sabato 7 marzo 2015

Dentro il camino

Gcr in visita all'inceneritore di Parma

Avevamo chiesto di osservare l'inceneritore dal di dentro fin dalla sua apertura e finalmente, in un
ventoso pomeriggio di inizio marzo, ci presentiamo infreddoliti ai cancelli.
Ad accoglierci Mauro Pergetti, l'ingegnere direttore della progettazione impianti di Iren, con Antonio Manente dell'ufficio stampa e Luciano Bussoni, addetto alla sicurezza.


Il primo confronto si svolge nella saletta adiacente l'ingresso dei camion, dove Pergetti ci presenta
la carta di identità di questo inceneritore da 130 mila tonnellate, che la Provincia di Parma ha
coccolato e fatto nascere, stigmatizzato da una recentissima pronuncia dell'Autorità Anticorruzione, proprio un mese fa, che riportava anche il giudizio della Commissione Europea del 2011 dove si ribadiva l'illegittimità dell'affidamento a Iren della costruzione dell'inceneritore.
Ma, si sa, è l'Italia: sempre in ritardo giunge la verità.
L'inceneritore è una grande caldaia in cui vengono bruciati rifiuti di ogni genere.
La complessità dell'operazione, oltre gestire al meglio la combustione stessa, emerge a rogo
ultimato.
Le altissime temperature cercano di distruggere il maggior numero possibile di molecole pericolose
formatesi bruciando materia, ma riducono la dimensione del particolato e lo rendono più pericoloso.
In testa al processo la poltiglia nauseabonda che viene scaricata per tutto il giorno dai mezzi adibiti
alla raccolta.
Sa di putrido e ti prende in gola, ammorba l'aria circostante, invadendo anche la sala controllo ai
piani alti, dove alcuni operatori sovrintendono ai processi, anche se, praticamente, sono del tutto
superflui.
L'inceneritore è un robot che opera in solitudine ed autonomia, si auto controlla.
Secondo la Vas predisposta dalla stessa Enia prima della costruzione, oltre 3 tonnellate di polveri
sottili si liberano in aria ogni anno.
In uno dei luoghi già più inquinati al mondo non è certo cosa da poco.
L'impianto è connesso alla rete di teleriscaldamento cittadina e contribuisce con il calore prodotto
dai rifiuti a scaldare le case allacciate, sostituendo in parte le centrali cittadine di via Lazio e via
Santa Margherita.
Il rovescio della medaglia è che l'inceneritore, scaldando l'acqua tutto l'anno, fa circolare nella rete
acqua surriscaldata anche durante le torride estati: una bevanda bollente al posto di un ghiacciolo.
I piani predisposti sempre dalla stessa Enia prevedevano di spegnere 7 mila caldaie domestiche,
ma questo traguardo non è stato raggiunto nemmeno da lontano.
E non ci sono nuovi allacci all'orizzonte.
Dal nostro punto di vista l'inceneritore è soltanto una macchina che trasforma i rifiuti, non li
distrugge, né li fa sparire come un mago d'antan.
Come le stufe a legna che scaldavano le nostre case, riduce di molto il volume di ciò che viene
incenerito, ma bruciando materiali eterogenei ne incrementa molto la tossicità, delle ceneri e del vapore della combustione.
Nessuno infatti brucia plastica nelle stufe di casa!
L'inceneritore crea a sua volta rifiuti, e li crea particolarmente pericolosi.
Il trattamento dei fumi è la parte più costosa di tutto l'edificio.
Calce e carbone attivo irrorano inizialmente le emissioni in arrivo dalla camera di combustione.
Poi un primo filtro a maniche intercetta i fumi per bloccare le molecole pericolose formatesi durante il processo: gas acidi, diossine, furani, metalli pesanti, idrocarburi policiclici aromatici.
Entra poi in gioco un secondo miscelatore a secco che apporta bicarbonato di sodio e altro carbone
attivo.
Segue un ulteriore filtro a maniche, per una ulteriore rimozione dei veleni.
A fine processo è attivo un abbattitore degli ossidi di azoto (DeNox Scr) che addiziona i fumi con
ammoniaca (prima che i fumi raggiungano il camino di 70 metri e vengano liberati in atmosfera).
Quattro stadi di trattamento dei fumi, a conferma definitiva della loro pericolosità.
Il volume dell'aria sporca in uscita è enorme: 144 mila metri cubi all'ora, per 24 ore al giorno, per 8 mila ore all'anno.
L'altezza del camino cela il tentativo di disperdere il più possibile l'emissione, in modo da non
concentrare gli inquinanti nei pressi dell'impianto e favorire l'opera dei venti.
Ciò che è trattenuto dei filtri a maniche è ovviamente particolarmente tossico e pericoloso.
Al punto che le scorie (polvere volanti) vengono trasferite in impianti dedicati in Germania (miniere
di salgemma), allontanate per l’eternità.
Avete letto bene, Germania.
E pensare che i sostenitori dell'impianto gridavano allo scandalo perché Parma, senza inceneritore, portava rifiuti fuori provincia: fino a Reggio! Fino a Modena!
Sotto la griglia di combustione invece si accumula altro rifiuto ancora, le scorie pesanti.
Sono circa il 22-25 % del materiale combusto e vengono avviate a recupero nei cementifici.
Anche in provincia di Parma, dove è attivo un impianto a Noceto, dove viene miscelato nella
produzione del clinker.
Entrano rifiuti, escono rifiuti trasformati, più ridotti ma più nocivi. Ridotti poi per modo di dire,
dato che si devono considerare le migliaia di metri cubi di aria emessi in atmosfera, con relativi
inquinanti che si accumulano nel tempo.
Il controllo delle emissioni viene effettuato monitorando una serie di inquinanti.
Ossidi azoto e di zolfo, monossido di carbonio, carbonio organico totale, acido cloridrico,
fluoridrico, Pm 10, polveri totali, ammoniaca.
Nei monitor collocati nei comuni limitrofi, e on-line sulla pagina web dedicata, viene indicato il
dato medio del giorno precedente.
L'Aia (le regole indicate dalla Provincia nel 2008) ha imposto target più stringenti rispetto alle
normative di riferimento.
Periodicamente, ogni quadrimestre, vengono campionati anche altri inquinanti, tra i quali le
diossine, i furani, gli Ipa, i metalli, il mercurio.
Tre immense caldaie a gas metano vengono mantenute sempre accese per intervenire in caso di
black out dell'impianto o picchi di fabbisogno.
Tecnici svizzeri erano al lavoro sulla linea 2, spenta da dieci giorni, per un anomalo dato del
monossido di carbonio, che a seconda dei giorni riporta un dato triplo, quadruplo o anche superiore
rispetto alla linea numero 1.
La cattedrale nel deserto è praticamente vuota.
Nel corso della visita rari incontri umani.
All'impianto bastano a avanzano 3 persone, il resto è manutenzione e trasporto di rifiuti, in arrivo o in partenza.
A noi, quando osteggiavamo l’impianto, ci accusavano di essere contro i posti di lavoro!
Come se l’inceneritore avrebbe portato decine e decine di nuove assunzioni.
Sotto l'impianto spuntano stecchi.
Attraverso i giornali ci avevano mostrato un immenso e rigoglioso bosco, ma di quello restano solo striminziti pezzi di legno senza foglie. Ma chi si ricorda ancora le promesse?
Rimane, nel rosseggiare delle luci intermittenti al camino, la sensazione di un enorme, gigantesco
spreco.
Ci voltiamo a guardare l'enorme opera di ingegneria, ricca di risorse finanziarie ed ingegno e
ci chiediamo ancora una volta perché non si sia invece investito nel riciclo, in nuove tecnologie per provare, almeno una volta, ad arrivare prima degli altri Paesi, e magari creare davvero posi di lavoro, che qui non ci sono, inceneriti insieme ai rifiuti.
La raccolta differenziata crea occupazione, non inquina, non distrugge materia e non ha bisogno di una miniera di salgemma in Germania per nascondere le sue polveri.

martedì 2 settembre 2014

Il mistero del Rio Sant'Ilario

Il cogeneratore inquina il torrente?

E' dalla primavera 2013 che l'impianto di colatura del grasso e il cogeneratore per produrre elettricità e ricavarne incentivi pubblici targato Citterio è pronto ai blocchi di partenza.
Per più di un anno però non era stato avviato.

 

Il motivo era da attribuire all'ossidazione del grasso animale derivata dalla stagionatura, che non permette la combustione del grasso nel cogeneratore, visto che il risultato sarebbe un intasamento del motore e la sua precoce rovina.
Avevamo anche segnalato che giravano voci sui tentativi dell'azienda di servirsi di additivi chimici, al fine di ovviare al problema.
Ma questa procedura non è permessa dalle normative vigenti.
Questa estate però il consigliere di maggioranza nel comune di Felino Enrico De Pietri, invitato nell'impianto dall'azienda, ha potuto constatare che il cogeneratore era in piena attività.
Nello stesso periodo i cittadini del Poggio Sant'Ilario, sede dell'azienda, si sono accorti di un flusso anomalo di acqua nel Rio S.Ilario.


Questo piccolo corso d'acqua è normalmente asciutto nel periodo estivo, salvo nei momenti di pioggia intensa.
Ora invece presenta una portata costante di acqua.
I cittadini si sono anche accorti di diversi sversamenti lungo il rio, a distanza di tempo uno dall'altro, di una sostanza bianca simile alla soda.

Hanno così provveduto a segnalare la situazione ad Arpa che ha prelevato campioni di acqua da sottoporre ad analisi.
E' passato un bel po' di tempo ma dei risultati neanche l'ombra.
Perciò Rete Ambiente Parma si è attivato con Arpa per avere finalmente una risposta.
In questi giorni è stata spedita una Pec alla sede di Parma chiedendo per l'appunto che sia fatta chiarezza sull'episodio, in modo da rispondere alle giuste domande dei cittadini di Felino.
Cosa passa nel rio Sant'Ilario?
Che tipologia di azioni ha permesso che il cogeneratore fosse avviato?
Sono state verificate le rispondenze ai dettami di legge?

Giuliano Serioli
2 settembre 2014

Rete Ambiente Parma

per la salvaguardia del territorio parmense

martedì 29 luglio 2014

Barilla e Ercolini, un sentire condiviso

Questa mattina si è svolto l'incontro tra Barilla e il premio “Nobel” per l'ambiente Rossano Ercolini, ricevuto in via Mantova con una delegazione dell'Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse.
Incontro importante, aperto, approfondito, lungo, sincero, fuori dagli schemi.
Queste le sensazioni a caldo che provano il Goldman Prize 2013 Rossano Ercolini, Francesco Barbieri e Aldo Caffagnini dopo il lungo dialogo con Paolo Barilla ed il suo staff.



Doveva trattarsi di un'oretta. Poteva ridursi a una manciata di minuti. E' durato un paio d'ore. Gli interlocutori hanno esposto con tranquilla chiarezza e ascoltato con attenzione e interesse senza tabù di sorta.
Il riconoscimento ricevuto da Rossano, le sue esperienze e i suoi contatti in giro per il mondo hanno permesso di esaminare il tema inceneritore in modo profondo, fuori dai confini locali.
Entrambe le parti condividono preoccupazioni, attenzione, tensioni attorno a questi temi.
I contatti e le relazioni internazionali allacciate in questi anni, da Paul Connett a Jeremy Irons, Jack Macy, Michael Braungart, le rete internazionale Rifiuti Zero e il prestigioso riconoscimento conferito a Rossano Ercolini, hanno messo in discussione passi e progetti che fino a pochi anni fa apparivano certezze.
Ogni attore, all'interno del proprio ambito, condivide il bisogno di fare la sua parte per trasformare criticità in punti di forza.
La nostra storia non è estranea a cambiamenti radicali e repentini, anche apparentemente impossibili.
In tempo di guerra gli americani trasformarono l'industria civile in industria bellica in pochi mesi.
In tempo di pace non riusciamo a dare vita ad un nuovo miracolo dove tutti gli attori, dall'università alle forze imprenditoriali, politiche e della società civile, concorrono al bene comune?
Possiamo creare un cambiamento che le future generazioni non dimenticheranno.
Noi ci proveremo.

Parma non vuole bruciare il suo futuro

La risposta convinta dei cittadini di Parma ha di fatto rinnovato l'impegno di Gcr per lo spegnimento dell'inceneritore di Ugozzolo.
La libreria Feltrinelli stracolma di gente, un pomeriggio datato 28 luglio, non è cosa da poco.
Ma certamente ne valeva la pena per ascoltare la trama di vita di Rossano Ercolini, maestro elementare di Capannori assurto a Goldman Prize 2013, il “Nobel” per l'ambiente, per il suo impegno vincente verso rifiuti zero.


Una fatica iniziata con poche anime contro l'inceneritore che volevano costruire a Capannori, 40 mila anime poco fuori Lucca, che è diventato un movimento che ha valicato i confini italiani.
Oggi Rossano Ercolini è presidente di Zero Waste Europe, il movimento Rifiuti Zero annovera 205 comuni italiani, 4,5 milioni di abitanti equivalenti, Parma inclusa, e gira l'Italia e i Paesi Europei a seminare il verbo zero-waste, sostenendo le battaglie locali contro i mostri voraci che bruciano e inquinano senza risolvere.
L'impegno di Ercolini si è spesso intrecciato con le vicende parmigiane.
Rossano ha portato a Parma Paul Connett, il chimico americano ideatore della strategia rifiuti zero, e sempre lui si appellò sotto casa dell'ex sindaco Vignali, affinché si facesse un passo indietro sul progetto del forno.
Un amico di Parma che ha confermato ancora una volta il saldo legame con gli attivisti di Gcr, il particolare affetto che lo lega alla città che oggi è prima in Italia per raccolta differenziata, che sta affamando il forno fermo al 40% del suo potenziale e a rischio fallimento.
Ieri la conversazione con il sindaco Pizzarotti è stata animata da Pietro Ferraguti, direttore di Teleducato, lo stesso che governò la sfida tra l'oggi sindaco e l'aspirante tale Bernazzoli, finita come sappiamo.
Presente anche l'assessore Folli, che ha riletto i numeri del nuovo corso del porta a porta, evidenziano i 3 milioni di euro che il comune, e i cittadini, risparmieranno nel 2014 grazie alla messa a regime del sistema, sotto la regia di Raphael Rossi.
Non è finita.
Questa mattina Ercolini verrà ricevuto da Paolo Barilla per portare la preoccupazione che nel cuore della food valley, nei pressi di aziende leader nel mondo per la qualità dei loro prodotti, si annidi un impianto che potrebbe attrarre rifiuti non solo da tutta la regione ma anche da tutta Italia.
Un orizzonte molto cupo cui tutta la città è chiamata a far fronte comune.

Per evitare disastri e non bruciare il suo futuro.

martedì 22 luglio 2014

Non bruciamo il futuro

Il 28 luglio l'appuntamento è da Feltrinelli per il libro del “Nobel” per l'Ambiente
L'inceneritore torna al centro della scena, Ferraguti moderatore

Rossano Ercolini, maestro elementare in un piccolo comune della Toscana, è fondatore di Ambiente e Futuro, associazione nata con l'obiettivo di informare sui rischi ambientali dell'incenerimento e per proporre strategie alternative per la corretta gestione dei rifiuti.
Lunghi anni di battaglie lo hanno portato allo scontro aperto con gli apparati politici e i poteri economici locali e nazionali, ma alla fine ha vinto lui.


Nel 2007 il comune di Capannori è stato il primo in Italia ad adottare la strategia Rifiuti Zero, ideata dal chimico americano Paul Connett, ed è diventato in poco tempo il centro di un movimento che, da Napoli a Milano, coinvolge ora sempre più cittadini e tanti amministratori e che ha assunto
Nell'aprile 2013, per questo suo impegno ad affermare e diffondere una rivoluzionaria gestione dei rifiuti che salvaguardia l'ambiente e promuove l'economia, Rossano, è stato invitato alla Casa Bianca dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che gli ha consegnato il Goldman Environmental Prize.
Non bruciamo il futuro è la testimonianza fiera e coinvolgente di questo percorso, la dimostrazione chiara e diretta delle enormi possibilità di un modo di fare politica nuovo e capace di organizzarsi dal basso.
È anche uno straordinario manifesto educativo: in tutti questi anni l'autore non ha infatti mai smesso di insegnare.


Rossano Ercolini è oggi il simbolo di un ambientalismo capace di incidere in maniera efficace nello sviluppo di un territorio, andando oltre le ideologie e gli schieramenti.
Perché è solo con l'impegno di tutti a prendere parte al cambiamento che la democrazia respira e, con essa, prende vita la speranza di un futuro migliore.
Parma ha voluto seguire l'esempio di Capannori adottando nel 2013 la strategia Rifiuti Zero che oggi conta 205 Comuni italiani per un totale di 4,315 milioni di abitanti.
In queste settimana Parma ha anche aderito all'Associazione Comuni Virtuosi per indicare decisamente la strada che vuole imboccare per garantire futuro ai cittadini di domani.
Oggi la differenziata è al 70%, il porta a porta è esteso a tutta la città, non ci sono più cassonetti per le strade, è calato di 15 mila tonnellate il rifiuto residuo da smaltire.
Presso la libreria Feltrinelli di via Farini, il 28 luglio alle ore 18, verrà presentato il libro di Ercolini, in un interessante scambio di opinioni tra l'attivista toscano e il sindaco 5 Stelle di Parma, Federico Pizzarotti.
L'incontro sarà condotto da Pietro Ferraguti, direttore di Teleducato.

La pagina facebook dell'evento: http://goo.gl/vF9XhX

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 22 luglio 2014

martedì 15 luglio 2014

Parma, avanti con il porta a porta

Analisi e suggerimenti per migliorare ancora il sistema

La raccolta differenziata a Parma è giunta al porta a porta integrale, in tutta la città.
Un risultato notevole e meritevole, che colloca la nostra città al primo posto tra le città medie in Italia per attuazione di politiche volte al recupero di materia ed alla minimizzazione del residuo.
E i risultati già si sono fatti sentire.
Rd al 70% e a fine anno 15 mila tonnellate di rifiuto residuo in meno.
La fase di avvio del porta a porta spinto reca con sé (accade sempre) uno strascico di difficoltà, difetti, messe a regime, che accompagnano i primi mesi di adozione del nuovo sistema.
Ciò accade in particolare nelle città, mentre nei paesi questi fenomeni sono numericamente ridotti.
E, in città, si evidenziano in modo particolare nei centri storici, molto meno nei quartieri decentrati e di periferia.


Problemi che in definitiva sono riassumibili in casi di abbandono rifiuti sui marciapiedi, nelle piazze, accanto alle campane del vetro o ai cestini stradali, alla protesta da parte di alcuni cittadini per la complessità del sistema, alla messa a punto di tempi e modi della raccolta.
Gcr segue da vicino la tematica, essendo dal 2006 l'associazione che è scesa in campo per contrastare la costruzione dell'inceneritore di Ugozzolo, ma che ha sempre proposto le alternative possibili all'impianto, oltre che sostenuto la bontà e la necessità del sistema porta a porta, l'unico in grado di portare il tasso di differenziata oltre il 70%.
Così oggi ribadiamo l'insostituibilità del sistema messo a punto del Comune di Parma, ma anche la necessità di migliorare, per giungere a percentuali più elevate e dimostrare nei fatti l'inutilità dell'impianto di incenerimento, che già oggi lavora al 50% scarso delle sue potenzialità, proprio per mancanza di “carburante”.
Interveniamo dopo un certo lasso di tempo, una decantazione necessaria a osservare l'evolversi della situazione in città.
Ribadiamo quindi la bontà del sistema porta a porta spinto, con la necessaria adozione della tariffazione puntuale, che permette di premiare i cittadini che collaborano attivamente al sistema.
Detto questo poniamo alcuni argomenti-proposta all'attenzione dell'amministrazione, con l'intento di contribuire al miglioramento ulteriore del modello.

Orari
Crediamo vada valutato lo spostamento della raccolta nelle ore serali-notturne, per ovviare all'occupazione diurna dei marciapiedi con i materiali da riciclare, in particolare i sacchi gialli del multimateriale, visivamente ed effettivamente i più ingombranti.

Sanzioni
Dopo la fase di informazione va incrementato il controllo e l'applicazione di sanzioni a carico dei furbetti, che rovinano l'impegno della stragrande maggioranza dei cittadini.

Informazione
Va raffinata ulteriormente la disponibilità di informazioni sul nuovo sistema di raccolta, ad esempio mettendo a disposizione una pagina web con la suddivisione della città nelle zona di competenza e l'evidenza dei giorni di raccolta con appositi pop up. Valutare l'applicazione di adesivi sulle campane del vetro per indicare il divieto di abbandono e le sanzioni previste. Valutare un numero verde dedicato alle segnalazioni, finalizzato al pronto intervento.

Centri di raccolta
Va sviluppato il progetto legato all'adesione ai Comuni a Rifiuti Zero di trasformare questi punti in centri di riuso e recupero e non solo in luoghi di deposito senza recupero, in modo da ridurre drasticamente i materiali a smaltimento a favore della riparazione e della ricollocazione degli oggetti sul mercato, favorendo un'economia legata al concetto del riutilizzo dei materiali scartati.

Parchi e spazi verdi
Va introdotta anche nei parchi la raccolta differenziata con appositi contenitori dedicati ai diversi materiali mentre vanno modificati i cestini stradali introducendo contenitori con bocche differenziate (indifferenziato, plastica, carta).

Grande distribuzione
Va incrementato il dialogo con la grande distribuzione per raggiungere migliori risultati in termini di raccolta differenziata interna, disponibilità in tutti i punti vendita di prodotti sfusi e anche locali (km zero), disponibilità di contenitori per disfarsi dell'imballaggio riciclabile direttamente all'uscita dal punto vendita.

Basta sprechi di cibo
Va incrementato e messo a regime un sistema di recupero e ridistribuzione dei cibi scartati per scadenza ravvicinata o limite di legge per la vendita, sul modello del last minute market, a disposizione di associazioni, mense, centri di accoglienza, comunità.

Mercati, fiere, manifestazioni
Va introdotta la raccolta differenziata spinta obbligatoria in tutti i mercati, fiere, manifestazioni all'aperto con la messa a disposizione di appositi contenitori.

Qualità della raccolta
Va superato il concetto di tasso di raccolta differenziata per giungere all'indice di riciclo, che monitora l'effettivo quantitativo di materiale reimmesso nel ciclo produttivo.

Case dell'acqua
Va creata una rete di punti di approvvigionamento di acqua del sindaco, uno per quartiere, anche prendendo in considerazione di applicare un minimo costo per il cittadino, in concorrenza con l'acqua minerale acquistata al supermercato, per contribuire alle spese di manutenzione.

Differenziata in ospedale
Va migliorata la raccolta differenziata negli ospedali e nelle case di cura per evitare inutile spreco di materiali e incremento dei costi di smaltimento dei Rot, quando invece non sono tali.

No ai cassonetti interrati
Siamo contrari all'introduzione di cassonetti interrati e/o a tessera. I tentativi in questo senso adottati in altre città hanno dato esiti negativi e controproducenti.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 15 luglio 2014

venerdì 30 maggio 2014

Scuole di Parma a rifiuti zero

Rifiuti?Risorse! è il progetto per portare nelle scuole della città la cultura del riciclo e della riduzione dei rifiuti.
Organizzato dall'associazione Gestione Corretta Rifiuti, R?R! ha goduto del patrocinio e della piena e convinta collaborazione del Comune di Parma, attivo in particolare con i servizi ambientali ed educativi.
L'anno scolastico in corso corrisponde con la seconda edizione del progetto, che ha coinvolto 80 scuole per corrispondenti 14 mila alunni.


In questi giorni sul sito dedicato all'iniziativa, http://rifiutirisorse.weebly.com/ , sono stati pubblicati i risultati dei primi tre mesi di “raccolta”, quelli di gennaio, febbraio e marzo.
I “numeri” sono particolarmente importanti e rendono merito a insegnanti e alunni di Parma per l'impegno e le capacità espresse in questo progetto.
I materiali riciclabili “conteggiati” sono stati la carta, la plastica e il barattolame.
In questi 3 mesi sono stati raccolti da Iren, che si è messo a disposizione del progetto, 1 milione e 600 mila “litri” di materiali, 1 milione tra plastica, vetro e barattolame, e 600 mila litri di carta.
Numeri imponenti che devono far riflettere.
Quanti rifiuti non sono tali se correttamente gestiti?
A primeggiare nella classifica dei riciclatori, il nido d'infanzia Pinocchio con 285 litri per alunno, la scuola primaria Rodari, con 246 litri, il nido d'infanzia La Trottola, 140 litri.
Il riciclo dei materiali come carta, plastica, vetro e alluminio permettono un doppio risparmio.
Il primo è quello di non dover ricorrere a materie prime vergini per produrre nuovi manufatti.
Il secondo l'imponente risparmio di energia che si ottiene dalla lavorazione di un materiale già pronto, rispetto alla produzione a partire da elementi naturali prelevati in natura.
I risultati a livello nazionale sono sorprendenti.
Il comparto del riciclo occupa 37 mila addetti, fattura 10 miliardi di euro con 1400 aziende.
Nei 15 anni di operatività del riciclo nazionale sono stati risparmiati 125 milioni di tonnellate di emissioni di CO2 e 350 miliardi di kWh.
Il progetto Rifiuti?Risorse! sta attirando attenzione non solo a livello locale.
Il gruppo di 500 associazioni che ha presentato la proposta di legge rifiuti zero ha in animo di sviluppare un progetto nazionale sulla scuola che prenda spunto dall'iniziativa parmigiana.
Rifiuti Zero è a un passo, ed è già realtà nelle nostre scuole.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 30 maggio 2014

venerdì 25 aprile 2014

Imballaggi 100% riciclabili, un traguardo a portata di mano

Il caso di Colgate-Palmolive negli Stati Uniti e di Barilla e Gruppo Pedon in Italia

Per le aziende la totale riciclabilità degli imballaggi non è sempre una priorità.
Capita di vedere prodotti che da una confezione monomateriale facilmente riciclabile (vetro, plastica o carta) passano ad una in poliaccoppiato e/o con parti non separabili, oppure rivestita da etichette coprenti, oppure contenente additivi che ne compromettono il riciclaggio.
Per questo motivo e per diffondere tra i cittadini l'informazione necessaria per scelte di consumo consapevoli, è stata lanciata nel 2012 la campagna Meno rifiuti più Benessere in 10 mosse.
Ci però però anche segnali positivi.


Dalla sede americana della multinazionale Colgate- Palmolive arriva l'impegno a rendere completamente riciclabile entro il 2020 il packaging per tre su quattro delle sue categorie di prodotto.
Il progetto interessa i prodotti per la cura della casa, della persona e degli alimenti per animali, mentre per la quarta categoria, l'igiene orale, il primo passo è lo sviluppo di un tubetto di dentifricio riciclabile, al posto di quello attuale in materiale composito non riciclabile, caratteristica comune alla maggior parte dei tubetti per dentifricio in commercio.
Altri obiettivi del piano di Colgate Palmolive, da perseguire entro il 2020, sono la riduzione o eliminazione del PVC e l'incremento del contenuto medio di materiale riciclato, che verrà portato dal 40% al 50, sia per il packaging in carta, sia che per quello realizzato nei vari tipi di plastica, PET, HPE, PET, HDPE e PP.

La decisione la si deve per lo più all'opera di As-You-Sow, una organizzazione non governativa ambientalista americana che dal 2012 invita le aziende all'adozione di politiche incentrate sulla Responsabilità Estesa del Produttore, anche per gli imballaggi post consumo.
As-you-Sow ha quantificato in 11,4 miliardi di dollari il valore economico degli imballaggi che invece di essere riciclati sono stati smaltiti negli USA nel 2010, tra discariche e inceneritori.
Tra le aziende multinazionali con cui l'ONG ha instaurato un dialogo costruttivo figurano anche P&G e Unilever.
Poco feeling invece tra As-you-Sow e il gruppo Kraft Food, “colpevole” di aver immesso in commercio miliardi di confezioni "stand-up pouch" di succo a marca Capri Sun.
Le stand-up pouch sono delle buste non riciclabili in materiale laminato, in genere plastica e alluminio, sempre più utilizzate nel settore di alimenti e bevande per la loro facilità d'uso e il minimo ingombro per trasporto e stoccaggio.
Oggi hanno preso il posto di lattine e bottiglie soprattutto per le mono porzioni.
Per capire l'impatto di queste confezioni basti pensare che ne vengono vendute negli USA 1,6 miliardi di pezzi all'anno (solamente per la linea Capri Sun), mentre la loro produzione globale ammonta a circa 5 miliardi di pezzi.
A questo tipo di assurdo imballaggio è stato dedicato buona parte del video "Designed to be waste”, progettati per diventare rifiuto.

In Italia Barilla ha sostituito nel 2013 l'incarto delle confezioni di biscotti Mulino Bianco e Pavesi con un poliaccoppiato che può essere riciclato con la carta, raggiungendo così -con un anno di anticipo rispetto alla scadenza indicata nell'ultimo bilancio di sostenibilità- l'obiettivo del 98% di riciclabilità per il totale degli imballaggi utilizzati.
Sempre nel nostro Paese un esempio per le piccole medie imprese è rappresentato dal Gruppo Pedron.
Con l'installazione di 58 silos ecosostenibili, le materie prime possono essere ricevute “Pedoncampagnaeticasfuse”, stoccate cioè direttamente nei silos senza che ci sia più bisogno del confezionamento in sacchi di plastica, da 25 o 50 kg, come avveniva precedentemente.
I benefici sono quantificabili in un risparmio annuale di circa 37 tonnellate di plastica e nella mancata emissione di 80 tonnellate di anidride carbonica nell’ambiente.
“I consumatori negli ultimi anni sono sempre più attenti ai contenuti green e reputano l'impatto ambientale del prodotto come uno dei fattori di scelta nel processo di acquisto. Per questo motivo è fondamentale che il pack sia caratterizzato da imballi sempre più eco-compatibili”, questo è quanto ha affermato Luca Zocca -marketing manager del Gruppo Pedon- durante il convegno svoltosi a Vimercate sulle novità legate alla stampa dell'imballaggio alimentare.
“Per quanto riguarda il packaging siamo attenti ai costi, ma dobbiamo necessariamente coniugare esigenze di qualità e sicurezza con la facilità d'uso e quando studiamo un prodotto innovativo non lesiniamo sul pack, perché ne perderebbe di appeal e ne sminuirebbe il contenuto” –prosegue Zocca–. “In tema di eco-sostenibilità, utilizziamo per alcune linee di prodotto carta certificata FSC e imballi totalmente riciclabili. Ricordiamo che l'impatto ambientale, associato ad altri aspetti etici, sono importanti driver di scelta e di acquisto del prodotto a scaffale”.
L'utilizzo della plastica nella produzione di imballaggi è purtroppo destinato a salire, come si legge in un recente articolo di Polimerica.it, che presenta uno studio sul mercato europeo della società di consulenza Ceresana.
In assenza di contromisure aumenterà l'utilizzo di contenitori difficilmente riciclabili, che in genere finiscono nel gruppo delle plastiche miste (imballaggi flessibili, sacchetti, vaschette, polistirolo, etc.), con destinazione finale l'inceneritore.
Infatti gli operatori del settore della selezione e riciclo degli imballaggi di plastica rilevano un'inversione di tendenza nella tipologia delle plastiche raccolte. Se in passato le plastiche rigide, costituite da bottiglie e contenitori in PET e HDPE, rappresentavano la maggioranza degli imballaggi raccolti, con percentuali intorno al 60%, è ora il gruppo delle plastiche miste ad essere presente in misura maggiore.
Questa realtà trova anche riscontro nei dati preliminari su raccolta, recupero e riciclo di imballaggi in plastica nel 2013 resi noti da Corepla, che vedono un aumento modesto della percentuale di riciclo sull’immesso al consumo al 37,2% (+1,1%) e una forte crescita del volume degli imballaggi in plastica avviati a recupero energetico (+9,8%), arrivati a 773 mila tonnellate.
La percentuale di recupero energetico (incenerimento) sull’immesso al consumo di imballaggi di plastica è infatti salita dal 34,3% al 37,8 (+3,5%) superando, seppur di poco, la percentuale degli imballaggi riciclati.

Per poter raggiungere l'obiettivo europeo di riciclo di materia pari al 50% della plastica immessa al consumo entro il 2020, andrebbero intraprese sia sul fronte aziendale che legislativo alcune azioni improcrastinabili che facciano tesoro delle indicazioni che arrivano dai riciclatori europei e dalle migliori esperienze italiane in materia di riciclo delle plastiche miste, come ad esempio Revet Recycling.

Silvia Ricci

Comuni Virtuosi

Italia Fruit


giovedì 6 febbraio 2014

Al via la seconda edizione di Rifiuti?Risorse!

Sono 75 le scuole presenti sul territorio del Comune che hanno aderito al progetto “Rifiuti? Risorse!”, ideato dall’Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma, con il patrocinio e la co-organizzazione degli assessorati all’ambiente e alla scuola e servizi educativi del Comune di Parma, in collaborazione con Iren Emilia. Il progetto ha preso il via il 22 gennaio ed ha lo scopo di sviluppare la sensibilità ai temi della raccolta differenziata e della corretta gestione dei rifiuti nelle nuove generazioni, sono coinvolti migliaia di alunni.


Nidi comunali, scuole dell’infanzia comunali e statali e quasi tutte le scuole primarie e le secondarie di primo grado statali e paritarie del territorio si impegneranno fino alla conclusione dell’anno scolastico in un percorso volto a attuare le buone pratiche per la riorganizzazione e lo sviluppo della raccolta differenziata spinta attraverso una gestione corretta dei materiali di scarto ed il loro collocamento appropriato nei contenitori dedicati ai diversi materiali riciclabili. Così i giovani alunni avranno modo di imparare sul campo dove mettere la carta, plastica e barattolame, il rifiuto residuo e l’organico, attraverso il riconoscimento delle varie tipologie di rifiuti ed il loro opportuno smaltimento, per fare in modo che i rifiuti, considerati dai più un problema, si trasformino in un vantaggio per tutti. Il progetto ha, quindi, lo scopo di sensibilizzare le giovani generazioni ad un corretto utilizzo dei materiali ed alla loro destinazione a fine utilizzo. In più, attraverso una registrazione degli svuotamenti, il Comune dirotterà direttamente alle scuole i contributi Conai – Consorzio nazionale imballaggi -, derivanti dalla vendita dei materiali al Consorzio stesso.
Gli alunni impareranno a muoversi utilizzando il “Rifiutologo” e facendo riferimento al “Decalogo”: dieci regole per una raccolta differenziata di qualità. Si tratta di uno sforzo organizzativo importante: ogni scuola ha al proprio interno il referente di progetto ed è stata dotata di vari contenitori per la differenziata spinta. Tutti i dettagli del progetto sono presenti nel sito: www.rifiutirisorse.weebly.com.
“Abbiamo aderito a questa iniziativa, proposta dall’Associazione Gcr, – spiega il vicesindaco Nicoletta Paci con delega alla scuola e servizi educativi – in quanto ne condividiamo le finalità educative ed ambientali. Gli alunni imparano a gestire correttamente i materiali post utilizzo e possono proporre la loro esperienza in contesti extrascolastici, con benefici per tutta la comunità”.

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore all’ambiente Gabriele Folli che ha sottolineato come “in questa delicata fase di trasformazione che comporta anche il cambiamento nelle abitudini dei cittadini a seguito dell’introduzione del sistema di raccolta differenziata porta a porta, riteniamo di fondamentale importanza l’informazione e la formazione delle giovani generazioni nelle scuole”. Per questo il Comune ha deciso di incentivare questo progetto con una piccola somma corrispondente ai contributi riconosciuti dal Conai, per i quantitativi di carta e plastica raccolti presso i singoli istituti negli appositi contenitori.

giovedì 30 gennaio 2014

Citterio, perché l'inceneritore non si accende?

I cittadini di Felino e la gente del Poggio di S.Ilario Baganza se lo chiedono ormai da un po'. L'inceneritore a grasso animale che Citterio ha voluto costruire nel proprio stabilimento che fine ha fatto?
Se lo è chiesto lo stesso comune di Langhirano, che si era opposto alla richiesta di un impianto simile nel suo territorio.
Non smettiamo di chiedercelo noi di Rete Ambiente Parma, impegnati in tutti i modi contro la sua realizzazione a causa della pericolosità delle emissioni.
L'impianto è pronto dall'inizio dell'estate scorsa, ma non si accende.
Mistero.


E' pronto l'impianto di rendering per la colatura del grasso dagli scarti dei prosciutti, è pronto il motore endotermico per bruciarlo ed alimentare il cogeneratore per produrre energia elettrica da cui ricavare milioni di euro di incentivi pubblici.
Eppure tutto tace.
Non dice niente nemmeno Citterio.
Per il Comune di Felino il problema è come se non esistesse, per l'Amministrazione Provinciale, che ha dato l'autorizzazione in conferenza dei servizi, vige la legge del silenzio.
Tra i tecnici del settore invece la voce corre.
Termoindustriale, l'azienda che ha fornito l'impianto, pare non sia stata pagata, e per questo è in lite con Citterio.
Citterio non vuole pagare.
Perchè?
Perché l'impianto non può funzionare.
Il grasso, che brucia bene come normale strutto suino, quando ricavato dalle carcasse appena macellate, ha un comportamento diverso se ricavato dagli scarti di prosciutti stagionati.
Il grasso da stagionatura ha un tenore di acidità tale che pregiudica la combustione e rischia di rovinare il motore.
Con una acidità dei grassi del 5%, la combustione accresce di molto la polimerizzazione e la formazione di concrezioni carboniose nel motore endotermico.
In un nostro documento di un anno fa avevamo già indicato il problema: “Il grasso viene mantenuto fluido tramite preriscaldamento. Il preriscaldamento provoca un aumento delle temperature in camera di combustione che, unitamente ad un elevato tenore di ossigeno delle molecole di grasso, determina polimerizzazioni degli acidi grassi e formazione di concrezioni carboniose agli iniettori ed alle valvole e grandi emissioni di NOx” (Reteambiente 15-3-2013 “Analisi puntuale del progetto Citterio”)
Il livello maggiore di acidità dei grassi ricavati da prodotti stagionati ha accresciuto il problema.
Pare che l'azienda stia provando ad aggiungere additivi chimici al grasso da bruciare, con ulteriore pregiudizio per le emissioni nocive.
Così non va.
Gli enti preposti (Provincia, Comune di Felino, Arpa etc), che in conferenza dei servizi hanno autorizzato l'impianto, dovrebbero ora spiegare ai cittadini la situazione, sospendendo l'autorizzazione a bruciare.
Col silenzio si sta creando un grave pregiudizio alla qualità e alla salubrità delle produzioni agroalimentari del nostro territorio.
Vi è assoluta e urgente necessità di chiarezza sull'inceneritore, che si erge all'interno dello stabilimento Citterio.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
30 gennaio 2014


www.reteambienteparma.org - info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave allamianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorseno cava le predelle
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
comitato associazione giarola e vaestano per il territoriono cogeneratore a langhirano