venerdì 26 agosto 2011

Nudi per l'aria pulita

Insolita protesta in Francia di un gruppo di ambientalisti dell'associazione Respire.
Per dichiararsi contro la costruzione di un nuovo inceneritore vicino a Clermond Ferrand, hanno deciso di deporre i vestiti e di presentarsi nudi all'occhio della macchina fotografica.
Si tratta della manifestazione Nus et Debout (Nudo e in piedi) che ha coinvolto gli attivisti dell'associazione.
Anche in Francia sono molto gravi le ripercussioni sull'ambiente degli inceneritori attivi nel Paese.
Vivere nei pressi di un inceneritore di rifiuti aumenta il rischio di tumore?



Secondo uno studio condotto dal dipartimento per la Salute e per l’Ambiente francese, la percentuale di rischio aumenterebbe sensibilmente, con addirittura punte di rischio del 9,1%.
“Maternal residence near municipal waste incinerators and the risk of urinary tract birth defects” è il titolo dello studio condotto nella regione del Sud Est della Francia, Paese che nel 2000 ha incenerito 11 milioni di tonnellate di rifiuti, il 26% della produzione.
E’ stato condotto da una equipe Università di Lione, di Rennes e dal Registro delle Malformazioni del Rhone-Alpes, la zona dove sono emersi picchi di malformazioni nei nuovi nati, che non trovano giustificazione.
Si tratta di 304 neonati che hanno evidenziato difetti all’apparto genitale. In particolare problemi renali e di uropatia ostruttiva.
Sylvaine Cordier, Anne Lehebel, Emmanuelle Amar, Lucie Anzivino-Viricel, Martine Hours, Christine Monfort, Cecile Chevrier, Mireille Chiron, Elisabeth Robert-Gnansia, sono le donne scienziate che hanno approfondito con passione ed attenzione il problema, giungendo a delle conclusioni prevedibili quanto preoccupanti.
“Gli inceneritori dei rifiuti” recita il trattato “rilasciano una miscela di sostanze chimiche persistenti con un forte potenziale tossico per l’embrione, inclusi metalli pesanti e diossine/furani, nell’atmosfera”.
Stiamo parlando proprio degli inceneritori, quelli che fanno meno male di una grigliata, a sentire parlare la nostra scienziata locale, nonché assessore all’ambiente del comune di Parma.
“Abbiamo trovato una associazione tra il vivere in prossimità di un inceneritore e il rischio di difetti all’apparato urinario dei nuovi nati” è la lapidaria conclusione dello studio che sottolinea come anche il consumo di prodotti locali modifichi il rischio di malattie per la capacità di bioaccumulo per esempio nel latte vaccino e nei derivati (formaggi).
Un evidente monito a non consumare prodotti che sono cresciuti in prossimità di questi impianti.
Tra qualche anno allora occhio alle insalate made in Ugozzolo, salvo quella di nonno Allodi, che ancora ci tiene all’oscuro della localizzazione della sua nuova residenza all’ombra del camino.
Gli inceneritori sono i massimi responsabili dell’emissione di diossine nell’ambiente.
In Francia il primato è del 52% dell’emissione totale, con 202 grammi di dosi tossiche equivalenti (I-TEQ) all’anno. Oltre le diossine questi impianti emettono tutta una serie di composti estremamente pericolosi: policlorobifenili, policiclici aromatici, metalli pesanti come cadmio, arsenico, cromo, mercurio, particolati volanti come PM10, ossidi di zolfo, insomma la solita ricetta indigesta.
La zona censita ha attivi 21 inceneritori di rifiuti, mentre sono 70 gli impianti che dal 1988 hanno operato per almeno un anno nella regione.
Lo studio si è concentrato in un raggio di 10 km dal camino di emissione, considerato l’ambito più pericoloso e soggetto a ricadute.
Lo studio non ha sottovalutato le altre fonti emissive che sono state calcolate caso per caso.
I modelli emissivi sono stati condotti scientificamente in base alle dichiarazioni dei gestori, quindi sull’emissione media degli impianti.

Lo studio francese: http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/maternal.pdf

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 26 agosto 2011

+56 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+452 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Iotti, un invito al confronto

Apprendiamo con piacere la disponibilità del consigliere Massimo Iotti e replichiamo volentieri alle sue affermazioni.
Ribadiamo che non è affar nostro la polemica politica destra-sinistra. Al centro della nostra azione esistono il tema inceneritore, le proposte alternative per la gestione dei rifiuti ed i temi ambientali in generale. Temi ambientali che sono trasversali a tutte le ideologie perché riguardano il bene primario che è quello della salute delle persone.



Più volte abbiamo criticato esponenti di spicco del centro-destra (Villani, Buzzi, Sassi, Vignali) così come ci è capitato di ringraziare il sindaco quando ha fatto atti che erano favorevoli alle nostre azioni. Se va sul nostro sito, vedrà che sono archiviati tutti i comunicati emessi da ottobre 2009 ad oggi (550) e con il motore di ricerca digitando i nomi sopracitati vedrà che compariranno diversi articoli di critica.
Dunque veniamo alle risposte di Iotti ed entriamo nel merito.
Fanghi – Iotti teme i danni all'agricoltura
Il divieto di spandere i fanghi in agricoltura, spesso invocato dai convinti sostenitori dell'incenerimento, è in realtà stato definitivamente sconfessato da una recente sentenza del Tribunale Amministrativo della Lombardia che ha annullato la delibera regionale “D.G.R. n. 8/9953 del 29 luglio 2009, avente ad oggetto le Disposizioni per la sospensione dell’attività di spandimento in agricoltura dei fanghi prodotti dalla depurazione delle acque reflue”.
Il Tar mette in evidenza che “non emergono dati di superamento dei limiti massimi di metalli pesanti previsti negli allegati IA (per i terreni) e IB (per i fanghi) al d.lgs. n. 99/92, emanato proprio in attuazione della direttiva 86/278/CEE concernente la protezione dell'ambiente”, sottolineando l’inesistenza del pericolo di contaminazione delle falde invocato dai sostenitori del fango bruciato. Rinnoviamo l'invito a valutare una proposta altenativa per la gestione dei fanghi.
Plastiche riciclabili - Iotti sostiene che le plastiche riciclabili devono essere recuperate al 100% e non devono in alcun modo essere bruciate ad alte temperature.
E allora perché dopo aver più volte evidenziato a mezzo stampa, ed anche direttamente alla Provincia nella persona dell’Assessore Castellani, che nel progetto definitivo approvato dagli organi competenti risulta che il gestore prevede di recuperare solo il 17% delle plastiche e la quota restante inviarla a combustione, nessuno ha mai preso provvedimenti in merito? La Provincia aveva la possibilità di rivedere il PPGR e far notare questa incongruenza ma da Piazzale della Pace nessun atto concreto in questa direzione. A noi pare chiaro che non vi è la volontà di recuperare troppa plastica per non compromettere il potere calorifico del forno. Tutto questo però andrà a discapito della salute dei cittadini. Ci chiediamo: l’impianto è stato commissionato per risolvere un problema oppure il sistema di raccolta rifiuti diventerà funzionale alle esigenze del forno?
Plastiche non recuperabili - Iotti attende un progetto

Senza scomodare Vedelago, sempre sminuita da Castellani come esperienza di nicchia, andiamo a vedere una realtà come l’impianto di Pontedera della Revet, dove 16.000 tonnellate di plastiche eterogenee che prima andavano ad incenerimento, ora vengono recuperate ed impiegate nell’industria. Pontedera, la Provincia di Pisa e la Regione Toscana sono tutte guidate dal centro-sinistra. Perché anche a Parma non è possibile mutuare un’esperienza di questo tipo? La realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti necessitano di apposita autorizzazione, così come prevede il D.Lgs. 152/2006 e s.m.i. – Parte Quarta, rilasciata dalla Provincia su delega della Regione Emilia-Romagna.
Riconversione impianto – Iotti attende un progetto
In aprile abbiamo invitato l’assessore Castellani, il comune ed anche Iren ad una visita fatta da una nostra delegazione agli impianti gestiti da VGW in Olanda ma nessuno dei 3 interlocutori ha aderito, sebbene il comune si fosse dichiarato interessato alla cosa. Frans Beckers , responsabile strategia C2C di VGW è poi venuto a Parma in maggio in occasione della festa dell’Europa ed ha visitato il comune, Iren e gli impianti di alcuni riciclatori locali. Dopo che gli abbiamo sottoposto gli appalti fin lì assegnati si è espresso in modo favorevole per un progetto di riconversione dell’area convinto che i costi già sostenuti si possano recuperare ricollocando in altri impianti i componenti già costruiti. C'è un lettera ufficiale di invito di VGW ad Iren e Comune che non ha mai avuto risposta.
Abbiamo più volte evidenziato a mezzo stampa la nostra disponibilità a coordinare una nuova visita in Olanda per approfondire l’argomento con i tecnici di provincia, comune ed Iren e produrre un esame di fattibilità con numeri e tempi. Per ora nessuna risposta. Rinnoviamo l’invito ai 3 interlocutori e ci rendiamo disponibili a far estendere l'invito alla Provincia se ci sarà la volontà di continuare su questo percorso.
Ceneri e scorie – Iotti chiede lumi sui dati

Per “eruttate”, intendiamo che entrano 130.000 tonnellate di rifiuti e ne escono 38.900 di scorie, ceneri pesanti e ceneri volanti di cui alcune classificate come rifiuti pericoloso contenente diossine, furani e metalli pesanti che non hanno una destinazione certa se non vaghe considerazioni sul re-impiego nei cementifici con il risultato che le sostanze tossiche ce le ritroveremmo in casa. I dati sono presi tutti dal progetto definitivo disponibile in Provincia oppure sul nostro sito.

Per finire riteniamo importante l'apertura di un dibattito sui temi concreti che riguardano la gestione dei rifiuti nella provincia di Parma e per questo ringraziamo il consigliere Massimo Iotti.
Su alcune delle opinioni da Lei espresse abbiamo idee diverse e ci farebbe piacere confrontarci, anche pubblicamente, cogliendo magari l'occasione della vostra festa provinciale di Ravadese iniziata proprio oggi.
Un dibattito aperto e civile sui temi concreti riteniamo sia un modo costruttivo per aiutare la cittadinanza di Parma a comprendere meglio le opportunità e le ricadute positive che il territorio potrebbe avere partendo fin da oggi con una politica dei rifiuti orientata al riciclo ed al recupero di materia.
Attendiamo fiduciosi una Vostra risposta.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 25 agosto 2011

+55 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+451 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

giovedì 25 agosto 2011

Anche San Francisco con il Centro Rifiuti Zero

I responsabili del progetto “Zero Waste” di San Francisco hanno chiesto di essere coinvolti nell'esperienza del Centro di Ricerca Rifiuti Zero del Comune di Capannori per quanto riguarda, in particolare, la questione delle capsule di caffè ‘usa e getta’ e i pannolini riusabili.
La richiesta di collaborazione è giunta direttamente al coordinatore del Centro di Ricerca, Rossano Ercolini, a San Diego in California, dove Ercolini ha partecipato recentemente, in qualità di “speakers internazionale” al trentacinquesimo “Trade Show” del CRRA, un’associazione che raccoglie le imprese del riciclaggio, dei consulenti ambientali e di molte associazioni “no profit”.



Al centro dei lavori della convention il business derivante dalle buone pratiche di sostenibilità ed in particolare dalla opzione rifiuti zero e il tema del forte ridimensionamento del ruolo della plastica. Alla ‘quattro giorni’ erano presenti parlamentari del Congresso americano, rappresentanti dei Municipi dell'intera California, da Los Angeles a San Francisco.
Ercolini ha presentato l'esperienza del comune di Capannori e del Centro ricerca Rifiuti zero.
Una grande occasione per far conoscere ancor di più in un contesto internazionale di primo piano le esperienze di successo italiane di Zero waste, ma soprattutto del Comune di Capannori la cui notorietà è arrivata quindi anche sulla west coast del Pacifico.
Intanto, a settembre, il Centro di Ricerca Rifiuti Zero prosegue le sue trasferte. I suoi rappresentanti si recheranno a Coventry in Inghilterra dove la locale università ha invitato il Centro a partecipare ad una iniziativa sul tema dei rifiuti e le buone pratiche ambientali.
Il Centro di ricerca, inoltre, sta lavorando in collaborazione con il Comune, alla preparazione di un importante evento in programma a Capannori il 7,8 e 9 ottobre: l’Incontro Nazionale Comuni Italiani a Rifiuti Zero. Un incontro per sviluppare questa strategia c he si sta rivelando sempre più vincente , e in particolare per porre le basi di un'associazione o di un coordinamento nazionale dei Comuni che vi aderiscono, che attualmente sono 45, ma che stanno progressivamente crescendo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 25 agosto 2011

+55 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+451 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

mercoledì 24 agosto 2011

Iotti, Villani, quelli del NEMB

Non-Entro-Nel-Merito Boys

Ci troviamo a dover commentare di nuovo un’uscita di un componente del PD sul tema inceneritore di Parma.
Molto spesso i nostri affilati commenti sono poi seguiti da accuse di faziosità e di accanimento contro il partito dei p-diossini guidato in città da Garbi e Bernazzoli.



Molto spesso i p-diossini sono intervenuti, evitando accuratamente di entrare nel merito delle questioni, buttandola direttamente in polemica.
Così è successo per Massimo Iotti, consigliere comunale PD, a detta di autorevoli cronisti uno dei possibili candidati sindaco del centro-sinistra alle prossime comunali, che a seguito della proroga della seconda sospensione dei lavori al cantiere decretata dal comune, è sceso nell’arena per dire la sua.
Iotti quasi a sgombrare il campo da qualsiasi dubbio, dichiara quasi come premessa di non voler entrare “minimamente nel dibattito sull'opportunità o meno dell'impianto” lasciando questo compito a chissà chi e non si sa quando.
Quanto scotta il camino! E pensare che manco è ancora acceso.
Noi però nel merito ci entreremmo volentieri con il consigliere Iotti.
A nostro parere chi si occupa di politica a Parma, a maggior ragione se si tratta di un elemento di spicco possibile candidato alla poltrona di primo cittadino, non deve sfuggire ad un tema così importante e discusso, argomentando con ragioni incontrovertibili qual'è la sua posizione ufficiale.
Posizione ufficiale che riportiamo di seguito dal sito dei democratici e che ambiremmo, vacuo miraggio, commentata da Massimo Iotti.
"Riciclo dei rifiuti: Anche qui ci vuole una discontinuità, va rovesciato un modo di vedere seguito fin qui per cui i rifiuti sono solo un problema da gestire nel modo più efficiente possibile e nel rispetto dell’ambiente e della salute. Dobbiamo imparare sempre di più a vedere i rifiuti come una risorsa in un mondo di risorse limitate e quindi immaginare distretti del riciclo, favorire lo sviluppo di industrie locali che riutilizzano i materiali resi disponibili in quantità sempre maggiori dalla promozione della raccolta differenziata per andare verso una vera e propria società del recupero. L’obiettivo rimane quello di non sprecare risorse e quindi sono prioritarie le misure che possono ridurre alla fonte i rifiuti prodotti, sviluppando ad esempio un processo innovativo per la progettazione degli imballaggi."
Ci dica Massimo Iotti perché dobbiamo bruciare i fanghi nel forno anziché produrre biogas e spanderli in agricoltura.
Ci dica Massimo Iotti perché per le plastiche riciclabili viene recuperato solo il 17% e il resto viene bruciato nel forno con le emissioni nocive che ne conseguono.
Ci dica Massimo Iotti perché per le plastiche considerate non recuperabili non facciamo come a Vedelago o come a Prato dove vengono triturate ed estruse per produrre granulato plastico destinato all’industria edile o per lo stampaggio di materie plastiche (ad esempio per la Piaggio).
Ci dica Massimo Iotti perché nonostante sia stata resa evidente dal GCR la modifica sostanziale all’impianto di filtraggio non viene riconvocata la Conferenza dei servizi come dovrebbe essere se le regole fossero rispettate.
Ci dica Massimo Iotti perché non viene neanche presa in considerazione la proposta di van Gansewinkel per riconvertire l’impianto, ricollocare gli elementi già acquisiti e recuperare gran parte dei costi fin qui sostenuti da Iren.
Ci dica Massimo Iotti dove verranno collocate le 40 mila tonnellate di ceneri e scorie, di cui una parte altamente tossica, che ogni anno erutterà l'impianto di Ugozzolo.
Noi siamo pronti ad un confronto pubblico su questa ed altre questioni, sui giornali o sulle televisioni, con lui e con quanti sostengono che l’inceneritore è inevitabile.
E tanto per sgombrare dubbi sulla nostra presunta affinità con la controparte invitiamo al confronto anche Luigi Giuseppe Villani, che nonostante la sua ridondante presenza sui media locali (dove spazia su qualsiasi materia dello scibile umano), non ha mai concesso un parere sul ruolo che l’azienda di cui è Vice-Presidente dovrebbe avere con il territorio di Parma.
A lui vorremmo, oltre che fare le stesse domande fatte a Iotti, chiedere se ha mai avuto accesso a quel fantomatico Piano Economico Finanziario che da oltre un anno chiediamo invano.
Sarà possibile confrontarsi pubblicamente?
Oppure le forze politiche di Parma vorranno stralciare l’argomento Inceneritore dalle prossime elezioni comunali?
E un ultimo quesito ai p-diossini. Se i cugini reggiani fanno senza inceneritore pur avendo Iren come interlocutore, noi chi siamo, i figli della serva?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 24 agosto 2011

+54 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+450 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Quando l'inceneritore è spento...

Da quasi 20 giorni i cittadini della Provincia di Modena non accusano più potenti bruciori agli occhi e alle vie respiratorie, mal di testa, intontimento, palato amaro.
Si può addirittura respirare a pieni polmoni senza che, giunti a metà della inspirazione, i bronchi dicano no e blocchino la porta d’accesso. Niente più gigantesche scie fumogene biancastre/grigiastre che nottetempo solcano il cielo della nostra Provincia.
Nessun sottile velo grigio chiaro che impedisce ogni giorno di vedere il nostro già malato cielo.


Cielo blu a Modena... Quando l'inceneritore è spento

Da anni nessuno ricorda, nonostante l'afa e la calura di questo agosto 2011, di avere respirato un'aria così da Castelfranco a Carpi, da Crevalcore a Campogalliano, da Modena a Nonantola, uno dei paesi più inquinati d’Europa.
Chi vive in prossimità di zone rurali ha addirittura di nuovo intercettato il profumo di erba tagliata. Sembra di vivere in un altro pianeta, in un’altra dimensione.
Cosa è accaduto, cosa sta accadendo?
Molto semplice.
A partire dai primi giorni di questo agosto 2011 (e presumibilmente fino ai primi giorni di settembre) HERA ha spento per adeguamenti impiantistici il termocancrovalorizzatore / inceneritore di via Cavazza, Modena.
Tutto qui.
Sarà il nostro ultimo agosto “normale”, poi, per almeno altri 20 e passa anni, ogni nostra ora di vita sarà permeata dal “sapore” delle micidiali, acri esalazioni tossiche provocate dall'incenerimento di materiali e rifiuti di ogni sorta che imbratteranno ogni centimetro dei nostri dei nostri territori e dei nostri tessuti. Siamo comunque certi che, data la straordinarietà dell'evento (30 giorni di stop per l' inceneritore HERA di Modena ), considerando che Istituzioni, Enti, Amministratori locali stanno avvallando la costruzione di una ulteriore costosissima linea di incenerimento rifiuti, il responsabile della sezione ARPA di Modena, dott.Boraldi , stimolato anche dai referenti della AUSL locale, l'Assessore all'Ambiente della Provincia Vaccari Stefano, il suo Presidente Sabbatini, avranno predisposto un attento monitoraggio dell'aria per avere riscontri in merito alla quantità e qualità degli inquinanti riscontrati in atmosfera a inceneritore spento oltre che attivo.
Quale migliore riprova dell’effettivo impatto ambientale/sanitario provocato dal tanto discusso inceneritore HERA di Modena.
Abbiamo buoni motivi per pensare che, una volta raccolti e resi noti, questi dati possano rappresentare una solida base scientifica di paragone da cui partire per trarre conclusioni accorte e ben ponderate sul come continuare a smaltire rifiuti nella nostra Provincia.
Tornando a noi, rimangono , ci rimangono, ancora poche ore prima che il mastodontico termocancrovalorizzatore/inceneritore HERA di via Cavazza riprenda a bruciare cosa e quanto di preciso nessuno sa.
Mentre a inceneritore acceso l’Assessore all’ambiente del Comune di Modena Arletti vi invitava a stare in casa, a non uscire o fare sport all’aperto, ora noi, a inceneritore spento, vi invitiamo a portate nei parchi e nei giardini i vostri figli o nipoti, a passeggiare per i centri storici dei vostri paesi, a riprendervi anche solo per queste poche ore residue ciò che ai soli fini di lucro una disgraziata commistione fra politica, amministrazione e imprenditoria ci ha privato: il diritto di vivere nei nostri territori, nelle nostre abitazioni in armonia con l'ambiente che ci circonda, nel rispetto e nella massima tutela della salute di tutti.

Ambiente è Salute. Comitato per la salvaguardia della salute pubblica a Nonantola.

Il GCR vi è vicino.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 24 agosto 2011

+54 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+450 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

martedì 23 agosto 2011

L'Orlandini fumoso

Pro e contro l'inceneritore, il dibattito si accende

Al rientro in città troviamo oggi due dichiarazioni contrastanti sull'inceneritore.
La prima, autorevole, è quella del presidente di Proges Antonio Costantino, che intervistato da Andrea Marsiletti su Parma Daily, esprime il suo no convinto all'inceneritore.
Il direttore Marsiletti ha effettivamente fatto tanta informazione sull'argomento ed in questi anni di dura battaglia contro il mostro di Ugozzolo le sue tesi sono diventate anche quelle dal suo presidente.



Che giustamente osserva come se i cugini reggiani possono fare a meno dell'inceneritore, come mai Parma se lo dovrebbe sorbire?
Dimostrando conoscenza approfondita del tema Costantino entra nel merito della gestione dei rifiuti mettendo a confronto le due tipologie di gestione: a caldo, con l'inceneritore e a freddo, con trattamento meccanico biologico, dimostrando come il secondo ne esca vincente in modo palese.
Fa notare infatti Costantino come a valle del processo l'inceneritore produce il 30% di scorie e ceneri che hanno bisogno di una discarica, mentre con il trattamento meccanico biologico a freddo e il sistema di Vedelago, lo scarto si riduca di molto risultando una materia ne tossica ne pericolosa, come invece sono le ceneri prodotte da questi impianti.
E' un bel segnale che anche persone di alto livello in città comincino a ragionare con approfondimento e cognizione di causa sul tema dei rifiuti, che crediamo sia una delle tematiche più importanti del nostro prossimo futuro.
Di altra opinione è invece Simone Orlandini, consigliere Pdl in Provincia, che si dice favorevole all'impianto, se saranno rispettate tutte le prescrizioni (ma, come dice la parola, se sono prescrizioni perché mai non dovrebbero essere rispettate?).
Orlandini non ci mette a conoscenza delle sue convinzioni che lo hanno portato a dire sì al forno anche se dell'impianto a quanto pare se ne vergogna un po', se è vero che chiede di rivalutare la posizione, a fianco della Barilla, che potrebbe causare un poco opportuno simbolo della città.
Perché a quanto pare l'inceneritore piace se non si vede e se lì sarà costruito il consigliere Pdl vuole sapere a chi dare la colpa.
Intanto, lo informiamo noi, possiamo già dire che i progetti non sono stati rispettati e che in due casi specifici, filtri e fanghi, l'inceneritore non rispetta ciò che era stato deliberato in sede di conferenza dei servizi. Anzi facciamo di più, informiamo da subito che sia il Comune di Parma sia la Provincia di Parma sono stati raggiunti da una raccomandata che se il consigliere si vorrà far passare, elenca per bene le modificazioni che la Conferenza dei Servizi non ha deliberato.
Sulla qualità della componentistica ricordiamo che un anonimo ci ha informato che i filtri utilizzati daranno made in Cina, best available technics che non si erano mai viste in Europa. Siamo a disposizione per fornire la lettera ricevuta.
E infine sui controlli delle emissioni sollecitiamo gli enti proposti, ma anche i politici che ci rappresentano come Orlandini, a mettere in atto il controllo in continuo delle diossine emesse dall'impianto visto che tale fondamentale verifica se la sono dimenticata.
E, se ciò non crea troppo disturbo, che sian messa in atto una campagna di monitoraggio delle matrici biologiche ante e post accensione, perché solo una verifica puntuale degli organismi viventi ci dirà che impatto avrà il forno sulla popolazione.
Naturalmente un controllo effettuato da un laboratorio terzo, al di sopra di ogni possibile sospetto o anche solo conflitto di interesse.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 23 agosto 2011

+53 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+449 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

No, tu no

Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale

Il comune non cede e rilancia, l'inceneritore resta sequestrato

E' un'ordinanza ferragostana, quelle che di solito nascondono le fregature per i distratti vacanzieri, mentre invece questo è un nuovo regalo dell'amministrazione ai cittadini che guardano con molta apprensione al cantiere di Ugozzolo, dove il 1° di luglio è arrivato lo stop ai lavori per abuso edilizio.



Il comune non ha alcuna intenzione di recedere dalle sue posizioni, espresse nella prima ordinanza, e l'opera resta al palo, legata da forti dubbi di legittimità.
Quando emerse, a fine giugno, l'ipotesi di un reato, sotto forma di un cantiere che lavora senza concessione edilizia, l'amministrazione di piazza Garibaldi non pose veti alla procedura di infrazione, ma anzi, manifestò l'intenzione di vederci chiaro in tutta la vicenda.
Nella nuova ordinanza, firmata ieri, 22 agosto, vengono aggiunti altri elementi, che rafforzano la congruità dell'azione del primo stop.
La nuova sospensiva evidenzia diversi passaggi che provocano forti dubbi sulla corretta prassi seguita del progetto del forno, approvato a fine 2008 dalla Provincia.
A cominciare dall'affidamento dei lavori in esclusiva ad Iren, quando, trattandosi di un servizio pubblico, sarebbe stato necessario mettere tutto a gara, per far vincere le migliori soluzioni, anche e soprattutto a livello economico ma, non di meno, per garantire l'eccellenza sotto il profilo della tecnologia e della sicurezza, mettendo così in atto una evidente violazione al codice dei contratti pubblici in vigore già dal 2006.
Oltre che il rischio di consegnare ai cittadini non il progetto migliore e meno costoso, ma quello deciso unilateralmente da Iren.
L'abuso edilizio, casus belli, è ammesso dalla stessa multiutility, che in fase di memoria difensiva afferma che la VIA (la Valutazione di Impatto Ambientale che diede il “la” al progetto) “non ha valore di permesso di costruire”, richiesta che solo il proprietario può fare (e doveva fare anche in questo caso).
Lo stesso tema dell'affido in esclusiva a Iren è oggetto del procedimento di infrazione aperto dalla Commissione Europea.
Lo stesso parere espresso lo scorso 1° luglio dalla Regione Emilia Romagna non ha fatto luce sulla non necessità del permesso a costruire, che non è considerato un atto puramente formale, ma consente all'amministrazione locale di verificare nel merito la congruità del progetto e la rispondenza dello stesso alle normative.
La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo su tutta la vicenda forno, facendo capire di come sia seria la situazione, nonostante ancora oggi la Provincia gridi all'unisono la convinzione che tutto sia a posto, che tutto debba andare avanti, nonostante gli abusi. Davvero uno stupefacente piegare gli eventi al proprio tornaconto.
C'è insomma una serie di elementi che pongono forti dubbi sulla liceità dell'intero pacchetto progettuale e che ha spinto l'amministrazione comunale ha confermare la sospensione in attesa del pronunciamento collegiale del Tar.
Così oggi l'appassionante sfida ha portato sul 2 a 0 il punteggio della partita a favore di chi non vuole il forno a fianco del mulino bianco, ma che allo stesso tempo ha capito che sotto l'apparente necessità, sbugiardata in questi giorni dai cugini reggiani (che hanno soffocato nel grembo la nascita del nuovo inceneritore) si celi solo un coacervo di interessi, un enorme affare che porta soldi a palate al gestore ed ai suoi sponsor, e solo un ambiente degradato e intriso di veleni per i cittadini.
E' per questi motivi che la maggioranza dei parmigiani oggi non vuole più l'inceneritore di Ugozzolo, ed è per questo che il GCR li chiama tutti a raccolta il 9 settembre per un'ultima decisiva fiaccolata, per far capire agli amministratori locali che il popolo della salute non vuole per Parma questo obsoleto metodo di gestione dei rifiuti.
Se ne faccia una ragione anche Iren e cominciamo a discutere delle alternative al forno, come i nostri cugini reggiani hanno già fatto, guarda caso, proprio con Iren.
Per non farci fare il forno, come dobbiamo trattare l'amata ex municipalizzata?
Ci faremo consigliare dai cugini.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 23 agosto 2011

+53 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+449 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

lunedì 22 agosto 2011

Cacopardo&Co

I luoghi comuni sono duri a morire

In un editoriale pubblicato sulla Gazzetta di Parma di domenica 21 agosto, Domenico Cacopardo indica ai lettori le poche vie di uscita per lasciare il pantano in cui ci ha gettato la politica nazionale e, per avvalorare le sue tesi, punta il dito sullo squilibrio causato dal rapporto Nord-Sud.



Lungi dal voler contestare altre argomentazioni di cui non siamo competenti, ci spiace rimarcare la totale ignoranza del Cacopardo in tema rifiuti quando se la prende con l'amministrazione comunale di Napoli rea di aver sì rimosso la monnezza dalle strade ma inviandola a suo dire in Germania con costi che gravano su tutti i contribuenti italiani visto che lì a Napoli è chiaro che non pagano le tasse.
E' qui che il Cacopardo prende la sua prima cantonata perchè da notizie diffuse dalla stampa è ormai noto ai più che i rifiuti verranno spediti via nave in Olanda e non in Germania, a costi inferiori a quelli sostenuti dalla precedente amministrazione. Vero è che la riscossione della Tarsu, la tariffa sui rifiuti, a Napoli in passato ha registrato picchi di evasione mai visti nel resto d’Italia. Vero è anche che il comune ha istituito una task force che lavorerà insieme alla Guardia di Finanza per porre fine a questo malcostume che costringe i pochi non evasori a pagare la tariffa rifiuti tra le più alte d’Italia.
Al Cacopardo che non vede di buon occhio il trasferimento dei rifiuti all’estero, rendiamo noto che in Olanda, e in molti altri paesi del nord europa, grazie ai progressi fatti nella raccolta differenziata e nella riduzione della produzione dei rifiuti, gli impianti di incenerimento sono sovradimensionati e i prezzi di mercato sono scesi al punto che De Magistris pagherà per smaltire 248.000 tonnellate nell'arco di 2 anni solo 109 Euro a tonnellata, una cifra inferiore a quella pagata dalle precedenti amministrazioni per smaltirli in regione.
Per farvi un esempio calato nella nostra realtà locale se il comune di Napoli affidasse ad Iren lo smaltimento dello stesso quantitativo ai costi pagati dal comune di Parma (160 Euro/ton) De Magistris si troverebbe a pagare 12 milioni di Euro in più rispetto a quanto concordato con le società olandesi.
E' chiaro che quella dell'Olanda è una soluzione transitoria fatta per gestire l'emergenza e che la chiave di volta del sistema sta nella corretta impostazione di una raccolta differenziata spinta che sensibilizzi i cittadini a collaborare per il benessere comune.
Ridurre la produzione e massimizzare il riciclo sono elementi fondamentali per minimizzare una voce di costo legata allo smaltimento dell'indifferenziato trasformando quello che per il comune è un costo in una fonte di guadagno che permette poi di premiare i cittadini virtuosi.
E' quello che stanno facendo a Napoli grazie al sindaco De Magistris e grazie a Raphael Rossi, capace tecnico esperto in sistemi di raccolta differenziata messo alla direzione di Asia, la locale utility per la gestione dei rifiuti urbani, incaricato dal sindaco di superare un modello di gestione ormai obsoleto basato sull'incenerimento privilegiando il recupero di materia.
Qualche esempio su come convenga riciclare piuttosto che smaltire? Nell'accordo Anci-Conai 2009-2013 i numeri non lasciano spazio ad interpretazioni e leggendo tra le righe anche il giornalista poco (o male) informato può apprendere che per ogni tonnellata di alluminio riciclata il comune percepisce 420 Euro, per la plastica correttamente differenziata il ricavo è di 276 Euro a tonnellata, 82 Euro per il ferro e così via.
Numeri che invertono il problema e cambiano la prospettiva. Da rifiuto a risorsa.
Domenico Cacopardo immaginiamo non abbia scritto il suo articolo gratis e come lettori della Gazzetta di Parma che paghiamo 1,20 Euro la nostra copia pretendiamo una maggiore professionalità nel reperire le informazioni magari evitando di infarcire di qualunquismo degno di discorsi da bar di periferia l'editoriale del giornale più antico d'Italia.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 22 agosto 2011

+52 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+448 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?