sabato 31 agosto 2013

Calling Arpa

Non ci resta che scrivere

Tempi bui in arrivo per Parma.
A poche ore dal via dallo Spip il grido di allarme di chi ci lavora.
Odori nauseabondi...
L'appello è rivolto a Gcr affinché si diano indicazioni su come segnalare le situazioni che purtroppo si andranno a sommare nel prossimo futuro in quel territorio sfortunato della città, che ospita un centro ricerche sulle malattie respiratorie, un pastificio, un centro commerciale, caseifici, aziende agricole, insediamenti industriali e artigianali e, poche o tante che siano, residenze di cittadini, cittadini di serie A come gli altri, anche se trattati come di terza categoria.
Il consiglio che possiamo dare è quello di rivolgersi direttamente ad Arpa, l'agenzia regionale per la prevenzione ambientale, che ha i suoi uffici vicino alla stazione.


La modalità migliore è naturalmente quella di inviare un messaggio di posta elettronica certificata, ovviamente certificato anche l'indirizzo del mittente, all'agenzia Arpa locale, a questa mail
I messaggi ricevuti, che hanno la valenza di una lettera raccomandata, devono e vengono presi in considerazione ad uno ad uno, e costituiscono la migliore modalità per andare a costruire un data base della situazione locale riguardante l'avvio dell'inceneritore di Ugozzolo.
Comporre un messaggio di posta elettronica certificata comporta la perdita di qualche minuto, senza nemmeno spostarsi dal posto di lavoro e inoltre possiamo inviare anche immagini ed altri allegati ritenuti importanti.
Calling Arpa.

Distretto Parma
(comprende: Busseto, Calestano, Collecchio, Colorno, Corniglio, Felino, Langhirano, Lesignano, Mezzani, Monchio delle Corti, Montechiarugolo, Neviano Arduini, Palanzano, Parma, Polesine Parmense, Roccabianca, Sala Baganza, S.Secondo Parmense)
0521 976111 - dal lunedì al venerdì ore 8-18
800 216185 - fuori orario di lavoro, sabato domenica e festivi
Posta certificata: aoopr@cert.arpa.emr.it

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 31 agosto 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
3

giorni fa

venerdì 30 agosto 2013

Ecohappening a Reggio Emilia

Il 31 agosto e il 1° settembre è di scena l'ambiente

ECOHappening nasce da una idea di FE.DA., condivisa da un gruppo di amici, che grazie alle sensibilità istituzionali, accademiche, cattoliche ed economiche permettono la realizzazione di questa prima edizione.
L'obiettivo è realizzare un luogo di incontro, di confronto tra mondo laico e cattolico, e di scambio di esperienze, opportunità, idee e proposte per la tutela dell'ambiente e del nostro futuro, partendo proprio dall'esperienza cristiana dell'8ª Giornata per la Custodia del Creato del 1° settembre 2013.


La Giornata per la Custodia del Creato è un appuntamento nazionale indetto dalla CEI (Conferenza Episcopale Italiana) che, unito alle esortazioni di Papa Francesco "a coltivare e custodire il Creato", vuole stimolare responsabilità e impegno partendo da una giornata di riflessione e di incontri.
Il variegato mondo ambientale, quello culturale e cattolico in questo incontro avvieranno un confronto sugli aspetti fondamentali e necessari per essere "Custodi del Creato" nell’impegno religioso e non solo.
Il benessere sociale, il grande ruolo della famiglia, i rapporti umani sono i capisaldi per affrontare col giusto atteggiamento il vivere con l’ambiente con gratuità, reciprocità e riparazione del male .
ECO HAPPENING è l’evento finalizzato a questa missione, che introduce a livello nazionale il messaggio dell’8ª Giornata per la custodia del creato, invitando ad un unico tavolo il mondo cattolico ed il mondo ambientale per condividere i percorsi, ampliare le sensibilità, le conoscenze, attraverso "l’incontro".
Nella magica atmosfera di Palazzo Dossetti sede dell'Università di Modena - Reggio Emilia si incontreranno autorevoli relatori del mondo istituzionale, economico ed accademico, teologi, ministri del culto, giornalisti uniti sulla necessità di condividere il concetto che l'azione e il pensiero sono portatori di valori e di rispetto per la bellezza del mondo circostante.
Il sito dell'evento
http://www.ecohappening.it/index.html
La pagina del programma
http://www.ecohappening.it/ecohappening.html


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 agosto 2013

L'inceneritore di Parma è stato acceso
2

giorni fa

Le banfate sul camino

Si dia inizio alle danze

E' acceso da poche ore, ma gli effetti si sentono già.
Ecco la lettera pervenutaci da chi vi lavora accanto.
Un'inaugurazione profumata.


Lavoro allo SPIP
L’odore che c’è in questo momento è nauseabondo e viene da fuori.
Non si è mai sentito prima quindi presumo di conoscere il responsabile che si trova a 600 metri in linea d’aria
Esiste un numero da chiamare a cui lanciare l’allarme, anche per il futuro?
Credo che un numero di telefono da chiamare che faccia riferimento ad una struttura che possa verificare in tempi stretti gli olezzi e le responsabilità non faccia male
Se mi dite che devo chiamare IREN o Provincia allora risparmiatevi di perdere tempo di cercare e di scrivere il numero
Saluti

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 agosto 2013

L'inceneritore di Parma è acceso da
2
giorni

Una valanga di comuni a rifiuti zero

I comuni della provincia di Treviso del consorzio Priula e del consorzio Treviso Tre (49 comuni per 479 mila abitanti) aderiscono alla strategia Rifiuti Zero.

Paolo Contò, storico responsabile dell’altrettanto storico consorzio Priula ha comunicato una notizia importante.
Il 2 luglio scorso è stata definita l'adesione formale dei consorzi, che verrà ulteriormente celebrata nel mese di ottobre.


Trattasi di un avvenimento di importanza europea ed internazionale visto le dimensioni del fenomeno e la storia rappresentata da questi comuni e questi consorzi pionieri delle buone pratiche. Non a caso la provincia di Treviso è la “San Francisco” d’Italia con i suoi 870.000 abitanti che raggiungono una media di RD del 76% con una percentuale di produzione di rifiuti procapite di 389 kg/anno.
Più che mai con questa adesione a rifiuti zero (ma anche a kilometro zero e a spreco zero) la rivoluzione in corso di rifiuti zero va avanti, dimostrando che anche in contesti ampi si può fare a meno degli inceneritori, abbattendo costi di gestione del servizio e promuovendo centinaia di posti di lavoro.
Zero Waste Europe e Zero Waste Italy danno il benvenuto alle comunità della provincia di Treviso ringraziandole per il brillante ed ispirato lavoro svolto nella diffusione delle buone pratiche e per la lungimiranza che hanno dimostrato unendosi ad un percorso iniziato in Italia nel 2007 dal Comune di Capannori che per primo aderì alla strategia internazionale Zero Waste.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 30 agosto 2013

L'inceneritore di Parma è acceso da
2

giorni fa

giovedì 29 agosto 2013

Il WWF di Parma è contro l'inceneritore

Negli ultimi giorni un post pubblicato su FB dal nostro Attivista Enrico Ottolini, contenente una sua personalissima opinione sull’avviamento dell’inceneritore, è stato arbitrariamente contrabbandato come posizione del WWF di Parma.

is better not to incenerate waste...


Come Associazione siamo sempre stati contrari alla costruzione dell’impianto di Ugozzolo, contro la quale ci siamo attivati in molti modi in questi anni.
Manifestazioni pubbliche, comunicati stampa, atti formali come un ricorso al Capo dello Stato sono lì a ricordarlo.
Riteniamo che l’accensione dell’inceneritore sia un grave errore, una grande occasione persa per la Città, e una pesante sconfitta per noi. E’ davvero inaccettabile che gli sforzi, la passione e la buona fede di tanti Soci e Attivisti vengano messi in ombra dalla scorrettezza di un giornaletto web in cerca di qualche click a buon mercato.

Rolando Cervi
WWF Parma

Cosenza, differenziata all'86%

Numeri strepitosi in Calabria

Un grande risultato per Cosenza sul fronte della differenziata: è stato raggiunta quota 86% nell’ultimo mese.
In genere vi è la percezione che il sud Italia, per quanto riguarda il riciclo e la differenziata, arranchi faticosamente rispetto al centro e al nord.


In effetti alcune evidenze numeriche vanno in questo senso, ma esistono alcune piacevoli eccezioni come, appunto, il Comune di Cosenza.
E’ raro che un capoluogo di Provincia inanelli risultati di questa levatura.
I dati sono stati diffusi attraverso un comunicato dal Comune stesso (86% di rifiuti differenziati raccolti) e si riferiscono al periodo che va dal 23 luglio al 22 agosto.
Il comunicato parla anche delle difficoltà che l’amministrazione ha dovuto affrontare. Il metodo utilizzato, infatti, è quello del porta a porta: il migliore sulla piazza, certamente, ma anche il più ostico da avviare.
E’ stato necessario superare due ordini di problemi, uno era legato alla cittadinanza, l’altro alla macchina organizzativa: “Le difficoltà iniziali, che anche Cosenza ha dovuto affrontare, sono legate a due presupposti indispensabili per la sua riuscita: la collaborazione motivata dei cittadini e la capacità organizzativa ed operativa del gestore della raccolta. La prima è stata affrontata con un’adeguata informazione, la seconda con la massima collaborazione delle strutture comunali nei confronti della società appaltatrice del servizio, soprattutto nella fase di formazione del personale“.
Il comunicato conclude parlando della necessità di compiere un ulteriore passo in avanti, successivo alla differenziata: avviare un meccanismo di riciclo che possa creare materia prima e che, soprattutto, sia capace di trattenerla sul territorio.
In quest’ottica è essenziale il discorso imballaggi.
La Giunta sta correndo ai ripari, e infatti è in preparazione un Centro Riciclo.
Mancano “solo” i macchinari, che potranno essere acquistato grazie a finanziamenti pubblici e privati.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 29 agosto 2013

L'inceneritore di Parma è acceso da
1

giorno fa

Gli inceneritori non servono, lo dice l'Università di Modena

Il piano per lo stop agli impianti è del ricercatore Alberto Bellini

di Gian Basilio Nieddu
da Qui Modena
http://www.modenaqui.it/


A Modena è viva e continua da giorni la polemica sull'inceneritore cittadino, ma la vera battaglia si combatte sul campo regionale, dove un gruppo di Comuni propone un progetto - entro fine anno la Regione deve adottare il piano regionale che normerà la gestione dei rifiuti in Emilia Romagna - che prevede il taglio degli inceneritori: da otto a due.
E’ il progetto porta la firma di un ricercatore di Unimore.
Si chiama Alberto Bellini, ricercatore e docente del Dipartimento di Scienze e Metodi dell’Ingegneria nella nostra università, il progettista del piano che vuole scrivere la parola fine sugli 8 inceneritori emiliano-romagnoli.


Secondo i suoi studi se si punta e si investe massicciamente sulla raccolta differenziata spinta e sul trattamento non per incenerimento dei rifiuti si riesce a far calare da milioni di tonnellate a 260 mila la produzione annua di rifiuti urbani della nostra regione destinati ad essere bruciati.
Significa che possono restare in vita solo due piccoli inceneritori.
Un traguardo che si può raggiungere - secondo Bellini - entro il 2020.
«Grazie alla riduzione dei rifiuti e all’aumento della raccolta differenziata, nel 2020 la quantità totale dei rifiuti avviati a smaltimento nella regione Emilia-Romagna sarà di 270mila tonnellate - ci dice il ricercatore che in questi giorni si trova all’estero -.
Per trattare questo materiale si possono utilizzare inceneritori e annullare le discariche, oppure questo materiale può essere utilizzato come combustibile solido secondario (CSS) per impianti quali cementifici.
In prospettiva, nel 2020 in Regione sarebbero sufficienti 1-2 impianti di inceneritori per i rifiuti solidi urbani».
Ma chi ospiterà questi inceneritori, seppure tecnologicamente più avanzati rispetto a quelli attuali, questa la domanda.
Secondo il ricercatore la scelta deve essere basata sull’impatto minore per le comunità interessate.
Una prospettiva lodevole ed interessante sempre che non si realizzi in Città.
«Noi puntiamo al 70% di raccolta differenziata ed a una diminuzione del 25% dei rifiuti.
La fattibilità di questo scenario è confermato dai risultati ottenuti nella contea di Ortenau in Germania, o nel trevigiano, dove Contarina raggiunge risultati analoghi in un comprensorio di 470.000 abitanti (49 comuni)».
Ma per quanto riguarda la ricerca portata avanti dall’Ateneo modenese si sottolinea come «il recupero di materia è preferibile di 5/6 volte rispetto al recupero di energia.
Per fare un esempio concreto da una bottiglia di Pet si recupera un’energia molto minore di quella necessaria per produrla».
Riciclare la materia quindi porta maggiori benefici rispetto all’energia che si può ricavare dalla combustione dei rifiuti.
«In Emilia-Romagna produciamo 3 milioni di rifiuti, ma solo 252 mila non sono riciclabili».
Peccato che per la gran massa degli altri si riesca ad intercettare (quindi recuperare) solo il 30%.
In estrema sintesi questa l’analisi, poi la proposta che si basa sulla leva fiscale con il principio «chi più consuma, più paga».
La tariffa puntuale che incentiva cittadini ed imprese a produrre meno rifiuti.
Il progetto di Bellini, assessore comunale a Forlì, è sposato dalle amministrazioni di Forlì, Reggio Emilia, Parma e Piacenza e si scontra contro quello opposto delle altre amministrazioni emiliano-romagnole - come quella di Modena - che non hanno, invece, un approccio così netto sul taglio degli inceneritori.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 29 agosto 2013

L'inceneritore di Parma è acceso da
1

giorno

mercoledì 28 agosto 2013

Permesso fumare

Il giorno del camino è giunto

A Ugozzolo l'inceneritore di Parma scalda i motori.
E' al giro di prova, e utilizza per ora gas metano.
Nelle prossime ore, probabilmente domani, i primi rifiuti verranno immessi nella camera di combustione, una volta che sarà raggiunta la temperatura di esercizio, almeno 850 gradi, in modo da ridurre il rischio di produrre diossina ed emetterla in ambiente.












Per gli abitanti di strada della Lupa è iniziata la passione.
Da domani il mondo cambia.
Il mostro comincia a operare, la pace se la possono  dimenticare.

Nel frattempo a nord di Parma i segni evidente dei lavori in corso,il forno prende vita.

Perplessi davanti all'entusiasmo verso il forno

I brindisi al camino hanno calici amari

Siamo perplessi di fronte alle considerazioni di questi giorni fatte da personaggi dell'ambientalismo cittadino, con i quali abbiamo anche condiviso tanti momenti della battaglia contro l'inceneritore e francamente non capiamo come da ambientalisti si possa essere a favore di un impianto di questo genere, inutile, al posto del quale in questi anni si sono evidenziate quali e quante altre alternative potrebbero essere utilizzate.


Un impianto che non risolve la questione della autosufficienza (le ceneri fuori provincia, l'organico fuori provincia, il differenziato fuori provincia, la fos fuori provincia, il polverino fuori provincia)
senza dimenticare i miliardi di metri cubi di aria inquinata che usciranno.
Un impianto che impatterà sulla salute non solo dei cittadini di Parma ma su tutti quelli del bacino padano, andandosi ad aggiungere con le sue emissioni a tutte le centinaia di camini presenti sul territorio.
Una felicità che davvero non comprendiamo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 agosto 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
479

giorni fa

martedì 27 agosto 2013

La montagna tagliata

Salendo in auto per le nostre valli ci si accorge della rovina delle strade.
Si pensa che la causa sia il dissesto idrogeologico, le frane che hanno colpito la nostra montagna, le piogge della primavera, ma non è solo tutto questo.
Più si prosegue e più è chiaro che le strade sono letteralmente sfondate.
Il piano stradale in molti punti presenta conche e avvallamenti che solo un traffico costante di mezzi pesanti può provocare.



Si sale ancora e ai lati delle strade slarghi e piazzole colmi di legna tagliata.
In certi punti le cataste di legna contornano ininterrottamente la strada.
Si alzano gli occhi al bosco e si vedono grandi buchi nel verde, su pendenze che sconsiglierebbero un taglio così massivo, che lascia praticamente denudati i terreni, in balia del dilavamento delle acque, quando giungeranno le piogge.
E' questo il paesaggio attuale della nostra montagna, boschi come groviere e strade sfondate dai camion, che portano via la legna dei tagli.
Qualche amministratore sostiene le tesi dei tagliatori.
L'abbandono dei boschi è palese e non è positivo. Lo denunciano i roghi estivi, che spesso derivano proprio da autocombustione degli arbusti abbandonati nel sottobosco. Una politica delle comunità montane che possa permettere la nascita di qualche centrale a biomassa che permetta la produzione di elettricità e di teleriscaldamento non farebbe male e permetterebbe di monitorare e tenere puliti i boschi, garantendo la giusta turnazione delle piante, la pulizia del sottobosco ed in ultimo ma non meno importante garantire lavoro a territori che continuano a spopolarsi a causa di mancanza di lavoro”.
Si potrebbe rispondere che i roghi estivi per autocombustione accertati in Italia si possono contare sulle dita di una mano, il restante è dato da incendi dolosi dettati da interessi vari e in più dall'incuria di chi opera pulizie del sottobosco con il fuoco che gli sfugge.
Ma sollevare il problema degli incendi boschivi nel nostro Appennino è solo un pretesto, come del resto parlare di pulizia del bosco.
Discorsi che servono solo a far passare la speculazione dei tagli senza alcuna limitazione e a far accettare centrali a cippato di legna nei borghi.
Quasi mai le condizioni di rinnovabilità vengono valutate e rispettate.
Si ha l'impressione che ci stiamo letteralmente mangiando i nostri boschi.
Se il prelievo sarà folle come per altri combustibili a chi ci segue lasceremo una copia dell'isola di Pasqua.
Sarebbe utile leggere i regolamenti forestali dove si possono leggere i tempi per le turnazioni del taglio della legna nelle zone montuose. Sono tempi lunghi e lunghissimi rapportati alle aspettative del taglio economico.
Questo permette a chiunque di rendersi conto quanto sia importante la sostenibilità di un prelievo regolamentato e non dettato dalla speculazione.
Invece oggi è la speculazione sulla legna da ardere che la fa da padrona.
Senza un piano di tagli programmati che rispetti la rinnovabilità dei boschi, la proprietà privata e una legge che non pone alcun vincolo, se non quello dei 6 ettari massimi contigui tagliabili, porteranno al disastro il nostro Appennino.
Una montagna non solo sempre meno abitata e senza un'economia, ma spelacchiata al punto che non si potrà nemmeno più ipotizzare una ripresa del turismo.
Vi è l’opinione diffusa che le caldaie a cippato possano essere alimentate anche solo con cippato proveniente da scarti di potatura urbana, di potatura ripariale o con le ramaglie abbandonate nei boschi dai tagli economici.
Occorre precisare che ciò non sia vero: le ramaglie in generale e quindi anche gli scarti di potatura urbana composti per lo più da rami e rametti di piccole dimensioni formano un cippato troppo ricco di corteccia, che produrrebbe nelle caldaie problemi di combustione e più ancora la produzione di un quantitativo di ceneri troppo elevato.
Per questi motivi le ramaglie possono comparire nel cippato solo in percentuali non superiori al 30% rispetto alla frazione di cippato composto da tronchi e parti legnose di maggiori dimensioni.
Più ceneri significa anche emissioni in aria delle stesse proporzioni: ossidi di azoto, particolato, ossidi di metalli pesanti e diossina e malfunzionamento della combustione stessa, perché il cippato di corteccia è più umido e provoca un minor rendimento della centrale.
Il sistema più utilizzato per la depurazione fumi di una centrale a cippato è il ciclone o multiclone. che funziona in questo modo: il gas di scarico viene fatto passare in un condotto conico in cui, per
effetto della forza centrifuga sviluppata da aria forzata, si ha il deposito delle particelle sulle pareti del ciclone e per la forza di gravità queste precipitano sul fondo dove in seguito vengono raccolte.
Queste ceneri, a differenza di quelle sotto brace grossolane, sono ceneri polverose e contengono in maggior quantità metalli pesanti nocivi (piombo, zinco e cadmio).
In uscita, il gas che va al camino risulta ancora inquinato da particelle di piccole dimensioni che il sistema non riesce a separare.
Le emissioni con elevate quantità di polveri sottili sono il principale problema dei biocombustibili solidi, delle biomasse legnose in particolare.
Un recente studio, condotto con i criteri di analisi dei cicli di vita (LCA) ha stimato che, in un impianto di teleriscaldamento, il passaggio dal gas naturale al gas prodotto dalla combustione e gassificazione del cippato di legna aumenterebbe di 6,2 volte l’impatto di inquinanti con significativi effetti sulla salute.
Anche l'economia del taglio di legna non porta vantaggio alla montagna.
Ogni ettaro sottoposto a taglio raso o con novellame ha prodotto quest'anno circa 13.000 euro.
Mille euro al proprietario del bosco, che può essere un anziano del posto ma nei due terzi dei casi è una persona che sta in città ed ha la seconda casa con terreno.
Cinquemila euro vanno a chi taglia, che può essere un boscaiolo o uno del posto ma anche uno coi soldi che fa tagliare in nero da altri.
Per chi taglia ci sono da considerare però le spese per materiali, trattore e altri mezzi meccanici.
Il rimanente va a grossisti della pedemontana che rivendono la legna al minuto.
Più o meno, il 75% del denaro proveniente dai tagli non resta in montagna, va in pianura, in città o altrove. Va anche alle ditte che producono mezzi meccanici e di taglio.
Senza un progetto di tagli programmato, la nostra montagna sarà spelacchiata dalla speculazione, preda del dissesto idrogeologico e sempre più povera e abbandonata.

Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
27 agosto 2013

www.reteambienteparma.org - info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave allamianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorseno cava le predelle
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
comitato associazione giarola e vaestano per il territorio



domenica 25 agosto 2013

Grazie ai nemici di Parma

L'ultima domenica senza fumo

I rifiuti sono già dentro il Paip e il 28 agosto il camino di Ugozzolo comincerà a fumare, questa volta senza soluzione di continuità.
E' l'ultima domenica di pace per la città, mentre a San Leonardo già lamentano puzze e miasmi, forse stanno scaldando i motori.
Ancora una manciata di ore e Parma tornerà ad avere un inceneritore, dopo 12 anni di assenza dalla chiusura del camino del Cornocchio (2001).
In questa giornata festiva vogliamo ringraziare gli amici del forno, i nemici di Parma, che in questi anni si sono prodigati per liberare la città della grave mancanza, una lacuna, quella parmigiana, rispetto a tutte le province regionali, tutte ordinatamente con un impianto di incenerimento, salvo Reggio che lo ha spento lo scorso anno.



I nemici di Parma non si dovevano affaticare troppo, anche perché Ugozzolo non è l'unica fiamma accesa sul nostro territorio martoriato. A Rubbiano di Solignano, un co-inceneritore di oli esausti e altri materiali pericolosi dal 2000 ne brucia ogni anno oltre 50 mila tonnellate, a Noceto un impianto militare di distruzione di esplosivo da scoppio e di propellenti, a Polesine abbiamo scoperto in queste ore la presenza di un impianto di termodistruzione che si occupa di materiali organici come il pollame colpito da aviaria.
Quindi Parma non sentiva la mancanza di un forno in città, l'aria era già sufficientemente mefitica senza l'aggiunta di un altro camino.
Allora grazie all'assessore ambiente della Provincia Castellani, che sostiene che durante la combustione dei rifiuti non si produca diossina: talmente convinto della bontà del forno da non voler sapere se ci siano alternative, costringendo lo sguardo a spegnersi all'Enza.
Grazie al presidente della Provincia Bernazzoli, anche se in questo caso i cittadini di Parma lo hanno già meritatamene omaggiato, con il loro plauso alle scorse elezioni amministrative.
Grazie ai redattori del PPGR provinciale, che mai hanno valutato le alternative all'incenerimento, dando per scontato che non esistano, e, come detto, il nulla è oltre l'Enza.
Grazie all'ex sindaco Ubaldi, per essersi impegnato fino allo stremo per avere il forno doppio dell'attuale, come un vanto per la città dei 500 mila fantasmi e dei 50 centri commerciali, correndo all'impazzata dalla sedia di sindaco a quella di presidente di Ato, per porsi la domanda e darsi la risposta.
Grazie al partito democratico: encomiabile la sua fede nelle multiutilities e nello schema emiliano romagnolo raccogli-brucia-guadagna. Sono loro quelli che “rifiuti zero non esiste”, “nessun paese al mondo si è posto l'obiettivo di portare a zero” e poi, a tre giorni delle elezioni comunali, organizzavano un incontro in piazza dal titolo “verso rifiuti zero”: una comica finita male.
Grazie alla Chiesa di Parma, che pronta ha per prima concesso i terreni di strada della Lupa, quella madre terra che andrebbe difesa e salvaguardata, quel pezzo di creato che invece produrrà diossine, furani, metalli pesanti, anche per il piacere dei polmoni di piazza Duomo.
Grazie agli industriali della food valley, ciechi fino a quando era troppo tardi, che oggi hanno il camino davanti all'impastatrice e di fronte alle provette, ma senza mai aver avuto il coraggio di alzare la voce, accomodati dalla speranza che tutto si avviasse in sordina e senza scosse.
Ora temono il caos, allestiscono monitoraggi indipendenti, stipulano polizze, zittiscono la protesta minacciando azioni legali, camminano sulle punte dei piedi e trattengono il respiro.
Grazie ai consorzi di tutela, che non hanno saputo tutelare nulla, affidandosi ai venticelli e alla logora pubblicità progresso, consci della gravità del nuovo Moloch ai confini della città.
Grazie ai sindaci del territorio che di fronte alle scelte scellerate di piazzale della Pace hanno finto di non doversene occupare, hanno scelto il silenzio complice per non rischiare finanziamenti e collaborazioni, poltrone e legami, tutto fuorché guardare al bene comune dei loro amministrati.
Ora potete anche togliere lo spumante dal frigoriferi e spolverare i flute.
Noi siamo sinceramente colpiti dal vostro corale impegno e dalla vostra faticosa abnegazione
E' un vero peccato che l'aria che respireremo noi sarà la stessa vostra.
Fra poche ore potrete brindare alle scure, calde, acide arie.
E sarà tutto merito vostro.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 25 agosto 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
476

giorni fa