I
cittadini di Felino e la gente del Poggio di S.Ilario Baganza se lo
chiedono ormai da un po'. L'inceneritore a grasso animale che
Citterio ha voluto costruire nel proprio stabilimento che fine ha
fatto?
Se
lo è chiesto lo stesso comune di Langhirano, che si era opposto alla
richiesta di un impianto simile nel suo territorio.
Non
smettiamo di chiedercelo noi di Rete Ambiente Parma, impegnati in
tutti i modi contro la sua realizzazione a causa della pericolosità
delle emissioni.
L'impianto
è pronto dall'inizio dell'estate scorsa, ma non si accende.
Mistero.
E'
pronto l'impianto di rendering per la colatura del grasso dagli
scarti dei prosciutti, è pronto il motore endotermico per bruciarlo
ed alimentare il cogeneratore per produrre energia elettrica da cui
ricavare milioni di euro di incentivi pubblici.
Eppure
tutto tace.
Non
dice niente nemmeno Citterio.
Per
il Comune di Felino il problema è come se non esistesse, per
l'Amministrazione Provinciale, che ha dato l'autorizzazione in
conferenza dei servizi, vige la legge del silenzio.
Tra
i tecnici del settore invece la voce corre.
Termoindustriale,
l'azienda che ha fornito l'impianto, pare non sia stata pagata, e per
questo è in lite con Citterio.
Citterio
non vuole pagare.
Perchè?
Perché
l'impianto non può funzionare.
Il
grasso, che brucia bene come normale strutto suino, quando ricavato
dalle carcasse appena macellate, ha un comportamento diverso se
ricavato dagli scarti di prosciutti stagionati.
Il
grasso da stagionatura ha un tenore di acidità tale che pregiudica
la combustione e rischia di rovinare il motore.
Con
una acidità dei grassi del 5%, la combustione accresce di molto la
polimerizzazione e la formazione di concrezioni carboniose nel motore
endotermico.
In
un nostro documento di un anno fa avevamo già indicato il problema:
“Il grasso viene mantenuto fluido tramite preriscaldamento. Il
preriscaldamento provoca un aumento delle temperature in camera di
combustione che, unitamente ad un elevato tenore di ossigeno delle
molecole di grasso, determina polimerizzazioni degli acidi grassi e
formazione di concrezioni carboniose agli iniettori ed alle valvole e
grandi emissioni di NOx” (Reteambiente 15-3-2013 “Analisi
puntuale del progetto Citterio”)
Il
livello maggiore di acidità dei grassi ricavati da prodotti
stagionati ha accresciuto il problema.
Pare
che l'azienda stia provando ad aggiungere additivi chimici al grasso
da bruciare, con ulteriore pregiudizio per le emissioni nocive.
Così
non va.
Gli
enti preposti (Provincia, Comune di Felino, Arpa etc), che in
conferenza dei servizi hanno autorizzato l'impianto, dovrebbero ora
spiegare ai cittadini la situazione, sospendendo l'autorizzazione a
bruciare.
Col
silenzio si sta creando un grave pregiudizio alla qualità e alla
salubrità delle produzioni agroalimentari del nostro territorio.
Vi
è assoluta e urgente necessità di chiarezza sull'inceneritore, che
si erge all'interno dello stabilimento Citterio.
Giuliano
Serioli
Rete
Ambiente Parma
30
gennaio 2014
comitato
pro
valparma
-
comitato
ecologicamente
-
comitato
rubbiano
per
la
vita
-
comitato
cave
all’amianto
no
grazie
-
associazione
gestione
corretta
rifiuti
e
risorse
– no
cava
le
predelle
–
associazione
per
l'informazione
ambientale
a
san
secondo
parmense
comitato
associazione
giarola
e
vaestano
per
il
territorio
– no
cogeneratore
a
langhirano
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