Siamo a 38 sforamenti dei limiti per la qualità dell'aria in città, la febbre in città cresce.
La centralina di via Montebello ha decretato il triste primato.
Il bonus annuale concesso dalla legge è ormai superato, ma l'anno ce l'abbiamo davanti, non dietro.
L'aria di Parma è un grande nuvolone nero, zeppo di smog.
Nemmeno la neve caduta in questi giorni, il vento, il clima non certo immobile, sono serviti a qualcosa. La neve per le strade è di un coloro indecente, nero come la pece.
Oggi circolazione vietata all'interno dei viali. Ma non basta affatto, perché per migliorare il clima di Parma servono provvedimenti drastici e continuativi.
Serve il blocco dei motori a livello delle tangenziali, serve imporre l'abassamento di un grado o due di calore negli uffici e nelle case, serve che il trasporto pubblico, preferibilmente elettrico o a metano, sia padrone delle nostra strade e non una timida comparsa.
Serve bloccare i motori diesel e verificare con accuratezza i tanti mezzi che si aggirano in città lasciando dietro di sé evidenti colonne di fumi scuri.
Serve intervenire perché la febbre di Parma è una malattia cronica che peggiora lo stato di salute di tutti i cittadini ed ha un costo sociale, ma anche economico, importante e non indifferente.
Serve un cambio di rotta, per ridurre l'impatto delle ciminiere dove è possibile, e certo serve non incrementare ulteriormente il carico di un territorio già con il fiato corto e il respiro affannato.
Lo scenario che abbiamo davanti non è certo rassicurante.
A Ugozzolo cresce un impianto insalubre di classe prima che oggi ogni emetterà in atmosfera 3,2 tonnellate di Pm 10. Anche se tutte le caldaie previste saranno spente.
Alla Certosa si vuole costruire un nuovo piccolo inceneritore per bruciare grassi animali.
A Trecasali il progetto di un'altra mega centrale.
In tutta la Provincia è un fiorire di intenti in questa direzione.
Come se questi impianti emettessero vapori termali.
Ma il buonsenso dove si è nascosto mai?
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 febbraio 2012
Sono passati
626 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
80 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà
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