Le alternative ci sono
Lo scorso 22 febbraio un ordine del giorno firmato dai consiglieri provinciali Massimiliano Cavatorta, Giovanni Battista Tombolato e Pier Angelo Ablondi, ha fatto capolino alla seduta del consiglio provinciale di piazzale della Pace.
L'oggetto non lasciava adito a dubbi:“Smaltimento rifiuti con impianti di trattamento a freddo”.
Nel testo alcune importanti affermazioni fanno il punto sulla situazione del trattamento dei rifiuti a livello comunitario.
“L'incenerimento dei rifiuti domestici” scrivono i consiglieri padani, “è un metodo di trattamento dei rifiuti condannato dalle autorità scientifiche internazionali”.
E non manca la motivazione: “Ogni inceneritore pur utilizzando filtri, emette polveri fini e ultra fini estremamente tossiche e migliaia di sostanze chimiche presenti nei fumi e nelle ceneri”.
Poche righe che smontano dalle fondamenta il sogno del “forno benessere” presentato come tale a alla città dai suoi fautori e sostenitori, Iren, Provincia e Comune di Parma.
Nell'ordine del giorno vengono elencate alcune tra le molecole più pericolose emesse da questi impianti, con relativi effetti cancerogeni su organi e sistemi immunitari: arsenico, mercurio, cadmio, diossine, piombo, tutte amenità riconosciute dalla scienza come cancerogene per i polmoni, i reni, la vescica, il fegato, e che provocano in particolare cancro, linfomi, sarcomi.
Una lista della spesa di una certa rilevanza, che porterebbe in automatico a rispondere alla proposta di ospitare un impianto di questo con un secco: “no grazie”.
I consiglieri della Lega Nord non si fermano però a denunciare i danni e i rischi connessi all'utilizzo di questa gestione dei rifiuti, ma aggiornano i colleghi sui passi avanti fatti dalla scienza e dalla tecnologia, che permettono oggi di contrapporre valide alternative agli inceneritori.
“Un esempio è il Centro Riciclo di Vedelago, Treviso, che già pochi anni fa arrivava al 93% di riciclo ed oggi con la produzione di sabbia sintetica lo ha incrementato ulteriormente”.
I vantaggi di un sistema a freddo sono molteplici: uso di un quinto di risorse per la costruzione degli impianti, gestione finanziaria sostenibile senza intervento dello stato (certificati verdi), riduce di moltissimo il costo per i comuni, libera le risorse dei certificati verdi per la corretta produzione di energia rinnovabile.
I consiglieri infatti fanno notare come nel 2005 il 70% delle risorse destinate alle fonti rinnovabili sia stato assorbito dagli inceneritori.
Il trattamento a freddo incrementa poi anche l'occupazione con un rapporto di 1 a 10 occupati tra i due sistemi, quindi per un occupato nel sistema a caldo ce ne sono dieci occupati nel sistema meccanico a freddo.
Infine viene ridotta notevolmente la quota di risorse da destinare a bonifiche ambientali, ricoveri e cure per allergie, malattie croniche e costosi trattamenti tumorali.
I risparmi ottenuti da una inversione di tendenza potrebbero essere in parte impiegati per sensibilizzazione al popolazione ad un sempre più corretto approccio con i rifiuti.
Le ipotesi alternative proposte dalla Lega sono peraltro già in atto a Reggio Emilia, in una amministrazione sempre di centrosinistra. I consiglieri fanno notare anche il fatto che il gestore del trattamento dei rifiuti è sempre Iren e quindi non si capisce come mai se lo si può fare a Reggio non lo si possa introdurre anche a Parma, città di dimensioni e performance di raccolta differenziata assai simili.
La risposta è venuta dal voto.
Su 22 partecipanti, i favorevoli sono stati 3, gli astenuti 6 (Armellini, Conti, Nonnis, Pedroni, Tedali, Zerbini), mentre i sostenitori dei forni e dell'inquinamento del nostro territorio hanno risposto con 13 voti contrari (Baga, Bertocchi, Bonetti, Calunga, Contesini, Dodi, Gandolfi, Lori, Merusi, Pinardi, Tosi, Zanichelli, Zilli).
Un'altra prova di buonsenso e attaccamento al bene comune.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 19 marzo 2012
Sono passati
658 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
48 giorni all'accensione del forno, se ancora lo si farà
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