giovedì 7 giugno 2012

I beni comuni devono rimanere tali


La Procura di Firenze sta indagando per corruzione l'amministratore del fondo F2i, Vito Gamberale. L'attività della Giunta comunale di Milano, intanto, è investita dalle polemiche per la cessione allo stesso fondo di una quota delle azioni di Sea, la società che gestisce Malpensa e Linate, operazione dietro la quale potrebbe configurarsi un ulteriore illecito.
In questo contesto, non possiamo non ricordare che il nome di Vito Gamberale, e quello del fondo F2i, è circolato nelle settimane scorse come quello di uno dei principali attori della nascita della grande multiutility del Nord, frutto della fusione tra A2a, Iren e forse anche Hera.



Fassino e Tabacci hanno affermato pubblicamente che Gamberale potrebbe essere il socio finanziario dell'operazione.
Già lo scorso anno portammo nei consigli comunali piemontesi, liguri ed emiliani ordini del giorno per chiedere chi fossero i finanziatori di F2i, senza ricevere risposta.
Oggi - con Gamberale indagato - chiediamo nuovamente agli amministratori di Genova e delle altre città di Piemonte, Lombardia, Liguria, ed Emilia coinvolte nell'operazione, se è a questi soggetti che vogliamo affidare la gestione di un servizio pubblico d'interesse generale, come i nostri acquedotti.

Più in generale, l'intera vicenda pone un interrogativo rispetto agli ambiti in cui nasce la proposta di creare la grande multiutility del Nord, e alle esigenza cui risponde.
Secondo il Forum italiano dei movimenti per l'acqua altro non è che una svendita di servizi pubblici essenziali, il cui fine non è il miglioramento del servizio ma l'esigenza di far fronte al livello d'indebitamento di A2a e Iren divenuto insostenibile a causato dalla crisi che ha fatto perdere oltre il 35% del valore alle due società quotate in Borsa.
È pura speculazione, estranea al perseguimento del bene comune delle città interessate.
Per questo abbiamo promosso un appello contro la costituzione della multiutility del Nord, che ha già raccolto quasi tremila firme tra cui quelle di esponenti dell'economia, della cultura e dello spettacolo.
È possibile leggere e sottoscrivere l'appello su http://www.acquabenecomune.org
Ivano Predieri – Reggio Emilia

Da Parma non possiamo che condividere la letture degli avvenimenti delle ultime settimane.
I nostri territori sono stati svenduti alle multiutilities per riuscire a togliere potere agli enti locali ed allontanare dalle amministrazioni le leve del comando.
Su beni pubblici come energia, acqua, suolo, ambiente, non possiamo delegare a nessuno la loro gestione e tanto meno privatizzare valori che sono direttamente legati al benessere delle popolazioni.
Il ruolo delle amministrazioni pubbliche locali deve essere quello di conservare per le future generazioni i loro territori e difenderli da qualunque speculazione o progetto che mira solo ad appesantire i portafogli di grandi gruppi, a spese dei cittadini.
Invitiamo tutte le associazioni, i comitati e la popolazione di Parma ad aderire all'appello di Acquabenecomune.
Non ha alcun senso che sull'inceneritore di Parma possano decidere altrove se non a Parma.


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 6 giugno 2012

Sono passati
737 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Sono passati
31 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012

Sono passati
16 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno

Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

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