giovedì 16 settembre 2010

Un silenzio che grida vendetta

E' stupefacente come il silenzio ancora persista sulla questione dell'inceneritore di Parma. Ci sono evidenti illegittimità segnalate, pubblicate, sottolineate a più riprese anche dagli organi di stampa. Eppure ancora nessuno si muove per fermare quello che rischia di diventare un mostro giuridico oltre che una emergenza sanitaria.
Enia ha ottenuto libertà di azione da organi che non avevano competenza per poter dare la patente di guida sullo smaltimento di rifiuti.



Ancora oggi a Ugozzolo le ruspe si muovono senza avere legittimità di azione, se davvero vogliamo seguire pedissequamente le leggi e gli indirizzi in tema di gestione dei rifiuti.
Ci chiediamo come sia possibile che schiere di consiglieri, di minoranza e di maggioranza, che siedono nei diversi consessi, cittadini, provinciali, regionali, nazionali, ancora non abbiano messo in luce questa vicenda per chiarire davanti ai loro elettori, ai cittadini, ai territori che li hanno delegati, come stanno in realtà le cose e far emergere tutte le evidenti storture che si sono perpetrate per anni in questa vicenda.
Tutto nasce da un piano provinciale di gestione dei rifiuti che emette un verdetto: è necessario un impianto avanzato per la gestione dei rifiuti. E' l'anno 2005, da allora sono passati 5 lunghi anni di nuove scoperte, avanzamenti tecnologici, nuove direttive europee che obbligano gli stati membri a ridurre, riusare, riciclare prima di recuperare il residuo, magari con tecnologie meno invasive della combustione.
Dalle conclusioni del PPGR è scaturita la proposta di Enia verso un inceneritore da 130 mila tonnellate. La multiutility ha poi chiesta strada libera all'Autorità d'Ambito Territoriale (Ato), proponendosi come esecutore del PPGR. Qui comincia la serie di storture, perché la risposta di Ato è chiara: “non siamo competenti in materia di smaltimento dei rifiuti”.
Ato risponde in questi termini perché la stessa legge regionale istitutiva ne ha chiarito le competenze e i limiti.
Ma nella stessa risposta Ato si dice non contraria all'impianto, considerazione che non ha ovviamente alcun effetto autorizzativo.
Ma il consiglio comunale di Parma si fa forza di questa non autorizzazione per approvare nel marzo del 2006 un accordo con Enia per localizzare l'inceneritore a Ugozzolo ed avviare tutto l'iter per il cambio di destinazione d'uso e relativi adempimenti.
Di per sé anche la delibera del consiglio non ha valore perché si basa su un'autorizzazione che non esiste.
Ma si va avanti, tutti d'amore e d'accordo, senza nulla eccepire.
Enia prosegue sulla sua strada e presenta il progetto vero e proprio in Provincia.
Si aprono le danze della Conferenza dei Servizi e si valuta il progetto, si producono osservazioni, il progetto viene praticamente rifatto da Enia, si giunge infine all'approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale e alla delibera provinciale.
Il dado è tratto ma a questo punto c'è un progetto che riguarda il pubblico e che andrebbe messo a gara per far vincere la migliore proposta. Invece Enia gestisce in proprio tutta la faccenda, non si va a gara, i costi sono ancora coperti da segreto, Enia nega ai cittadini il Piano Finanziario, evidenziando il fatto che nemmeno rispetto la delibera del consiglio comunale dove di impegnava alla assoluta trasparenza.
Oggi non si sa nulla di quanto costerà questo impianto, tutto dipende dalle scelte non sindacabili di Enia e, ironia della sorte, perfino le gare a sua volta organizzate dal gestore raggiungono punte di imbarazzo, quando ad esempio su un plafond di 43 milioni di euro, mica noccioline, si presenta un sol concorrente, uno dei soliti noti, tagliando rilassato il traguardo dell'aggiudicazione.
Tutto questo traballante edificio, che fa acqua da tutte le parti, minato dalle fondamenta, sta in piedi soltanto perché la classe dirigente fa finta di nulla, finge di disinteressarsi ad un problema che invece tocca da vicino un'inter comunità, un largo territorio, oggi libero da camini, domani, chissà, azzoppato dalle ceneri tossiche.
Un esile scheletro a cui basterebbe un soffio per spargere a terra le sue scarne ossa.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 15 settembre 2010

-599 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+107 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

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