venerdì 3 gennaio 2014

2014, l'anno della polvere

L'intera regione Emilia Romagna è avvolta in una nube tossica

Due giorni, due sforamenti.
A Parma fa buona compagnia tutta la regione tranne Piacenza, che sfiora anch'essa il limite.
In città ieri 69 microgrammi per metro cubo di aria, il dato peggiore dell'Emilia Romagna, contro i 50 consentiti dalla legge.


Le polveri fini Pm10 tornano quindi subito protagoniste e sfidano l'homo sapiens ricacciandogli in gola l'aria sporca improvvidamente prodotta.
Il nostro uomo tecnologico aveva tentato di giocare una carta falsa, quella di papà vento che tutto porta via, ma il trucco è stato scoperto e la resa dei conti è arrivata.
Sta a noi decidere il nostro futuro.
Il pianeta è gravato ormai da una mole di inquinamento insostenibile.
Abitiamo in un sistema chiuso che necessariamente ricicla dalla notte dei tempi tutto ciò che accade al suo interno.
Usiamo la stessa acqua da millenni, la stessa terra, la stessa aria, le stesse molecole.
Dobbiamo fare una scelta.
Continuare su questa strada significa andare verso l'estinzione, cambiare comporta il mettere al primo posto la salute e la qualità della vita.
Tutto il resto viene dopo.
Lo sviluppo, se vogliamo intendere il termine come una positiva e costante tensione verso il meglio, per noi stessi e per gli altri, non può includere anche inquinamento, polveri cancerogene, baratro ecologico.
Innumerevoli gli esempi dello scempio che abbiamo fatto del nostro Paese, su tutti l'Ilva di taranto e la Terra dei Fuochi.
Incubi.
Non è sviluppo questo ma una corsa sfrenata senza guidatore.
Dobbiamo tornare ad osservare la natura e comprendere che essa non manifesta nei suoi cicli naturali alcun tipo di rifiuto, ma chiude perfettamente i suoi ambiti nutrendosi a vicenda.
Ciò che è scarto per gli uni è alimenti per gli altri.
Occorre una pausa di riflessione.
Occorre spegnere i motori.
Occorre farlo adesso.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 3 gennaio 2014

L'inceneritore di Parma è stato acceso
128

giorni fa

Il puzzle raccolta differenziata

Il disegno dei migliori è bellissimo e perfetto

La raccolta differenziata è un puzzle: le tessere vanno messe tutte al posto giusto.
Se ne dimentichiamo qualcuna, il risultato è mediocre.
Se sbagliamo posizione, la tessera non entra.
Lo schema corretto quindi è univoco, non ci sono posizioni alternative.
Il puzzle può avere un numero più o meno grande di pezzi e variare così la propria difficoltà.
Ma il puzzle semplice, quello con pochi pezzi, è un gioco adatto ai bambini.
Ai cittadini adulti la versione più complessa e completa, quella che dà risultati, e soddisfazioni, migliori.
Dicevamo, il disegno è unico, non ci sono schemi alternativi.
Quindi la via alla raccolta differenziata di qualità è solo quella del porta a porta.
Alla quale va aggiunta, non appena a regime, la tariffazione puntuale, per premiare i cittadini che si impegnano correttamente e inseriscono le tessere al posto giusto.
Del resto basta fermarsi un attimo e riflettere.
Tutti i malumori si concentrano sul momento sbagliato, quando è troppo tardi e le tessere si sono già intricate e incastrate malamente.
Un gioco è fatto anche di rispetto per i tempi corretti.
Per comporre un puzzle dobbiamo studiare bene le tessere, “prime” di deporle all'interno del disegno.
Le tessere sono i nostri materiali, i nostri oggetti, ciò che riteniamo non più utile dentro casa.
Ogni tessera ha una targa, un “tag” di genere, una sorta di sfumatura che le fa assomigliare tra di loro come parte della stessa parte del disegno.
Ho della plastica: bottiglie, contenitori, cellophane, piatti, vasetti.
Ho dell'alluminio e del metallo: lattine, tubetti, tappi, pellicole.
Ho della carta: giornali, cartoni, fogli da disegno, libri, riviste.
Ho dell'organico: avanzi di cibo, foglie, fondi di caffè, bucce, briciole, gusci.
Ho del vetro: bottiglie, vasetti, bicchieri.
Ogni oggetto, ogni frazione, ha la sua categoria di appartenenza e di destinazione.
Il gioco consiste semplicemente nel fargli prendere la strada giusta, in modo da impedire che un oggetto composto di materiale ancora utile sia trasformato in rifiuto rifiutato.
Il puzzle lo componiamo diverso tutti i giorni, ma le tessere fanno sempre parte delle stesse categorie.
Dopo poco sono riconoscibili con estrema facilità ed anche il puzzle più grande diventa semplice.
Il puzzle hai suoi tempi definiti, le tessere vanno collocate in giorni sempre uguali.
Fare la raccolta differenziata è un gioco.
I più bravi si riconoscono subito perché di tessere a casaccio non ne esistono.
Il disegno dei migliori è bellissimo e perfetto.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 3 gennaio 2014

L'inceneritore di Parma è stato acceso
128

giorni fa

giovedì 2 gennaio 2014

Brindisi sporco

Dopo una settimana di pausa torna l'incubo inquinamento
Food valley, uno straccio sporco

Il nuovo anno si apre con il primo sforamento di Pm10 del 2014.
Un inizio col botto.
L'asta dello smog ha toccato i 53 microgrammi di polveri per metro cubo di aria.
Dopo 8 giorni di tregua, 5 province emiliano romagnole su 9 risultano fuori legge, le altre 4 sono sotto i limiti di pochissimo.
Proprio nel giorno di Capodanno, dopo la nottata di fuochi d'artificio che senz'altro ha fatto la sua parte nella crescita dello smog.

Sotto i fuochi la coltre grigia, sono polveri sottili irrespirabili

Ormai bastano poche ore di stasi meteorologica per mettere in ginocchio la qualità dell'aria.
E non di una sola città ma di una intera regione, anzi della Pianura Padana al completo, un bacino a conca che raccoglie e tiene per sé tutto lo smog che produce al suo interno.
Una spietata legge di giustizia che punisce i produttori di aria sporca facendogliela letteralmente ingoiare.
Una sorta di “ben gli sta” che mette però in crisi anche lo stato di salute della popolazione, specialmente quella delle fasce più deboli come bambini e anziani, che si trovano a respirare per settimane in una specie di camera a gas.
Abbiamo ripetuto fino allo sfinimento come sia necessario intervenire con misure drastiche.
Spegnere i camini più inquinanti (gli inceneritori sono sicuramente fra questi).
Cambiare subito le caldaie più inquinanti (quelle a gasolio sono le prime dalla lista, quanto scuole e uffici pubblici si scaldano ancora con quel mefitico carburante?).
Segue poi il blocco della circolazione di auto private nei centri urbani.
Che si tratti di blocco totale o di targhe alterne, occorre utilizzare il sistema più efficace che porti a ridurre in numero le bocche che emettono smog.
Ridurre significa per lo meno dimezzare l'impatto ambientale causato dalle fonti emissive.
Non ci dimentichiamo dell'apporto pesante dell'autostrada del Sole, dove si potrebbe intervenire con riduzioni della velocità per portare al limite corretto per inquinare il minino oppure andare verso chiusure temporanee.
Come anche le industrie presenti sul territorio andrebbero messe sotto osservazione.
Quanto inquinano la food valley?
Quali misure sono possibili per ridurre la loro zavorra sulla qualità dell'aria?
Uno straccio sporco ad un certo punto non serve più a pulire niente, anzi continuare ad utilizzarlo così com'è non fa che peggiorare la situazione.
Quanto insisteremo ad usare il nostro territorio senza mai dargli una pulita?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 2 gennaio 2014

L'inceneritore di Parma è stato acceso
127

giorni fa

Fumi d'artificio

Oltre gli incidenti, i botti di fine anno causano forte inquinamento ambientale

Abbiamo tutti davanti l'immagine dell'orizzonte urbano attorno la mezzanotte del 31 dicembre.
Un velo spesso di nebbiolina è cosparso un po' ovunque in tutti i quartieri cittadini.
La coltre si mantiene sospesa a lungo, rinnovata dai continui scoppi dei fuochi di artificio di fine anno.
L'Italia intera esplode di “botti” ogni fine d'anno, con la sequela di feriti, mutilati, a volte purtroppo anche morti a causa dei numerosi incidenti che, avendo a che fare con degli ordini esplosivi, pur nella maggior parte di essi “mini”, portano con sé evidenti margini di rischio per scoppi accidentali, errori di manipolazione, collocazione, quantità.


Non si registrano invece notizie sul loro impatto ambientale.
Siamo di fronte a esplosioni di polvere pirica, quindi a vere e proprie mini bombe che deflagrano all'aria aperta, ad altezze variabili, con forti concentrazioni in tempo e luogo.
Le nuvole di cui sopra non sono composte da vapore acqueo ma da polveri sottili della peggior specie.
La prova di tutto ciò l'abbiamo con i rilievi delle centraline pubbliche che registrano l'inquinamento atmosferico dovuto alle Pm10 e o polveri ancora più infinitesime come le Pm2,5.
Arpa Veneto evidenzia i picchi orari concomitanti con le prime ore del nuovo anno in quel di Venezia: http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/Aria-Venezia.pdf
Tutte le altre centraline dislocate in zona rivelano la stessa situazione.
I fuochi di artificio di Capodanno sono caratterizzati per la produzione di dense nubi di polveri sottili che fanno scattare le centraline e portano i valori fuori norma.
Non solo feriti visibili quindi ma anche intossicazione a minaccia all'apparto respiratorio dei cittadini che si trovano a respirare in quelle ore in quella atmosfera.
Ecco un altro importante motivo per giungere finalmente a porre fuori legge i botti.
A cominciare dalla legislazione locale per arrivare a quella nazionale.
Siamo di fronte a un inquinamento da fonte e danno certi, sottovalutato da sempre dall'opinione pubblica che al massimo ne rileva il carattere di rischio dovuto a malfunzionamenti o incidenti.
Mentre invece i fuochi contribuiscono anche a peggiorare, se mai ce ne fosse bisogno, il clima delle nostre città.
Ai botti di Capodanno si aggiungano poi anche i roghi tipici della Befana, quando si accendono, specie in campagna e nelle aree montane, quei cumuli di legname vario per “bruciare” il vecchio e auspicare un futuro migliore.
Che certo è invece aggravato dall'incendio presente, che genera enormi quantità di Co2 e polveri, bruciando a cielo aperto e senza alcun filtro importanti quantità di legname, spesso non di stagionatura adeguata e magari con vernici, o anche solo residui delle irrorazioni delle produzioni agricole chimicate.
Una tradizione che è molto sentita specie nella marca trevigiana (il cosiddetto “panevin”).
I falò così cari alla tradizione contadina diventano micidiali vapori tossici che anche l'Oms ha decretato nell'ottobre scorso come cancerogeni.
Una occasione per festeggiare ed essere felici non può e non deve tramutarsi in un attacco feroce alla salute, anche perché spesso le categorie più deboli a protette, bambini e anziani, sono in prima fila in queste occasioni di festa.
Se abbiamo raggiunto la coscienza dei rischio, non possiamo più fare finta di niente.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 2 gennaio 2014

L'inceneritore di Parma è stato acceso
127

giorni fa

Boom della differenziata, Venezia chiude inceneritore

di
Andrea Monti


In diverse città fanno discutere quelli attivi o che potrebbero nascere.
A Venezia un inceneritore ce l’hanno, ma hanno scelto di chiuderlo. Possibile – dice il Comune – grazie all’aumento della differenziata. Legambiente parla di «intervento senza eguali», di una promessa politica mantenuta ma con effetti da verificare. Se la cosa funziona, può essere la prova che questa strada è percorribile anche altrove.


Cambio di rotta
«L’impianto di Fusina (località del Comune di Venezia, ndr) è entrato in funzione nel 1998 - racconta l’assessore all’Ambiente, Gianfranco Bettin - . Negli anni è stato potenziato e reso più efficiente». Dal 2010 il sindaco è Giorgio Orsoni, Pd. «Abbiamo deciso subito di chiudere l’inceneritore – continua Bettin – . Siamo stati la prima amministrazione della città a muoversi in questa direzione». Per raggiungere l’obiettivo, dice, è stato necessario ridurre al minimo i rifiuti portati in discarica. «Era l’unico modo per non doverli far bruciare altrove».
Bettin spiega che la raccolta porta a porta è stata raddoppiata, passando da tre a sei passaggi settimanali. Poi sono stati introdotti cassonetti con una chiave personalizzata per ogni cittadino e un’apertura molto stretta, che costringe a separare la spazzatura più accuratamente. Risultati? «Nella prima municipalità in cui li abbiamo piazzati la differenziata ha superato il 78% nel giro di un anno. Nella seconda siamo sopra il 70 per cento. Nella terza oltre il 60. L’ultima in ordine di tempo è la più grande, Mestre centro, per cui finora abbiamo solo dati parziali». La terraferma veneziana, che ha più di 200mila abitanti, sarebbe stabilmente tra il 60 e il 70 per cento. «Un anno fa era poco sopra il 50. Il successo ci ha permesso addirittura di anticipare la chiusura di Fusina».
La previsione è che l’impianto si spenga del tutto entro fine gennaio. Le decine di persone che ci lavorano dovrebbero restare dipendenti dell’azienda pubblica che lo gestiva. Secondo il Comune le emissioni di anidride carbonica scenderanno di circa 60mila tonnellate all’anno. «Questa scelta – riprende l’assessore – ha comportato un investimento, ma contiamo di recuperare, perché in prospettiva la differenziata fa risparmiare. E poi su questo tema il calcolo economico non può essere decisivo». Bettin pensa che una decisione simile potrebbe esser presa ovunque, ma riconosce le difficoltà: «Negli ultimi 20 anni le politiche nazionali sono state fortemente orientate alla costruzione dei ‘termovalorizzatori’, come vengono pudicamente chiamati».
Dubbi e speranze.
Luigi Lazzaro, presidente di Legambiente Veneto, ammette che l’amministrazione ha mantenuto una promessa, ma è cauto sui prossimi mesi. «Secondo noi il Comune ha fatto un passo un po’ lungo, anche se rispettabile. La differenziata è aumentata in modo vertiginoso, però siamo ancora in fase sperimentale. Mestre è diversa dai piccoli centri, e per ora non abbiamo dati certi». Di cosa avete paura? «Se resta una quota di rifiuti da bruciare, può finire in altri inceneritori. Serve un livello di differenziata che tenda almeno al 70%: ancora non abbiamo percentuali consolidate di questo tipo».

Lazzaro si augura che l’esempio veneziano sia replicabile. «Se vogliamo che lo sia in tutta Italia dobbiamo pensare a un ciclo virtuoso dei rifiuti, a riciclarli ma anche a ridurli. Bisogna produrne meno e differenziarli meglio. Su questo la politica latita a tutti i livelli: nazionale, regionale, locale». Perché altri Comuni non dicono no agli inceneritori? «Usare la spazzatura per produrre energia rende. Finché Roma manterrà gli incentivi per chi lo fa, sarà difficile che le amministrazioni scelgano strade diverse». E continueremo a raccontare solo casi isolati.

martedì 31 dicembre 2013

L'anno che fumerà

Che il 14 almeno non peggiori il 13

Un augurio pulito alla città che si appresta ad affrontare il nuovo anno.
Non è stato un 2013 da ricordare.
Ad agosto l'inceneritore ha cominciato a bruciare rifiuti, 125 giorni fa.
A dicembre è esploso l'inquinamento, non solo in città.
Per 26 giorni Parma è rimasta incarcerata nella galera dello smog, costretta a respirare pece, prima nella classifica regionale delle città più inquinate.


A gennaio l'inceneritore dovrebbe entrare nella sua fase di esercizio, dopo 6 mesi di provvisorietà.
Sei mesi difficili, con il camino che funziona al 30%, con una linea sempre fuori esercizio, con l'evidente scarsità di rifiuti da bruciare.
A dicembre abbiamo anche assistito al blocco di due carichi di rifiuti registrati come radioattivi.
Ci sono voluti venti giorni perché l'episodio emergesse agli onori della cronaca.
Il Comune non è stato avvertito, sul sito Arpa Monitorem a tutt'oggi nessuna registrazione di eventi fuori dalla normalità.
La trasparenza e la prontezza certo non abitano a Ugozzolo, dove il camino emette il suo pennacchio irrorando la campagna circostante di polveri sottili classificate cancerogene dallo Iarc di Lione.
Un biglietto da visita pestilenziale per la food valley dei sapori e della qualità.
Non sappiamo che 2014 ci attende.
L'ambiente è l'ultimo dei pensieri, complice la crisi in atto.
Ma l'ambiente potrebbe essere anche un efficace grimaldello per superare l'impasse.
Il bacino padano è un enorme calderone ribollente di smog e di aria impura, una delle aree più inquinate al mondo, la sua nuvola nera visibile perfino dal satellite.
Il castello dell'inquinamento va smontato pezzo per pezzo.
Ridurre il traffico privato, cambiare le caldaie inquinanti, spegnere gli impianti inutili come gli inceneritori, quando la raccolta differenziata risulta più efficace e vantaggiosa.
La crisi ambientale va presa di petto.
Condivisa con tutti gli enti locali, con il governo romano, con le forze produttive che a Parma subiranno un danno da un eventuale peggioramento delle condizioni di salute del territorio, e su questo tema davvero esse sono risultate assenti del tutto, praticamente autolesioniste.
Non vogliamo nemmeno pensare a quando l'inceneritore brucerà a pieno regime.
Nel caso ricordiamo che ogni ora emetterà in atmosfera 144 mila metri cubi di aria sporca, non balsamo per la gola di allodiana memoria.
Il pennacchio che oggi si osserva oltre la Tav diventerà ben più corposo e presente.
Non vogliamo pensare a quello che succederà.
Ma sarebbe il caso di prevenire.
Con una raccolta differenziata all'80% il camino smette di avere una sua funzione.
Lo dovrebbero capire anche i cittadini che abbandonano rifiuti in strada, tutto cibo per l'inceneritore.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 31 dicembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
125

giorni fa

lunedì 30 dicembre 2013

Pm10, la tregua merita azione

Mettere al bando le caldaie a gasolio

Dopo 26 giorni di smog fuori-legge ad oltranza San Meteo ci ha fatto il regalo di Natale.
Sotto l'albero la tregua, dopo quasi un mese di aria irrespirabile.
Da 6 giorni Parma (e l'Emilia Romagna) hanno un'aria degna di questo nome.
Ma già il 29, ieri, i livelli di polveri sottili hanno sfiorato il limite, fermandosi, alla solita centralina di via Montebello, a 46 microgrammi per metro cubo di aria, solo quattro lineette sotto il limite.
Il vento di Natale e le piogge dei giorni scorsi hanno dato una grossa mano alla Pianura Padana, come se improvvisamente si fosse aperta la finestra e sollevato il tetto, dando libero sfogo a vortici e scrosci, che hanno provveduto a lavare l'aria nera.

"Sopra" si respira, sotto...

Lo smog se n'è andato, attraverso il suolo spinto dall'acqua scendente e disperso altrove con i venti.
Ma basta un giorno di stasi per far rialzare la testa all'inquinamento.
Abbiamo osservato in questi giorni code kilometriche di automobili che sciamavano avanti e indietro dai centri commerciali, dal centro storico monumentale, assiepate sulle circonvallazioni.
Il traffico rimane un dei maggiori colpevoli della situazione ambientale disastrosa.
Ma non solo quello.
Ci sono anche le centrali termiche.
A questo proposito anche gli enti locali potrebbero fare di più.
Ad esempio verificando quante sono ancora le caldaie a gasolio presenti negli edifici scolastici o nelle sedi istituzionali.
Abbiamo a disposizione una mappatura aggiornata?
Da tempo ormai il gasolio è indicato come uno dei peggiori carburanti in quanto a emissioni cancerogene e polveri.
Ci sono ancora caldaie a gasolio che scaldano scuole e uffici?
Noi speriamo davvero di no.
Ma se così non fosse crediamo anche questa una manovra di urgente attualità.
Procedere senza indugio ad ammodernare le centrali termiche pubbliche.
Dismettere in fretta a furia le eventuali caldaie a gasolio e introdurne altre a gas metano o, ancora meglio, sostituendole con scambiatori collegati al tele riscaldamento, decentrando così le emissioni e rendendo agevole ma manutenzione.
Va da sé che una modernizzazione delle centrali termiche gioca anche a favore del risparmio di bollette e conti di manutenzione.
Quanto stiamo spendendo come collettività in questi settori?
Perché alla fine sono sempre le nostre tasche a coprire questi costi attraverso la tassazione più o meno centralizzata.
Pagando noi stessi, possiamo certo pretendere efficienza, risparmio, ecologia.
Sperando così di dare una mano a tenere basso il livello di Pm10.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 dicembre 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
124

giorni fa