venerdì 3 giugno 2011

Un camino costruito sulla sabbia

Siamo da poco venuti in possesso di un capitolo della saga dell'inceneritore di Parma (Volume B – Quadro di riferimento progettuale) e vi sono alcune interessanti considerazioni che vorremmo condividere.
Nel Volume B si descrivono gli impianti in progetto dal punto di vista tecnico e si giustifica la scelta fatta paragonandola ad altre alternative considerate.
Ma, molto interessante, si fornisce anche una giustificazione della necessità di dotare la Provincia di Parma di un inceneritore, in base a stime sui costi di smaltimento.



Enia nel 2007 afferma due cose importanti che poi orienteranno decisamente la scelta verso il forno: a pagina 279 del Volume B si dichiara che “per l’incenerimento in Italia non esiste un mercato, in quanto la capacità di combustione è assolutamente carente ed insufficiente a coprire anche i fabbisogni di ambito. Il problema non è il prezzo, ma la mancanza di capacità di combustione”.
Si esclude così a priori la possibilità di ricorrere, per lo smaltimento dei rifiuti parmensi, ad impianti già esistenti, come ad esempio i 9 inceneritori già attivi in Emilia-Romagna.
In base a questo assunto, si valutano dunque due alternative obbligate: o il ricorso a discariche dislocate nel centro-nord Italia, oppure l’invio dei nostri rifiuti ad impianti di smaltimento del centro Europa.
La realtà di oggi, 2011, è totalmente differente rispetto alle previsioni di Enia elaborate nel 2007, in quanto vi sono stati diversi segnali che indicano che gli impianti esistenti e operativi oggi, non hanno abbastanza rifiuti per funzionare a pieno regime.
Un esempio su tutti l’inceneritore di Modena, per il quale Walter Ganapini, già commissario straordinario per l’emergenza rifiuti in Campania, dichiarò al Giornale di Reggio, il 2 ottobre 2010 che “...Hera a Modena ha un buco di forniture per il suo inceneritore di ben centomila tonnellate/anno, e non sanno come riempirlo”.
Sempre nell’ottobre 2010 il parlamentare del Pdl Gaetano Pecorella in visita istituzionale in Germania dichiarò che “qui i termovalorizzatori sono quasi superati e noi stiamo ancora a discutere di discariche … La nostra strategia con i rifiuti è superata: per il futuro si dovrà puntare sul riutilizzo dei materiali, sviluppando la fase del recupero”.
Lo stesso Frans Beckers, responsabile C2C della van Gansewinkel, multi-utility olandese, 5° operatore nel settore rifiuti in Europa, ci ha dichiarato durante la sua recente visita a Parma, che la capacità di incenerimento degli inceneritori in Germania (61 impianti per una capacità di 6,4 milioni di tonnellate) è ormai sovradimensionata grazie alle politiche di massimizzazione del riciclo, che riducono drasticamente il ricorso a questa obsoleta tecnica di smaltimento.
Nel Volume B di Enia, a pag 279, si afferma che “la previsione al 2012 dei prezzi di smaltimento dei rifiuti urbani prodotti in Italia, al netto di inflazione rispetto al 2006 e di ogni costo accessorio quali trasporto ed ecotassa, si assesta su 130-160 Euro/tonnellata, mandandoli a incenerire nei paesi del Centro Europa”.
Questi costi non hanno oggi alcun riferimento con la realtà. Non corrispondono infatti ai valori di mercato del 2011, che secondo Frans Beckers di VGW, sono al di sotto dei 100 Euro per tonnellata, come anche secondo uno studio dei ricercatori Vivis Thiel e Karl J.Thomé Kozmiensky, che al recente Recuwatt di Barcellona, congresso sulle tecnologie e pratiche di recupero di energia da rifiuti in Europa, dichiarano in 100 Euro a tonnellata il costo di smaltimento di rifiuti solidi urbani in inceneritori in Germania.
Ora viene da chiedersi quali sono le fonti a cui ha attinto Enia/Iren per prospettare questo scenario ai nostri amministratori, che a fronte di proiezioni evidentemente sbagliate, hanno preso la decisione sbagliata, cioè che un inceneritore a Parma fosse necessario.
La conclusione di tutto questo ragionamento ci pare ovvia.
Comune di Parma, Provincia di Parma, ATO 2 di Parma, dovrebbero pretendere una revisione delle valutazioni di Iren, che se non dovessero corrispondere a quanto prospettato, porterebbero automaticamente ad un ripensamento radicale della strategia di gestione rifiuti a Parma.
Che a questo punto non è più economica con la soluzione inceneritore.
Va da sé che il Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti di Parma non sia più aggiornato e vada posto in urgente revisione con tutti gli attori necessari.
La legge prevede una revisione di questi piani ogni 5 anni proprio perché il campo di azione è soggetto a repentine e frequenti modificazioni, come sta succedendo anche nel nostro territorio.
Chi avrà il coraggio di osare?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 3 giugno 2011

-338 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.

+368 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

+46 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma

Nessun commento:

Posta un commento