martedì 12 ottobre 2010

Il no di Verona, inceneritori una follia

Alla manifestazione di Verona di sabato scorso il GCR ha dato il suo pieno appoggio e adesione, il fronte contro i mostri mangia futuro si allarga sempre più e i cittadini contrari non si riescono più a contare. Perché gli inceneritori sono affari per pochi e rovina dei più.
La città scaligera è stata invasa da migliaia di manifestanti rumorosi e colorati, ciascuno con un cartello, uno striscione, un simbolo, che dicevano chiaramente di no al progetto dell'inceneritore di Ca' del Bue.
Il tentativo della giunta comunale di rassicurare, di insistere sull'alta tecnologia che verrebbe utilizzata nell'impianto non ha funzionato e non è servita a tenere la gente chiusa in casa. Da tutto il Veneto sono accorsi a sostenere il fronte dell'alternativa.
Ormai sono disponibili ovunque gli studi che dimostrano la pericolosità di questi impianti.



Ormai è arcinota la composizione dei fumi che un inceneritore diffonde su un territorio vastissimo.
Riciclaggio spinto dei rifiuti, riduzione della loro produzione all'origine (ad esempio con la riduzione degli imballaggi), trattamento a freddo dei rifiuti residui.
Non è semplicemente il fronte del no quello che protesta, ma una cittadinanza attiva capace di proposta concreta, fattibile, verificabile.
La manifestazione di sabato fa ben sperare sulla possibilità che anche questa città si risvegli, il
corteo era un grande carnevale fatto però di persone serie e determinate.
Colorato, rumoroso, pacifico, dalla stazione di Porta Nuova lungo il tragitto il fiume si ingrossa e raccoglie forze. In piazza Bra sono in cinquemila. Tutti insieme per dire “no” all'incenerimento di rifiuti a Ca' del Bue, per ribadire i propri timori sulla minaccia ad ambiente e salute, rappresentata dall'impianto, e per lanciare proposte alternative.
Al corteo partecipano politici locali di diverso orientamento, dalla sinistra al centrodestra, membri di comitati e associazioni ambientaliste, esponenti e agricoltori della Coldiretti. Ma soprattutto ci sono i cittadini di San Giovanni Lupatoto, Zevio e San Martino Buon Albergo, cioè i tre Comuni limitrofi all'impianto, quelli più esposti ai fumi emessi dall'incenerimento.
Gli organizzatori chiedono come a Parma, e ottengono, che nessuno esponga bandiere di parte, ma solo striscioni relativi alla manifestazione.
Anche a Verona in testa al gruppo ci sono i bambini, i figli di quei cittadini che abitano nei pressi dell'impianto: vestiti da angioletti, con ali di cartone. Dietro quattro diavoli con tanto di corna e mantello rosso guidano il «carro dell'inceneritore di Ca' del Bue»: una ciminiera a sovrastare l'Arena, simbolo della città, gettata dentro un bidone della spazzatura.
In fascia tricolore ci sono anche i sindaci dei tre Comuni: San Martino, San Giovanni e Zevio, con rispettivi Consigli comunali al seguito. Reggono un proprio striscione: riguarda la quota di raccolta differenziata raggiunta sui loro territori, che si aggira tra il 75 e l'80%. Quindi l'inceneritore a che serve?
Qui i comuni limitrofi sono agguerriti, riciclano ma pretendono di più, non sono supini al gestore dei rifiuti come sui territori di Parma succede nei confronti di Iren a cui tutto è dovuto e delle cui “attenzioni” si ha reverenza e timore.
Massiccia la partecipazione di Coldiretti, ma a Parma dove sono i sindacati degli agricoltori, non scendono uniti per salvare il comparto? Solo alcuni coraggiosi alzano i loro vessilli?
Dov'è il consorzio del Prosciutto di Parma?
Cinque trattori chiudono il corteo, ne erano previsti una trentina, ma le condizioni del traffico e la voce che sarebbero piovute sanzioni ha fatto desistere molti conducenti. Sui mezzi ci sono fragole, asparagi, mele, pesche, kiwi, il 10% della produzione ortofrutticola nazionale.
I prodotti che come a Parma verranno rovinati dall'inceneritore.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 12 ottobre 2010
-570 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+136 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

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