mercoledì 8 febbraio 2012

E adesso? L'Italia che c'è

Le speranze di una futura mamma di fronte all'incubo del forno

In questi giorni di sentenze lasciapassare, di candidati pro inceneritore che si salvano per il rotto della cuffia, una preoccupata futura mamma di Parma ci scrive: “E adesso? Cosa aspetta i nostri figli, quale sarà il futuro della città?”.
Un'angoscia che ci coinvolge tutti, di fronte ad una ipotesi come un forno inceneritore che per 30 anni dovrebbe dirigere l'orchestra dei rifiuti, con note che già conosciamo.
Stonate in tutta Italia.
Ci siamo chiesti allora cosa fare, quale risposta dare, quale speranza infondere.
Ci siamo detti che la migliore risposta sia ancora quella del non sentirci soli, del chiamare tutti a raccolta per fare capire anche a noi stessi che l'Italia c'è, e sta dalla parte dell'ambiente.
Ecco allora che a Parma il prossimo 14 aprile si svolgerà la Seconda Manifestazione Nazionale contro gli Inceneritori, o meglio contro l'incenerimento, e contro tutte quelle attività che mettono davanti il business a valori innegabili come la salute, il benessere, la difesa dell'ambiente.



Inceneritori di rifiuti, centrali a biomassa, industrie inquinanti, cave ofiolitiche, l'Italia pullula di progetti e attività in atto che degradano l'ambiente e stanno causando un grave danno al territorio e ai suoi abitanti, quelli di oggi e quelli di domani.
Un danno spesso sottovalutato e nascosto, coperto dalle lobby che intendono continuare a fare lucro sulla pelle dei cittadini, fingendo di non essere mai loro i responsabili dei disastri.
L'Italia che c'è è quella dei movimenti per la difesa dei territori, delle associazioni contro gli inceneritori che sostengono alternative percorribili già oggi, dei gruppi di cittadini che insieme scoprono i tanti lati oscuri di questi progetti insensati, che nascondono puri interessi di business sotto termini ingannevoli e spesso studiati ad hoc per confondere i cittadini.
Noi vogliamo riciclare l'Italia, perché siamo stanchi di subire continuamente, siamo stanchi di doverci sostituire agli enti locali che non vigilano e non si schierano a fianco delle comunità locali, amministrazioni spesso sensibili solo ai grandi poteri finanziari.
Siamo stanchi di veder maneggiare le parole e stravolgerne il significato, esempio lampante il termine “biomassa”, che con il suono positivo delle prime tre lettere sta mettendo a ferro e fuoco intere vallate, presentandosi come soluzione ecologica e neutrale.
A Parma chiameremo l'Italia fiera e mai vinta, quella che non si ferma nonostante spesso si fronteggino forze immensamente differenti, tanti piccoli Davide contro tanti enormi Golia.
Il 14 aprile ci sarà la testimonianza di Patrizia Gentilini, l'oncologa di Forlì che ha avuto il merito con tanti altri di non arrendersi e di mettere davanti a tutto il bene più prezioso che abbiamo, la salute, da difendere senza sconti.
E ci sarà, come nel 2010, la gente d'Italia, che nel pomeriggio sfilerà sotto le case di Parma per portare il loro vessillo e la loro testimonianza, partendo dall'Ex Eridania per dirigersi verso il centro città.
La forza del gruppo, del sentirsi uniti con un unico semplice difficile scopo: la difesa dei nostri diritti fondamentali, troppo spesso calpestati.
L'Italia bella, l'Italia vera, un mondo di coraggiosi e testardi cittadini, che sentititi traditi hanno cominciato a fare da soli, rendendosi conto di quanto sia facile fare meglio rispetto all'oggi, quanto poco basterebbe per risollevare una nazione intera, se qualche semplice regola fosse rispettata da tutti.
L'Italia da ascoltare, da rispettare, l'unica patria che riconosciamo come tale, perché di lei ci possiamo fidare. E' fatta di cittadini attenti e rispettosi degli altri, di persone attive e mai prone, di uomini e donne che hanno riscoperto la responsabilità, l'opportunità, il piacere di ritrovarsi insieme dallo stesso lato di una barricata.
L'Italia che c'è sarà a Parma, il prossimo 14 aprile.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 8 febbraio 2012

Sono passati
618 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
88 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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