sabato 10 settembre 2011

Fiaccole e nuvole

Una luce, forte e univoca, ha illuminato la sera di Parma.
Erano le migliaia di cittadini in piazza ancora una volta contro l'inceneritore.
Ancora una volta in piazza, contro tutti gli inceneritori, impianti obsoleti che appartengono al passato.
Cittadini che non sono soli, perché tanti sono i compagni di viaggio sparsi per l'Italia.



A Trento, a Scarpino, a Bolzano, a Torino, a Forlì, a Modena, a Piacenza, a Gavassa, a Napoli.
Anche in queste città si sta lottando contro gli inceneritori e insieme si è più forti, si può vincere.
Ci siamo chiesti se fosse ancora il caso di richiamare ancora le persone per un ennesimo appello alle istituzioni della città.
Ma l'obiettivo finale non è stato ancora raggiunto e il momento è molto delicato
9 mesi fa siamo andati sotto le finestre del sindaco.
I lavori a Ugozzolo andavano a mille.
Oggi sono sospesi, da oltre due mesi.
Ieri siamo andati sotto le finestre della provincia, chissà che non porti bene
Nove mesi fa infatti il cantiere chiuso era un miraggio, un sogno, un evento impossibile. Oggi vogliamo guardare oltre il forno
Partendo da alcune domande al presidente Bernazzoli
Gli abitanti della provincia vogliono avere risposte.
Noi ci chiediamo come sia possibile oggi, a cantiere chiuso per abuso edilizio, porsi a difesa di un progetto che va contro la salute. Nostra, del territorio e dell'economia .
Come si fa a difendere una presunta illegalità?
Eppure il presidente Bernazzoli l’ha fatto.
Vorremmo ricordare al presidente che il suo stesso partito a Reggio Emilia ha cancellato l'inceneritore, facendosene giustamente un vanto, a Lucca lo stesso Pd ha deliberato di spegnere tutti gli inceneritori ancora accesi e ha tolto l'autorizzazione a quello di Pietrasanta (che ha inquinato anche la spiaggia della Versilia), mentre a Parma dobbiamo accontentarci di un assessore all'ambiente, Castellani, che sostiene che la combustione dei rifiuti non produce diossina.
Vogliamo suscitare un'emozione forte al presidente Bernazzoli, la base del suo partito non la pensa come lui, e molti di quelli che sono vicini a noi in questa battaglia appartengono al suo partito
Condividono i nostri valori, la salute, il benessere dei cittadini, un futuro meno nero per i nostri figli.
La battaglia per la salute non è una battaglia ideologica.
La salute non è ne di destra ne di sinistra.
Noi vorremmo che la difesa della salute, a tutti i costi, entrasse a far parte di tutti i partiti, anche del Pd, che ha dentro brave persone che ogni giorno cercano di far capire all'apparato che i tempi sono cambiati, che è ora di far sussultare il partito di valori di sinistra come l'ambiente.
Lo sappiamo che la salute è un tema caro al Pd e Bernazzoli dovrebbe essere interprete fedele di questa volontà così sentita dalla base.
Questo valore fa a botte con il sostegno all'inceneritore.
E' ora che la Provincia faccia quadrato con il Comune per difendere i cittadini da questo impianto.
Vogliamo una svolta anche da lei presidente Bernazzoli.
Non ha più senso rifiutare il dialogo su questo tema
Noi non abbiamo bisogno di un nuovo forno inceneritore, perché malati lo siamo già oggi.
E' infatti accettabile che a Parma una mamma abbia nel latte materno una dose di diossina che rende il suo latte avvelenato?
Questa situazione a dir poco allarmante è già oggi reale, nel 2011, senza inceneritore acceso.
Ma con un inceneritore spento al Cornocchio nel 2001
Ma con un inceneritore acceso a Solignano, autorizzato da lei, presidente, un inceneritore che brucia rifiuti pericolosi e regala emissioni a Rubbiano, Fornovo, Solignano, Medesano, Varano Melegari.
Ma con un inceneritore in costruzione a Parma.
Un progetto pieno di segreti.
E' accettabile che non si conoscano i costi di questa macchina infernale?
E' accettabile che se la Provincia ha deliberato di riciclare la plastica al 60%, accetti poi che Iren ne recuperi solo il 17%, perché il resto deve essere bruciato? Non è chiaro forse che lo scopo è avere materia utile per il forno?
Com'è possibile che si autorizzi a bruciare del fango, quando il fango è acqua per oltre il 70% e lo si può smaltire in altro modo? Utilizzandolo in agricoltura, recuperando biogas con sistemi di digestione anaerobica, oppure in agricoltura come fertilizzanti curando il tenore di metalli, così come ci chiede l'Europa.
Sappiamo quanto ci guadagna Iren, e allora abbiamo capito tutto
C'è bisogno di tanta trasparenza, per avere la certezza che l'onestà guidi la mano di tutti voi, delegati dal popolo a bene amministrare la nostra comunità.
Ci sono sul tappeto tante, scomode, antipatiche domande, che ci fanno diventare corpi ingombranti e da evitare.
Ma, vedete, noi siamo qui oggi, come ieri sera in piazza.
Anche a fare proposte
C'è una straordinaria opportunità davanti a noi.
A cantiere chiuso c'è la possibilità di valutare l'alternativa di gestione a freddo dei rifiuti.
E' la riflessione che sta andando avanti nella provincia di Lucca, che sta elaborando un piano provinciale dei rifiuti senza l'utilizzo dell'inceneritore.
E' l'impossibile, secondo il nostro assessore all'inceneritore castellani, che si fa reale.
A cantiere chiuso, mentre si valuta l’alternativa, c’è la possibilità di far gestire i nostri rifiuti a ditte olandesi, come sta succedendo a Napoli, ditte che si sono rese disponibili e che noi abbiamo messo in contatto coi nostri amministratori mesi fa, con costi addirittura inferiori a quelli attuali.
Con una attenta e corretta raccolta differenziata porta a porta possiamo raggiungere quel limite oltre il quale l'inceneritore non è economicamente vantaggioso.
Il materiale che residua da questo sistema può essere trattato in un impianto molto semplice che si chiama Tmb (trattamento meccanico biologico), già utilizzato in Italia e in Europa.
Il Tmb ha in Italia 131 impianti attivi che trattano 7,5 milioni di tonnellate di materiali post utilizzo, mentre gli inceneritori sono 50 e trattano 4,5 milioni di rifiuti.
Il Tmb è un impianto che davvero non inquina.
L'aria in pianura padana ha una concentrazione di diossina pari a 0,18 picogrammi / metro cubo.
All'uscita dal biofiltro del Tmb la concentrazione è di 0,01 picogrammi.
L'inceneritore, migliori prestazioni, 8 picogrammi
Altro che purificare l'aria!
Con l'introduzione di un estrusore, che ieri era in voga solo a Vedelago, ma che oggi è in funzione ad esempio anche a Pontedera, si può recuperare la plastica che andrebbe ad incenerimento, per farne nuova plastica, che ad esempio la Piaggio utilizza per i suoi scooter.
L'impianto della Revet, Pisa, ricicla 16 mila tonnellate di plastiche eterogenee, proprie quelle plastiche che Iren vuole bruciare per far soldi, lasciando a noi le esalazioni del camino
Il 14 settembre il Tar dovrà pronunciarsi sul titolo edilizio mancante.
Noi abbiamo tanta, molta fiducia nella giustizia.
Noi siamo convinti che non si possa inventare dal nulla un'autorizzazione che non c'è.
Che sia impossibile non tenere in considerazione tutti fari accesi sul Pai.
La comunità europea con una procedura aperta, l'Antitrust, la Procura, esposti e ricorsi in atto.
Si può far finta di nulla?
Noi crediamo di no.
Da una parte ci sono migliaia di fiaccole, dall'altra le nuvole nere del forno.
Gli amministratori devono scegliere da che parte stare.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 10 settembre 2011

+71 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+467 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

venerdì 9 settembre 2011

La nostra luminosa sera

Questa sera alle ore 20,30 partirà da piazzala Santa Croce la fiaccolata contro l'inceneritore
La manifestazione è stata organizzata dall'associazione Gestione Corretta Rifiuti ed ha raccolto molte adesioni tra comitati, partiti, associazioni, non solo di Parma.



Il corteo si snoderà in via d'Azeglio, via Mazzini, via Garibaldi, per poi concludersi in piazzale della Pace sotto la sede della provincia
C'è grande attesa per la fiaccolata di questa sera, che giunge a ridosso dell'importante decisione del Tar, prevista per il 14 settembre, sulla sospensione del cantiere dell'inceneritore, dal 1° di luglio chiuso dal comune per abuso edilizio
Ci si aspetta grande partecipazione dei parmigiani per manifestare la propria opinione contro questo progetto, mentre ancora non è arrivata la risposta dei capigruppo del consiglio comunale sulla proposta di referendum abrogativo
La fiaccolata sarà come sempre senza simboli di partito ma solo con le bandiere dei movimenti e delle associazioni che si oppongono al progetto

Adesioni
COMITATO TUTELA SALUTE E AMBIENTE VALLESINA - Jesi (AN)
MEDICINA DEMOCRATICA
PER UN'ALTRA CITTA', Firenze
COMITATO PER L'ALTERNATIVA AL NUOVO INCENERITORE DI DESIO (MB)
AMBIENTE E SALUTE - Bolzano
WWF - Sezione di Parma
AMBIENTE E SALUTE DI CORREGGIO E SAN MARTINO IN RIO – Reggio Emilia
GAS TERRA TERRA - Parma
GAS LA SPIGA - Parma
ASSOCIAZIONE AMICI DEL CHIARAVAGNA DI GENOVA SESTRI PONENTE
COMITATO ARIA PULITA MARCON – Venezia
ASSOCIAZIONE SALUTE VERONA
GENTE DI REGGIO - FORUM DEI CITTADINI Associazione civica – Reggio Emilia
ASSOCIAZIONE AMBIENTE E SALUTE di Correggio e San Martino in Rio – Re
ASSOCIAZIONE PARMA IN MOVIMENTO – Movimento 5 Stelle
COORD. DEI COMITATI E ASSOC. AMBIENTALI PROVINCIA DI GROSSETO
GAS GASPARE - Parma
partecipa
SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) - Federazione di Parma

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 9 settembre 2011

+70 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+466 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

giovedì 8 settembre 2011

La fiaccolata di Parma

Sostenere il blocco dell'inceneritore,
guardare avanti con speranza

Questa riflessione, a 24 ore dalla fiaccolata contro l'inceneritore, scaturisce da una osservazione pacata del Paip di Parma, il Polo Ambientale Integrato che è in fase di costruzione a Ugozzolo, dal primo di luglio stoppato per abuso edilizio.



E' una lettura degli avvenimenti, così come si sono svolti in questi ultimi anni nella nostra città, su un tema, quella della gestione dei rifiuti, che ha via via assunto sempre maggior interesse, sia fra i tecnici, ma anche e soprattutto fra i cittadini.
Una lettura che cercheremo di rendere accessibile e semplice, a costo magari di ripetizioni di concetti che a molti sono ormai noti, ma anche semplificata, saltando alcuni passaggi, perché davvero servirebbe un romanzo, di molte pagine, tutto dedicato al forno di Ugozzolo.
Possiamo partire dal 2005, anno in cui arriva al traguardo il PPGR, il piano provinciale di gestione dei rifiuti. In questo documento, approvato dal consiglio provinciale il 22 marzo, viene indicata la necessità di un impianto di trattamento termico a tecnologia complessa, per gestire i rifiuti urbani non differenziabili, quindi ciò che residua dalla raccolta differenziata. Il PPGR calcola anche le dimensioni di questo impianto, relative alle necessità effettive del territorio: 65 mila tonnellate. Vedremo poi come l'inceneritore verrà autorizzato per il doppio di questa capacità (130 mila tonnellate bruciate all'anno). Il piano individua anche l'area: allo Spip, la zona industriale a nord in territorio comunale di Parma.
A seguito dell'approvazione del piano provinciale, si muove Enia Spa (erede di Amps), allora azienda a totale capitale pubblico, che gestisce i rifiuti di buona parte del territorio provinciale, forte di una convenzione con Ato (Ambito Territoriale Ottimale), l'ente indicato dalla regione come titolare dell'organizzazione a livello provinciale del servizio.
Si badi che nel contratto è scritto esplicitamente che l'accordo non include il servizio di smaltimento (inceneritore o discarica) di cui Ato non ha competenza a decidere nulla. La convenzione Ato-Amps è valida per 10 anni, dal 2004 al 2014.
Amps bussa la porta del comune di Parma nel 2006, ma prima chiede un via libera alla proposta di costruire un inceneritore ad Ato, che nonostante la propria incompetenza in materia, emana una delibera dove con un gioco di parole non si pone contro la decisione (25 novembre 2005).
Da sottolineare che presidente di Ato e sindaco di Parma sono la stessa persona, Elvio Ubaldi.
E' con questo foglio di valore nullo che Amps si presenta baldanzoso in comune di Parma, con sottobraccio l'idea del forno, finalizzando nei mesi seguenti la proposta con un accordo scritto e due delibere a favore, giunta comunale e consiglio, dove l'ente pubblico si impegna alle modifiche urbanistiche necessarie all'avvio del progetto, e Amps da parte sua si fa carico di opere accessorie, e, nota non indifferente, si impegna all'assoluta trasparenza su tutti gli atti e procedure relative all'inceneritore, da mettere a disposizione di enti e cittadini.
La delibera del consiglio comunale è la n. 45 del 31 marzo 2006.
Il primo elaborato di progetto viene presentato alla Provincia di Parma a fine 2007, 27 novembre.
E' un progetto industriale complesso e viene così indetta la Conferenza dei Servizi, per inglobare in un'unica procedura tutto l'iter autorizzativo.
Siamo nel 2008. Nella Conferenza, primo incontro il 10 marzo, sono rappresentati tutti gli enti coinvolti per territorialità e competenze. La prima stesura del progetto di Enia viene aspramente criticata come incompleta e insufficiente.
La seconda elaborazione progettuale viene presentata da Enia il 10 luglio 2008.
Il 15 luglio, 5 giorni dopo, con in mezzo una fine settimana, la Conferenza approva il progetto.
Si trattava di leggere e valutare 155 pagine, 11 allegati, raccolti in 8 volumi.
Evidente l'intento di dare il via libera comunque, un'idea condivisa da tutti i presenti, l'analisi dei dati deve essere per forza stata solo formale e non sostanziale.
Nel 2008 vigeva ancora un accordo fraterno tra tutti gli attori, ma in particolare tra Comune di Parma e la Provincia, i due principali protagonisti dell'operazione
I giochi sembravano quindi fatti, l'inceneritore ormai in autostrada (e in effetti hanno anche avuto la grande idea di costruirlo proprio lì, quasi un nuovo simbolo della città, davanti a milioni di automobilisti in transito sulla Sole).
Le uniche voci fuori dal coro sono le associazioni ambientaliste, in particolare WWF e Gestione Corretta Rifiuti, nata quest'ultima proprio con lo scopo di fermare il progetto.
Un lavoro duro e difficile, per far emergere prima di tutto la verità.
L'inceneritore era ancora la macchina meravigliosa che fa sparire i rifiuti, una specie di aspirapolvere senza sacco, una bacchetta magica che tutti in Europa utilizzano con grande agio.
Ma sono cominciate ad emergere le prime rughe.
Ad una approfondita analisi l'iter autorizzativo offriva più che un dubbio sulla correttezza formale degli atti. Da un paio di anni il tiro al bersaglio si è trasformato in un facile hobby, come sparare sulla Croce Rossa.
L'elenco degli atti contro l'inceneritore è lungo.
Ripetuti esposti alla Procura della Repubblica, ricorsi al Tar, denuncia alla Comunità Europea, all'Antitrust, campagne di boicottaggio, manifestazioni, fiaccolate, raccolte di firme, proposta di referendum, campagne sui giornali, comunicati stampa giornalieri.
Tra gli episodi eclatanti una gara europea per le opere edili del valore di 43 milioni di euro a cui partecipa una sola proponente, guarda a casa una delle solite note.
E poi l'assurdo di un servizio pubblico che viene affidato ad una Spa privata (Enia-Iren) senza alcuna gara d'appalto che garantisca il cittadino sul risparmio a parità di prestazioni.
Poi il piano economico finanziario che viene negato ai cittadini ma anche al sindaco della città.
E infine l'incertezza sui costi, in particolare dell'investimento, ma poi delle bollette, che saranno l'unico strumento per rientrare dal debito.
Nel giugno 2011 due avvocati parmigiani si accorgono che il cartello del cantiere riporta l'assenza del titolo edilizio per una legge regionale che riguarda però le opere pubbliche.
Qui siamo in presenza di un terreno privato e di un'opera privata.
Ennesimo esposto per abuso edilizio in procura.
Nel frattempo Gcr segnala il fatto al Nucleo Abusi Edilizi del Comune di Parma, che attiva la procedura di verifica. Il permesso a costruire non c'è. Il 1° luglio il cantiere viene sospeso. Il 22 agosto la sospensiva viene ribadita dal comune aggiungendo benzina all'incendio ormai divampato.
Il 14 settembre prossimo il Tar si pronuncerà sull'appello contro la sospensiva, inoltrato da Iren ai giudici amministrativi.
Per ora bocce ferme quindi. Un cantiere bloccato da 2 mesi, un'opera in fase avanzata di costruzione che langue, nella rotonda di fronte l'ulivo dei contestatori, interrato proprio il primo luglio.
Ora la città si domanda come fare davanti a tutti quei soldi spesi.
Come al solito nel nostro Paese si arriva coi tempi dalla carovana a cavallo.
Una multinazionale olandese è però pronta a collaborare.
Ha studiato le carte e si dice convinta di poter dismettere l'impianto, collocare sul mercato internazionale alcuni pezzi già acquistati o montati,. Riconvertire la gestione dei rifiuti per sposare il trattamento a freddo, senza alcuna combustione, spingendo la raccolta differenziata porta a porta al 100% delle utenze private ed aziendali.
A Reggio Emilia hanno tracciato la strada prima di noi. Abbandonato il progetto di un nuovo inceneritore, si dedicano al trattamento meccanico biologico.
Ma a Parma lo stesso partito nega che sia possibile fare senza inceneritore, l'assessore Castellani va oltre la logica,affermando che queste combustioni non producono diossina, come negare che l'acqua bollente scotti.
Guardare avanti significa progettare il futuro senza inceneritore, come hanno fatto a Reggio.
Nei cassetti di comune e provincia giace il progetto alternativo preparato da Gcr nel giugno 2010. Si fa senza forno e si risparmia, nel portafoglio e nella salute, guardando con rispetto a quello che ci chiede l'Europa: ridurre in modo vistoso la produzione dei rifiuti e trasformare in una società del riciclaggio.
Noi oggi ci aggrappiamo alla sospensiva che il sindaco di Parma ha voluto sostenere. Non basta, ma è l'unico segnale di discontinuità che abbiamo osservato dal 2005 ad oggi, e ce lo teniamo caro. Ora tocca al Tar, tocca alla Procura, fare molta luce e non lasciare ombre.
I cittadini sono pronti a fare la loro parte, tranne che accollarsi un impianto inutile e dannoso.

Adesioni alla fiaccolata:
COMITATO TUTELA SALUTE E AMBIENTE VALLESINA - Jesi (AN)
MEDICINA DEMOCRATICA
PER UN'ALTRA CITTA', Firenze
COMITATO PER L'ALTERNATIVA AL NUOVO INCENERITORE DI DESIO (MB)
AMBIENTE E SALUTE - Bolzano
WWF - Sezione di Parma
AMBIENTE E SALUTE DI CORREGGIO E SAN MARTINO IN RIO – Reggio Emilia
GAS TERRA TERRA - Parma
GAS LA SPIGA - Parma
ASSOCIAZIONE AMICI DEL CHIARAVAGNA DI GENOVA SESTRI PONENTE
COMITATO ARIA PULITA MARCON – Venezia
ASSOCIAZIONE SALUTE VERONA
GENTE DI REGGIO - FORUM DEI CITTADINI Associazione civica – Reggio Emilia
ASSOCIAZIONE AMBIENTE E SALUTE di Correggio e San Martino in Rio – Re
ASSOCIAZIONE PARMA IN MOVIMENTO – Movimento 5 Stelle
partecipa
SEL (Sinistra Ecologia e Libertà) - Federazione di Parma

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 8 settembre 2011

+69 g iorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+465 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

mercoledì 7 settembre 2011

Inceneritore di Modena, un déjà-vu

A Brescia l'inceneritore più bello del mondo brucia 800 mila tonnellate di rifiuti all'anno, andando a caccia di “monnezza” per tutt'Italia, visto che quelli prodotti in loco non bastano mai.
A Brescia l'inceneritore è autorizzato per 260 mila tonnellate, eppure, in barba a tutte le non autorizzazioni, sono riusciti a impiantare la terza linea, senza colpo ferire.



Leggiamo che a Modena si sta andando nella stessa direzione.
Le storie si ripetono immancabili con questi impianti.
Si concede un dito, ti maciullano un braccio intero.
Il segretario del Pd modenese Giuseppe Boschini ha difeso in questi giorni la scelta di potenziare l'inceneritore e il 12 settembre la conferenza dei servizi delibererà sul tema: aumentare le capacità della terza linea per incrementare il tonnellaggio di rifiuti in entrata.
Silvano Guerzoni è il presidente del Comitato Modena Salute Ambiente.
La pensa ovviamente all'opposto.
Ci piange il cuore, perché rivediamo gli stessi film, vediamo noi stessi avanti o indietro nella pellicola, secondo le situazioni in essere in altre città.
A Modena si vuol potenziare la terza linea, ma già 45.000 tonnellate di rifiuti arrivano da fuori, mancando la benzina locale.
Ogni anno la triste sequela di sforamenti nei limiti di Pm10 che porta Modena tra le città più inquinate d'Italia.
E i guadagni di Hera, così si chiama la Iren romagnola, finiscono per metà nelle tasche dei privati (chissà dove stanno di casa), mentre tutto l'inquinamento è deposto nei polmoni dei modenesi.
Come si potrà sostenere la raccolta differenziata se al posto del rifiuto locale arriva “roba” da fuori, magari sconosciuta e di provenienza avvolta nelle nebbie.
Se devo liberare posto nel forno per far arrivare schifezze da ogni dove meglio metterci le mie cose, che conosco, che so bene che più di tanto, male non possono fare.
E non servono nemmeno i controlli serrati sulle emissioni, se è vero che la stessa Arpa ha evidenziato che le supposte anomalie di lettura di valori fuori limite in realtà rispondevano al vero.
Più rifiuti brucio, più inquinamento produco, non c'è niente da fare.
Anche WWF, con la presidente Sandra Poppi, si schiera contro l'ampliamento e per una politica dei rifiuti che passi dalla raccolta differenziata porta a porta, per arrivare a evidenziare semmai l'eccesso di capacità di incenerimento, nella città dei motori e delle tigelle.
Così ora ci si appella giustamente ad una moratoria di un anno, prima di procedere ad altri, costosi, ampliamenti.
Un anno per mettere a punto la raccolta differenziata e verificare davvero quali siano le necessità del territorio, le quantità in gioco se viene applicata una corretta gestione dei rifiuti.
Come si doveva fare anche a Parma. Applicare le migliori tecniche di gestione dei materiali di fine utilizzo, con un porta a porta esteso anche alle attività produttive, e poi una volta in mano il corretto “numero” di tonnellate da gestire, fare scelte coerenti.
Ma le case come al solito vengono iniziate dal tetto, una nostra immancabile sciagura, che spesso allestisce enormi impianti che infine vanno in qualche modo riempiti e utilizzati, per recuperare l'investimento enorme impegnato.
Da che mondo è mondo se devo andare al bar di fronte a casa, non scelgo un aeroplano.
Non ordino 10 pranzi da 20 portare se devo solo fa merenda da solo.
Non serve un pista di atterraggio di un aeroporto per far volare un aquilone.
Verremmo presi per pazzi.
Quando vai dal salumiere ordini in base ai commensali che siedono alla tua tavola.
O si compra per l'intera umanità?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 7 settembre 2011

+68 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+464 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

martedì 6 settembre 2011

Sel Parma e il sì alla fiaccolata. Gli amici e i nemici del forno

Accogliamo con piacere il comunicato inviato nei giorni scorsi da SEL Federazione di Parma, con il quale viene ufficializzata la partecipazione alla fiaccolata del 9 settembre prossimo.



Sel afferma che “le vicende sorte ed alla base della sospensiva, se comprovate ed accolte dal TAR, costituiscano un serio problema di mancanza di chiarezza e di procedure democratiche, tale da invalidare e rendere non credibile qualsiasi scelta politico/amministrativa in merito. Che siano maturate ad oggi condizioni per una ulteriore riflessione in grado di costruire una ipotesi coerente, più avanzata e condivisa, sulla gestione dei rifiuti nella nostra provincia”.
Ne siamo molto soddisfatti.
Quindi sollecitiamo altre associazioni, movimenti, partiti politici a fare lo stesso e a dire la propria su questa annosa vicenda.
La pluralità dei partecipanti non può che farci piacere, la società civile sarà così meglio rappresentata.
Ne approfittiamo anche per ricordare ai partiti politici, com’è consuetudine nei nostri eventi, che la partecipazione ed adesione alla fiaccolata non consentirà di esporre bandiere di partito.
Alla fiaccolata saranno come sempre accolte quelle delle associazioni che si battono contro il forno, ma la salute, che è di tutti noi, non ha un colore predeterminato, ma dovrebbe appartenere a tutte le compagini di qualunque estrazione.
Un'ulteriore riflessione in questo momento importante e delicato della questione inceneritore.
La nostra associazione è nata ed ha per statuto la neutralità politica come base fondativa.
Gcr si comporta in modo molto semplice, anche se magari può sembrare un tantino brutale.
Ci sono due sole categorie di interlocutori.
Chi è a favore del forno.
Chi è contro il forno.
I primi sono nostri amici.
I secondi sono nostri nemici.
Non ci interessa la bandiera che portano, ne discutere su temi che nulla hanno a che fare con la nostra mission.
Non abbiamo difficoltà a segnalare nuovi amici come Sel.
Non abbiamo avuto difficoltà a segnalare il positivo atteggiamento del comune di Parma quando ha chiuso il cantiere dell'inceneritore, anche se questo ci ha messo in difficoltà con chi di noi ha radici nella sinistra e magari era sotto i Portici del Grano a contestare la giunta per lo scandalo Green Money.
Ripetiamo la nostra totale estraneità ai colori.
Tutti ne devono essere consapevoli.
Appena entrati in Gcr, si diventa grigi all'istante, lasciando fuori un po' di se stessi, l'unico colore è quello nero del fumo che uscirà dall'impianto.
Non avremo problemi a stringere la mano a un Bernazzoli che cambia idea, a un Castellani che depone le sue assurde asserzioni sulla diossina che non si forma.
Lo ribadiamo ancora una volta.
Amici e Nemici, secondo l'opinione che si ha del forno.
Abbiamo un'unica missione, alla fine della quale, se raggiunta, il Gcr non avrà più senso di esistere com'è oggi: bloccare l'impianto a tutti i costi e con tutti i mezzi (leciti e democratici ovviamente).
Ma non ci fermeremo davanti a nulla ed a nessuno.
Abbiamo una fissazione: la salute dei nostri figli, che con l'inceneritore non ha nulla a che fare.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 6 settembre 2011

+67 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+463 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

Al lavoro sul cantiere sospeso

Al Nucleo Abusi Edilizi
Polizia Municipale
Comune di Parma

Segnaliamo con la presente che nella giornata di ieri, 5 settembre 2011, sono stati rilevati lavori in corso al cantiere del Paip di Ugozzolo.

Alleghiamo materiale fotografico inerente in cui si evidenzia il cancello aperto in data certa, le gru al lavoro all'interno del cantiere, un autoarticolato che trasporta un macchinario, un altro mezzo con un box da cantiere precedentemente caricato.

Riteniamo indispensabile un controllo ulteriore affinché sia rispettata la sospensiva emessa a fine giugno e poi riconfermata il 22 agosto, che a quanto pare non viene nel concreto seguita.

Aldo Caffagnini
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 6 settembre 2011
+67 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+463 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

lunedì 5 settembre 2011

Ancora nelle strade per dire Mai Più Inceneritori

Cosa significa tornare nella strade, ancora una volta per lo stesso tema?
Aldilà dell'evidenza del problema ancora irrisolto, che ha bisogno di ulteriore sforzo e impegno per superare l'ostacolo, in questo momento i temi sono molteplici e di grande attualità.
Talmente importanti da aver bisogno della presenza massiccia dei cittadini, per non far cadere alcune questioni nel dimenticatoio e far capire da che parte stia la città.



A Ugozzolo il cantiere dell'inceneritore è chiuso dal primo di luglio a seguito di una ordinanza di sospensione, emessa dal comune di Parma, seguita alla denuncia al Nucleo Abusi Edilizi da parte della nostra associazione. Manca il permesso a costruire, che per opere private come è l'inceneritore di Iren, è un titolo necessario.
La procura della repubblica ha un fascicolo aperto sull'inceneritore. L'ultimo esposto è proprio quello degli avvocati De Angelis e Allegri che ha messo in luce il reato di abuso edilizio. Sul cartello del cantiere infatti Iren si avvale di una norma utile solo per le opere pubbliche.
Ma l'affare inceneritore ha in sé un altro ben più grande buco nero, che si riferisce alla mancata gara per affidare le opere relative al Paip. Se non ci sono dubbi sul fatto che questo progetto ha valenza pubblica, trattando i rifiuti urbani prodotti dalla collettività, non potevano gli organi preposti concedere a Enia (poi Iren) un'opera così importante per la collettività, senza avere la possibilità di ottenere la proposta migliore, sia economica che ambientale, avvalendosi dei progetti che sarebbero giunti a fronte di una gara di appalto.
L'abbandono di Reggio Emilia del progetto nuovo inceneritore apre invece due scenari.
Il primo riguarda il destino del residuo del loro sistema di raccolta, che prefigura un accoglimento nel forno parmigiano di ingenti quantitativi di rifiuto provenienti da oltr'Enza.
Il secondo, ben più importante, mette in luce il fatto come sia possibile una gestione dei materiali post utilizzo senza forno inceneritore, e che la necessità del forno sia ormai uno slogan vuoto e privo di fondamento.
Le opere bloccate al cantiere di Ugozzolo sono anche quelle affidate alla cooperativa bolognese CCC, invischiata nell'affare Penati. Sono frutto di una gara di appalto europea del valore di 43 milioni di euro alla quale solo un'azienda in tutta Europa decise di partecipare, ovviamente vincendo con un minimo ribasso, lasciando aperti tanti dubbi.
La costruzione in atto del forno ha messo in luce delle modifiche al progetto di primaria importanza come quelle sul sistema di filtraggio dei fumi e quella inerente la gestione dei fanghi da depurazione. Modifiche importanti che non sono passate dalla Conferenza dei Servizi, la quale invece dovrebbe deliberare proprio in questi casi, come previsto dall'Aia.
L'intero Paip manca del piano economico finanziario, celato da Iren a tutti i cittadini che ne hanno fatto richiesta ma anche a consiglieri comunali ed allo stesso sindaco di Parma.
L'accendere un forno inceneritore nel 2012 significa ingessare il sistema della raccolta differenziata per oltre 20 anni, impedendo di fatto la sua crescita, dato che i due sistemi non possono convivere fra di loro, essendo entrambi alla caccia degli stessi materiali: plastica, carta, legno. Essendo lo stesso attore che gestisce entrambi gli scenari si immagina come finirà.
Ed in effetti Iren ha già scritto nel progetto del Pai che la Rd della plastica scenderà alla clamorosa percentuale del 17% contro una previsione del piano provinciale del 59,7%. Ovviamente con l'intento di mantenere il potere calorifico dei rifiuti, che senza l'apporto delle 3 componenti fondamentali, carta, plastica e legno, crolla del 90%, rendendo impossibile mantenere la fiamma senza integrare con gas metano.
Il costo economico di un inceneritore, a parte l'investimento iniziale enorme che supera i 200 milioni euro, si ripercuote anno dopo anno per la gestione ordinaria, che ha elevate quote di spesa per mantenere costanti le prestazioni ambientali, oltre ai costi fissi di gestione come i carburanti e gli additivi.
Queste cifre economiche non potranno che ripercuotersi sulle bollette dei cittadini.
Un'ipotesi alternativa di gestione dei rifiuti del nostro territorio è stata depositata presso provincia e comune nel giugno del 2010, senza aver ricevuto alcuna risposta.
Uno dei 5 protagonisti europei del mercato dei rifiuti è disponibile da subito con un piano di riconversione dell'impianto per gestire a freddo e in modo meccanico i rifiuti, puntando in prima istanza al recupero di materia.
Comune di Parma e Iren hanno già ricevuto un invito formale per discutere i dettagli del piano, che include le eventuali penali da destinare alle aziende che ne hanno diritto, direttamente presso la sede olandese di van Gansewinkel. Ovviamente per ora è lettera morta.
Tornare nelle strade venerdì prossimo ha un'importanza particolare perché oggi vengono al pettine tanti nodi segnalati in questi anni di dura opposizione, ma emerge anche la correttezza delle nostre affermazioni, la possibilità effettiva e concreta di evitare l'inceneritore, alla faccia di coloro che fino a ieri irridevano con noncuranza la proposta alternativa.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 settembre 2011

+66 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+462 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

domenica 4 settembre 2011

Chiesto il processo per Scotti Energia

Fra i 17 imputati l'imprenditore Dario Scotti
Gli ex vertici dell’inceneritore vogliono patteggiare

Tratto da La Provincia Pavese (articolo di Maria Fiore)

Il caso-rifiuti all’inceneritore della Scotti Energia sta per essere discusso in tribunale.
La procura, attraverso i magistrati pavesi Roberto Valli e Paolo Mazza, applicati per questa inchiesta alla Direzione distrettuale antimafia di Milano, ha chiesto il processo per 17 imputati.



Tra loro c’è anche l’imprenditore del riso Dario Scotti, che era stato arrestato con l’accusa di corruzione in relazione a una presunta tangente finita nelle mani dei funzionari del Gse, il gestore nazionale incaricato di pagare l’energia prodotta dall’inceneritore al Bivio Vela.
Il giudice del tribunale di Milano ha già fissato l’udienza preliminare per il 29 settembre, per decidere se rinviare a giudizio gli imputati, come chiedono i magistrati, oppure proscioglierli.
Gli imputati sono 21 in tutto, se si comprende anche coloro che hanno scelto riti alternativi come il patteggiamento.
Il procedimento si snoda su due diversi filoni: uno ambientale, che riguarda l’ipotesi che nell’inceneritore al Bivio Vela siano finiti rifiuti diversi dalla lolla di riso e dai materiali trattati e autorizzati, e l’altro legato a presunte mazzette pagate ai funzionari del gestore dell’energia.
Nei capi di imputazione con cui vengono contestate le accuse di traffico e smaltimento illecito di rifiuti, truffa e falso, si parla di 5 tonnellate e mezzo di rifiuti non conformi e in alcuni casi pericolosi. Per questo primo filone, il processo potrebbe aprirsi per l’ex impiegata della Scotti Energia Cinzia Bevilacqua, per il responsabile del laboratorio di analisi Marco Baldi, per il tecnico di laboratorio Silvia Canevari di Lodi, per il dipendente della Scotti Energia Carlo Semino e per gli intermediari e conferitori di rifiuti, quasi tutti della Toscana, Alessandro Mancini, Valerio Ruocco, Leno Bonsignori, Piermarco Ginocchio, Vittorio Leardi, Moreno Santarosa e Alessandro Vanni.
Per altre tre persone, che non risultano nell’elenco dei 17 imputati, gli avvocati difensori hanno depositato istanza di patteggiamento.
Si tratta degli ex vertici della Scotti Energia Giorgio Radice e Giorgio Francescone e dell’ex direttore dell’impianto Massimo Magnani. I pubblici ministeri avrebbero dato il loro parere favorevole all’applicazione di pene vicine ai due anni, con la sospensione condizionale.
Radice e Francescone sono anche accusati di corruzione insieme a Dario Scotti e ad altri funzionari del Gse. Il secondo fronte del procedimento riguarda proprio questa contestazione. E per la precisione, una tangente da 100mila euro che sarebbe stata pagata a funzionari del Gse per modificare il parere con cui veniva chiesta la restituzione, a Scotti Energia, di 7,5 milioni di euro percepiti per energia non regolare. Secondo l’accusa, Dario Scotti, che era stato arrestato e poi scarcerato, sarebbe stato al corrente del pagamento della mazzetta. Di corruzione devono rispondere anche i funzionari romani del Gse Franco Centili, Andrea Raffaelli ed Elio Nicola Ostellino (per i quali si procede separatamente) e il commercialista della Scotti Energia Nicola Farina. Accusati di abuso d’ufficio e omessa denuncia di reati altri due funzionari romani del gestore, pure loro verso il processo: Gerardo Montanino e Luca Barberis. Centili è l’unico, tra gli indagati che erano stati arrestati, a essere ancora detenuto in carcere a Pavia. Il suo avvocato Giancarlo Venturi, di Roma, spiega: «E’ pendente un ricorso in Cassazione, dopo che il Riesame aveva negato la nostra richiesta di scarcerazione». Oltre al Gse, i magistrati pavesi hanno indicato come parti offese la Regione Lombardia, il Comune e la Provincia di Pavia. Che ora devono valutare se costituirsi parte civile.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 4 settembre 2011

+65 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+461 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta, della mozzarella) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.