sabato 30 aprile 2011

E' bene che si arrendano loro. Perché noi non ci arrenderemo mai!

Secondo giorno di presenza al mercato del contadino di Parma per Boicottiren, la campagna di boicottaggio contro la multiutility che sta costruendo l'inceneritore a fianco di Barilla e Chiesi.
http://tinyurl.com/boicottiren
Diversi volontari erano presenti tra i banchi del mercatino per informare i cittadini di questa grande opportunità per far sentire la loro voce a chi continua a mostrarsi sordo e incapace di dialogo.
Siamo molto colpiti dal clima positivo che si è instaurato con i cittadini dall'avvio della campagna di boicottaggio, lo scorso 18 aprile.



I cittadini si rendono conto che finalmente hanno uno strumento concreto per far arrivare un messaggio chiaro a Iren e lo stanno utilizzando appieno.
Continuano a fioccare disdette e manifestazioni di adesione alla campagna, che nei giorni scorsi è stata raccolta anche a Genova, dove opera la stessa società, che oggi ha un'anima piemontese. Ma contatti sono anche in corso con Torino, Piacenza, Genova.

I cittadini di Parma stanno abbandonando Iren, per non tornare più sui loro passi. Il mercato liberalizzato dell'energia e del gas sta certamente favorendo la diaspora, ma la facilità con cui le gente si convince è un segnale importante, forte, e secondo il nostro modesto parere preoccupante per questo colosso dai piedi di argilla.
Iren non può fare a meno dei propri clienti, gioco forza dovrebbe ascoltarli, rispondere quando fanno domande, evitare i silenzi stampa o le provocazioni, dimostrare nei fatti che tiene al territorio in cui opera.
Invece Iren fa di tutto per mostrare la sua faccia peggiore. Livida, prepotente, indifferente, aperta solo negli slogan di qualche manifesto sgualcito.
Fossimo nei panni dei dirigenti Iren non dormiremmo sonni molto profondi, e prenderemmo in considerazione un cambio di atteggiamento prima che tutto acceleri e sia troppo tardi per tornare sui propri passi.
L'inceneritore che sta costruendo a Parma è un impianto insalubre di classe prima.
I disastri che hanno causato gli inceneritori sono innumerevoli, e si sono verificati anche a pochi chilometri da noi, con impianti luccicanti e grondanti certificati d'eccellenza, e ridicole parole di rispetto per l'ambiente, ma i torrenti avvelenati di diossina e metalli pesanti.
Oggi possiamo modificare l'approccio alla gestione dei materiali di scarto, per riconoscerli per quello che sono, risorse da riutilizzare e recuperare al meglio, non rifiuti da bruciare e disperdere in ambiente con tutte le conseguenza che ben conosciamo.
L'invito a Iren lo ribadiamo oggi.
Sediamoci ad un tavolo tutti insieme: Comune di Parma, Provincia di Parma, Iren.
Facciamolo prima che sia troppo tardi.
Perché Iren lo deve sapere. Noi non ci arrenderemo mai.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 30 aprile 2011
-372 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+334 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

+10 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma

A Pontedera Revet ricicla la plastica che a Parma si brucia

Quello che in passato è stato fatto per le energie rinnovabili, oggi lo si deve fare per la materia prima seconda. Lo sostengono a Pontedera, dove sono stati inaugurati i nuovi impianti Revet di riciclo delle plastiche.
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, l'assessore all'ambiente Annarita Bramerini, il presidente della Provincia di Pisa Andrea Pieroni, il sindaco di Pontedera, Simone Millozzi, il presidente di Revet Valerio Caramassi, hanno festeggiato i due nuovi impianti Revet per la selezione ed il riciclo delle plastiche e per la realizzazione dei profili semilavorati.



Per Piaggio, partner di Revet nella realizzazione di componenti per l'MP3 e per la Vespa GTS, è intervenuto il direttore sviluppo e strategie prodotto, Davide Scotti.
Con questi impianti si ottimizza ed aumenta la selezione, il trattamento e la realizzazione di granulo plastico (a qualcuno viene in mente qualcosa?) e lo stampo di profili pieni partendo dalla frazione eterogenea della plastica raccolta in modo differenziato (il plasmix).
I due impianti erano stati progettati e finanziati dal nuovo piano industriale di Revet, definito nel 2009, con un investimento di circa 11 milioni di euro.
Questo investimento nell'estrusione delle plastiche sarebbe il progetto definito dal nostro assessore all'inceneritore Castellani un settore di nicchia, interessante ma minuscolo, un ninnolo da comò.
Il presidente della Regione Toscana afferma invece che il riciclo è un settore industriale vero e proprio, altro che nicchie e anfratti, invitando a sviluppare ulteriormente il progetto perché fonte di occupazione.

La Giunta regionale toscana ha deciso di incentivare gli acquisti verdi degli enti locali, dando un segnale forte sull'importanza di quello che viene dopo al raccolta differenziata.
L'assessore all'ambiente Annarita Bramerini afferma che la raccolta differenziata non completa il ciclo integrato dei rifiuti e quindi a valle ci vogliono impianti che la completino.
Il presidente di Revet Caramassi ha illustrato la ricerca fatta, osservando il mercato e quello che sarebbe ad esso servito. Da queste basi si è arrivati al riciclo di 16.000 tonnellate di plastiche eterogenee, che prima andavano all'incenerimento (ricordate ancora la nicchia?).
Con Piaggio si producono con questo granulo componenti come il sottosella, bauletti, pedane, per MP3 e Vespa. Con Utilplastic si realizzano articoli casalinghi di largo consumo che presto saranno in vendita. Altri progetti stanno arrivando a compimento, pannelli fonoassorbenti e profili cavi per prefabbricati, mentre altri si affacciano, ricerca con Fiat, interessata alla nostre plastiche riciclate post consumo.
L'attività a regime ha una potenzialità di trattamento di 12 tonn/h.
Il sindaco di Pontedera, Simone Millozzi ed il presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, hanno sottolineato come Pontedera sia sempre più un distretto delle “green economy” toscana e come Revet sia un punto di eccellenza nelle fase della ricerca e della realizzazione del vero riciclo della materia.
Appunto il vero riciclo passa da Pontedera, non da Parma, sede del grande progetto di bruciare materia nobile con l'inceneritore targato Iren, un obsoleto impianto che i nostri amministratori hanno pure il coraggio di presentare come all'avanguardia. Del Pleocene.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 30 aprile 2011
-372 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+334 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

venerdì 29 aprile 2011

Focus, Mondadori, contro gli inceneritori

Fumi tossici, dannosi per la salute dell'uomo.

Gli inceneritori sono impianti per l'eliminazione dei rifiuti urbani attraverso la combustione. Il calore ottenuto da questa può essere sfruttato per scaldare il calore che mette in moto delle turbine, così da produrre energia elettrica e teleriscaldamento.



Fumi tossici. Durante la combustione si producono numerose sostanze inquinanti e dannose per la salute dell'uomo. Sebbene la ricerca permetta la produzione di filtri sempre più efficienti, infatti, nei fumi rilasciati n atmosfera si rilevano diverse sostanze tossiche: diossina, furano, metalli pesanti (piombo, cadmio, mercurio), acido cloridrico, monossido di carbonio, ossidi di azoto, ammoniaca, anidride solforosa, carbonio organico totale, oltre a polveri di vario genere, polveri sottili e nanopolveri.
Queste sostanze sono dannose e possono causare patologie acute e croniche a carico dell'apparato respiratorio (asma, bronchiti, tumori) e cardiocircolatorio alla popolazione che vive nelle aree limitrofe.
Infine, va fatto notare che i controlli effettuati periodicamente per legge tengono conto della concentrazione delle sostanze inquinanti nei fumi al metro cubo, ma non della quantità e dell'impatto complessivo delle emissioni in atmosfera, quelle che contribuiscono all'effetto serra.
Fin qui il numero 27 di Focus Domande & Risposte della primavera 2011, edito da Mondadori.
Una rivista non certo “talebana” ne eccessiva nel porre le proprie riflessioni e risposte ai tanti quesiti che accompagnano la quotidianità di noi tutti.
Un intervento che invece non lascia dubbi sul reale impatto di questi impianti insalubri su ambiente e persone.
Focus è semplice nel chiarire i lati positivi (la produzione di energia) accompagnati però da una serie di risvolti negativi che cancellano il vantaggio iniziale di recupero di una piccola percentuale di energia dai rifiuti inceneriti.
Sebbene la ricerca... (le famose Bat se ne vanno in soffitta), nei fumi persistono sostanze tossiche, diossine, furani, metalli pesanti...
L'equazione è presto fatta. La pericolosità di queste sostanze è nota da lungo tempo e note sono le patologie che il venire a contatto con queste molecole comporta: asme, bronchiti, tumori, nelle aree limitrofe.
A noi viene sempre in mente nonno Allodi, che quasi beffardo consigliava l'investimento immobiliare nei pressi di Ugozzolo, sede del costruendo impianto, paragonandolo alla casa in montagna, aria pulita e respiri profondi.
Oggi chi rimane a sostenere l'innocuità di questi impianti?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 aprile 2011
-373 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+333 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+11 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
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giovedì 28 aprile 2011

Anonimo Parmigiano

Continuano a pervenire segnalazioni anonime alla sede del GCR sul controverso progetto dell'inceneritore Iren di Ugozzolo. Dopo la busta di provenienza reggiana, in cui in un documento riservato Enia si palesavano dati economici e tariffari diversi da quelli ufficiali, è stata la volta di una missiva, a firma di uno sconosciuto delatore, che informava di alcune pericolose anomalie nelle fondamenta della fossa rifiuti dell'inceneritore, e sulla presenza di operai in giorni festivi.
Questi documenti sono stati ricevuti in copia anche dalla stampa locale e da alcuni amministratori, inclusi il sindaco di Parma e il presidente della Provincia.
Oggi, l'ennesimo episodio di questa saga senza sonoro: una lettera con timbro postale di Milano ci informa (citiamo le testuali parole) “che Iren userà, per i filtri dei fumi dell'inceneritore, un non previsto materiale, scadente, di produzione cinese, mai utilizzato in Europa, fornito dalla Marubeni”.
Se fosse vero manderemmo a benedire le tanto citate BAT, le migliori tecnologie disponibili sul mercato, tanto enfatizzate dai fans dell'inceneritore, fautrici della sicurezza e delle migliori performance dell'impianto.



Noi non vorremmo dare credito a queste voci, ma sarebbe utile che Iren fugasse ogni dubbio verso i suoi cittadini clienti, dichiarando ad esempio la tecnologia di filtri utilizzata ed il bilancio di fumi in uscita dal sistema filtrante. Sul proprio sito, Iren dichiara che il sistema depurazione fumi è stato appaltato alla società Areaimpianti, ma una piccola postilla ammette la possibilità del subappalto per chi si aggiudica l'opera.
Quindi in teoria il filtro made in China potrebbe anche arrivare, e noi non ci sentiremmo tanto tranquilli, nel caso in cui fosse vero.
Magari la Cina ha fatto dei passi da gigante in questi sistemi, ma crediamo indispensabile fare molta chiarezza e dare la massima trasparenza su questo tema, che riguarda la salute di tutti.
Sulla trasparenza avremmo infatti molto da dire, o meglio da ridire. Ci domandiamo come mai non vengano ad esempio resi pubblici e disponibili online tutti i documenti inerenti la costruzione del PAI, così come obbligava l'accordo tra Enia e Comune di Parma citato nella delibera 45/11 del 31 marzo 2006.
La stessa delibera a cui ci appelliamo vanamente ormai da oltre 380 giorni, per avere una copia del Piano Economico Finanziario, il piano industriale che spiega come Iren intende rientrare dal forte investimento dell'inceneritore parmigiano.
Le lettere anonime continuano, Iren persiste nel non darci informazioni e i politici locali latitano, raccontando a parole quanto tutto sia limpido, quando nei fatti è l'esatto contrario.
Noi chiaramente mettiamo a disposizione della magistratura competente tutti questi documenti, affinché tutte le indagini del caso siano messe in movimento, ma ci sentiamo soli ed inascoltati da coloro, gli amministratori locali, che dovrebbero tutelare i cittadini, obbligando la multi-utility di Viero e Bazzano ad essere veramente trasparente, e non solo a parole.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 28 aprile 2011
-374 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.

+332 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

+10 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
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mercoledì 27 aprile 2011

Più prematuri intorno agli inceneritori

di Livio Ramolini
www.viaemilianet.it

Uno studio rileva che in un raggio di quattro chilometri dagli otto impianti della nostra regione, Emilia Romagna, è aumentata la percentuale di bimbi nati prima del termine.
La ricerca ora continua per indagare le cause.
Abitare nei pressi di un inceneritore espone le don



ne in gravidanza a un maggiore rischio di parto prematuro è quanto emerge da uno studio coordinato dall'Ausl di Reggio Emilia, presentato nei giorni scorsi all'Istituto superiore di sanità, a Roma.
La ricerca ha preso in esame otto impianti di incenerimento di rifiuti solidi urbani dell'Emilia Romagna, tra cui quello di Cavazzoli, Reggio Emilia.
Lo studio coordinato dalla dot.ssa Silvia Candela, direttore del servizio di epidemiologia, ha preso in considerazione 9.950 bambini nati nel periodo 2003-2006 nelle aree di quattro chilometri di raggio intorno a ciascuno degli otto inceneritori di rifiuti solidi urbani attualmente in funzione in Emilia Romagna.
Gli impianti sono quelli di Piacenza, Reggio, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì e Rimini.
L'indirizzo di ogni bambino è stato georeferenziato e caratterizzato da un livello specifico di esposizione alle emissioni dell'inceneritore, sulla base anche delle mappe di dispersione al suolo delle emissioni. Cinque i livelli predeterminati: dal livello 1, il più basso, al livello 5, il più alto. A questo punto si sono studiati gli esiti delle gravidanze in termini di parti gemellari, rapporto tra sessi alla nascita (numero di maschi e di femmine), nati pretermine (bimbi nati prima della 37esima settimana di gestazione), bimbi nati piccoli rispetto all'età gestazionale e bimbi nati sottopeso.
“Per nessun esito e nessun livello di esposizione - si legge nella ricerca - si è rilevata una differenza significativa rispetto ai tassi regionali del periodo in esame. L’esposizione a inceneritore non mostra alcun effetto sul rapporto tra sessi, sulle nascite gemellari, sul basso peso alla nascita. L’esito piccoli per età gestazionale mostra un trend debolmente significativo per livelli crescenti di esposizione, senza tuttavia che i livelli più elevati presentino un’occorrenza dell’esito significativamente più alta del livello di riferimento”.
Lo studio ha invece rilevato “un'associazione coerente e statisticamente significativa” tra livelli di esposizione a emissioni da inceneritore e nascite pretermine. A fronte di una media generale del 6,24 per cento, con l'aumentare del livello di esposizione aumenta il dato dei nati pretermine: dal 5,36 del livello 1 si passa al 7,83 per cento del livello 5. “Essere più esposti alle emissioni di un inceneritore - dice la dottoressa Candela - significa avere una qualche possibilità in più di avere una nascita prematura. Ma una spiegazione scientifica, al momento, non è possibile. Questi dati - aggiunge - dovranno essere riverificati prima di essere considerati inoppugnabili”.
Anche per questo lo studio proseguirà prendendo in esame dati più recenti (2007-2010) e anche le possibili correlazioni con l'inquinamento in generale e non solo quello causato dagli inceneritori.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 27 aprile 2011
-375 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+331 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

martedì 26 aprile 2011

Polli alla diossina, il pranzo è servito

di Cecilia Lippi
www.romagnaoggi.it

"Nei polli più vicini agli inceneritori, i limiti di diossina sono anche il doppio di quel che la legge prevede per queste carni". A rivelarlo è Patrizia Gentilini, a seguito delle indagini, effettuate negli ultimi due mesi, sulla presenza di elementi contaminanti in alcuni prodotti alimentari e nel latte materno. Lo indicherebbero alcune indagini dell'Inca, il consorzio interuniversitario "Chimica per l'ambiente" di Venezia.



"Da medici - tiene a precisare Gian Galeazzo Pascucci, tesoriere dell'Ordine dei Medici - abbiamo il dovere di sostenere le iniziative sul controllo dell'ambiente. I danni che la diossina può creare sono molto gravi e spesso sottovalutati". La diossina è una sostanze che si assume non attraverso l'aria, ma attraverso il cibo. Ed è proprio sul suo "arrivo in tavola" che da anni ha focalizzato l'attenzione di Stefano Raccanelli, responsabile del Consorzio I.N.C.A. che si è occupato delle analisi. "Importante - afferma Raccanelli - è conoscere come le sostanze inquinanti passano negli alimenti, per formulare una dieta che ne operi una riduzione. L'obbiettivo non è fare dell'allarmismo ma una prevenzione".
Nel dettaglio, sono stati svolti i seguenti esami: 3 esami su polli allevati all'aperto, rispettivamente a 800 metri, 2 km, e 20 km ("bianco") dagli inceneritori, 2 esami su uova da galline allevate all'aperto rispettivamente a 800 m e 3,8 km dagli inceneritori, 2 campioni di latte materno in mamme residenti rispettivamente a 500 m e 1,9 km dagli inceneritori. La scelta di questi animali non è stata casuale perché, come precisa Raccanelli, "vivendo all'aperto, sono vittime delle ricadute dei metalli pesanti".
Due analisi sono state effettuate anche su campioni di latte materno, in quanto queste sostanze vengono accumulate all'interno dell'organismo della madre e trasmesse al feto durante l'allattamento, soprattutto nel primo mese. I campioni scelti distano non più di due metri dall'inceneritore di Coriano, ad eccezione di alcune uova, lontane più di venti chilometri dall'impianto.
Cos'è emerso? Tutti i campioni di alimenti hanno mostrato di superare i limiti massimi stabiliti dalle normative e anche il latte materno non si è rivelato immune dalla presenza di queste sostanze. "Di fronte a tale risultato - afferma il pediatra Giuseppe Timoncini - mi sento di consigliare alle madri di non dismettere l'allattamento, per la importanza che questo ha nella vita di un bambino. Consiglio di alimentarsi con cibo di corretta provenienza".
I medici sono concordi nel riconoscere che non sono gli inceneritori l'unica fonte di queste sostanze, tuttavia il loro contributo si rivela notevole. Come ci si potrebbe allora tutelare? Secondo Raccanelli "attraverso l'imposizione di controlli obbligatori per legge. In nazioni come il Belgio sono previsti campioni di monitoraggio continui anche per le diossine, in Italia no".
Quest'ultimo aspetto allarma anche Ruggero Ridolfi, che dichiara: "gli studi dimostrano che la diossina può indurre tutti i tipi di tumore. Occorrono dieci anni per ridurre solo la metà di quello che oggi assumiamo". E conclude "il numero di tumori è in aumento anche nelle fasce più giovani. Questo deve richiamare l'attenzione dei politici".
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 26 aprile 2011
-376 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+330 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

domenica 24 aprile 2011

Addio certificati verdi: Iren dovrà aumentare le tariffe

La notizia scoppia a Torino, dove Iren sta costruendo l'inceneritore del Gerbido, ed ovviamente le ripercussioni piemontesi saranno identiche anche per Parma.
Una tempesta economica non prevista, un danno evidente che all'orizzonte mette in dubbio le tariffe finora date per scontate per i clienti locali di Iren.
Un imprevisto non atteso ovviamente, ma è un’eventualità che rischia di minare il progetto che Parma (Provincia e Comune) aveva individuato per affrontare (in modo barbaro) il tema rifiuti per i prossimi 20 anni.



Mentre a Ugozzolo si cerca di fare più in fretta possibile, questo fantasma minaccia di abbattersi sul contestato progetto targato Iren.
Il decreto legislativo sulle energie rinnovabili approvato il mese scorso dal governo, che recepisce le direttive europee, rischia di mettere a dura prova l'iter del forno.
E le tasche dei parmigiani cominciano a tremolare.
Il provvedimento rivede al ribasso le tariffe per i certificati verdi, gli incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Su quei certificati - molto contestati, perché considerano gli inceneritori fonti rinnovabili – Iren ha fondato parte del suo piano finanziario, che noi non conosciamo, ufficialmente, sette milioni di euro all’anno per quindici anni, una cifra ragguardevole che corrisponde a un quarto delle entrate.
Il resto arriverà dal trattamento dei rifiuti (cinquanta per cento) e dalla produzione di energia elettrica (venticinque).
A Parma c'è trepida attesa per i decreti attuativi, sperando che la nuova norma non sia retroattiva, salvi cioè gli investimenti già in corso. In caso contrario saranno dolori perché l'introito previsto si ridurrebbe della metà.
Soldi che andrebbero recuperati in altro modo e metterebbero in forte dubbio l’intera operazione finanziaria su cui si regge l’inceneritore. La banca europea degli investimenti non potrebbe essere indifferente a questa situazione e potrebbe rivedere tutta la partita dei cento milioni finanziati a Iren.
L’inceneritore dovrà bruciare per almeno vent'anni, poi dovrà essere riconvertito o abbattuto. Fino a quella data brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti l’anno, metà rifiuti urbani, metà rifiuti industriali.
Se verranno a mancare i certificati verdi sarà tutta da ridiscutere la partita finanziaria e il piano economico relativo. Con ovvie ripercussioni sulle tariffe dei cittadini.
Buona Pasqua Parma.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 24 aprile 2011
-378 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+328 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?