Il porta a
porta vince la sfida con l'inceneritore
Il 2013 ha portato con sé
un nuovo importante traguardo, quello del 60% di raccolta
differenziata.
La dimostrazione nei numeri
che il nuovo sistema di gestione, il porta a porta spinto, funziona e
risponde alle aspettative attese dall'assessorato all'ambiente.
Raggiungere il 60% in una
città medio grande, quando ancora il sistema non è completamente a
regime, è un risultato da primato.
Nel corso del 2014 l'intera
città verrà uniformata al nuovo modello di gestione.
Sarà quello il momento
dell'ulteriore salto di qualità, cioè l'adozione della tariffazione
puntuale, che significa “pago per quello che produco” e consente
di restituire ai cittadini parte dei risparmi da loro stessi
innescati con una corretta gestione degli scarti.
Differenziare i materiali
post utilizzo significa infatti destinare ogni tipologia di materiale
al proprio circuito di recupero, in modo da non sprecare materie
prime e di conseguenza anche evitare costi altissimi di smaltimento
degli stessi materiali.
I conti della serva sono
presto fatti: già il 2013 ha visto un calo netto dei rifiuti
indifferenziati.
Il calo dello smaltimento ha
fatto risparmiare al comune 800 mila euro, che possono essere
investiti nello sviluppo del progetto del porta a porta.
Meno materiali smaltiti
significa anche un costo ambientale inferiore, un calo degli
inquinanti immessi nell'aria, che di certo ringrazia per la minor
pressione.
E' evidente che la partita
differenziata-inceneritore ha già individuato un vincitore.
Di questo passo non ci sono
i numeri per garantire sufficienti quantitativi di rifiuti al nuovo
impianto di Ugozzolo, tuttora ancora in fase di esercizio
provvisorio, fase che si protrarrà fino alla fine di marzo.
Non è solo Parma infatti a
brillare per i risultati della raccolta rifiuti.
In tutta la provincia
emergono dati che fanno del nostro territorio una eccellenza non solo
a livello regionale ma addirittura a livello di nazione intera.
Nonostante i dati
disponibili sull'Osservatorio provinciale rifiuti facciano
riferimento ancora al 2011 (peccato che il sito non sia aggiornato)
http://www3.provincia.parma.it/osservatoriorifiuti/
,
basta una rapida occhiata
per cogliere numeri inequivocabili: Soragna all'84,37%,
Montechiarugolo al 78,45%, Polesine al 76,25%, Mezzani al 74,4%,
Felino all'80,42%, Noceto al 76,26%, Roccabianca al 78,97%,
Traversetolo al 79,12%, Lesignano al 76,80%, Trecasali al 79,81%,
Zibello al 79,35%, Sissa al 76,92%, San Secondo al 76,40%, Collecchio
al 74,83%.
Sono dati del 2011, in mezzo
il 2012 e il 2013.
Oggi possiamo dire che il
territorio di Parma, messo nelle condizioni ottimale di fare una
raccolta differenziata seria e efficace, raggiunge percentuali di
riciclo che escludono la necessità di un inceneritore per trattare
il rifiuto residuo.
Peccato che la Provincia,
attuatore del piano provinciale rifiuti, pur consapevole di queste
tendenze, abbia messo in atto proprio un impianto di questo genere.
Oggi il silenzio della
Provincia è sul limite provinciale dei rifiuti conferibili
all'inceneritore di Parma: un silenzio preoccupante che fa mal
sperare sul futuro della nostra città, candidata a diventare
pattumiera d'Italia.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
19 gennaio 2014
L'inceneritore
di
Parma
è stato acceso
144
giorni
fa
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