sabato 9 febbraio 2013

Bagnacani e i conflitti di interesse


Siamo ovviamente preoccupati per il rischio di conflitti di interesse in cui il neo vicepresidente di Iren potrebbe inciampare.
Un rischio che va assolutamente evitato e che avremo modo di verificare nelle prossime settimane.
La nomina di un esperto in queste materie ha il pregio di mettere a disposizione una persona competente, ma dall'altro espone al rischio che, trattandosi di un operatore del settore, ci possa essere stato un rapporto di collaborazione con l'azienda di cui è entrato a far parte.
E su questo fronte è necessario massimo rigore.



Ma dove ci si aspetta tanto da Lorenzo Bagnacani è sui fatti, quelli che verranno.
Da una persona che ha guidato il comitato reggiano contro l'inceneritore ci si aspetta che venga portata in Iren quella visione del futuro che oggi manca alla multiutility.
Una visione che include una corretta gestione dei rifiuti, che non è certo quella attuata con un impianto di incenerimento.
Va portata in Iren quell'etica che, a giudicare dai fatti accaduti, ancora non sembra parte del Dna aziendale, un'etica che includa anche una riconsiderazione degli eccessi, come quelli riguardanti gli stipendi dei quadri alti.
Va portata in Iren la trasparenza che ancora manca sul progetto del forno.
Se Iren è al servizio del territorio deve mettere davanti a tutto l'interesse del territorio stesso, del quale l'ambiente è uno degli aspetti più importanti e degni di attenzione e riguardo.
Iren si occupa di un servizio pubblico che deve andare a favore delle amministrazioni locali.
Questo servizio deve rimanere il focus aziendale e non deve accadere che il profitto scavalchi ogni altro valore in campo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

venerdì 8 febbraio 2013

Monitoraggio sanitario, a Rubbiano cittadini di serie B?

“Garantire sicurezza al territorio e ai cittadini. E’ questo l’obiettivo dell’attività di monitoraggio
programmata, su mandato delle istituzioni, dall’Ausl di Parma prima dell’avvio del termovalorizzatore”.
Con queste rassicuranti parole inizia il comunicato stampa diramato dalla Provincia di Parma a seguito della presentazione del progetto di sorveglianza sanitaria che servirà ad evidenziare gli eventuali effetti nocivi delle emissioni del costruendo inceneritore di Parma.



Non un gran sollievo per i cittadini coinvolti nelle zone di ricaduta, che almeno potranno controllare
il livello di peggioramento del territorio in cui vivono legato all’incenerimento di 130 mila tonnellate all’anno di rifiuti, perché certamente la condizione non potrà migliorare.
Noi che viviamo a Rubbiano, Ramiola, Fornovo, ecc. , invece, un impianto di co-incenerimento di
rifiuti speciali pericolosi lo abbiamo già, a due passi dai centri abitati, con emissioni inquinanti,
ampiamente certificate, ma per noi nessun piano di monitoraggio e analisi. Si tratta dello stabilimento di Laterlite, per il quale la Provincia stessa autorizza il co-incenerimento di 65 mila tonnellate all’anno di oli esausti ed emulsioni oleose.
O, perlomeno, queste erano le quantità autorizzate dall’AIA in scadenza a fine 2012. Della nuova autorizzazione infatti non sappiamo nulla, la conferenza dei servizi è rimasta off-limits per i rappresentanti dei cittadini.
Il comitato però non si è dato per vinto ed ha inviato alla stessa conferenza le proprie considerazioni e richieste.
Una di queste riguarda proprio l’esecuzione di uno studio epidemiologico e di monitoraggi sulle matrici ambientali, al fine di approfondire il tema dell’impatto sanitario e verificare se ciò possa essere riferibile alle emissioni di Laterlite.
Naturalmente per fare questo serve studiare precisamente le zone di ricaduta, in relazioni ai venti, alle correnti ed ai fenomeni climatici come l’inversione termica. Abbiamo anche chiesto l’analisi di matrici biologiche: aria, acqua, vegetali, licheni, ma soprattutto tessuti di bioaccumulo, come il grasso animale ed il latte materno sempre nell’ottica di approfondire l’argomento.
Di tutto ciò ancora nulla. Chiediamo che al più presto ciò che è stato pianificato per l’inceneritore di Parma possa essere proposto ed attuato anche qui, tra Val Ceno e Val Taro, dove le emissioni del camino di Laterlite da ormai oltre un decennio rilasciano in atmosfera, diossine, PCB, metalli pesanti, furani, composti organici volatili e molti altri inquinanti che pur essendo monitorati , senza dubbio contribuiscono a render critica la situazione ambientale.
Nell’incontro pubblico del 16 novembre, a Rubbiano, il dott. Pirondi (Ausl) ci disse che lo studio si può fare, ma mancano le risorse.
Noi crediamo che le risorse vadano trovate, perché la tutela del territorio, della salute e dell’ambiente non prevedono compromessi. Crediamo che non sia solo un problema di risorse, ma molto dipenda alla volontà di percorrere la strada della trasparenza e della chiarezza.
Leggiamo nel comunicato della Provincia, che è stato l’ente stesso ad imporre le attività di monitoraggio ad Enia (oggi Iren), sull’Autorizzazione Integrata Ambientale. Non capiamo perché a Parma sì e a Rubbiano no. Eppure l’attività di co-incenerimento è parificata a quella di incenerimento puro, a livello normativo Laterlite è sottoposta agli stessi limiti emissivi.
Allora perché non agli stessi controlli? Agli stessi monitoraggi a tutela del territorio?
Attendiamo fiduciosi, d’altronde gli attori protagonisti, a Parma come a Rubbiano sono gli stessi, la Provincia, l’Arpa , l’Ausl, i sindaci del territorio, non siamo e non ci riteniamo cittadini di serie B ed è per questo che pretendiamo che ogni iniziativa a tutela e garanzia di ambiente e salute che riguarda l’impianto di Parma si debba prevedere per quello di Rubbiano che oltre tutto è un impianto privato e non ha nessuna funzione pubblica.

Comitato Rubbiano per la Vita
http://www.comitatorubbiano.it/site/

Che fretta c'è?


Rinviate alla prossima legislatura la discussione sui rifiuti nei cementifici

Alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati
Roma

Stimati commissari,

in vista della riunione del prossimo 11 febbraio, nella quale sarete chiamati ad esprimere un parere in merito allo "Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente il regolamento recante disciplina dell'utilizzo di combustibili solidi secondari (CSS), in parziale sostituzione di combustibili fossili tradizionali, in cementifici soggetti al regime dell'autorizzazione integrata ambientale"



v'invito a considerare che:

  • il provvedimento viene giustificato con la "continua crescita della quantità di rifiuti [che] costituisce un problema ambientale e territoriale comune a tutti i paesi industrializzati, ma con connotati più gravi per l’Italia e, in particolare, per alcune aree del nostro Paese che fanno ancora ampio ricorso allo smaltimento in discariche, di cui molte fra l’altro in via di esaurimento", mentre i dati dell'Ispra certificano che i rifiuti solidi urbani prodotti in Italia nel 2010 sono inferiori a quelli prodotti nel 2006, con un ulteriore calo nel 2012 legato alla situazione di crisi attualmente in atto;
  • la destinazione dei rifiuti a pratiche di incenerimento è contraria alla recente raccomandazione del Parlamento europeo (A7-0161/2012, adottata a Maggio 2012) di rispettare la gerarchia dei rifiuti e di intraprendere con decisione, entro il prossimo decennio, la strada dellabbandono delle pratiche di incenerimento di materie recuperabili in altro modo;
  • attraverso la trasformazione in CSS, i rifiuti solidi urbani, per cui vige il principio della gestione e della "chiusura del ciclo" a livello territoriale, vengono trasformati in rifiuti speciali, il cui sistema di tracciabilità, Sistri, è ancora un miraggio, un problema evidenziato anche nella relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse;
  • i cementifici sono impianti industriali altamente inquinanti con e senza luso dei rifiuti come combustibile e i limiti di legge per le emissioni di questi impianti sono enormemente più permissivi e soggetti a deroghe rispetto a quelli degli inceneritori classici; ad esempio, considerando solo gli NOx, per un inceneritore il limite di legge è 200 mg/Nmc, mentre per un cementificio è tra 500 e 1800mg/Nmc;
  • la combustione di rifiuti nei cementifici comporta una variazione della tipologia
emissiva di questi impianti, in particolare in merito alla emissione di diossine/composti organici clorurati e metalli pesanti. La produzione di diossine è direttamente proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati. Da un'analisi comparata dei decreti legislativi 152/2006 e 133/2005, inoltre, risolta che il limite per le diossine passa da 0,1 nanogrammi/mc negli inceneritori a 0,01 milligrammi/mc nei cementifici;
  • nella prossima legislatura potrebbe essere approvato il ddl promosso dal ministro dell'Agricoltura Mario Catania in merito al contenimento del consumo di suolo agricolo, che comporta, tra l'altro, una moratoria triennale rispetto all'edificazione di nuovi terreni agricoli, con una conseguente riduzione del fabbisogno di cemento pro-capite e quindi dell'attività dei cementifici, e ciò potrebbe comportare un'auspicabile nuova configurazione dell'intero comparto produttivo;

per quanto sopra esposto vi chiedo di esprimere un parere negativo, e di far pressione sull'esecutivo affinché il provvedimento venga discusso in maniera più ampia durante la prossima legislatura.

Domenico Finiguerra, Stop al consumo di territorio, 338 4305130 
Valter Musso, Slow Food Italia, v.musso@slowfood.it, 0172 419615
Comitato Direttivo Associazione nazionale “Comuni virtuosi”, 348 3963300
Alesssio Ciacci, associazione “Comuni verso rifiuti zero”, 329 1718456
Francesco Miazzi, Comitato “Lasciate respirare” di Monselice 349 8353348
Zero Waste Italy, 338 2866215 -Rossano Ercolini

Parma, 8 febbraio 2013
Aldo Caffagnini
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 febbraio 2013

mercoledì 6 febbraio 2013

Il colore del fango


Le amnesie del Pd

Il Pd ci da degli ingenui, anzi dei collusi, personaggi che hanno “inciuciato” con la destra più detestabile.
Doppiogiochisti? Forse il Pd con i suoi rappresentanti non si ricorda della causa che abbiamo dovuto affrontare con Iren in seguito al boicottaggio (Boicottiren).



Potremmo ribaltare la questione e dire che forse proprio il Pd è stato altrettanto ingenuo, consiglieri di opposizione che in consiglio comunale non si sono accorti di come la questione inceneritore si stava avviando attraverso pratiche anche illegali, per le quali la procura (e il tutto ora è in cassazione) ha aperto una inchiesta e chiesto lo stop del cantiere.
Non si erano accorti della mancanza del permesso a costruire se era opera privata, non si erano accorti della mancanza di una gara pubblica europea (fosse stata un'opera pubblica).
E così per tante altre beghe di cui non si sono accorti, per le quali Gcr e gli avvocati Allegri e De Angelis hanno presentato tanti esposti.
Non hanno subodorato cosa stava combinando la cricca di Vignali? E di Buzzi? E di Bernini?
Noi saremo stati ingenui.
Ma con chi avremmo dovuto parlare se non col sindaco di questa città.
Con chi se non con l'autorità che poteva prendere una decisione per fermare, rimandare, chiudere il cantiere? Col Pd? Lo abbiamo fatto, abbiamo avuto diversi incontri anche con loro, ma il treno del forno era lanciatissimo e le orecchie molto chiuse.
Abbiamo lottato con mezzi leciti contro ciò che è oggi messo al bando anche dall'Europa come sistema di smaltimento rifiuti. Oggi ci sentiamo profondamente offesi dalle parole di questo partito.
Non c'è veramente idea della distanza tra il pensiero della gente comune e le ingiustificabili parole ed azioni del Pd.
Noi siamo semplici cittadini, abbiamo tutti letto le affermazioni di Giorgio Pagliari quando ha dichiarato che in consiglio comunale lo deridevano perché in Provincia le proposte del centrodestra venivano tutte approvate, ed era inutile che si dannasse a fare opposizione.
L'accordo pro forno era evidente, le strette di mano destra-sinistra erano all'ordine del giorno. Ma quelle visioni di intenti comuni forse andavano bene, le nostre no.
Vignali non era coerente con il suo passato: ovvio che avessimo pensato che lo potesse fare per aumentare la sua visibilità e popolarità in declino.
Davvero si può pensare che siamo stati noi a suggerire la marcia indietro?
E' questa l'accusa che viene fatta e che traspare anche dal Nuovo di Parma, oltre che dai comunicati del Pd, che ci accusa di averli bastonati, come se non avessimo bastonato tutti quelli che sostenevano il forno.
Si è sempre pensato che il tema dell'ambiente e della salute fosse nel dna di un movimento di centro-sinistra: invece è l'esatto contrario. Braccia aperte a industrie insalubri, come le centrali a biomassa, a biogas, il co-inceneritore di Rubbiano.
Il concetto è semplice: le nostre critiche sono sempre state rivolte al progetto dell'inceneritore, e lì ci siamo fermati. Nessun intento denigratorio, solo interesse sano verso l'ambiente.
E infine non c'è nelle parole del Pd alcun rispetto per quei cittadini, mamme e bambini che in questi anni sono venuti in piazza per manifestare la propria preoccupazione per la salute e per il futuro dei propri piccoli.
Solo voglia di strumentalizzare, data la campagna elettorale.
Una campagna che giustifica ogni mezzo.
Un partito nato vecchio con dentro due sensibilità che non si capisce come facciano a convivere.
Incapacità di reale rinnovamento che i risultati di Parma hanno dimostrato nei fatti e nei numeri.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 febbraio 2013

lunedì 4 febbraio 2013

Per un ambiente salubre e pulito in Italia


Una riflessione complessa e un programma d’azione proposti
dall’Associazione Medici per l’Ambiente - ISDE Italia



Gentile Candidato,
a nome dell’Associazione medici per l'ambiente – Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) di cui sono presidente, le invio in allegato  il documento “Per un ambiente salubre e pulito in Italia. Una riflessione complessa e un programma d’azione proposti dall’Associazione italiana medici per l’ambiente- Isde (International Society of Doctors for the Environment).”



Questo documento predisposto in occasione delle prossime elezioni, indica e propone, in forma sintetica, concrete modalità di intervento per migliorare e tutelare sempre di più l’indissolubile rapporto ambiente e salute.
Nel rimanere a disposizione per ogni eventuale approfondimento le porgiamo cordiali saluti,

dr. Roberto Romizi

presidente dell’ Associazione italiana medici per l'ambiente – Isde
(International Society of Doctors for the Environment - Italia)

Arezzo,  26 gennaio 2013
Isde-Italia, Via della Fioraia, 17/19 - 52100 Arezzo - Tel. 0575/22256 - Fax. 0575/28676
e-mail: isde@ats.ii

Il documento scaricabile
http://gestionecorrettarifiuti.it/pdf/ambiente-salubre.pdf