venerdì 15 giugno 2012

Scandalo rifiuti, paghiamo il doppio del dovuto?


Fino a ieri l'inceneritore era considerato la soluzione ai rifiuti con la “l” maiuscola.
Ora il sistema dell'incenerimento giace in profonda crisi e la stessa Europa sta scrivendone il de profundis con tanto di data scolpita: 2020.
Per quel giorno non si potranno più bruciare i rifiuti riciclabili e compostabili ed allora ci si domanda: cosa potranno bruciare i forni?
Se togliamo loro carta plastica e legno il loro destino è segnato.
Ma a tener banco oggi è un nuovo fronte, oggi più che mai attuale in una fase economica difficile e senza apparenti sbocchi di breve periodo.
E' la concorrenza che avanza a colpi di domanda ed offerta, sconvolgendo certezze sulle quali si erano fondati proprio i progetti di nuovi impianti di incenerimento, come quello di Parma.



Si affermava: o si fa l'inceneritore o i costi di smaltimento andranno alle stelle, superando i 200 euro e veleggiando verso i 250 euro a tonnellata.
Oggi pare che la situazione sia profondamente mutata, non solo in Italia ma in tutto il vecchio continente.

Il quotidiano genovese Il Secolo XIX ha pubblicato un'inchiesta che ha ripreso la decisione del gruppo E-On di disfarsi dei propri impianti di incenerimento sparsi in Europa, 18 inceneritori con una capacità di smaltimento di oltre 4 milioni di tonnellate annue.
Il dato che ha fatto notizia però è il fatto che la vendita, che doveva andare in porto entro l'8 giugno, non abbia visto alcuna proposta arrivare alla sede della multiutility. Nell'analisi del quotidiano della Lanterna entra anche la voce di Frans Beckers, Vangansewinkel, proprio colui che venne lo scorso anno a Parma per proporre la riconversione dell'impianto di Ugozzolo.
Beckers dice due cose importanti.
La prima è l'invito a tutti i players a seguire l'esempio della sua società, che ha spento l'inceneritore di Rotterdam, in modo da “non danneggiare il riciclo”.
La seconda è la constatazione che presto ci sarà la guerra ad accaparrarsi i rifiuti, quindi il rischio è quello di avere tante caldaie senza carburante.
Ne consegue ad esempio che chi ha costruito le reti di teleriscaldamento, basandosi solo sugli inceneritori come poli di produzione termica, rischia di lasciare al freddo intere città.
Uno scenario impensabile fino a poco tempo fa, che dovrebbe far riflettere anche Parma e la prospettiva temporale dell'impianto di Ugozzolo.
Ma il servizio del Secolo fa emergere un dato che qui vogliamo sottolineare e far emergere come un vero e proprio scandalo economico.
Roberto Paterlini infatti, direttore di Iren Ambiente, afferma che il trattamento di una tonnellata di rifiuti oggi ha un costo che si attesta sui 70-80 euro.
I cittadini di Parma invece pagano ad Iren la bellezza di 162 euro per la stessa tonnellata di rifiuti.
Se la matematica non è una opinione ci troviamo forse di fronte ad un costo chiesto ai cittadini doppio rispetto al mercato? Una specie di prelievo forzoso dalle tasche dei parmigiani, e di tutti gli abitanti del territorio parmense, che nessuno fino ad oggi ha fatto emergere?
A Piacenza spendono meno, a Reggio spendono meno, a Napoli per 109 euro i rifiuti li hanno portati in Olanda.
Crediamo sia davvero inaccettabile non fare chiarezza su questo tema, addirittura sottolineato dalle parole di un massimo dirigente della stessa azienda che opera a Parma.
Che ci sia bisogno di tanta chiarezza e trasparenza in questo campo è evidente a tutti.
Che arrivino risposte da Iren e Ato, l'ente che governa la tariffe, è una speranza che rinnoviamo.
Magari supportata dal cambio di libro in piazza Garibaldi.


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 15 giugno 2012

Sono passati
746 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
40 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
25 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

giovedì 14 giugno 2012

Palanzano, la minaccia alla foodvalley sale in montagna


Un non meglio definito “Consorzio val Cedra val d'Enza”, composto da 8 allevatori che vanno da Albazzano a Miscoso, da Neviano Arduini a Palanzano, da Ranzano a Ramiseto, richiede dal 2010
al comune di Palanzano di autorizzare un complesso energetico in località Nacca di Vaestano.



Tale polo energetico dovrebbe essere costituito, stando ai proponenti, da un gassificatore a biomassa della potenza di 999 Kw e da un impianto a biogas da 999 Kw.
Il gassificatore si prevede venga alimentato con 85.000 quintali annui di cippato di legna vergine e con una quantità non ben definita di digestato prodotto dall'impianto a biogas adiacente. Una tale quantità di legna corrisponde grosso modo ad 1 Km² di boschi dei dintorni da tagliare ogni anno.
L'impianto a biogas, adiacente il gassificatore e con la stessa rete idrica di smaltimento delle  acque di prima pioggia, verrebbe alimentato con 153 tonnellate giornaliere di letame e liquami di detti allevatori, nonchè con insilato di mais, glicerolo e siero di  latte.
Le emissioni previste per il gassificatore sono a dir poco incredibili.

Una quantità  di fumi da cogenerazione di 32.000.000 di Nmc/annui, di cui 36mila tonnellate annue di CO2, 9,3 tonnellate di monossido di carbonio, 9,3 tonnellate. di ossidi di azoto, 6,7 tonnellate di COV (composti organici volatili), 1 tonnellata di ossidi di zolfo, mezza tonnellata di polveri sottili e
1,1 kg annui di diossine, furani e idrocarburi policiclici aromatici (PCCD+PCDF+IPA).
Poi ci sono le ceneri e il rilascio di grandi quantità di acqua necessaria per raffreddare il syngas e ridurlo a temperatura utile per essere bruciato nei motori a cogenerazione.
Ovviamente a tali emissioni  nocive si devono poi sommare i fumi causati dalla cogenerazione del biogas e le ulteriori emissioni odorigene dello stesso.
A tutto ciò si sono opposti duramente il comitato Giarola e il comitato Vaestano, che hanno raccolto più di 1.400 firme di cittadini e che si sono unificati da poco in associazione ambientale.
Il sindaco di Palanzano Maggiali,a dispetto dell'opinione dei suoi compaesani, ha già concesso la DIA per entrambi gli impianti.
Va detto, peraltro, che quel lungo elenco di emissioni nocive sono state considerate ammissibili dalle istituzioni preposte, sia da parte della Ausl che da parte di Arpa.
L'associazione si è già rivolta a Provincia e Regione senza ottenere aiuto alcuno.
Nonostante sia chiaro a tutti che i due impianti sono di fatto uno solo, che hanno carattere  solamente speculativo, che recherebbero grave danno al patrimonio boschivo dell'area, che procurerebbero un grave inquinamento delle acque superficiali e delle falde, nonché alla
purezza dell'aria, nessuna istituzione sembra prendere in considerazione la voce dei cittadini.
La zona delle due valli ha una vocazione agronomica importante. E' sede di prosciuttifici artigianali e di caseifici dove si produce il tipico parmigiano-reggiano di montagna.
La Food-Valley ha assoluto bisogno dell'apporto della montagna.
E' il suo serbatoio di aria buona e di acqua pura.
La  montagna costituisce addirittura la possibilità  della sua futura espansione nel  sempre maggior rispetto della produzione biologica.
“L'associazione Giarola-Vaestano per il territorio” chiede il sostegno del comitato ambientale di Felino contro la  centrale a biogas, nonché quello del consorzio del Parmigiano-reggiano e del Consorzio del prosciutto di Langhirano, affinché sia dichiarata la moratoria delle DIA del sindaco Maggiali e sia disposta una valutazione ambientale strategica (VAS) da parte della Provincia per valutare tutte le considerazioni della cittadinanza finora inascoltate.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
13 giugno 2012

www.reteambienteparma.org  -  info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense


martedì 12 giugno 2012

Il risveglio dei consorzi di tutela


Insieme all'Upi in difesa di territorio e prodotti

Con sorpresa e stupore leggiamo oggi sulla Gazzetta la presa di posizione netta del mondo imprenditoriale contro le centrali a biogas proposte sul nostro territorio.
Non sappiamo cosa abbia spinto l'UPI a scendere finalmente in campo.
Forse è stata la dislocazione sfortunata del nuovo impianto di San Michele Tiorre, che ha suscitato l'ira di alcuni importanti esponenti di quel mondo.



Di fatto salutiamo oggi, alla buon'ora, la discesa in campo degli imprenditori, ai quali si sono aggiunti anche i Consorzi di tutela dei prodotti dell'eccellenza del made in Parma, prosciutto, formaggio, vini.
La parole utilizzate non lasciano spazio a dubbio alcuno.
Anche il sindaco Bovis di Langhirano non si sottrae: “Tutelare le nostra eccellenze alimentari”.
Se avessero intervistato noi non avremmo usato parole migliori.
Finalmente ci si rende conto del pericolo e si corre ai ripari.

Certo non è solo il territorio della Pedemontana il cuore della valle dei sapori e crediamo che il marino si spinga ad abbracciare tutta la nostra fertile e produttiva Provincia, dai rilievi appenninici sino alle rive del Po, passando magari anche per il capoluogo.
Giocoforza per noi puntare l'attenzione su un altro impianto, assai più pericoloso per le fortune della nostra terra, che stra crescendo a vista d'occhio sotto la visuale di milioni di automobilista di passaggio o in uscita dalla autostrada del Sole.
Ovvio che stiamo parlando dell'inceneritore di Ugozzolo, un impianto ben più invadente e impattante di una centrale a biogas.
Stiamo parlando della difesa della food valley anche noi.
Anche noi crediamo, come il sindaco di Langhirano, che sia necessario “far valere gli interessi della collettività sopra a quelli di una singola azienda”.
Cosa ne pensa la famiglia Barilla dell'impianto di Iren?
Non stiamo mettendo a rischio il buon nome delle nostre terre?
Cosa ne pensa la famiglia Chiesi dell'industria insalubre di classe prima che svetta davanti al loro nuovo centro ricerche? E' un vanto o una disgrazia?
Nel documento congiunto, firmato dai consorzi e dall'Unione Industriali, si dice che una centrale a biogas “innalzerebbe l'inquinamento atmosferico e acustico, accompagnato da fumi maleodoranti deleteri anche per i prodotti, non solo per i residenti nella zona” e ancora costituirebbe “un grave vulnus alla salvaguardia dell'integrità dell'ambiente di aree destinate alle produzioni tipiche agroalimentari che sono molto sensibili”.
Inutile ricordare quante volte e da quanto tempo Gcr solleva anche direttamente con i consorzi la necessità di maggiore tutela delle nostre produzioni, quante parole abbiamo speso nella sede del Consorzio del Parmigiano a Reggio Emilia per sottolineare che si stava mettendo a rischio un intero comparto.
Quante volte abbiamo denunciato la leggerezza della Provincia di Parma nell'autorizzare impianti di questo genere e rinnovare autorizzazioni come quella che permette a Rubbiano di alimentare una produzione di mattoni con oli esausti pericolosi con codici Cer di pericolosità inquietanti.
E' la stessa filosofia che ha spinto a considerare i boschi della nostra montagna non una risorsa da salvaguardare ma una ricchezza da monetizzare dentro caldaie e forni, da replicare a decine in tutti i paesi anche più piccoli delle nostre terre alte.
Se il segnale di oggi prefigura una nuova stagione di oculatezza, buon senso e visione, sospinta anche dalla scelta che i cittadini di Parma con il voto di maggio, Gcr è pronto a fare la sua parte per sostenere con le poche forze di cui dispone questo indirizzo, finalmente ricco di futuro.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 12 giugno 2012

Sono passati
743 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
37 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
22 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

lunedì 11 giugno 2012

Il piccone sul camino


Il 9 giugno sarà un'altra data da ricordare nella lunga storia di Gcr.
Il 9 giugno Gabriele Folli è diventato l'assessore all'Ambiente e Mobilità del Comune di Parma.
Un posto chiave per la vicenda dell'inceneritore di Parma.
Quando ancora il progetto del forno non era nemmeno sulla carta, il comitato gestione corretta rifiuti aveva raccolto oltre 10mila firme tra i cittadini di Parma, per opporsi al piano provinciale di gestione dei rifiuti che indicava necessario un impianto di trattamento termico senza nemmeno valutare le alternative.



Fin da allora la risposta degli enti locali era stata o il silenzio o lo sberleffo.
Le firme erano finite in un cassetto polveroso di Provincia e Comune, senza provocare nemmeno un commento.
Poi è seguita l'altalena del troppo presto o troppo tardi.
Troppo presto per lamentare rischi per la salute (il camino ancora non c'è), troppo tardi per dire no (il camino ormai c'è).
L'assurdo teatrino del passaggio del cerino lo abbiamo visto recitato fino a pochi giorni fa.
Interrotto a furor di popolo da un uno-due pugilistico che ha lasciato a terra tutti i contendenti tranne uno, quel Federico Pizzarotti che ha trionfato alle elezioni amministrative nei due turni travolgenti di maggio.
La rivoluzione di Parma è iniziata lì.

Le cose capitano aldilà delle nostre previsioni.
Chi avrebbe mai immaginato i 5 Stelle sullo scranno più alto del Comune e un “no ince” a dirigere l'assessorato Ambiente?
E' stata ed è ancora oggi una battaglia difficile, un classico della serie Davide contro Golia.
Dalla nostra solo la certezza della ragione e tanta tanta buona volontà, condita con un obiettivo sempre a fuoco nel mirino e un lento ma inesorabile avvicinamento di trincea, per strappare centimetri per centimetro il campo avversario.
Il nostro territorio è rimasto fino ad oggi molto indietro nella gestione dei rifiuti. Non tanto per i livelli di raccolta differenziata, spesso con numeri da record, specie nei paesi della cintura cittadini, ma per la scarsa visione, bloccata da un piano provinciale ormai desueto, messo in itinere nel 2002, partorito nel 2005, mai rivisto se non nell'adeguamento delle percentuali minime di Rd da raggiungere, stante la normativa nazionale cambiata.
Ci siamo fatti superare nella programmazione anche dai cugini reggiani che pur avendo in animo di sostituire il vecchio inceneritore con un nuovo impianto hanno visto più avanti di Parma ed hanno cominciato a ragionare guardando da un'altra parte.
Sta a noi ora recuperare il tempo perduto. In città persistono situazioni assurde come il centro storico ancora scoperto nella raccolta dell'organico, con i cassonetti dell'indifferenziato ancora padroni delle nostre strade e disseminati ovunque e lo spettro dell'inceneritore a Ugozzolo.
La nomina dell'assessore all'ambiente ha però dato una scossa al sistema.
E' come quando, durante una scalata ad una vetta impossibile, si indovina il colpo di picozza e ci si assicura con forza agli ultimi metri di parete.
Il camino di Parma ce lo immaginiamo così oggi.
Con un piccone infilato saldamente, che comincia a far emergere una ragnatela di crepe.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 11 giugno 2012

Sono passati
742 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
36 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
21 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

domenica 10 giugno 2012

Gabriele Folli, assessore no ince


A Parma, all'ambiente, c'è un attivista Gcr

E' una grande responsabilità quella di cui si fa carico il neo assessore all'ambiente ed alla
mobilità del comune di Parma Gabriele Folli.
Dal 2009 Gabriele condivide il percorso di Gcr, con l'obiettivo di sensibilizzare, informare, condividere con l'opinione pubblica la corretta gestione dei rifiuti, che ovviamente cozza contro il progetto dell'inceneritore di Ugozzolo.
Sappiamo ovviamente quali e quante sfide attendono il neo amministratore.



Ma siamo anche convinti che quando si è animati da puro spirito di servizio e non si è tenuti a rispondere a nessuno, se non ai cittadini, la strada è già in gran parte tracciata.
L'assessore all'Ambiente ha davanti a sé un fertile lasso temporale durante il quale potrà mettere in pratica tutte le azioni concrete che in questi anni erano rimaste purtroppo solo sollecitazioni ed appelli sulla carta di giornali e in affollati auditorium.
E' la filosofia “zero waste” o “riciclo totale”, che in Italia ha una robusta rete nazionale in cui da anni si dibatte, ci si sostiene, si mettono a disposizione quelle competenze di cui ogni territorio ha bisogno per portare avanti le battaglie.

La road map è già stata maturata in questi anni di impegno e studio, durante i quali il movimento no termo ha trascinato una intera città sulla strada dell'approfondimento su un tema ostico come quello dei rifiuti, come detto aiutati dai tanti esperti della rete no inc che si sono spesi a Parma per sostenere le tesi di Gcr e portare la loro cultura.
Il risultato di Parma è frutto maturo di queste fantastiche collaborazioni e sinergie.
Ernesto Burgio, Patrizia Gentilini, Rossano Ercolini, Paul Connet, Ezio Orzes, Enzo Favoino, Massimo Cerani, Michael Braumgart, Frans Beckers, Luigi Campanella, Marco Caldiroli, Gianni Tamino, Giuseppe Miserotti, Giuseppe Masera, Dominque Belpomme, Carla Poli, Jack Macy, Alessio Ciacci, Adriano Rizzoli, Simonetta Gabrielli, Gian Drogo, Gialuigi Salvador, Roberto Pirani, Felice Airoldi, Sergio Apollonio, Silvia Ricci, Federico Valerio, Raphael Rossi e chissà quanti altri ne dimentichiamo all'interno di questa alleanza contro l'incenerimento che ormai abbraccia l'intero pianeta.
La fortuna di Parma è stata quella di avere avuto la possibilità di ospitare ed ascoltare le migliori esperienze a livello mondiale sui temi della sostenibilità, della gestione del ciclo dei materiali post utilizzo, del modello di sviluppo da adottare per preservare le scarse risorse ancora presenti.
Sono loro i riferimenti che crediamo avrà davanti il nuovo responsabile all'ambiente e mobilità, riferimenti nobili che possono dare un peso ed incidere in modo positivo sul futuro della nostra città.
Il Movimento 5 Stelle ha riconosciuto con questa chiamata il lungo e faticoso lavoro svolto dalla nostra associazione in questi anni. Nel 2006 erano stati i ragazzi di Beppe Grillo i primi sostenitori di questo gruppo che partì con una raccolta di firme che si opponeva alla indicazione del piano provinciale di gestione rifiuti di un inceneritore come soluzione ai rifiuti.
Non possiamo dire che Gcr abbia sposato il movimento 5 Stelle, perché l'impostazione dell'associazione è sempre stata quella di sostenere tutte le iniziative che condividevano la nostra visione sul futuro e di non appartenere ad alcuna formazione partitica.
Alle elezioni amministrative avevamo infatti dato il nostro voto massimo a due gruppi che riconoscevamo come migliori interlocutori sul tema che ci sta a cuore: Parma Bene Comune (insieme a Rifondazione Comunista) e Movimento 5 Stelle.
Al ballottaggio non abbiamo avuto tentennamenti nel sostenere l'unico dei due candidati che aveva idee chiare sul destino della gestione dei rifiuti a Parma.
Speriamo davvero di avere contribuito nel nostro piccolo a far pendere l'ago della bilancia verso Federico Pizzarotti, per la sua evidente scelta verde.
Oggi Gabriele Folli ha la grande responsabilità di realizzare lo scopo per cui è nato Gcr: fermare l'inceneritore e modificare la gestione dei rifiuti per abbracciare il trattamento a freddo.
Oggi Gabriele è il primo assessore no ince di una grande città italiana, si assume la grande responsabilità di spegnere il forno prima che lo si accenda e di fare da laboratorio per tutto il movimento italiano.
Oggi possiamo dire che il cantiere di Ugozzolo non è mai stato così in bilico.
Nel 2007 e nel 2011 lo hanno chiesto i medici dell'Emilia Romagna di bloccare tutto.
Oggi lo chiede anche l'assessore all'ambiente del Comune di Parma.
Fermatevi.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 10 giugno 2012

Sono passati
741 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
35 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
20 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI