“Ci
aspetta un cielo grigio come Milano?”
Al Consorzio del Prosciutto
di Parma
Alla Unione Industriali di
Parma
La mia famiglia produce
prosciutto da 50 anni e mio nonno costruì il primo stabilimento,
parecchi anni prima che esistesse il Consorzio del prosciutto di
Parma.
Ho trovato fino ad ora
subdolo il silenzio che il Consorzio del Prosciutto di Parma ha
tenuto con riferimento alla vicenda del Cogeneratore ad olio animale
di Citterio al Poggio; ma appare ancora più vergognosa la risposta
data ufficialmente dalla direzione/presidenza del suddetto Consorzio
al comitato degli abitanti del Poggio.
La cogenerazione e il
bruciare ossa niente ha a che fare con la “responsabilità sociale
per la gestione dei rifiuti”: è solo un business speculativo di
fronte ad incentivi, e poi vendere l'energia prodotta e riacquistarla
a meno. L'ambiente si riempirà di polveri sottili inquinanti e se la
combustione non avviene ad alte temperature data la presenza di
materiale salato possono potenzialmente contenere anche diossina (e
date le correnti scenderanno su Felino e quindi anche sulla mia
testa) e tutto sarà ammorbato dal puzzo delle ossa bruciate.
Sapete cosa succede quando
accendono il motore? Si alza una colonna di fumo scuro molto alta e
compatta che poi inizia ad aprirsi e a diffondersi col vento.
Decine sono le famiglie che
abitano accanto e che dovranno subire - non per loro scelta - una
qualità di vita più bassa, un rischio per la salute e la perdita di
valore delle loro abitazioni. E questo è il “particolarismo” che
deve essere superato dalla “responsabilità sociale”?
Quei “particolari” che
devono essere per voi sacrificati sono persone e non cose o oggetti
sacrificabili sull'altare di una presunta “responsabilità sociale”
che in questi casi, guarda caso, non è esente dal guadagno ma non
della comunità solo per qualcuno, quello che si è costruito il
motore.
Chiamate Food Valley la
nostra vallata e la vostra ultima pubblicità faceva vedere verdi
colline bucoliche e prosciutti che diventavano buoni perché
respiravano il “marino”.
E ora i prosciutti di
Citterio o del prossimo stabilimento che si costruisce il
cogeneratore a fianco cosa respirano? Il puzzo di fritto del grasso e
delle ossa?
Il prosciutto di Parma
compie quest'anno 50 anni e fra altri 50 anni cosa vedremo?
Una vallata con un cielo
grigio e un'aria intrisa di inquinamento così come è oggi il cielo
di Milano oscurato dalle polveri sottili, con le persone e i bambini
che soffrono di allergie e malattie respiratorie croniche, come vi
può confermare qualunque medico di Milano.
E cosa è rimasto dello
spirito originale del prodotto madre della nostra vallata , quello
che da centinaia di anni i nostri contadini hanno prodotto? Niente.
La vostra risposta
testimonia dell'inaridimento di tutti gli ideali che aveva la
fondazione del Consorzio l'amore per il prodotto per la lavorazione
artigianale per la produzione reale; la vostra risposta testimonia il
vostro chinare capo e schiena di fronte agli interessi economici non
del comparto ma di pochi potenti industriali della nostra filiera,
spesso neanche originari della nostra terra parmense.
Potevate rispondere in modo
generico, potevate dire che il consorzio si occupa solo del
prosciutto e non delle scelte delle aziende in quanto imprese di
capitale, potevate anche fare la figura dello struzzo che nasconde la
testa sotto la sabbia dicendo che non conoscete il problema e che va
approfondito, comunque potevate esprimere una parola di vicinanza
alle famiglie coinvolte e che protestano con grande compostezza e
dignità e cercano il sostegno e il supporto al loro dramma, e senza
“ideologie” preconcette se non la difesa delle loro case e delle
loro famiglie.
E invece avete risposto come
una casta che difende fortemente e con decisione i suoi diritti -
presunti diritti -, mascherati da “responsabilità sociale”, una
casta anche un po' arrabbiata perché una amministrazione ascoltando
il fermento della cittadinanza ha sospeso un nuovo progetto nella
zona di Langhirano.
La vostra è una risposta di
cui mi vergogno e che io come produttore e cittadino della vallata e
come essere umano (perché oltre a fare i produttori di prosciutti
bisogna anche ricordarsi di essere degli esseri umani) non condivido
minimamente.
Era meglio il rimanere in
silenzio.
E poi il rifiutare l'invito
alla riunione del comitato, neanche fare finta di ascoltare: un altro
segno di disprezzo per quel “particolarismo” che è da superare,
che è trascurabile.
Ma chi credete di essere?
In fin dei conti mettiamo un
po' di sale su una coscia di porco e dopo un po' la vendiamo, non
siamo soggetti particolarmente superiori o che si debbano ritenere
tanto depositari di virtù da calpestare, se pur legalmente, gli
altri come trascurabili per il nostro personale ed esclusivo
benessere economico.
Era davvero meglio il
rimanere in silenzio.
Spero abbiate il buon senso
di non rendere pubblico questa vostra visione della situazione perché
vi attirereste il biasimo e le critiche della opinione pubblica, di
quei “particolari” che possono essere sacrificati alla alta
“responsabilità sociale” del bruciare le ossa per puro guadagno
di pochi, di quegli “emotivi” che a centinaia hanno firmato (me
compresa) per il comitato del Poggio e sono andati alle riunioni e
restano informati nella rete di facebook ed infine, cosa non
trascurabile, sono gli acquirenti del nostro prosciutto di Parma.
E' anche piuttosto
disdicevole che il consorzio del prosciutto di Parma non pensi
minimamente alla tutela della integrità della sua preziosa food
valley - al contrario di quello che ha fatto il Consorzio del
Parmigiano Reggiano -, valle in cui peraltro ci sono tanti altri
prodotti agroalimentari a cui non gioverebbe una pubblicità così
negativa: avere una vallata piena di grossi pentoloni puzzolenti che
bollono e sciolgono ossa per poi bruciare l'olio in un motore grande
come quello di una nave non sarebbe un bel vedere.
Per cui chiedo anche che
l'Unione Parmense delle Industrie, che fino ad ora ha tenuto un
atteggiamento opportunamente prudente ma attento sull'argomento,
ponga un freno al Consorzio del Prosciutto di Parma nell'esprimere
così cinicamente e freddamente le sue opinioni su un tema tanto
delicato , anche dal punto di vista umano, che tocca il nostro
territorio parmense, e affinché lo stesso consorzio si limiti ad
attenersi a quello che riguarda la produzione del prosciutto di Parma
e a non prendere posizione così sfacciatamente di parte su decisioni
private di singole aziende non legate direttamente alla produzione ma
a scelte finanziarie, in modi tali da arrecare pregiudizio di
immagine a quegli industriali del parmense che ancora hanno sani
valori legati alla produzione reale del territorio.
Greci e Folzani Spa
(dr. Folzani Maria
Margherita)
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
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GCR