, Opera Studio Sala, Libera Politica, Viral Riot, Libera Università di Alcatraz, Isde Italia, No Inceneritore Raibano, Distretto di Economia Solidale di Parma e Provincia, Reset Radio, Gas del territorio di La Spezia, Base Idv, Fed. della Sinistra di Valenza, Il Punto Rosso, Sel Montagno – Baiano, La Rete dei
Cittadini, Generazione Democratica Castelfiorentino, Consorzio per la Difesa dei Prodotti Agricoli, Rete di Economia Solidale Marche, Comitato No Inceneritore Montale (Pt), Fare Verde Onlus, Coordinamento dei Comitati Piemontesi e della Valle d'Aosta.
Una lista che si sta allungando ora per ora.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 1° aprile 2010
-766 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Una battaglia a favore dalla salute, della salute di tutti, contro tutti coloro che fingono di non sapere che questi impianti sono dannosi per l'uomo e per l'ambiente.
E' il Popolo della Salute che scende in piazza per domandare agli amministratori di tutta Italia da che parte stiano, se dalla parte dei loro amministrati e del futuro oppure a fianco delle lobbies dei costruttori e dei gestori degli inceneritori, che intendono lucrare sulla salute della gente e sulle tasche dei cittadini, costretti a ripagare in bolletta i costi elevatissimi di questi progetti.
Parma, al centro della quarta area più inquinata al mondo, la pianura padana, vero e proprio polmone nero d'Europa, si prepara a respirare per un giorno l'aria pura dei movimenti e dei cittadini virtuosi, che non si arrendono alla cattiva gestione del territorio e rivendicano il diritto di avere un territorio libero dagli inquinamenti di ogni tipo, una terra liberata che possa guardare al futuro senza
timore e paure, e con fiducia. Un futuro che va conquistato giorno per giorno, manifestazione dopo manifestazione, la coscienza civile che diventa adulta e si fa barriera in difesa del propri territori.
Una crescita esponenziale di presa di coscienza che si traduce oggi in una adesione
all'appuntamento del 17 aprile che proviene da tutta l'Italia. Un coro unanime di voci che parlano chiaro. Ecco le adesioni fin qui raccolte.
Il Popoo Viola, Gas del territorio Parmense, Rete Italiana Rifiuti Zero, Gaia (Global Alliance Incinerator Alternatives), Aambientefuturo, Movimento 5 Stelle – Parma, Meetup Nonsologrilli – Parma, Aspirachiacchiere, Campagna Pulita - No Discarica Cingoli, Comitato No Inceneritore Molise, Laboratorio Sociale Paz, Comitato Capezzano Vive, Franca Tragni, Robi Bonardi, Teatro Cinico, Associazione Parmachesiparla, Ass. Rifiuti Zero Trapani, No Biomasse Barletta, Liberacittadinanza, Ric-cilò, Sapere è Potere Parma, Sinistra per Capannori, Sinistra e Libertà Reggio Emilia, SX Rete Studenti Reggio Emilia, Pro Ambiente di Modugno (Ba), Ass. Comitati Versiliesi, Meetup 5 Stelle Toscani, Ass. Ya Basta Parma, Movimento 5 Stelle Emilia Romagna, Cambiamo Aria, Collettivo Locomotori, Guastalla Liberata - Movimento 5 Stelle, Comitato No Tav Condove, Suitcase Mag, Rinnovamento Politico Italiano, Terrarossa Terraverde, Teatro del Cerchio
Cittadini Comune di Langhirano, ZeroGas Italia, Tangram - Teatro dell'Oppresso, Oro Blu, Federazione dei Verdi, Meetup Brescia, Inceneritore ad Asti? No Grazie, Federazione della Sinistra Parma, Mamme Bionike Trentino, Comitato Trentino Pulito, Altra Città Le Piagge, Il Popolo di Sinistra, Associazione Comuni Virtuosi, Circolo di Rifondazione Comunista di Colorno, Gruppo Consiliare Comunista del Comune di Colorno, Federazione della Sinistra (Nazionale), Gas Fidenza, Associazione Verdi Ambiente Società, Ultimo teatro, Teatro Necessario, Prc La Spezia, Movimento
per la Decrescita Felice, Amici di Beppe Grillo Firenze, Prc Circolo di Cavriago, Opera Studio Sala, Libera Politica, Viral Riot, Libera Università di Alcatraz, Isde Italia, No Inceneritore Raibano, Distretto di Economia Solidale di Parma e Provincia, Reset Radio, Gas del territorio di La Spezia, Base Idv, Fed. della Sinistra di Valenza, Il Punto Rosso, Sel Montagno – Baiano, La Rete dei
Cittadini, Generazione Democratica Castelfiorentino, Consorzio per la Difesa dei Prodotti Agricoli, Rete di Economia Solidale Marche, Comitato No Inceneritore Montale (Pt), Fare Verde Onlus, Coordinamento dei Comitati Piemontesi e della Valle d'Aosta.
Una lista che si sta allungando ora per ora.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 1° aprile 2010
-766 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Ultima ora: bloccato l'inceneritore di Parma
Il presidente della Provincia di Parma Vincenzo Bernazzoli ha riunito d'urgenza la Giunta provinciale per comunicare l'intenzione di rivedere il PPGR (Piano Provinciale per la Gestione dei Rifiuti) alla luce delle nuove possibilità di trattamento alternativo dei rifiuti.
Il progetto dell'inceneritore viene sospeso per 6 mesi a partire dalla data di oggi per poter esaminare tutte le proposte sul campo.
Pare che il risultato delle recenti elezioni amministrative regionali con la crescita dei voti di protesta e di sostegno a favore del movimento 5 stelle abbia influenzato la inaspettata decisione.
La prima risposta di Enia sarà quella di fornire a tutte le famiglie un piccolo inceneritore domestico da inserire sotto il lavello di cucina per poter eliminare direttamente a casa i rifiuti.
I fumi, a detta dell'Ausl, possono essere convogliati nella canna fumaria condominiale visto il basso impatto dell'impianto. Si tratta di un prodotto americano coperto da brevetto internazionale già testato efficacemente nell'Haddock.
Per quanto riguarda le ceneri di risulta un apposito contenitore provvederà alla loro raccolta: una volta pieno il materiale potrà essere utilizzato come concime in giardino.
Al repentino capovolgimento di fronte sembra abbia giocato anche la grande pressione popolare.
In ambito comunale lo sconcerto pare evidente anche se prevale la presa d'atto e il guardare oltre, per costruire una alternativa efficace di migliore gestione dei rifiuti.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 1° aprile 2010
-766 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Il progetto dell'inceneritore viene sospeso per 6 mesi a partire dalla data di oggi per poter esaminare tutte le proposte sul campo.
Pare che il risultato delle recenti elezioni amministrative regionali con la crescita dei voti di protesta e di sostegno a favore del movimento 5 stelle abbia influenzato la inaspettata decisione.
La prima risposta di Enia sarà quella di fornire a tutte le famiglie un piccolo inceneritore domestico da inserire sotto il lavello di cucina per poter eliminare direttamente a casa i rifiuti.
I fumi, a detta dell'Ausl, possono essere convogliati nella canna fumaria condominiale visto il basso impatto dell'impianto. Si tratta di un prodotto americano coperto da brevetto internazionale già testato efficacemente nell'Haddock.
Per quanto riguarda le ceneri di risulta un apposito contenitore provvederà alla loro raccolta: una volta pieno il materiale potrà essere utilizzato come concime in giardino.
Al repentino capovolgimento di fronte sembra abbia giocato anche la grande pressione popolare.
In ambito comunale lo sconcerto pare evidente anche se prevale la presa d'atto e il guardare oltre, per costruire una alternativa efficace di migliore gestione dei rifiuti.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 1° aprile 2010
-766 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
martedì 3 agosto 2010
Il sistema Vedelago
Fa piacere riscontrare che Enìa finalmente parli di alternative al metodo dell'incenerimento che fin qui ci risulta siano state totalmente ignorate.
Non c'è stato alcun confronto pubblico sul tema e auspichiamo finalmente che sia possibile un confronto pubblico sulle alternative e sul confronto tra di esse, in modo da dare alla popolazione tutti gli strumenti per capire quale sia la via migliore tra le tante percorribili.
Ovviamente Enìa, dovendo scegliere tra due vini, sceglie quello prodotto nella propria cantina, e ci stupiremmo del contrario. Come già detto in altre occasioni, non ha consistenza statistica chiedere a Fiat quali siano le auto migliori sul mercato.
Ci sarà quindi permesso di spiegare, pur non essendo portatori di interessi, quale sia la realtà del sistema Vedelago, adottato non solo nella provincia trevigiana, ma anche con successo a Tergu (Sassari), Colleferro(Roma), Caltagirone (Catania) e in corso di progettazione in altri territori che presa visione delle potenzialità,
hanno abbandonato la strada degli inceneritori per sposare quella dell'estrusione.
L’ipotesi di gestione viene fatta su di una popolazione di 433.000 abitanti della provincia, quelli attuali, con produzione annua di 250.000 tonnellate per una produzione di circa 577 kg per abitante (ancora al di sopra delle reali quantità al ribasso che si potrebbero ottenere con le politiche di riduzione, riuso e differenziazione riportate sopra).
Carta e umido avrebbero un immediato recupero al 100%. Per “recupero” si intende l’invio diretto dei materiali facilmente rivendibili alle aziende per la reintroduzione nei cicli produttivi.
Restano imballaggi (prevalentemente plastiche), ingombranti, oli, batterie, RAE e secco residuo che invece verrebbero destinati alla piattaforma di selezione dove verrebbero recuperate le frazioni riciclabili come vetro, alluminio e acciaio con una percentuale del 100%.
Le plastiche sarebbero inviate al recupero per il 55% (plastiche di qualità che possono rientrare facilmente e in modo immediato nel ciclo produttivo come PET, PE, et), mentre il 45% andrebbero all’impianto di estrusione per un riciclo vicino al 98%. In pratica si tratta di materiale plastiche oggi detto “plasmix” che,
non provenendo dalla classe degli imballaggi misti, deve essere inviato dal CO.RE.PLA con costi di smaltimento elevati o a smaltimento o a recupero a proprie spese. In questo caso si recuperano ulteriori incentivi del CONAI e il materiale viene inviato all’estrusore e non in discarica o agli inceneritori come si fa
oggi.
Vi è poi la quota dello “scarto di selezione”, vicino al 10% del totale di produzione dei rifiuti, che è dovuto agli errori di conferimento dei cittadini (ad es. plastiche non idonee al recupero, et) che attualmente vengono inviate ad incenerimento, mentre col nostro progetto potrebbero essere inviate all’impianto di riciclo (estrusore) per ottenere anche in questo caso materia prima seconda.
Tramite il sistema di estrusione si potranno trattare anche quelle frazioni che abbiamo visto prima (ingombranti,plasmix da imballaggi misti, scarto di selezione) per una quota di poco superiore alle 13.000 tonnellate, insieme a tutto il secco residuo, ovverosia l’indifferenziato che viene raccolto col sistema Porta a
Porta (bidone grigio).
Una buona quota parte sia di ingombranti (45%) sia di scarto di selezione (10%) viene recuperato, e quindi di fatto differenziato al 100% per essere materiale ancora nobile e vendibile sul mercato.
Nel secco residuo troveremo ancora materiale come carta e plastiche che potranno essere recuperate (35%),mentre il resto viene inviato all’impianto di estrusione sempre per ottenere materia prima seconda.
Si tratterebbe nel complesso di 9500 tonnellate anno, 950 recuperabili e 8552 inviate al riciclo con estrusione. Esiste una quota variabile poi di circa il 18% identificata per tutte le frazioni come “calo di processo”, cioè perdita di peso tramite evaporazione acquea che si ottiene durante la sosta del materiale sui
piazzali dell’area e da perdita di condensa. Tale liquido viene trattato dai sistema di recupero acque dell’intero piazzale dell’impianto.
Tutta la quota rimanente di materiale post consumo attualmente non differenziabile in altro modo, e quindi al giorno d’oggi inviato in discarica o bruciato, pari ad un quantitativo di 55.303 tonnellate anno, e pertanto molto vicino alla quota di RSU che ENIA si appresta a bruciare nell’inceneritore al 2012, nel nostro progetto
viene inviato a riciclo nell’impianto di estrusione per ottenere materia prima seconda che ha possibilità di vendita sul mercato.
Rimarrebbero 2765 tonnellate anno di materiali post consumo definiti “scarto” e quindi non riutilizzabili in alcun modo. Tale quota, stoccata in un primo momento presso l’area “Rifiuti Residui”, verebbe studiata presso il Centro educazione/formazione e studio per capire quale errore di progettazione sta alla base della produzione industriale per avere tale materiale non altrimenti riciclabile. Da qui deve partire l’indicazione di fermare le produzioni industriali che portano ad ottenere tali materiali non riutilizzabili e convertire le
produzioni con materiali facilmente recuperabili. In questo modo si otterrebbe rapidamente il 100% del riciclo ovverosia il primo passo per realizzare il progetto “Zero Rifiuti”. Questo materiale potrebbe comunque essere stoccato tranquillamente anche in piazzali o in discariche non pericolose perché è materiale sanificato e inerte. Ricordiamo che invece l’inceneritore produrrà a regime il 30% di ceneri (di cui il 10% ceneri tossiche) che al momento attuale non si capisce bene che destino avranno (discariche? cementifici?).
Sicuramente le ceneri tossiche dovranno essere inviate in discariche speciali (di solito quelle di salgemma della Germania) con costi elevatissimi sia economici che ambientali.
Il vantaggio del nostro sistema appare del tutto evidente. Si recupera materia, si occupano più lavoratori nel settore e l’ambiente e la nostra salute non verrebbero minate dalle emissioni tossico nocive di un inceneritore.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 1° aprile 2010
-766 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Non c'è stato alcun confronto pubblico sul tema e auspichiamo finalmente che sia possibile un confronto pubblico sulle alternative e sul confronto tra di esse, in modo da dare alla popolazione tutti gli strumenti per capire quale sia la via migliore tra le tante percorribili.
Ovviamente Enìa, dovendo scegliere tra due vini, sceglie quello prodotto nella propria cantina, e ci stupiremmo del contrario. Come già detto in altre occasioni, non ha consistenza statistica chiedere a Fiat quali siano le auto migliori sul mercato.
Ci sarà quindi permesso di spiegare, pur non essendo portatori di interessi, quale sia la realtà del sistema Vedelago, adottato non solo nella provincia trevigiana, ma anche con successo a Tergu (Sassari), Colleferro(Roma), Caltagirone (Catania) e in corso di progettazione in altri territori che presa visione delle potenzialità,
hanno abbandonato la strada degli inceneritori per sposare quella dell'estrusione.
L’ipotesi di gestione viene fatta su di una popolazione di 433.000 abitanti della provincia, quelli attuali, con produzione annua di 250.000 tonnellate per una produzione di circa 577 kg per abitante (ancora al di sopra delle reali quantità al ribasso che si potrebbero ottenere con le politiche di riduzione, riuso e differenziazione riportate sopra).
Carta e umido avrebbero un immediato recupero al 100%. Per “recupero” si intende l’invio diretto dei materiali facilmente rivendibili alle aziende per la reintroduzione nei cicli produttivi.
Restano imballaggi (prevalentemente plastiche), ingombranti, oli, batterie, RAE e secco residuo che invece verrebbero destinati alla piattaforma di selezione dove verrebbero recuperate le frazioni riciclabili come vetro, alluminio e acciaio con una percentuale del 100%.
Le plastiche sarebbero inviate al recupero per il 55% (plastiche di qualità che possono rientrare facilmente e in modo immediato nel ciclo produttivo come PET, PE, et), mentre il 45% andrebbero all’impianto di estrusione per un riciclo vicino al 98%. In pratica si tratta di materiale plastiche oggi detto “plasmix” che,
non provenendo dalla classe degli imballaggi misti, deve essere inviato dal CO.RE.PLA con costi di smaltimento elevati o a smaltimento o a recupero a proprie spese. In questo caso si recuperano ulteriori incentivi del CONAI e il materiale viene inviato all’estrusore e non in discarica o agli inceneritori come si fa
oggi.
Vi è poi la quota dello “scarto di selezione”, vicino al 10% del totale di produzione dei rifiuti, che è dovuto agli errori di conferimento dei cittadini (ad es. plastiche non idonee al recupero, et) che attualmente vengono inviate ad incenerimento, mentre col nostro progetto potrebbero essere inviate all’impianto di riciclo (estrusore) per ottenere anche in questo caso materia prima seconda.
Tramite il sistema di estrusione si potranno trattare anche quelle frazioni che abbiamo visto prima (ingombranti,plasmix da imballaggi misti, scarto di selezione) per una quota di poco superiore alle 13.000 tonnellate, insieme a tutto il secco residuo, ovverosia l’indifferenziato che viene raccolto col sistema Porta a
Porta (bidone grigio).
Una buona quota parte sia di ingombranti (45%) sia di scarto di selezione (10%) viene recuperato, e quindi di fatto differenziato al 100% per essere materiale ancora nobile e vendibile sul mercato.
Nel secco residuo troveremo ancora materiale come carta e plastiche che potranno essere recuperate (35%),mentre il resto viene inviato all’impianto di estrusione sempre per ottenere materia prima seconda.
Si tratterebbe nel complesso di 9500 tonnellate anno, 950 recuperabili e 8552 inviate al riciclo con estrusione. Esiste una quota variabile poi di circa il 18% identificata per tutte le frazioni come “calo di processo”, cioè perdita di peso tramite evaporazione acquea che si ottiene durante la sosta del materiale sui
piazzali dell’area e da perdita di condensa. Tale liquido viene trattato dai sistema di recupero acque dell’intero piazzale dell’impianto.
Tutta la quota rimanente di materiale post consumo attualmente non differenziabile in altro modo, e quindi al giorno d’oggi inviato in discarica o bruciato, pari ad un quantitativo di 55.303 tonnellate anno, e pertanto molto vicino alla quota di RSU che ENIA si appresta a bruciare nell’inceneritore al 2012, nel nostro progetto
viene inviato a riciclo nell’impianto di estrusione per ottenere materia prima seconda che ha possibilità di vendita sul mercato.
Rimarrebbero 2765 tonnellate anno di materiali post consumo definiti “scarto” e quindi non riutilizzabili in alcun modo. Tale quota, stoccata in un primo momento presso l’area “Rifiuti Residui”, verebbe studiata presso il Centro educazione/formazione e studio per capire quale errore di progettazione sta alla base della produzione industriale per avere tale materiale non altrimenti riciclabile. Da qui deve partire l’indicazione di fermare le produzioni industriali che portano ad ottenere tali materiali non riutilizzabili e convertire le
produzioni con materiali facilmente recuperabili. In questo modo si otterrebbe rapidamente il 100% del riciclo ovverosia il primo passo per realizzare il progetto “Zero Rifiuti”. Questo materiale potrebbe comunque essere stoccato tranquillamente anche in piazzali o in discariche non pericolose perché è materiale sanificato e inerte. Ricordiamo che invece l’inceneritore produrrà a regime il 30% di ceneri (di cui il 10% ceneri tossiche) che al momento attuale non si capisce bene che destino avranno (discariche? cementifici?).
Sicuramente le ceneri tossiche dovranno essere inviate in discariche speciali (di solito quelle di salgemma della Germania) con costi elevatissimi sia economici che ambientali.
Il vantaggio del nostro sistema appare del tutto evidente. Si recupera materia, si occupano più lavoratori nel settore e l’ambiente e la nostra salute non verrebbero minate dalle emissioni tossico nocive di un inceneritore.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 1° aprile 2010
-766 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Enia non fa rima con economia
Enìa ha fatto opera di eduzione civica ai cittadini di Parma: “Non usate i sacchetti di plastica per i rifiuti organici”.
Poi, ad un tratto, ha cambiato idea e ha sfornato nelle case dei cittadini un nuovo tipo di sacchetto per raccogliere l'umido, un sacchetto più resistente, che da meno problemi di gestione.
Un sacchetto di plastica!
Noi lo abbiamo scoperto andando semplicemente a telefonare al produttore, che ci ha risposto: “Per la raccolta dell'organico noi consigliamo il sacchetto in mater-bi (una sostanza biodegradabile derivata dal mais) ma poi ognuno fa quello che vuole...”.
Polietilene, ecco di cosa è fatto il sacchetto per l'organico, e pensare che da tutti i supermercati italiani sono state bandite le borse di plastica, che ora ci rientrano in casa dalla porta di servizio, e nientepopodimeno che dal gestore dei rifiuti, ed addirittura per fare la raccolta differenziata.
Al numero verde di Enìa (800.212.607) minimizzano: “Sono più comodi e poi abbiamo una macchina che separa i sacchi dall'umido”. Certo un'ottima idea fare due volte quello che si potrebbe fare una volta sola. Prendo l'umido, lo separo dal secco e oplà tutto fatto. No, troppo semplice. Enìa ha pensato bene di fare così. Prendo l'umido, lo separo dal secco, lo metto nella plastica. Poi prendo questa amalgama, la separo un'altra volta ed ottengo umido sporco di plastica e plastica sporca di
umido. Alla fine cosa ottengo? Del bel materiale da bruciare all'inceneritore. Semplice no?
Così i cittadini sono contenti di avere un bel sacchetto resistente e tanti saluti alla qualità dell'organico.
Ma non è finita
Ricordate la prima fornitura di bidoncini marroni? Non erano areati (il sistema a fori che lascia circolare l'aria evitando la condensa), quindi dopo un po' di mesi sono stati sostituiti da una fornitura nuova fiammante di bidoncini areati. Doppia spesa, lo pensate anche voi? Bene, ora la manovra è del tutto inutile, perché con i sacchetti di plastica non serve l'aria, mica traspira, il polietilene.
Ma che economia, Enìa. Complimenti per le scelte ponderate.
Intanto circola in rete un altro divertente video. Lo trovate qui: http://tinyurl.com/sacchetti
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 4 aprile 2010
-763 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Poi, ad un tratto, ha cambiato idea e ha sfornato nelle case dei cittadini un nuovo tipo di sacchetto per raccogliere l'umido, un sacchetto più resistente, che da meno problemi di gestione.
Un sacchetto di plastica!
Noi lo abbiamo scoperto andando semplicemente a telefonare al produttore, che ci ha risposto: “Per la raccolta dell'organico noi consigliamo il sacchetto in mater-bi (una sostanza biodegradabile derivata dal mais) ma poi ognuno fa quello che vuole...”.
Polietilene, ecco di cosa è fatto il sacchetto per l'organico, e pensare che da tutti i supermercati italiani sono state bandite le borse di plastica, che ora ci rientrano in casa dalla porta di servizio, e nientepopodimeno che dal gestore dei rifiuti, ed addirittura per fare la raccolta differenziata.
Al numero verde di Enìa (800.212.607) minimizzano: “Sono più comodi e poi abbiamo una macchina che separa i sacchi dall'umido”. Certo un'ottima idea fare due volte quello che si potrebbe fare una volta sola. Prendo l'umido, lo separo dal secco e oplà tutto fatto. No, troppo semplice. Enìa ha pensato bene di fare così. Prendo l'umido, lo separo dal secco, lo metto nella plastica. Poi prendo questa amalgama, la separo un'altra volta ed ottengo umido sporco di plastica e plastica sporca di
umido. Alla fine cosa ottengo? Del bel materiale da bruciare all'inceneritore. Semplice no?
Così i cittadini sono contenti di avere un bel sacchetto resistente e tanti saluti alla qualità dell'organico.
Ma non è finita
Ricordate la prima fornitura di bidoncini marroni? Non erano areati (il sistema a fori che lascia circolare l'aria evitando la condensa), quindi dopo un po' di mesi sono stati sostituiti da una fornitura nuova fiammante di bidoncini areati. Doppia spesa, lo pensate anche voi? Bene, ora la manovra è del tutto inutile, perché con i sacchetti di plastica non serve l'aria, mica traspira, il polietilene.
Ma che economia, Enìa. Complimenti per le scelte ponderate.
Intanto circola in rete un altro divertente video. Lo trovate qui: http://tinyurl.com/sacchetti
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 4 aprile 2010
-763 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Gli inceneritori come l'eternit, decideremo quando sarà tardi
L'eternit, materiale composito di amianto e cemento brevettato nel 1901 dall'austriaco Ludwig Hatschek, ha una storia lunga e tribolata. Salutato coma la scoperta del secolo, venne via via impiegato in ampi settori produttivi ed in particolare per le tubature degli acquedotti, come lastre di copertura dei tetti, o addirittura nel design, per una sedia da spiaggia.
Negli anni '60 la scoperta che le fibre di amianto provocano il cancro.
Nonostante ciò, la produzione proseguì fino agli anni '80, anche per le colpevole pressione delle industrie, affamate di profitti e disinteressate alla salute dei lavoratori.
In Italia, a Casale Monferrato, la produzione è proseguita fino al 1986, a Broni addirittura fino al 1992.
Il caso è emblematico.
La conclamata pericolosità di una sostanza non servì a bloccarne la produzione e ci vollero trent'anni per arrivare ad uno stop definitivo. Ora i processi, le opere di bonifica con costi elevatissimi, le morti che arriveranno a migliaia, in Italia in particolare nella zona di Casale Monferrato.
Il caso eternit assomiglia alla querelle sugli inceneritori.
Fanno male o no?
Sui vecchi impianti ormai nessuno mette dubbio sugli enormi danni sanitari provocati
Ora ci si affida alla tecnologia e alla mancanza di dati epidemiologici (malattie) per affermare che gli inceneritori di nuova generazione sono sicuri.
Il dubbio, purtroppo rimane.
Se un processo come quello di bruciare i rifiuti produce sostanze cancerogene molto pericolose, non è attraverso la tecnologia che possiamo impedirne la formazione, anzi. E' il processo in sé a produrre queste sostanze. Bruciando rifiuti semplicemente ne cambiamo lo stato, li trasformiamo, disgregando le molecole che li compongono e immettendo in atmosfera i nuovi composti. Partiamo da una materia molto eterogenea, composta da una serie lunghissima di sostanze che bruciate
insieme in un grande calderone crea nuove molecole, molto più pericolose delle sostanze introdotte a monte dell'impianto.
Ecco che gli inceneritori devono prevedere imponenti sistemi di filtrazione per cercare di bloccare a camino l'emissione di sostanze tossiche. Filtri che la pratica ha dimostrato di scarsa efficacia specie nel tempo. Filtri costosissimi che spesso non vengono sostituiti e la cui efficacia è molto limitata nel tempo.
Questi filtri, vista la mole di emissioni, si intasano ogni 2-3 secondi e un apposito soffio di aria compressa deve essere emesso in continuazione per recuperarne l'efficienza.
I nuovi impianti poi bruciano a temperature molto elevate nel tentativo di scongiurare la produzione di diossine e tenendo alte le temperature diminuisce la grandezza delle particelle emesse fino al punto da “passare” liberamente nelle maglie troppo larghe dei filtri stessi.
Un sistema sbagliato in fase di progettazione: bruciare non significa distruggere.
Quanto dovremo aspettare ancora per cambiare strada?
Si dice che gli inceneritori ci regaleranno l'indipendenza territoriale. Non è vero, visto che su una tonnellata di rifiuti bruciati si producono trecento chili di ceneri pesanti ricche, per modo di dire, di metalli pesanti, diossine, idrocarburi policiclici aromatici. Dove le mettiamo? Si propone di utilizzarli nei cementifici e mischiarle con il cemento. Vogliamo forse costruire case malate nelle
loro stesse componenti di base, i mattoni? Che pazzia.
Mischiare le ceneri ad altre sostanze e poi utilizzarle nelle costruzioni porta semplicemente a zonzo il problema. C'è infatti il problema della lisciviazione che porta a far disciogliere le sostanze aggregate a parti solide che vengono poi liberate in ambiente.
Oggi che ci sono sistemi alternativi all'incenerimento per la gestione dei rifiuti ha ancora senso perseguire la strada dell'incenerimento?
Efficaci, meno costosi, ma soprattutto non dannosi per l'uomo e per l'ambiente, i sistemi di trattamento meccanico a freddo stanno prendendo piede anche in Italia.
Insistere nell'errore degli inceneritori fa ricordare la storia dell'eternit.
A forza di negare il rischio abbiamo prodotto una catastrofe umanitaria che ci accompagnerà nei prossimi decenni.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 5 aprile 2010
-762 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Negli anni '60 la scoperta che le fibre di amianto provocano il cancro.
Nonostante ciò, la produzione proseguì fino agli anni '80, anche per le colpevole pressione delle industrie, affamate di profitti e disinteressate alla salute dei lavoratori.
In Italia, a Casale Monferrato, la produzione è proseguita fino al 1986, a Broni addirittura fino al 1992.
Il caso è emblematico.
La conclamata pericolosità di una sostanza non servì a bloccarne la produzione e ci vollero trent'anni per arrivare ad uno stop definitivo. Ora i processi, le opere di bonifica con costi elevatissimi, le morti che arriveranno a migliaia, in Italia in particolare nella zona di Casale Monferrato.
Il caso eternit assomiglia alla querelle sugli inceneritori.
Fanno male o no?
Sui vecchi impianti ormai nessuno mette dubbio sugli enormi danni sanitari provocati
Ora ci si affida alla tecnologia e alla mancanza di dati epidemiologici (malattie) per affermare che gli inceneritori di nuova generazione sono sicuri.
Il dubbio, purtroppo rimane.
Se un processo come quello di bruciare i rifiuti produce sostanze cancerogene molto pericolose, non è attraverso la tecnologia che possiamo impedirne la formazione, anzi. E' il processo in sé a produrre queste sostanze. Bruciando rifiuti semplicemente ne cambiamo lo stato, li trasformiamo, disgregando le molecole che li compongono e immettendo in atmosfera i nuovi composti. Partiamo da una materia molto eterogenea, composta da una serie lunghissima di sostanze che bruciate
insieme in un grande calderone crea nuove molecole, molto più pericolose delle sostanze introdotte a monte dell'impianto.
Ecco che gli inceneritori devono prevedere imponenti sistemi di filtrazione per cercare di bloccare a camino l'emissione di sostanze tossiche. Filtri che la pratica ha dimostrato di scarsa efficacia specie nel tempo. Filtri costosissimi che spesso non vengono sostituiti e la cui efficacia è molto limitata nel tempo.
Questi filtri, vista la mole di emissioni, si intasano ogni 2-3 secondi e un apposito soffio di aria compressa deve essere emesso in continuazione per recuperarne l'efficienza.
I nuovi impianti poi bruciano a temperature molto elevate nel tentativo di scongiurare la produzione di diossine e tenendo alte le temperature diminuisce la grandezza delle particelle emesse fino al punto da “passare” liberamente nelle maglie troppo larghe dei filtri stessi.
Un sistema sbagliato in fase di progettazione: bruciare non significa distruggere.
Quanto dovremo aspettare ancora per cambiare strada?
Si dice che gli inceneritori ci regaleranno l'indipendenza territoriale. Non è vero, visto che su una tonnellata di rifiuti bruciati si producono trecento chili di ceneri pesanti ricche, per modo di dire, di metalli pesanti, diossine, idrocarburi policiclici aromatici. Dove le mettiamo? Si propone di utilizzarli nei cementifici e mischiarle con il cemento. Vogliamo forse costruire case malate nelle
loro stesse componenti di base, i mattoni? Che pazzia.
Mischiare le ceneri ad altre sostanze e poi utilizzarle nelle costruzioni porta semplicemente a zonzo il problema. C'è infatti il problema della lisciviazione che porta a far disciogliere le sostanze aggregate a parti solide che vengono poi liberate in ambiente.
Oggi che ci sono sistemi alternativi all'incenerimento per la gestione dei rifiuti ha ancora senso perseguire la strada dell'incenerimento?
Efficaci, meno costosi, ma soprattutto non dannosi per l'uomo e per l'ambiente, i sistemi di trattamento meccanico a freddo stanno prendendo piede anche in Italia.
Insistere nell'errore degli inceneritori fa ricordare la storia dell'eternit.
A forza di negare il rischio abbiamo prodotto una catastrofe umanitaria che ci accompagnerà nei prossimi decenni.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 5 aprile 2010
-762 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Una festa per l'Italia del domani
Una festa. Dell'Italia della società civile e dei movimenti, dell'Italia dell'impegno e del futuro sostenibile. Sono le Italie che convergeranno a Parma il 17 aprile.
Insieme in una festa, nel parco Ex Eridania, dove non mancheranno i laboratori per bambini sull'uso di materiali riciclati, nel gioco e nelle costruzioni, dove gli artisti di strada doneranno il sorriso della spensieratezza ad un argomento invece molto serio, come la prospettiva di un inceneritore a ridosso del centro storico di Parma, che nessuno vuole, ma che la Provincia (Pd) e il Comune (Pdl)
insistono a realizzare.
A stupire piccoli e grandi ci penseranno glia ttori della compagnia Ultimo Teatro, che arriva dalla Toscana a sostenere la manifestazione, a cui stanno aderendo oltre cento sigle da tutta la Penisola, centocinquanta ormai, per la precisione.
Quattro chilometri è lunga la linea d'aria che separerà il campanile dell'angioletto d'oro con un altro campanile, il camino da settanta metri che nel 2012 comincerà ad eruttare fumi sulla terra del prosciutto e del parmigiano, dei vini che portano un nome nobile come Nabucco, degli estesi campi di pomodoro che hanno fatto di Parma un esempio da seguire ed invidiare.
Ancora una volta la pianura padana è in procinto di mettersi sulle spalle un altro fardello di smog, pesante come centotrentamila tonnellate, i rifiuti che l'impianto Enia di Ugozzolo brucerà ogni anno, tentando come per magia di farli sparire alla vista, ma semplicemente trasformandoli in materia evanescente come il fumo, carico di metalli pesanti, diossine e furani, termini astrusi per indicare particelle pericolose e difficilissime se non impossibili da trattare e rendere innocue.
Venerdì 16 aprile alle ore 21 ci sarà il prologo alla Camera di Commercio, dove il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse, www.gestionecorrettarifiuti.it, porterà all'attenzione dei cittadini, ma anche delle istituzioni, il progetto alternativo.
Perché ovviamente i rifiuti ci sono e vanno gestiti in casa propria, non come oggi che vengono esportati da Enìa in tutta la regione e oltre.
Il progetto alternativo che verrà illustrato segue le direttive europee, che prima del trattamento finale del residuo punta i suoi numeri sulla riduzione, sul riuso, sul riciclo e poi, solo alla fine di questo processo, si occupa di ciò che rimane, trasformandolo in una sabbia sintetica con cui si possono fare mattoni, tegole, manufatti plastici di ogni tipo. Con un riciclo del 95%.
Un progetto alternativo che porta con sé tanti vantaggi. Economici, costa 10 milioni contro i 180 dell'inceneritore, sanitari, non ci sono emissioni in atmosfera, occupazionali, perché il sistema alternativo impiega quaranta operai per ogni singola unità impegnata nell'inceneritore.
Ne parleranno l'ideatrice del sistema, Carla Poli, che da Vedelago sta portando in giro per il mondo la sua tecnologia, Manrico Guerra di Isde Italia, Rossano Ercolini di Ambientefuturo, Enzo Favoino della Scuola Agraria di Monza, Paul Connett, consulente Onu sui rifiuti, Giuseppe Miserotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Piacenza, Patrizia Gentilini, onocologa dell'Isde.
Sabato 17 aprile è programmata una fitta serie di appuntamenti.
Alle 10,30 di svolgerà un incontro della rete nazionale no inceneritori per discutere sulle strategie comuni da adottare nelle diverse lotte in corso per bloccare o far chiudere gli impianti.
Alle 14,30 nel parco dell'Ex Eridania (Auditorium Paganini) il ritrovo della manifestazione che come prima iniziativa vedrà la biciclettata “Per l'Aria Pulita” puntare ad Ugozzolo, per visitare il sito dove si stanno avviando i lavori dell'inceneritore.
Nel frattempo largo ai laboratori per bambini e famiglie.
Attorno alle 16 muoverà verso il centro cittadino il corteo manifestazione, che dopo un percorso che toccherà piazza Garibaldi, sede del comune, arriverà sotto le finestre della Provincia, dove verranno pronunciati i discorsi conclusivi,
Da tutta Italia giungono la adesioni e il 17 sembra diventare sempre di più una giornata di grande portata, per dare voce a quel popolo della salute che non accetta imposizioni dall'alto e vuole conoscere le motivazioni che stanno portando Parma a peggiorare la sua già carente qualità dell'ambiente, con l'aria in particolare difficoltà.
Una giornata per dire no ma anche per dire sì ad una gestione alternativa dei rifiuti, una gestione corretta.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 10 aprile 2010
-757 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Adesioni alla manifestazione aggiornate al 10 aprile 2010: 144
(In ordine alfabetico)
Acu 16 Reggio Emilia
Altra Città Le Piagge
Ambiente Val di Susa No Tav
Ambientefuturo
Amici di Beppe Grilllo - Firenze
Amici di Beppe Grillo - Roma
Aspirachiacchiere
Ass. Comitati Versiliesi
Ass. Emergenza Ambientale Acerra
Ass. Rifiuti Zero Trapani
Ass. Ya Basta Reggio Emilia
Ass. Ya Basta Parma
Associazione Alisei-Silea
Associazione Clan-Destino Forlì
Associazione Comuni Virtuosi
Associazione Parmachesiparla
Associazione Perchè No?
Associazione Senza Frontiere
Associazione Verdi Ambiente Società
Base Idv
Bologna Città Libera
Bologna Cult
Cadelbue Inceneritore
Cambiamo Aria
Campagna Pulita - No Discarica Cingoli
Centro Studi Agronomi
Ciac Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione
Circolo di Rifondazione Comunista Colorno
Città dell'Essere
Città Migrante
Cittadini Comune di Langhirano
Collettivo di Agraria di Firenze
Collettivo la Cattiva Strada
Collettivo Locomotori
Comitato 4 Ottobre No Biomasse di Colimera
Comitato Capezzano Vive
Comitato Cittadino Taranto Libera
Comitato Civico Gaia – Basilicata Calabria
Comitato No Inceneritore Molise
Comitato No Inceneritore Paderno Dugnano (Mi)
Comitato No Incneritore Montale (Pt)
Comitato No Tav Condovè
Comitato per Scarpino (Ge) "Cesare Tirasso"
Comitato Prov. Acqua Bene Comune Reggio Emilia
Comitato Trentino Pulito
Comunità di S.Cristina e S.Abate
Consorzio per la Difesa delle Produzioni Agricole di Parma Agricoli
Coord. contro l'inceneritore di Albano
Coordinamento Comitati Difesa Valli del Metauro, Cesano e Candigliano
Coordinamento dei Comitati Piemontesi e della Valle d'Aosta
Distretto di Economia Solidale del Parmense
Fare Verde Onlus
Fed. della Sinistra di Valenza
Federazione dei Verdi
Federazione dei Verdi Parma
Federazione della Sinistra (Nazionale)
Federazione della Sinistra Parma
Forum Ambiente Salute di Lecce
Franca Tragni
Gaia (Global Alliance Incinerator Alternatives)
Gas del territorio di La Spezia
Gas del territorio Parmense
Generazione Democratica Castelfiorentino
Giovani Comunisti Palermo
Giovani per la Costituzione
Grilli Bolognesi
Gruppo Consigiliare Comunista del Comune di Colorno
Gruppo Ravenna Viva
Gruppo Rolli
Guastalla Liberata - Movimento 5 Stelle
Guerrilla Trash
Il Popolo di Sinistra
Il Popolo Viola
Il Punto Rosso
Inceneritore ad Asti? No Grazie
Isde Italia (Medici per l'ambiente)
La Rete dei Cittadini
La Sinistra Pirolo
Labact Incursioni Urbane
Laboratorio Sociale Paz
Libera Politica
Libera Università di Alcatraz
Liberacittadinanza
Lista Civica Carpi a 5 stelle
Lista Civica per il Bene Comune
Mamme Bionike Trentino
Maurizio Pallante
Meetup 5 Stelle - Toscani
Meetup Brescia
Meetup Grilli estensi di Ferrara
Meetup Macerata
Meetup Massa e Montignoso
Meetup Nonsologrilli - Parma
MoVimento 5 Stelle
Movimento 5 Stelle - Emilia Romagna
Movimento 5 Stelle - Parma
MoVimento 5 Stelle - Pianezza
Movimento per la Decrescita Felice (Mdf)
No Biomasse Barletta
No Inceneritore Raibano
Non Bruciamoci il Futuro del Lazio
Non Solo Acqua
Opera Studio Sala
Oro Blu
Pannolinilavabili.info
Prc Circolo di Cavriago
Prc La Spezia
Pro Ambiente di Modugno (Ba)
Progetto Cantoniera
Reggio Emilia 5 Stelle
Reset Radio
Rete di Economia Solidale Marche
Rete Diritti in Casa - Comitato Antirazzista
Rete dormire fuori
Rete Italiana Rifiuti Zero
Riciclò
Rinnovamento Politico Italiano
Robi Bonardi
Sapere è Potere Parma
Sel Bibbiano
Sel Bojano
Sel Montagno
Sel Montagno - Baiano
Sel Pesaro-Urbino
Sinistra e Libertà - Reggio Emilia
Sinistra per Capannori
Sru Società di Riappropriazione Urbana
Step
Studenti Precari Autorganizzati
Studenti universitari del "Collettivo S.P.A.M." di Parma
Suitcase Mag
Sx Rete Studenti Reggio Emilia
Tangram - Teatro dell'Oppresso
Teatro Cinico
Teatro del Cerchio
Teatro Necessario
Terrarossa Terraverde
Tpo Bologna
Udu Parma
Ultimo teatro
Viral Riot
WWF Parma
Zero Rifiuti Firenze
ZeroGas Italia
Insieme in una festa, nel parco Ex Eridania, dove non mancheranno i laboratori per bambini sull'uso di materiali riciclati, nel gioco e nelle costruzioni, dove gli artisti di strada doneranno il sorriso della spensieratezza ad un argomento invece molto serio, come la prospettiva di un inceneritore a ridosso del centro storico di Parma, che nessuno vuole, ma che la Provincia (Pd) e il Comune (Pdl)
insistono a realizzare.
A stupire piccoli e grandi ci penseranno glia ttori della compagnia Ultimo Teatro, che arriva dalla Toscana a sostenere la manifestazione, a cui stanno aderendo oltre cento sigle da tutta la Penisola, centocinquanta ormai, per la precisione.
Quattro chilometri è lunga la linea d'aria che separerà il campanile dell'angioletto d'oro con un altro campanile, il camino da settanta metri che nel 2012 comincerà ad eruttare fumi sulla terra del prosciutto e del parmigiano, dei vini che portano un nome nobile come Nabucco, degli estesi campi di pomodoro che hanno fatto di Parma un esempio da seguire ed invidiare.
Ancora una volta la pianura padana è in procinto di mettersi sulle spalle un altro fardello di smog, pesante come centotrentamila tonnellate, i rifiuti che l'impianto Enia di Ugozzolo brucerà ogni anno, tentando come per magia di farli sparire alla vista, ma semplicemente trasformandoli in materia evanescente come il fumo, carico di metalli pesanti, diossine e furani, termini astrusi per indicare particelle pericolose e difficilissime se non impossibili da trattare e rendere innocue.
Venerdì 16 aprile alle ore 21 ci sarà il prologo alla Camera di Commercio, dove il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse, www.gestionecorrettarifiuti.it, porterà all'attenzione dei cittadini, ma anche delle istituzioni, il progetto alternativo.
Perché ovviamente i rifiuti ci sono e vanno gestiti in casa propria, non come oggi che vengono esportati da Enìa in tutta la regione e oltre.
Il progetto alternativo che verrà illustrato segue le direttive europee, che prima del trattamento finale del residuo punta i suoi numeri sulla riduzione, sul riuso, sul riciclo e poi, solo alla fine di questo processo, si occupa di ciò che rimane, trasformandolo in una sabbia sintetica con cui si possono fare mattoni, tegole, manufatti plastici di ogni tipo. Con un riciclo del 95%.
Un progetto alternativo che porta con sé tanti vantaggi. Economici, costa 10 milioni contro i 180 dell'inceneritore, sanitari, non ci sono emissioni in atmosfera, occupazionali, perché il sistema alternativo impiega quaranta operai per ogni singola unità impegnata nell'inceneritore.
Ne parleranno l'ideatrice del sistema, Carla Poli, che da Vedelago sta portando in giro per il mondo la sua tecnologia, Manrico Guerra di Isde Italia, Rossano Ercolini di Ambientefuturo, Enzo Favoino della Scuola Agraria di Monza, Paul Connett, consulente Onu sui rifiuti, Giuseppe Miserotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Piacenza, Patrizia Gentilini, onocologa dell'Isde.
Sabato 17 aprile è programmata una fitta serie di appuntamenti.
Alle 10,30 di svolgerà un incontro della rete nazionale no inceneritori per discutere sulle strategie comuni da adottare nelle diverse lotte in corso per bloccare o far chiudere gli impianti.
Alle 14,30 nel parco dell'Ex Eridania (Auditorium Paganini) il ritrovo della manifestazione che come prima iniziativa vedrà la biciclettata “Per l'Aria Pulita” puntare ad Ugozzolo, per visitare il sito dove si stanno avviando i lavori dell'inceneritore.
Nel frattempo largo ai laboratori per bambini e famiglie.
Attorno alle 16 muoverà verso il centro cittadino il corteo manifestazione, che dopo un percorso che toccherà piazza Garibaldi, sede del comune, arriverà sotto le finestre della Provincia, dove verranno pronunciati i discorsi conclusivi,
Da tutta Italia giungono la adesioni e il 17 sembra diventare sempre di più una giornata di grande portata, per dare voce a quel popolo della salute che non accetta imposizioni dall'alto e vuole conoscere le motivazioni che stanno portando Parma a peggiorare la sua già carente qualità dell'ambiente, con l'aria in particolare difficoltà.
Una giornata per dire no ma anche per dire sì ad una gestione alternativa dei rifiuti, una gestione corretta.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 10 aprile 2010
-757 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Adesioni alla manifestazione aggiornate al 10 aprile 2010: 144
(In ordine alfabetico)
Acu 16 Reggio Emilia
Altra Città Le Piagge
Ambiente Val di Susa No Tav
Ambientefuturo
Amici di Beppe Grilllo - Firenze
Amici di Beppe Grillo - Roma
Aspirachiacchiere
Ass. Comitati Versiliesi
Ass. Emergenza Ambientale Acerra
Ass. Rifiuti Zero Trapani
Ass. Ya Basta Reggio Emilia
Ass. Ya Basta Parma
Associazione Alisei-Silea
Associazione Clan-Destino Forlì
Associazione Comuni Virtuosi
Associazione Parmachesiparla
Associazione Perchè No?
Associazione Senza Frontiere
Associazione Verdi Ambiente Società
Base Idv
Bologna Città Libera
Bologna Cult
Cadelbue Inceneritore
Cambiamo Aria
Campagna Pulita - No Discarica Cingoli
Centro Studi Agronomi
Ciac Centro Immigrazione Asilo e Cooperazione
Circolo di Rifondazione Comunista Colorno
Città dell'Essere
Città Migrante
Cittadini Comune di Langhirano
Collettivo di Agraria di Firenze
Collettivo la Cattiva Strada
Collettivo Locomotori
Comitato 4 Ottobre No Biomasse di Colimera
Comitato Capezzano Vive
Comitato Cittadino Taranto Libera
Comitato Civico Gaia – Basilicata Calabria
Comitato No Inceneritore Molise
Comitato No Inceneritore Paderno Dugnano (Mi)
Comitato No Incneritore Montale (Pt)
Comitato No Tav Condovè
Comitato per Scarpino (Ge) "Cesare Tirasso"
Comitato Prov. Acqua Bene Comune Reggio Emilia
Comitato Trentino Pulito
Comunità di S.Cristina e S.Abate
Consorzio per la Difesa delle Produzioni Agricole di Parma Agricoli
Coord. contro l'inceneritore di Albano
Coordinamento Comitati Difesa Valli del Metauro, Cesano e Candigliano
Coordinamento dei Comitati Piemontesi e della Valle d'Aosta
Distretto di Economia Solidale del Parmense
Fare Verde Onlus
Fed. della Sinistra di Valenza
Federazione dei Verdi
Federazione dei Verdi Parma
Federazione della Sinistra (Nazionale)
Federazione della Sinistra Parma
Forum Ambiente Salute di Lecce
Franca Tragni
Gaia (Global Alliance Incinerator Alternatives)
Gas del territorio di La Spezia
Gas del territorio Parmense
Generazione Democratica Castelfiorentino
Giovani Comunisti Palermo
Giovani per la Costituzione
Grilli Bolognesi
Gruppo Consigiliare Comunista del Comune di Colorno
Gruppo Ravenna Viva
Gruppo Rolli
Guastalla Liberata - Movimento 5 Stelle
Guerrilla Trash
Il Popolo di Sinistra
Il Popolo Viola
Il Punto Rosso
Inceneritore ad Asti? No Grazie
Isde Italia (Medici per l'ambiente)
La Rete dei Cittadini
La Sinistra Pirolo
Labact Incursioni Urbane
Laboratorio Sociale Paz
Libera Politica
Libera Università di Alcatraz
Liberacittadinanza
Lista Civica Carpi a 5 stelle
Lista Civica per il Bene Comune
Mamme Bionike Trentino
Maurizio Pallante
Meetup 5 Stelle - Toscani
Meetup Brescia
Meetup Grilli estensi di Ferrara
Meetup Macerata
Meetup Massa e Montignoso
Meetup Nonsologrilli - Parma
MoVimento 5 Stelle
Movimento 5 Stelle - Emilia Romagna
Movimento 5 Stelle - Parma
MoVimento 5 Stelle - Pianezza
Movimento per la Decrescita Felice (Mdf)
No Biomasse Barletta
No Inceneritore Raibano
Non Bruciamoci il Futuro del Lazio
Non Solo Acqua
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Il popolo della salute non ha bandiere
Siamo oramai giunti alla due giorni di manifestazione nazionale contro gli inceneritori, che si svolgerà a Parma il 16 e 17 aprile.
Il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse tiene a sottolineare ancora una volta che la salute non ha bandiere politiche e partitiche, perché la salute è di tutti.
La nostra battaglia, condotta da ormai quattro anni con fatica e mille difficoltà ha avuto il merito di confrontarsi semplicemente sui temi ambientali e sulle prospettive che l'inceneritore comporta senza portarsi nell'agone dello scontro tra fazioni.
Abbiamo accettato ben volentieri le adesioni alla manifestazione provenienti da partiti politici come il Movimento 5 Stelle, che dichiara l'assoluta contrarietà all'incenerimento dei rifiuti, o come la Federazione delle Sinistra o dei Verdi, ma a tutti abbiamo chiesto di lasciare a casa i vessilli di partito e di partecipare come persone sensibili e informate sui problemi che un nuovo inceneritore
può portare al nostro territorio.
Stiamo conducendo una battaglia comune che ci vede tutti dalla stessa parte. Tutti respiriamo, a tutti interessa il benessere delle nostre comunità e la qualità dell'ambiente.
Noi siamo aperti e continueremo ad esserlo al dialogo con tutte le forze politiche. Con il Partito Democratico abbiamo avuto diversi incontri, anche nell'ultima settimana, così come continua il dialogo con l'amministrazione comunale di Parma che, pur di parte politica opposta, non ha abbandonato il tavolo del dialogo e dell'informazione reciproca, alla ricerca di soluzioni che portino la massima garanzia per le popolazioni.
Venerdì e sabato sarà l'Italia intera a dire che c'è un'altra via alla gestione dei rifiuti e che bruciare risorse e disperderle in atmosfera è un approccio ormai superato, da cancellare se vogliamo che il nostro Pianeta abbia un futuro degno di questo termine.
Stiamo tutti confrontandoci con la questione climatica, con l'aumento dei gas serra, con il peggioramento della qualità ambientale, che altro non vuol dire che peggioramento della salute per tutti e aumento delle patologie più gravi.
Dobbiamo svoltare in un'altra direzione, copiare la natura che nulla rifiuta e tutto ricicla.
Abbandonare anche le divisioni, perché ci stiamo giocando il futuro del nostro territorio e non sarà lo schierarsi da una parte o dall'altra a condurci sulla strada giusta, quella che tutto il popolo della
salute si aspetta indicata dai propri amministratori.
Anche a costo di scelte tardive e fuori tempo massimo.
Davanti ad un bivio, non sempre la strada più semplice porta prima a casa.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 15 aprile 2010
-752 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse tiene a sottolineare ancora una volta che la salute non ha bandiere politiche e partitiche, perché la salute è di tutti.
La nostra battaglia, condotta da ormai quattro anni con fatica e mille difficoltà ha avuto il merito di confrontarsi semplicemente sui temi ambientali e sulle prospettive che l'inceneritore comporta senza portarsi nell'agone dello scontro tra fazioni.
Abbiamo accettato ben volentieri le adesioni alla manifestazione provenienti da partiti politici come il Movimento 5 Stelle, che dichiara l'assoluta contrarietà all'incenerimento dei rifiuti, o come la Federazione delle Sinistra o dei Verdi, ma a tutti abbiamo chiesto di lasciare a casa i vessilli di partito e di partecipare come persone sensibili e informate sui problemi che un nuovo inceneritore
può portare al nostro territorio.
Stiamo conducendo una battaglia comune che ci vede tutti dalla stessa parte. Tutti respiriamo, a tutti interessa il benessere delle nostre comunità e la qualità dell'ambiente.
Noi siamo aperti e continueremo ad esserlo al dialogo con tutte le forze politiche. Con il Partito Democratico abbiamo avuto diversi incontri, anche nell'ultima settimana, così come continua il dialogo con l'amministrazione comunale di Parma che, pur di parte politica opposta, non ha abbandonato il tavolo del dialogo e dell'informazione reciproca, alla ricerca di soluzioni che portino la massima garanzia per le popolazioni.
Venerdì e sabato sarà l'Italia intera a dire che c'è un'altra via alla gestione dei rifiuti e che bruciare risorse e disperderle in atmosfera è un approccio ormai superato, da cancellare se vogliamo che il nostro Pianeta abbia un futuro degno di questo termine.
Stiamo tutti confrontandoci con la questione climatica, con l'aumento dei gas serra, con il peggioramento della qualità ambientale, che altro non vuol dire che peggioramento della salute per tutti e aumento delle patologie più gravi.
Dobbiamo svoltare in un'altra direzione, copiare la natura che nulla rifiuta e tutto ricicla.
Abbandonare anche le divisioni, perché ci stiamo giocando il futuro del nostro territorio e non sarà lo schierarsi da una parte o dall'altra a condurci sulla strada giusta, quella che tutto il popolo della
salute si aspetta indicata dai propri amministratori.
Anche a costo di scelte tardive e fuori tempo massimo.
Davanti ad un bivio, non sempre la strada più semplice porta prima a casa.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 15 aprile 2010
-752 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
L'alternativa all'inceneritore in diretta streaming su GCR TV
Dedicato a chi non potrà venire, venerdì 16 aprile, alla Camera di Commercio di Parma. dove alle ore 21 verrà presentato il Progetto Alternativo all'Inceneritore di Parma.
Perché chi magari è stanco e non ha voglia di uscire la sera, perché c'è una influenza in casa, perché giovedì hanno raccontato che l'inceneritore non fa male e allora va bene così, per chi abita lontano e verrà alla manifestazione del 17 ma non il giorno prima, perché chi magari fa l'assessore ma non si può far vedere in giro, oppure è a favore dell'inceneritore, però è curioso di saperne di più.
Per tutte queste persone, insomma, venerdì 16 aprile a partire dalle ore 21 su http://tinyurl.c om/alternativa-tv ( se tutto va bene), ci sarà la possibilità di vedere e sentire la diretta della conferenza organizzata dal Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse.
Ci saranno Manrico Guerra dell'Isde, Carla Poli del Centro Riciclo Vedelago, Patrizia Gentilini, oncologa, Rossano Ercolini, di Ambientefuturo, Enzo Favoino, del Parco Agrario di Monza, Joan Marc Simon, di Gaia International, Paul Connett, di Zero Waste.
Ci sarà così la possibilità per tutti per rendersi conto di persona se la proposta alternativa è valida, sensata, efficace, economica, alternativa, rivoluzionaria, in controtendenza, futurista, immaginifica, solida, concreta, reale.
Una bella occasione per sentirne delle belle.
Vi aspettiamo in diretta su www.tinyurl.com/alternativa-tv
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 15 aprile 2010
-752 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Perché chi magari è stanco e non ha voglia di uscire la sera, perché c'è una influenza in casa, perché giovedì hanno raccontato che l'inceneritore non fa male e allora va bene così, per chi abita lontano e verrà alla manifestazione del 17 ma non il giorno prima, perché chi magari fa l'assessore ma non si può far vedere in giro, oppure è a favore dell'inceneritore, però è curioso di saperne di più.
Per tutte queste persone, insomma, venerdì 16 aprile a partire dalle ore 21 su http://tinyurl.c om/alternativa-tv ( se tutto va bene), ci sarà la possibilità di vedere e sentire la diretta della conferenza organizzata dal Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse.
Ci saranno Manrico Guerra dell'Isde, Carla Poli del Centro Riciclo Vedelago, Patrizia Gentilini, oncologa, Rossano Ercolini, di Ambientefuturo, Enzo Favoino, del Parco Agrario di Monza, Joan Marc Simon, di Gaia International, Paul Connett, di Zero Waste.
Ci sarà così la possibilità per tutti per rendersi conto di persona se la proposta alternativa è valida, sensata, efficace, economica, alternativa, rivoluzionaria, in controtendenza, futurista, immaginifica, solida, concreta, reale.
Una bella occasione per sentirne delle belle.
Vi aspettiamo in diretta su www.tinyurl.com/alternativa-tv
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 15 aprile 2010
-752 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Una biciclettata per l'aria pulita
Sono gli ultimi scatti nell'aria pulita, prima che l'inceneritore dia il colpo di grazia all'aria che respiriamo. Così, per portare un saluto ad un tratto importante del nostro territorio, sabato pomeriggio, alle 14,30, partirà una gita pellegrinaggio con le due ruote, meta finale il grande desolato terreno dove tra poco inizieranno a costruire il mega inceneritore targato Enia.
I gruppi sportivi invitati ad esserci sono tantissimi, tutti insieme a sollecitare una maggiore attenzione per l'aria che respiriamo. Già oggi Parma è al trentacinquesimo posto per qualità dell'aria e il nuovo impianto di incenerimento previsto ad Ugozzolo non sarà certo un intervento migliorativo della situazione ambientale dalla nostra terra.
L'appuntamento è fissato per le 14 al parco Ex Eridania, da lì alle 14,30 partirà il gruppo di ciclisti che seguendo via Ugozzolo raggiungeranno il sito destinato ad ospitare il Pai, polo ambientale integrato, un bel nome per nascondere un mostro che brucerà centotrentamila tonnellate di rifiuti all'anno, tra cui rifiuti sanitari, ospedalieri, cimiteriali, fanghi, rifiuti speciali e chi più ne ha più ne
metta.
Un'idea che costa ai contribuenti 180 milioni di euro che graveranno sulle bollette, impedendo di fatto una riduzione delle tariffe per la gestione dei rifiuti, già oggi molto alta ed al top in Italia.
La festa del 17 aprile vuole anche portare avanti un progetto alternativo che non grava sulla salute dei cittadini e nemmeno sulle loro tasche, un progetto che con 10 milioni di euro provvede a gestire i rifiuti senza bruciarli e libera risorse da destinare a settori in sofferenza come la scuola. Un progetto che porta anche a impedire il forte inquinamento che porterà con sé il nuovo impianto e
viene incontro anche alla crisi occupazionale, per ogni addetto occupato dall'inceneritore infatti ce ne sono quindici occupati nel sistema alternativo.
La bicicletta ha ancora tanto da insegnare al mondo moderno, e sabato ce ne darà un altro esempio.
Per l'aria pulita di Parma.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 15 aprile 2010
-752 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
I gruppi sportivi invitati ad esserci sono tantissimi, tutti insieme a sollecitare una maggiore attenzione per l'aria che respiriamo. Già oggi Parma è al trentacinquesimo posto per qualità dell'aria e il nuovo impianto di incenerimento previsto ad Ugozzolo non sarà certo un intervento migliorativo della situazione ambientale dalla nostra terra.
L'appuntamento è fissato per le 14 al parco Ex Eridania, da lì alle 14,30 partirà il gruppo di ciclisti che seguendo via Ugozzolo raggiungeranno il sito destinato ad ospitare il Pai, polo ambientale integrato, un bel nome per nascondere un mostro che brucerà centotrentamila tonnellate di rifiuti all'anno, tra cui rifiuti sanitari, ospedalieri, cimiteriali, fanghi, rifiuti speciali e chi più ne ha più ne
metta.
Un'idea che costa ai contribuenti 180 milioni di euro che graveranno sulle bollette, impedendo di fatto una riduzione delle tariffe per la gestione dei rifiuti, già oggi molto alta ed al top in Italia.
La festa del 17 aprile vuole anche portare avanti un progetto alternativo che non grava sulla salute dei cittadini e nemmeno sulle loro tasche, un progetto che con 10 milioni di euro provvede a gestire i rifiuti senza bruciarli e libera risorse da destinare a settori in sofferenza come la scuola. Un progetto che porta anche a impedire il forte inquinamento che porterà con sé il nuovo impianto e
viene incontro anche alla crisi occupazionale, per ogni addetto occupato dall'inceneritore infatti ce ne sono quindici occupati nel sistema alternativo.
La bicicletta ha ancora tanto da insegnare al mondo moderno, e sabato ce ne darà un altro esempio.
Per l'aria pulita di Parma.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 15 aprile 2010
-752 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
L'inceneritore di Piacenza? E' fuorilegge!
Chissà se si sentiva, l'odore di petrolio, durante la recentissima visita all'impianto di incenerimento di rifiuti di Piacenza, che una tv locale di Parma ha effettuato per dare lustro all'impianto.
Probabilmente nessuno se ne è accorto, una dimostrazione del fatto che questi impianti possono nascondere tutto e far sparire tutto ciò che c'è di scomodo da non far vedere.
Fatto sta che addirittura il Tg1 di giovedì 15 aprile ci racconta la nuova miscela che alla Tecnoborgo (Enìa) hanno pensato di utilizzare come carburante per l'inceneritore.
C'è da rimanere increduli: il servizio titolava "Dalla disgrazia del Lambro un opportunità".
Bruciare nell'inceneritore di Piacenza 600 tonnellate di rifiuti provenienti dalla barriera di Isola Serafini (Pc), "imbevuti di petrolio ed olii combustibili" (rifiuti speciali potenzialmente pericolosi).
Peccato che non sia possibile a Piacenza, visto che l'inceneritore è autorizzato per soli rifiuti solidi urbani.
Nel servizio si vedeva un camion che sversava nella fossa dell'inceneritore fanghi rossastri tipici da fondami di raffineria, provenienti dalla captazione presso la centrale di Isola Serafini (Piacenza).
Rifiuti che, provenendo da una raffineria sono considerati rifiuti speciali potenzialmente pericolosi, che per la legge non possono essere mescolati a rifiuti urbani o ancora peggio bruciati in un inceneritore per rifiuti urbani, quale è quello gestito dalla società Tecnoborgo Spa in capo ad Enia.
La notizia sta cominciando a girare: “Fanghi ricchi di idrocarburi bruciati a Piacenza”. Non sono certo rifiuti solidi urbani. Nel servizio del Tg1 si raccontano anche i particolari: "il ragno meccanico mescola la fanghiglia ai rifiuti solidi urbani" . Tutto ciò è ancora più grave perché avviene a Piacenza, una delle città italiane con la maggiore mortalità per cancro.
Diversi movimenti stanno valutando azioni legali ed esposti alla magistratura. Come siamo messi ad autorizzazioni? E nel caso di irregolarità come può essere accaduto? E quali sono le conseguenze e i rischi per la popolazione? Come si intende intervenire?
Come solito il danno è ormai fatto e nessuna eventuale azione giudiziaria saprà riportare indietro i fumi fuoriusciti dall'impianto.
Sempre il servizio del Tg1 dice che "i costi di smaltimento sono coperti dalla Regione Emilia Romagna". La Regione ha autorizzato questa combustione? In base a che norme visto che è vietato per qualsiasi privato mischiare rifiuti contaminati da rifiuti speciali provenienti da una raffineria con rifiuti solidi urbani e bruciarli poi in un inceneritore per rifiuti solidi urbani e non ad esempio
trattarli presso un impianto di trattamento (magari chimico) per rifiuti industriali?
Il nostro futuro, a Parma, è questo.
Prepariamoci.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 16 aprile 2010
-751 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Probabilmente nessuno se ne è accorto, una dimostrazione del fatto che questi impianti possono nascondere tutto e far sparire tutto ciò che c'è di scomodo da non far vedere.
Fatto sta che addirittura il Tg1 di giovedì 15 aprile ci racconta la nuova miscela che alla Tecnoborgo (Enìa) hanno pensato di utilizzare come carburante per l'inceneritore.
C'è da rimanere increduli: il servizio titolava "Dalla disgrazia del Lambro un opportunità".
Bruciare nell'inceneritore di Piacenza 600 tonnellate di rifiuti provenienti dalla barriera di Isola Serafini (Pc), "imbevuti di petrolio ed olii combustibili" (rifiuti speciali potenzialmente pericolosi).
Peccato che non sia possibile a Piacenza, visto che l'inceneritore è autorizzato per soli rifiuti solidi urbani.
Nel servizio si vedeva un camion che sversava nella fossa dell'inceneritore fanghi rossastri tipici da fondami di raffineria, provenienti dalla captazione presso la centrale di Isola Serafini (Piacenza).
Rifiuti che, provenendo da una raffineria sono considerati rifiuti speciali potenzialmente pericolosi, che per la legge non possono essere mescolati a rifiuti urbani o ancora peggio bruciati in un inceneritore per rifiuti urbani, quale è quello gestito dalla società Tecnoborgo Spa in capo ad Enia.
La notizia sta cominciando a girare: “Fanghi ricchi di idrocarburi bruciati a Piacenza”. Non sono certo rifiuti solidi urbani. Nel servizio del Tg1 si raccontano anche i particolari: "il ragno meccanico mescola la fanghiglia ai rifiuti solidi urbani" . Tutto ciò è ancora più grave perché avviene a Piacenza, una delle città italiane con la maggiore mortalità per cancro.
Diversi movimenti stanno valutando azioni legali ed esposti alla magistratura. Come siamo messi ad autorizzazioni? E nel caso di irregolarità come può essere accaduto? E quali sono le conseguenze e i rischi per la popolazione? Come si intende intervenire?
Come solito il danno è ormai fatto e nessuna eventuale azione giudiziaria saprà riportare indietro i fumi fuoriusciti dall'impianto.
Sempre il servizio del Tg1 dice che "i costi di smaltimento sono coperti dalla Regione Emilia Romagna". La Regione ha autorizzato questa combustione? In base a che norme visto che è vietato per qualsiasi privato mischiare rifiuti contaminati da rifiuti speciali provenienti da una raffineria con rifiuti solidi urbani e bruciarli poi in un inceneritore per rifiuti solidi urbani e non ad esempio
trattarli presso un impianto di trattamento (magari chimico) per rifiuti industriali?
Il nostro futuro, a Parma, è questo.
Prepariamoci.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 16 aprile 2010
-751 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
La manifestazione nazionale ha colpito al cuore
Una pagina nuova. Copiosamente scritta dalle migliaia di cittadini che hanno sfilato festosi per le strade di Parma. La pioggia nulla ha potuto contro l'entusiasmo e la grande voglia di dire qualcosa di importante al Paese intero. I cittadini d'Italia sono contro gli inceneritori, nuovi o vecchi che siano, con trucchi vecchi o magie nuove.
Basta bruciare, basta distruggere materia, dobbiamo cambiare strada, non c'è alternativa.
Oggi Parma è stata invasa come non si vedeva dall'adunata degli Alpini, un serpentone colorato e chiassoso che dall'ex Eridania si è riversato in viale Fratti ed ha occupato barriera Garibaldi inondando poi come un fiume in piena strada Garibaldi, che non riusciva a sostenere la massa.
Cinquemila o forse più, che sono arrivati da Torino, da Genova, da Roma, da Trento, Treviso, Venezia, Pistoia, da tutta l'Emilia Romagna, da Aversa, riuscendo nell'impresa di scoccare un potente spintone all'impalcatura di cartone dell'inceneritore, che oggi rimane debole residuo avamposto di un mondo vinto dal futuro, un mondo ormai passato di un modello di consumo e sviluppo insostenibili.
Consumare e bruciare, consumare e bruciare. Basta!
Lo hanno detto non solo loro, il popolo della salute, ma anche i medici. Patrizia Gentilini, che da oncologa vede tutti i giorni cosa significa un ambiente malato e l'azione di impianti come gli inceneritori, Giuseppe Miserotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Piacenza, che invita i colleghi ad esprimersi, a considerare la situazione ambientale e dire la verità anche quando è scomoda.
Lo hanno detto in tanti che la strada non è l'inceneritore. Rossano Ercolini di Capannori, fondatore di Ambientefuturo, Enzo Favoino della Scuola Agraria di Monza, il futuro è il riciclo, il passato è l'inceneritore.
Lo ha detto Paul Connett, che dagli Stati Uniti ha percorso migliaia di chilometri per dire a Parma di svegliarsi dal torpore e di guardare in faccia alla realtà, anche se fa paura. C'è ancora tempo per cambiare e diventare un esempio di saggezza. E Connett è solo, scusate se è poco, un consulente dell'Onu sui rifiuti. Uno ascoltato a San Francisco, ma non a Parma.
Lo ha detto Carla Poli, che da Vedelago, un piccolo centro riciclo in prvincia di Treviso, sta spargendo le sue pillole di saggezza in giro per l'Italia: Prato, Sassari, Caltagirone, Salerno, Avellino, anche il profondo ingestibile Sud trova la speranza del riscatto in semplici prassi di buona gestione dei rifiuti, per portarli a “sparire” perché completamente recuperati a nuova vita.
Parma, con i suoi sordi e ciechi amministratori, non se n'è ancora accorta.
Ci spieghino cosa si brucerà nell'inceneritore quando la raccolta differenziata eliminerà dei rifiuti la carta e la plastica. Ci spieghino se il metallo brucia, se il vetro brucia, se l'alluminio brucia.
Chissà cosa vogliono buttare nella bocca vorace dell'inceneritore di Parma.
Oggi la città è stata colorata sotto il cielo grigio e grondante da migliaia di persone, in testa i meravigliosi di Ultimo Teatro hanno dato il carattere festoso e irriverente a tutto l'interminabile serpentone che ha fatto sussultare Parma.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 17 aprile 2010
-750 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
Basta bruciare, basta distruggere materia, dobbiamo cambiare strada, non c'è alternativa.
Oggi Parma è stata invasa come non si vedeva dall'adunata degli Alpini, un serpentone colorato e chiassoso che dall'ex Eridania si è riversato in viale Fratti ed ha occupato barriera Garibaldi inondando poi come un fiume in piena strada Garibaldi, che non riusciva a sostenere la massa.
Cinquemila o forse più, che sono arrivati da Torino, da Genova, da Roma, da Trento, Treviso, Venezia, Pistoia, da tutta l'Emilia Romagna, da Aversa, riuscendo nell'impresa di scoccare un potente spintone all'impalcatura di cartone dell'inceneritore, che oggi rimane debole residuo avamposto di un mondo vinto dal futuro, un mondo ormai passato di un modello di consumo e sviluppo insostenibili.
Consumare e bruciare, consumare e bruciare. Basta!
Lo hanno detto non solo loro, il popolo della salute, ma anche i medici. Patrizia Gentilini, che da oncologa vede tutti i giorni cosa significa un ambiente malato e l'azione di impianti come gli inceneritori, Giuseppe Miserotti, presidente dell'Ordine dei Medici di Piacenza, che invita i colleghi ad esprimersi, a considerare la situazione ambientale e dire la verità anche quando è scomoda.
Lo hanno detto in tanti che la strada non è l'inceneritore. Rossano Ercolini di Capannori, fondatore di Ambientefuturo, Enzo Favoino della Scuola Agraria di Monza, il futuro è il riciclo, il passato è l'inceneritore.
Lo ha detto Paul Connett, che dagli Stati Uniti ha percorso migliaia di chilometri per dire a Parma di svegliarsi dal torpore e di guardare in faccia alla realtà, anche se fa paura. C'è ancora tempo per cambiare e diventare un esempio di saggezza. E Connett è solo, scusate se è poco, un consulente dell'Onu sui rifiuti. Uno ascoltato a San Francisco, ma non a Parma.
Lo ha detto Carla Poli, che da Vedelago, un piccolo centro riciclo in prvincia di Treviso, sta spargendo le sue pillole di saggezza in giro per l'Italia: Prato, Sassari, Caltagirone, Salerno, Avellino, anche il profondo ingestibile Sud trova la speranza del riscatto in semplici prassi di buona gestione dei rifiuti, per portarli a “sparire” perché completamente recuperati a nuova vita.
Parma, con i suoi sordi e ciechi amministratori, non se n'è ancora accorta.
Ci spieghino cosa si brucerà nell'inceneritore quando la raccolta differenziata eliminerà dei rifiuti la carta e la plastica. Ci spieghino se il metallo brucia, se il vetro brucia, se l'alluminio brucia.
Chissà cosa vogliono buttare nella bocca vorace dell'inceneritore di Parma.
Oggi la città è stata colorata sotto il cielo grigio e grondante da migliaia di persone, in testa i meravigliosi di Ultimo Teatro hanno dato il carattere festoso e irriverente a tutto l'interminabile serpentone che ha fatto sussultare Parma.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 17 aprile 2010
-750 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
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