mercoledì 13 ottobre 2010

A Piacenza un no bipartisan a Iren

I cugini di Piacenza almeno in una cosa ci superano: quando è in gioco la salute dei cittadini non guardano alle logiche di partito ma fanno tutti quadrato per difenderla.
Non è così a Parma, dove invece il folle progetto dell'inceneritore continua imperterrito nel suo corso, sostenuto, con una difesa ad oltranza.
Non tanto dal Pd, che ogni giorno che passa mostra rughe sempre più profonde al suo interno, vedi ad esempio il De Profundis recitato dal loro responsabile nazionale dell'ambiente Bratti, quanto da parte di Bernazzoli, sempre più solo in trincea.



Giuseppe Miserotti, presidente provinciale dell'Ordine dei Medici di Piacenza

Iren Piacenza ha dunque chiesto l'aumento della capacità di incenerimento dell'impianto di Borgoforte, nella periferia cittadina della città della Lupa, dalle attuali 120 mila tonnellate a 136 mila, proponendo l'allargamento del sistema di teleriscaldamento, e quindi facendo capire che lo fa per il bene della comunità, visto che si spegneranno tante inquinanti caldaie domestiche.
Ma Iren si è sentita rispondere un sonoro “no” bipartisan.
Nel trabocchetto non sono cascati ne il presidente della provincia Trespidi, centrodestra, ne c'era cascato il suo predecessore Boiardi, centrosinistra, che aveva detto no già alla richiesta di incremento del 2007.
“Piacenza non ha l'esigenza di bruciare più rifiuti” afferma l'attuale presidente della Provincia.
Gli fa eco la maggior parte del consiglio provinciale, Lega Nord, Popolo della Libertà, Italia dei Valori, in una stravagante compagnia a cui manca solo l'apporto del Pd, per raggiungere maggioranze bulgare.
Anche se tra i sostenitori del progetto c'è il sindaco Reggi, centrosinistra, visto che il comune è tra i soci della multi-utility e si aspetta utili, anche se sporchi di inquinamento.
Ma le voci dei politici non sono le sole che si levano vicino al Po.
Il presidente provinciale dell'ordine dei medici di Piacenza, Giuseppe Miserotti, è perentorio nell'affermare la pericolosità di questi impianti per la salute. “Dominique Belpomme, uno dei maggiori oncologi francesi, ha presentato il 22 settembre a Parma uno studio recente su 21 inceneritori nel sud est della Francia, in cui si dimostra che linfomi, sarcomi, tumori delle mammelle e malformazioni dei bambini aumentano significativamente in un raggio che arriva addirittura fino a 20 chilometri dagli impianti. Dati allarmanti che confermano quello che andiamo dicendo da anni anche a Piacenza”.
E i politici di casa nostra, gli amministratori, gli imprenditori dell'agroalimentare, gli industriali di levatura e di peso mondiale cosa fanno?
Sussurrano, si incontrano in segreto, sperano che con passi felpati il progetto giunga al termine senza troppi clamori e il grande rogo possa essere acceso.
Salute? Malattie? Ambiente? Sostenibilità?
Business!

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 13 ottobre 2010
-571 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+135 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

Nessun commento:

Posta un commento