venerdì 1 aprile 2011

Il Rondani ghermisce Castellani

Nell'affollato e ben organizzato convegno del Rondani, la due giorni sui rifiuti allestita presso il centro Cavagnari, le ultime ore di dibattito hanno riservato una sorpresa.
Pressato dai continui rimbrotti, dalle polemiche che suscita ogni volta che apre bocca, nel suo eterno e logoro lagnarsi di essere preso di mira, Giancarlo Castellani ha lasciato tutti di stucco con una dichiarazione che farà certamente parlare e desterà non poco scompiglio nelle fila del Pd.



Ha detto infatti Castellani che ci sarebbe una strada per fare marcia indietro sul progetto dell'inceneritore ed anche una messa in opera di sistemi alternativi efficaci che potrebbero sostituire l'impianto di Ugozzolo, se non al 100%, quasi vicino a tale livello.
Lo scambio tra Gcr e Assessore era come al solito giunto al calor bianco, visto che l'assessore ripete come una lima sorda gli stessi concetti del 2005, mai che ci sia una rinfrescata in casa Castellani.
Ma ecco che all'ennesimo attacco subito c'è un momento di distrazione, quasi un tentativo di prendere un po' di ossigeno dopo una lunga apnea.
Castellani dice di aver contattato la provincia di Benevento, dopo aver sentito durante la visita a Vedelago, che la provincia campana ha raggiunto in sei mesi il 78% di Rd partendo praticamente da zero, e là gli hanno confermato non solo il dato, ma gli hanno spiegato che il loro indirizzo è quello di portare la percentuale all'85% già a fine 2011, dimezzando la spesa per lo smaltimento, visto che il residuo sarà portato a livelli quasi irrisori.
La ricetta di Benevento però si chiama Centro Riciclo e questa situazione deve aver gettato in confusione il nostro assessore, da sempre agguerrito sostenitore della tesi che considera Vedelago uno specchio d'acqua limpido e nient'altro, una situazione che neanche esiste ne ha mai prodotto nulla di buono.
Castellani dice di aver fatto due conti e che con due centri riciclo, uno in pianura e uno in montagna si potrebbe fare quello che fa l'inceneritore di Ugozzolo.
Non è andato oltre ovviamente ed ha detto che i tecnici sono al lavoro.
Se n'è scappato via alla chetichella perché il clamore lo stava per travolgere.
Un finale a sorpresa che viste le premesse della giornata lo si poteva anche intuire.
Attendiamo ora di portare le reti in barca, per vedere cosa hanno raccolto.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 1 aprile 2011
-401 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+305 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Capannori, esempio di speranza per l'Italia

L’associazione GCR ha organizzato alla Giovane Italia, una serata con un ospite d’eccezione, l’assessore all’Ambiente del comune di Capannori, Alessio Ciacci. Conoscevamo già Capannori un Comune di 45.000 abitanti all'avanguardia nella gestione dei rifiuti. Quindici anni fa la battaglia vittoriosa per fermare un inceneritore, ma anche per rimboccarsi le maniche e prendere la strada della sostenibilità, scegliendo l’ambiente e il progresso sopra i profitti ad ogni costo. E' stata una importanza occasione per i cittadini di Parma di sentire da vicino questa storia positiva, di politica coraggiosa, di strategie lungimiranti, che si stanno implementando a poche ore da Parma.



Capannori è diventato il primo comune in Italia ad adottare la strategia “Rifiuti Zero 2020”, il programma ideato da Paul Connett, più volte ospite del GCR a Parma, ed adottato da città piccole e grandi in tutto il mondo, tra i quali anche metropoli quali Canberra e San Francisco. Di recente Capannori è stata presa a modello dalla trasmissione Rai “Presa Diretta” come esempio dell’Italia che funziona, attraverso un lungo servizio dedicato non solo alla politica per la gestione dei rifiuti, che nonostante la complessità geomorfologica del comune (composto da una quarantina di frazioni sparse tra pianura e collina) ha già raggiunto una raccolta differenziata sopra l’80%, ma anche le politiche educative e di risparmio energetico messe in pratica dal comune, autorità che in un recente sondaggio hanno registrato un indice di gradimento del 94%.
L’associazione GCR ha invitato il giovanissimo assessore all’Ambiente di Capannori, il trentunenne Alessio Ciacci, a raccontare ai cittadini di Parma la storia di questa comunità, per ribadire che se la volontà c’è, non ci sono limiti. Per due ore è stato raccontato al fitto pubblico presente, che anche in questa occasione ha registrato il tutto esaurito, una sequenza fatta di innovazione, di politiche lungimiranti, di politici che non hanno paura di cambiamento, e che soprattutto si sono fidati della buona volontà dei loro cittadini. Ha spiegato che i cittadini si sono subito dimostrati ricettivi al nuovo sistema di raccolta differenziata spinta, e che i grandi cassonetti stradali dell'indifferenziato sono stati tolti dalle strade nell’arco di quindici giorni. Centinaia di cittadini hanno partecipato al progetto per formare la popolazione su come fare la differenziata in modo corretto, ed i risparmi conseguenti hanno portato anche un beneficio concreto ai cittadini, per i quali la tariffa dei rifiuti è ferma da sei anni. I cittadini vengono premiati con sconti se conferiscono oggetti in discarica, e da l’anno prossimo si introdurrà la tariffa puntuale, con il risultato che più si differenzia, meno si paga. Le bottiglie di plastica sono state bandite dalle scuole, si ricicla dovunque, e la multi-utility premia le aziende che vendono anche solo una parte dei loro prodotti alla spina con una tariffa rifiuti più bassa. Alla fine largo spazio per le tante domande del pubblico, entusiasta e galvanizzato da una storia di politica positiva, raccontata da uno che fa l’assessore con amore e dedizione per il proprio lavoro. Ringraziamo Alessio Ciacci per la testimonianza positiva che ci ha portato, e la Giovane Italia che anche in questa occasione ha dato al GCR l’occasione di raccogliere fondi, necessari per portare avanti la sua campagna per una Parma più pulita, più virtuosa, che ci può dare speranza per il futuro. E non l'orizzonte nero del fonto.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 1 aprile 2011
-401 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+305 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Agorafobia

Evidentemente il 23 marzo, che ha visto riunite le commissioni ambiente e sanità del comune sul tema del futuro impatto sanitario dell'inceneritore, con le relazioni degli esperti poco rassicuranti sullo stato di salute già compromesso della nostra provincia, ha smosso le coscienze.
Al punto di sentire la necessità di correre ai ripari per dare una "falsa" rassicurazione alla popolazione.



Questo ci pare la finalità della trasmissione Agorà trasmessa su TV Parma nella giornata del 31 marzo, dove sono stati invitate personalità della sanità locale come il prof Ardizzoni, il prof Franzè, il prof Roncoroni e la dott.ssa Zatella.
Tutti si sono affrettati a dire che la situazione tumori a Parma non è granché diversa dal quella di altre zone del Nord Italia, magra consolazione, ma di certo non hanno potuto smentire che Parma resta ai vertici per incidenza di neoplasie in Italia per le donne e sempre al secondo posto per incidenza di sarcomi, uno dei peggiori tumori dei tessuti molli. Si sono travisati alcuni concetti fondamentali dando l'impressione agli ascoltatori che la prevenzione fatta con gli screening, e quindi la diagnosi precoce, sia una prevenzione che fa calare l'incidenza delle neoplasie.
Purtroppo la prevenzione degli screening, se pur ottimale per intercettare le neoplasie in fase precoce, non è prevenzione primaria ma secondaria; una volta che viene diagnosticato un tumore con lo screening il danno è fatto, e non si può che ricorrere ai ripari con la terapia vuoi chirurgica o medica, con tutto ciò che ne consegue per il vissuto della persona colpita.
Si è tralasciato di parlare di vera prevenzione primaria, e cioè evitare che la popolazione venga esposta ai fattori che producono il cancro, fra cui i determinanti ambientali (inquinamento, sostanze tossico-nocive prodotte dall'attività industriale dell'uomo, gli inceneritori, il traffico, ecc.).
Si è parlato solo del ruolo del fumo, come se tutte le neoplasie fossero dovute a questa malsana abitudine; ed è stata la giustificazione del prof Ardizzoni per spiegare l'incremento dell'incidenza delle neoplasie nel sesso femminile. Fumano di più degli uomini ormai, senza ricordare che ad esempio sono in aumento le neoplasie del polmone non correlate al fumo, e quindi ad altri fattori probabilmente ambientali.
Si sono ricordate le abitudini alimentari (insaccati, carni rosse, poca verdura e frutta) in modo abbastanza marginale, relegandole solo al possibile insorgere delle neoplasie dell'apparato intestinale, senza ricordare che forse è più importante ciò che di tossico-nocivo noi introduciamo con la nostra dieta, per cibi che sono sempre più inquinati da diossine, metalli pesanti, policlorobifenili, e via dicendo.
Si è parlato soprattutto di un'intervista fatta al prof Veronesi, che parla di una magica scatola in cui saranno riposte le aspettative future e le nuove terapie per debellare il cancro. Nessuno ha saputo decifrare questo messaggio criptico di Veronesi, a cui va riconosciuta la paternità dei metodi chirurgici attuali che hanno ridotto di gran lunga la radicalizzazione dell'intervento di mastectomia, attuando una semplice quadrantectomia e preservando così il seno delle donne, ma ci si è dimenticati di dire che da un po' di tempo a questa parte il professore è portatore di un messaggio preoccupante, quello cioè di assolvere da possibili rischi per la salute umana processi industriali che invece centinaia di studi hanno classificato come sicuramente nocivi, come gli inceneritori e le centrali nucleari.
Ma soprattutto la cosa che ha fatto più rabbrividire è stata la speranza insita nel messaggio lanciato dai nostri specialisti della salute; l'obbiettivo è quello non certo di debellare il cancro, ma di rendere possibile la vita col cancro, insomma cronicizzarlo, cronicizzando con esso in questo modo tutte le paure, le ansie, in una parola la tragedia che una persona vive quando viene colpita da questa patologia.
Non sarebbe forse stato meglio lanciare un messaggio più positivo e dichiararsi favorevoli a tutte quelle procedure che possono invece ridurre l'incidenza di questa malattia e quindi parlare di vera prevenzione primaria?
Ma tant'è, l'uomo pare ancora al tempo del medioevo quando si accettava la peste come un fatto inevitabile per espiare la colpa del peccato originale; oggi si accetta il cancro come inevitabile conseguenza del progresso, malattia quasi necessaria per andare sempre più avanti.
Una visione a nostro giudizio oscura.
Per finire non abbiamo ascoltato nessuna parola circa l'incidenza del cancro nei bambini, in aumento anche a Parma e che vede l'Italia leader dei paesi in Europa con un preoccupante aumento del 2% annuo rispetto alla media europea che si assesta all'1%. Spiegazioni per questo?
Cosa siamo più bravi degli altri a diagnosticare le malattie? Forse che i bambini fumano a 2 anni? o che mangiano male sotto i 12 mesi, fascia di età che vede un'incidenza spaventosa del +3,2% annuo? Noi crediamo che la colpa sia per il continuo sversare nell'ambiente sostanze tossico-nocive prodotte dalle attività umane. Il cancro nel bambino, seppur più facilmente guaribile che in passato, è sicuramente una tragedia la più grande di tutte e quando si verifica è una sconfitta per tutti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 1 aprile 2011

-401 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+305 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Dopo la commissione. Cervelli più duri dei sassi?

L’incontro svoltosi il 23 marzo circa il confronto sui rischi dell’incenerimento dei rifiuti si presta a molteplici considerazioni, in questa nota ci si vuole soffermare sulle affermazioni rassicuranti circa gli esiti riproduttivi forniti dalla dott.ssa Paola Angelini, dipendente del Servizio Sanità Pubblica della Regione Emilia-Romagna, che ha presentato i dati e i risultati di una tranche del Progetto Moniter.
“Circa l´indagine epidemiologica sulla popolazione, sono stati presentati i primi risultati che riguardano la natalità nelle vicinanze di tutti gli otto inceneritori di rifiuti urbani nel periodo 2003-2006.



I risultati si riferiscono a quasi 10.000 nati da donne residenti durante la gravidanza nelle aree di ricaduta delle emissioni. Gli esiti indagati consentono un confronto con i nati nell´intero territorio regionale e con i risultati di indagini analoghe disponibili nella letteratura scientifica: rapporto tra maschi e femmine alla nascita, gemellarità, nati pretermine, piccoli per età gestazionale, basso peso nei nati a termine. I dati osservati non presentano differenze significative rispetto ai dati attesi secondo la media regionale per nessuno dei livelli di esposizione. Tuttavia, effettuando confronti interni al gruppo fra livelli di esposizione crescenti, si evidenzia un modesto effetto sulle nascite pretermine, pur essendo il numero complessivo riscontrato (599) inferiore a quello statisticamente atteso (637); il rischio di nascita pretermine presenta un aumento passando dalle zone meno esposte a quelle più esposte alle emissioni degli inceneritori.”
Desta sconcerto il fatto che si svolga un’indagine epidemiologica sulla natalità nella quale si analizzano solo i nati. Non i concepimenti, ma solo i fortunati che sono sopravvissuti, senza tener conto degli aborti. Di quelli spontanei e di quelli terapeutici per gravissime patologie del nascituro. Per inciso nulla è stato detto circa i nati da fecondazione assistita quasi che l’impossibilità al concepire naturalmente non avesse nulla a che fare con l’inquinamento ambientale.
Il fatto di aver indagato solo la natalità e non tutti gli effetti avversi sul prodotto del concepimento, quindi l’aver trascurato tanto gli aborti spontanei, che quelli terapeutici per gravi patologie del nascituro e le malformazioni fetali in genere, appare un limite grave di una indagine che è costata ben tre milioni di euro di denaro pubblico.
Non si capisce neanche se, tra i nati, sono state indagate le malformazioni, in particolare quelle urogenitali, che la letteratura anche recentissima associa all'esposizione ad inquinanti tipici degli inceneritori, quali le diossine: tra gli effetti riportati nella presentazione, infatti, le malformazioni alla nascita, non vengono citate.
Va segnalato che lo studio francese di S. Cordier “Maternal resisidence near municipal waste incinerators and the risk of urinary tract birth defects” Occup. Environ Med 2010 67:493-499, ha confermato tali rischi e l’indagine è stata condotto per un raggio di 10 km e per 21 impianti, nel Moniter per 8 inceneritori e per un raggio di soli 4 km.
Oltretutto dai dati dello studio Enhance Health, effettuato in un area di 3,5 km attorno ai due impianti di incenerimento esistenti a Forlì nel quartiere di Coriano, emerge un aumento statisticamente significativo del 44% di abortività spontanea nel livello di esposizione submassimale, che è anche quello più densamente popolato: un dato che avrebbe dovuto far riflettere ed indurre a farne specifico oggetto di indagine nello studio Moniter, nato, per l'appunto, sull'onda delle reazioni suscitate dalla diffusione dei risultati di Enhance Health.
Si può aggiungere che, indipendentemente dall'esito indagato, è metodologicamente scorretto il confronto tra una popolazione esposta ed un'altra popolazione che include al suo interno quella oggetto di indagine: i confronti andrebbero fatti tra la popolazione esposta ed una popolazione non esposta, includendo la popolazione esposta all'interno del gruppo di controllo, il confronto avviene con una popolazione anch'essa esposta.
Della popolazione dell'Emilia Romagna, poi, tutto si potrà dire meno che si tratti di una popolazione non esposta: la regione Emilia Romagna, infatti, non solo ha, su 9 province, 8 inceneritori per rifiuti solidi urbani (senza contare quelli per rifiuti speciali, industriali ed ospedalieri), ma ha anche, in aggiunta, diverse centrali termoelettriche, impianti petrolchimici, industrie ceramiche e numerosi altri impianti con rilevanti emissioni dovute a combustioni industriali: tutto questo, per di più, in un contesto ambientale che ostacola il ricambio delle masse d'aria e favorisce il ristagno degli inquinanti.
Non per nulla il satellite evidenzia che per gli NO2 siamo una delle 5 aree più inquinate del pianeta.
Pertanto non solo non c'è da stupirsi se i dati osservati non presentano differenze significative rispetto ai dati attesi, ma ci sarebbe anzi da stupirsi del contrario. Gli unici confronti da cui si può sperare di ottenere risultati sono quelli fatti tra diversi livelli di esposizione: ma, anche a questo proposito, dobbiamo notare che considerare un'area di soli 4 km attorno agli impianti appare molto limitativo e tale da determinare una sottostima niente affatto trascurabile del rischio.
Studi recenti che hanno messo in evidenza effetti significativi sulla salute di soggetti esposti alle emissioni di inceneritori hanno considerato territori ben più estesi, da 10 fino a 15 km, a seconda di quanto indicato dal modello di dispersione degli inquinanti utilizzato.
Il lavoro francese – già citato- che ha studiato le malformazioni urogenitali intorno a 21 inceneritori, ad esempio, ha esteso l'indagine fino a 10 km dagli impianti; quello dell'Institut de Veille Sanitaire, anch'esso effettuato in Francia, che ha indagato l'incidenza di diversi tipi di cancro intorno a 16 inceneritori, ha esteso la propria ricerca fino anche a distanze di 15 km. Lo studio caso-controllo della Zambon, che ha indagato il rischio di sarcoma per esposizione a diossine da emissioni di inceneritori in Veneto, ha considerato l'esposizione in ciascun punto di residenza dei soggetti esaminati come somma degli effetti prodotti da tutti gli impianti esistenti nel raggio di 50 km. Ciascuno degli studi citati ha potuto trovare effetti statisticamente significativi associati al livello di esposizione stimato.
Ciò dimostra che se si vogliono realmente ricercare le ricadute sanitarie, occorre impiegare metodi di indagine rigorosi ed adeguati all'obiettivo prefissato; con un budget di spesa quale quello messo in campo per lo studio Moniter, a carico, oltretutto, della collettività, potevano tranquillamente essere messe in campo metodologie di indagine ben più adeguate rispetto a quelle utilizzate: se non lo si è fatto, significa solo che si voleva evitare di trovare risultati tali da mettere in discussione le scelte operate dalla Regione - finanziatrice del progetto - in tema di gestione dei rifiuti.
Vogliamo infine segnalare che proprio in questi giorni sui giornali di Brescia è comparso un dato sconcertante: 60 nuove diagnosi di cancro fra bambini ed adolescenti con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente, possibile che neanche questi dati riescano a farci riflettere?
Dal momento che ormai anche i sassi hanno capito che si può assolutamente evitare di bruciare i rifiuti, come è possibile perseverare in scelte che non possono fare altro che peggiorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo ed in cui – soprattutto- facciamo vivere i nostri figli?
Forse che cervelli e cuori umani possono essere ancor più duri dei sassi?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 31 marzo 2011
-402 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+304 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Venlo e la nuova speranza Cradle to Cradle

Venlo è una cittadina di 100.000 abitanti circa, nel Sud dell’Olanda. Già dal 2005 a causa della crisi, si cominciò a porsi domande sul futuro dell'economia. L’Olanda non è un paese con enormi risorse (il gas naturale estratto dal mare è la loro unica fonte di materie prime), e quindi si decise che era giunto il momento di invertire la rotta ed avviare una politica di risparmio delle risorse. Contemporaneamente a questa riflessione, un documentario di Michael Braungart e William Mcdonough, che si chiamava Waste=Food (rifiuti=cibo), fu trasmesso su un canale molto seguito, e aprì definitivamente gli occhi di industriali, politici e amministratori. William McDonough e Michael Braungart hanno proposto attraverso il loro saggio Cradle to Cradle (2006) un nuovo approccio al design industriale, capace di combinare la produzione di beni di massa con la salvaguardia dell’ambiente.


Nicoletta Paci ed Erik Van Munster durante la conferenza stampa

In natura un rifiuto viene riutilizzato da altre specie, McDonough e Braungart ripropongono la stessa metodologia per gli oggetti realizzati dall’uomo e distribuiti su larga scala. Se la fase di progettazione industriale venisse modificata includendo anche i il riciclo, si potrebbe attuare il ciclo “Dalla Culla alla Culla” (“From Cradle to Cradle”), ossia gli oggetti terminata una prima fase di utilizzo potrebbero avere una seconda funzione e cioè una rinascita (imballaggi eco-compatibili/fertilizzanti).

[url=http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/Venlo-culla_ita.pdf]Il programma della visita a Venlo[/url]

Proprio il contrario di quell che succede oggi, dove la maggior parte dei prodotti sul mercato sono pensati per avere una nascita, un utilizzo ed una morte (dalla culla alla tomba). Da allora gli amministratori di Venlo insieme al mondo industriale, economico e alla società civile, hanno studiato un programma per trasformare l’intera economia della città e della regione secondo i principi del Cradle to cradle o meglio C2C. Oggi tutta l’Olanda si sta progressivamente riconvertendo secondo i principi “dalla Culla alla Culla. Sono stati stanziati 40 milardi di euro per favorire questa riconversione, istituendo anche cattedre in 3 Università olandesi. L'associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma ha preso contatto con la realtà di Venlo e dal 3 al 5 aprile si recherà in visita in quel territorio. Lo scopo è quello di studiare nei dettagli il caso di una intera città che è riuscita ad applicare questo metodo, quali vantaggi ne hanno ottenuto, quali problemi hanno dovuto affrontare e come li hanno risolti. Tra gli incontri fissati anche quello con il Sindaco della città di Venlo, per capire come potrebbero essere messe in opera delle collaborazioni con Parma. Visiteremo e parleremo con i dirigenti della van Ganselwinkeln, (corrispondente “maggiorata” di Iren in Olanda), presente anche in Belgio e paesi dell’est. Questa società sta trasformando completamente la propria attività nell’ottica del C2C. Incontreremo anche il vice Sindaco, che è anche Presidente del primo partito olandese, il Liberal Party, e che attualmente riveste anche il ruolo di responsabile di Floriade 2012, un’importante fiera dell’orticoltura che si svolge ogni 10 anni in Olanda, che è stata progettata secondo la logica Creadle to Cradle. E' auspicabile che anche gli amministratori di Parma fossero presenti per raccogliere spunti e riflessioni su come è possibile trasformare anche la nostra città in un centro di eccellenza e all’avanguardia nella progettazione di un futuro sostenibile, un esempio che porterebbe Parma all'attenzione di tutto il Paese.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 marzo 2011
-403 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+303 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai

martedì 29 marzo 2011

C'è speranza per il futuro di Parma

La battaglia contro l’inceneritore di Ugozzolo è lunga e sfibrante.
Anche impari, per noi del GCR, che ogni giorno ci troviamo a fronteggiare critiche da destra e da sinistra, con un quadro delle forze in campo sostanzialmente in sovrannumero dalla parte avversa.
Ci stiamo confrontando con un avversario compatto che include, tra decisamente contrari ed indifferenti, larga parte dei partiti, delle istituzioni e del mondo industriale di Parma.
Una battaglia che vede al nostro fianco i cittadini, che ogni volta che invitiamo per manifestazioni e convegni si riversano a migliaia per le strade e riempiono gli auditorium.



Siamo però orgogliosi di aver riacceso un dibattito sui rifiuti e sulla qualità dell’ambiente nella nostra città e nel nostro territorio provinciale, un dibattito rimasto fino a ieri talmente sopito da far intendere che si volesse far passare sotto silenzio la costruzione di un impianto altamente impattante sul nostro territorio.
La nostra associazione, nonostante da più parti sia definita talebana e intransigente, ha infatti investito molto nello sforzo di informare ed educare cittadini sulle buone pratiche di raccolta differenziata, sull’importanza di ridurre i rifiuti e sulle tecnologie di gestione a freddo disponibili nello scenario nazionale ed internazionale.
Si dice spesso che le nuove generazioni sono disattente e superficiali sulle tematiche ambientali, ma siamo veramente felici di essere smentiti dalle tante assemblee a cui siamo stati invitati nelle scuole di Parma (Toschi, ITIS di Parma e San Secondo, IPSIA, Romagnosi, Marconi, Sanvitale).
Ragazzi attenti e svegli, pieni di curiosità per un tema che attiene al loro quotidiano, con tante domande e tanta voglia di dare il loro contributo al progresso della città.
Una nuova generazione di cittadini attivi che oltre che ascoltare e chiedere, oggi prende in mano la situazione e agisce.
Proprio dove le amministrazioni locali sono clamorosamente mancate sono loro oggi a proporre un convegno di 2 giorni sul tema, con una qualità e quantità di interventi che lo rende veramente un modello ai livello nazionale ed un evento di indubbia rilevanza.
La classe 5°I dell’Istituto Tecnico per Geometri “C. Rondani”, coordinata dagli insegnanti Antonio Freddi e Giovanna Rossi, organizza infatti per le giornate di giovedì 31 marzo e venerdì 1 aprile (con orario 9.00-18.00 circa) un convegno sulla gestione dei rifiuti dal titolo "Non gettiamo il futuro con i rifiuti. Diminuiamoli e sfruttiamo il loro valore come risorsa" presso il Centro Congressi Cavagnari in via La Spezia.
http://www.convegnorifiuti.org/
Al convegno ci saranno esperti che parleranno del tema rifiuti analizzandolo sotto tutti i punti di vista: ambientale, sociologico, economico, nell'ottica del marketing territoriale
Interverranno esperti di gestione dei rifiuti, biologi, medici, ingegneri, sociologi, avvocati, amministratori locali, imprenditori, associazioni, comuni cittadini e soprattutto... studenti!
I nomi di richiamo sono tanti e con opinioni a volte diametralmente opposte sul tema.
Ci sarà Carla Poli, della società Centro Riciclo Vedelago, Alessio Ciacci, assessore all’ambiente del comune di Capannori (40.000 abitanti, precursore in Italia della strategia Rifiuti Zero), l’ing. Massimo Cerani, esperto di Brescia che ha avviato progetti di raccolta differenziata in diversi comuni lombardi e che ha presentato un progetto di gestione alternativa all’incenerimento per la città di Trento, Giorgio Triani, sociologo dell’Università di Verona, Mario Schianchi della Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma, poi il GCR, ISDE, Legambiente, il WWF, il Consorzio del Parmigiano-Reggiano, ARPA, ATO, Carbognani Metalli e tanti altri.
Ci saranno anche i nostri assessori all’ambiente di comune e provincia Sassi e Castellani e pure il sindaco Vignali, che aprirà con un saluto iniziale i lavori della conferenza.
Insomma un lavoro veramente esemplare in cui si cerca di far chiarezza ospitando pareri diversi con il solo scopo di far crescere la consapevolezza su un tema così sentito senza nessun intento di privilegiare interessi di parte.
Ci sono praticamente tutti al Convegno sui Rifiuti del Rondani; tutti tranne un soggetto fondamentale nel tassello della gestione rifiuti di Parma: Iren.
Iren, che già in passato, in altre occasioni, si era sottratta al confronto con le associazioni e con i cittadini, anche questa volta sembra che, nonostante ripetuti inviti, non manderà nessun rappresentante ad esprimere il suo punto di vista.
Una Iren ormai completamente scollata dal territorio che risponde solo al sindaco (parzialmente in verità) e solo dopo ripetuti solleciti sulla stampa locale.
Ma oggi non vogliamo chiudere con una nota polemica il nostro quotidiano comunicato, ma con un grazie agli studenti della 5I del Rondani e simbolicamente a tutti gli studenti di Parma, che ci danno speranza che comunque andranno le cose, forse il nostro modesto contributo aiuterà a far crescere in loro uno spirito critico e una curiosità che farà del bene alla nostra città.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 29 marzo 2011
-404 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+302 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

lunedì 28 marzo 2011

Parma raccolga la sfida

Giuseppe Masera ha occupato ruoli di primo piano nel settore oncologico, prima di dedicarsi interamente all'oncologia pediatrica come professore del Dipartimento di Medicina Clinica e Prevenzione dell'Università di Milano-Bicocca e come direttore della clinica pediatrica dell'ospedale San Gerardo di Monza.
Grande impegno in campo oncologico, pioniere della collaborazione scientifica e medica con i Paesi dell'America Latina. E' stato lui, infatti, a dar vita a una ultra ventennale collaborazione con l'ospedale "La Mascota" in Nicaragua, promuovendo la creazione e lo sviluppo di un Centro di Oncologia Pediatrica anche in questo paese così lontano.



Giuseppe Masera mercoledì scorso è intervenuto alla Commissione Salute Ambiente in consiglio comunale.
“Ho lavorato 45 anni come pediatra nella cura delle leucemie. Morivano quasi tutti allora, ora guarisce circa l' 80% dei bimbi. Ho avviato progetti in Italia, in Europa e in Nicaragua. Purtroppo oggi vi è un aumento preoccupante, in Italia più che in Europa, di tumori infantili, soprattutto nel primo anno di vita. Dobbiamo a questo punto comprendere quali siano i fattori scatenanti. Un ambiente sempre più degradato è motivo di forte preoccupazione. Vengo da Monza e oggi ho assistito a un dibattito estremamente interessante e civile, con una cittadinanza (qui rappresentata da questa associazione) molto impegnata. L'Amministrazione che ascolta i cittadini è un patrimonio importante. Cittadini che esprimono una preoccupazione e che si impegnano a fare, non solo a dar suggerimenti o a criticare.
Credo che la strada uscita oggi sia abbastanza chiara: l' inceneritore non è la soluzione. La differenziata è una strada virtuosa e se andiamo ad esempio a Portici, non lontano da Napoli, vediamo che è possibile promuoverla in modo eccellente nonostante le molteplici difficoltà.
Ciò accade in molte altre sedi in Italia dove hanno sviluppato progetti davvero encomiabili.
Credo che il Comune di Parma abbia un'occasione straordinaria se sposa questa riflessione sulla preoccupazione per la salute e sui costi. La differenziata all'inizio costa un po' di più ma poi rende, con la cittadinanza partecipe a un progetto virtuoso.
Avrò il piacere di seguire quale sarà l'evoluzione del vostro percorso e se posso lasciare un suggerimento, come pediatra e oncologo, vi invito a raccogliere questa sfida perché Parma potrebbe diventare un esempio in tutta Italia e, conseguentemente, in tutto il mondo.
Parma potrebbe divenire esempio di riflessione su un atteggiamento favorevole alla salute e ai costi che, una volta a regime, sono sicuramente più convenienti.
Come pediatra e come uomo, spero che Parma raccolga questa sfida dedicata al futuro e alle future generazioni”.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 28 marzo 2011
-405 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+301 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

domenica 27 marzo 2011

Noi, i talebani della salute

Ieri il nostro comunicato stampa sul consigliere comunale Carla Mantelli, che chiama l'inceneritore termovalorizzatore, pensando di indorare la pillola.
Poco dopo un fitto dibattito si è scatenato su Parma Repubblica On Line, dopo che Pantalone ci ha dato dei talebani, senza dar modo ai lettori di valutare loro stessi lo scritto.
Comunque per noi è positivo quando si discute, lo scambio di commenti e analisi porta sempre con sé un approfondimento dei temi che è e rimane il nostro principale scopo.
Non sarebbe però male che Repubblica avesse pubblicato anche il nostro comunicato stampa che commentava un'intervista di Carla Mantelli a Zerosette.
Oltre al commento di Pantalone, i lettori avrebbero il diritto di esprimere la loro posizione sulla scorta di uno sguardo complessivo e non basandosi solo sull'opinione del giornalista.
Tornando al comunicato che ha suscitato questo acceso e fitto rincorrersi di commenti, confermiamo qui la nostra posizione e il nostro indirizzo.



Sì, siamo talebani, ma talebani della salute, talebani del bene del nostro territorio, talebani di un principio cardine, che noi non abbiamo mai abbandonato.
Quando si tratta di affrontare temi come quello della salute, non c'è bandiera che possa sventolare sulle nostre teste, perché questo valore non può che essere da tutti condiviso e perseguito, aldilà di qualunque convinzione politica.
Eppure ci ritroviamo tutti i giorni a scontrarci con il contrario di quanto andiamo affermando.
All'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse vengono mosse accuse alternate di essere di sinistra o di essere di destra, a seconda dell'occhio che osserva.
Il tema dell'inceneritore, fino a un paio di anni fa costretto nel sottoscala da un vuoto pneumatico di notizie, è finalmente ritornato al posto che meritava, il primo, nelle questioni strategiche del nostro territorio.
La nostra associazione si trova tutti i giorni ad affrontare una difficile sfida, anche con i media, che spesso e volentieri cercano di riportare in seconda linea la vicenda dell'impianto di Ugozzolo targato Iren, con tutti i mezzi a disposizione.
Conosciamo bene da che parte stanno i poteri forti della città, che individuano in questo progetto una occasione di incrementare ulteriormente i loro bilanci, senza impegnarsi in una analisi di bilancio un po' più allargata rispetto a una nota di cassa.
L'aver accettato di buon grado di far costruire a due passi da Barilla, da Chiesi, da Greci, un impianto di incenerimento delle dimensioni di quello di Parma, che di fatto è doppio rispetto alle necessità di trattamento dei rifiuti solidi urbani del nostro territorio, è stato un clamoroso autogol, che nessuna moviola oggi riesce a cancellare.
L'imbarazzo è evidente. Un impianto lungo l'autostrada non è un biglietto da visita ottimale per Parma, città del buon cibo e della buona tavola, culla della salubrità degli alimenti, crogiolo della food valley.
L'inceneritore a pochi passi dallo spaghetto più conosciuto al mondo è una iperbolica cantonata per gli eredi di Pietro Barilla, che di certo non si sarebbe fatta sfuggire la situazione senza reagire con l'autorevolezza di cui era capace, della quale probabilmente mancano i figli.
I talebani della salute, titolo di cui andiamo molto fieri, hanno presente forse più di altri gli scenari del dopo accensione, perché hanno seguito in giro per l'Italia e anche fuori dal nostro Paese, tutte le vicende che sono accadute e accadono quando si ha a che fare con impianti di questa natura.
Non sono particolari doti di intelligenza che ci hanno consentito di vedere oltre la cortina di finti slogan cosa sta dietro il business dei rifiuti.
E' da una semplice “non soddisfazione” che siamo andati oltre i comunicati ufficiali pomposi e falsi che accompagnavano dalla nascita il forno, scoprendone via via le beghe e i sotterfugi, le furbizie e i calcoli.
E non solo abbiamo scoperto i furbetti del camino ma anche ci siamo resi conto che la soluzione tecnologica che permette di trattare i rifiuti senza incenerirli è già presente ed efficace, ed anche a Parma potrebbe essere implementata. Se qualche amministratore avesse il coraggio di togliere la benda dagli occhi.
Eppure siamo ancora alle tesi cospirative, che viste dal nostro fronte sono davvero fantasmagoriche e ci fanno sorridere. Davvero credete che siamo così potenti?
Ma tutto si potrà dire di noi fuorché accusarci di oscure manovre a favore di chicchessia.
Lo sanno bene i partiti che ci rimproverano il non poter esporre bandiera nelle manifestazioni.
Lo sa bene il partito democratico con il quale non abbiamo mancato di fornire informazioni che a nessuno abbiamo negato.
Lo sa la stessa maggioranza in comune che subisce i filmati contro l'assessore alle grigliate Sassi.
Lo sanno bene i cittadini che si sono presi la briga di venirci a conoscere, perché solo in questa maniera è possibile comporre un quadro utile a tirare somme e bilanci.
E noi non abbiamo porte chiuse, falsi indirizzi, silenzi stampa e documenti da tenere nascosti.
Abbiamo nomi, cognomi, luoghi di ritrovo.
Mille volte abbiamo incontrato mille interlocutori, senza dire no a nessuno.
Di fatto abbiamo e stiamo tentando di far comprendere a tutti che cosa significa nel quotidiano l'accensione di un forno inceneritore e tutte le conseguenze che ci saranno sul territorio e sulla popolazione.
Non possiamo allineare la questione dell'impianto di Ugozzolo ad un comune tema di dibattito sul quale ognuno può discutere senza entrare nel merito delle questioni.
Non un dibattito di idee filosofiche e di visioni della vita è questo.
Stiamo parlando della salute di noi tutti, e della qualità dell'aria che respireremo, e della qualità del mondo che lasceremo in eredità ai nostri figli, poco dopo domani.
Noi abbiamo cercato nel possibile di dare strumenti di approfondimento, alcune volte sono stati colti da molti, altre volte no, ma di seri strumenti di approfondimento si trattava.
E neanche abbiamo una regia occulta che dalle retrovie detta la linea e paga i convitati.
La nostra unica fonte di sostegno sono i versamenti liberi che la popolazione della provincia ha voluto donarci. Ovviamente chi più, chi meno.
Abbiamo la fortuna di avere tra noi persone che più di tutti gli altri ci hanno creduto con passione e ritengono talmente importante la questione da dare tutto se stesso alla causa.
Possiamo affermare senza smentite di aver portato a Parma alcuni tra i massini esperti a livello mondiale di questi temi così importanti per il nostro vivere presente e futuro.
Per concludere tutti ci accusano di accusare, nessuno entra nel merito della questione.
Noi di quello vogliamo discutere.
La città avrebbe diritto a sapere tutto di questo inceneritore, una informazione libera da aziende che finanziano enti di ricerca per ottenere risultati stranamente favorevoli alle aziende finanziatrici.
A volte ci viene da pensare che ci sia una sorta di autolesionismo che porta a non affrontare mai i nodi del problemi. Tutti se ne tirano fuori, passano il cerino in continuazione, mentre il cantiere avanza. Nessuno, nemmeno quella stampa che dovrebbe vivere di inchieste e approfondimenti, che ci mostri in quale contratto è scritto che Iren ha diritto a risarcimenti in caso di stop.
Nessuno ci dice come stanno le cose.
Intanto possiamo solo registrare che gli amministratori vivono di piccolo cabotaggio, sfruttando in modo irresponsabili la nostra terra, invece che proteggerla e sostenerla, migliorarla per migliorare il futuro. Ultima fra tutte le sciocchezze il voler trasformare i nostri boschi in un grande allegro rogo, per produrre poca energia e tante emissioni, con le centrali a biomassa, che non sono altro che inceneritori camuffati.
Intanto nessuno interviene a Rubbiano dove Laterlite dal 2000 brucia rifiuti tossici a norma di legge, con emissioni doppie di quelle del prossimo camino, in via del Mulino Nero numero 1.
Che follia l'uomo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 27 marzo 2011
-406 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+300 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?