E' un Foro Boario gremito di cittadini quello che ha accolto venerdì sera, a Fornovo, i relatori dell'incontro “Il co-inceneritore di Rubbiano, impatto sanitario ed ambientale”, organizzato da Rete Ambiente Parma, assieme al comitato “Rubbiano per la vita”.
Nonostante il colpevole silenzio dei media, almeno duecento persone hanno seguito sino a tardi l'incontro, concluso con un acceso dibattito, a cui ha partecipato anche il sindaco di Fornovo Emanuela Grenti.
La serata pubblica aveva lo scopo di dare una puntuale informazione su un tema troppo a lungo marginalizzato, ma meritevole di ampia divulgazione e conoscenza, vista la portata e le implicazioni del non piccolo problema.
Come fondatore del comitato “Rubbiano per la vita”, Gianluca Ori ha elencato i punti salienti della vicenda. E' dal 2000 che lo stabilimento Laterlite di Rubbiano, nato sul territorio negli anni '60 contemporaneamente allo stabilimento Barilla, è stato autorizzato dalla Provincia di Parma a utilizzare al posto del gas metano, rifiuti tossico nocivi, per alimentare il forno che produce argilla espansa, le famose palline Leca, un prodotto che l'azienda presenta come ecologico.
L'autorizzazione ambientale integrata (Aia), che ha dato il via a questa modificazione, riporta cifre ragguardevoli, come le 65 mila tonnellate di rifiuti combusti all'anno, che hanno di fatto stravolto le emissioni ambientali dello stabilimento.
Un cambio di lavorazione che per 5 anni è stato tenuto sottotraccia, ignari tutti i cittadini, nonostante abbia cambiato totalmente l'impatto dell'azienda sul territorio, e che da ormai dieci anni continua senza sosta.
Il comitato Rubbiano per la vita, nato il giorno dopo che la notizia della trasformazione dell'impianto in un co-inceneritore di rifiuti fu rivelata, ha proposto oggi di fare chiarezza sulle emissioni e sulla loro nocività.
Un monitoraggio Arpa del 2007 aveva evidenziato la positività alla mutagenesi di tutti i test messi in campo, con valori altissimi che non hanno altresì portato ad alcuna conseguenza.
Laterlite, in uno stabilimento gemello di Boiano, Campobasso, è stata condannata penalmente nel 2007 per disastro ambientale e lesioni volontarie alla salute dei cittadini. Le parole della sentenza la dicono lunga sull'affidabilità dei controlli: “Se solo l'ente di controllo avesse adoperato la logica del buon padre di famiglia per tutelare la salute dei cittadini, forse i dati sarebbero diversi”.
Così oggi è venuta la proposta di 4 sindaci, Fornovo, Medesano, Varano, Solignano, i territori soggetti agli impatti dell'azienda, di inserire come consulente dell'osservatorio ambientale di Rubbiano il tecnico Paolo Rabitti.
Ma la proposta, portata in Provincia all'attenzione dell'assessore Castellani, è stata subito cassata, “perché Rabitti non è gradito all'azienda”.
Lo sconcerto a questo punto è evidente e la popolazione non può accettare questo tipo di imposizioni. Anzi se l'azienda è tranquilla sulle performance del proprio impianto non si riesce a comprendere come possa giudicare inopportuno un tecnico di levatura nazionale, che vanta esperienze di collaborazione con le procure di mezza Italia.
E' stata poi l'oncologa Patrizia Gentilini, dell'associazione internazionale Medici per l'Ambiente (Isde), a concentrare l'attenzione sui rischi della combustione di rifiuti, con l'imponente massa di emissioni e di ricadute ambientali, e sanitarie.
Abitiamo in un territorio, la pianura padana, già gravato da un fardello pesantissimo, quinta area più inquinata al mondo, con tassi di incidenza di malattie, tumori in particolari, sopra la norma, continuamente in crescita, in particolare tra i bambini.
Che senso ha aggiungere emissioni?
Non sarà il caso di applicare seri monitoraggi ambientali per stabilire lo stato di salute di persone e cose? Non sarà il caso di eseguire campionamenti su matrici animali quali polli e uova per stabilire una volta per tutte come stanno davvero le cose a Rubbiano?
Come mai fino ad oggi, dopo dieci anni di emissioni, gli enti preposti ancora non hanno messo in campo dei controlli di questo genere?
Il dubbio dei cittadini è un sentimento ancora lecito?
Matteo Incerti, giornalista di Radio Bruno che si interessa in particolare di ambiente, ha sottolineato la vicinanza di Laterlite con lo stabilimento Barilla, un binomio per lo meno scomodo per l'immagine del colosso alimentare, dicendosi stupito del gran rifiuto al tecnico Rabitti come consulente dell'osservatorio ambientale. Se tutto è in ordine che motivo ci può essere per respingere uno specialista che ha collaborato con tante procure italiane, dimostrando sempre le proprie capacità e l'irreprensibile valore dell'agire.
E' il momento di attrezzarsi, di rispondere alle mancanze del pubblico con azioni puntuali dei cittadini, per verificare la situazione ambientale sul posto con campionamenti ed analisi affidate a laboratori terzi indipendenti e certificati.
E' giunto di momento di non nascondere più le situazioni.
Se nulla preoccupa, se tutto è sotto controllo, che motivo c'è di titubare e di opporsi a una aperta, puntuale, completa verifica dello stato dell'arte, in modo da fugare ogni dubbio, paura, timore, che giustamente i cittadini sentono dentro.
Un appello alla trasparenza che l'ente pubblico non può più negare.
Un appello che Rete Ambiente Parma con il comitato Rubbiano per la vita faranno loro nei prossimi mesi. L'Aia di Rubbiano conclude la sua validità nel 2012. I cittadini oggi pretendono che l'azienda ritorni ad alimentare l'impianto con il gas metano che, tra i combustibili fossili, è quello con minori impatti ambientali. Aldilà della verifica degli eventuali danni fin qui provocati, questo ritorno al passato pare essere l'unica strada percorribile, la sola a poter riportare un po' di fiducia tra le popolazioni.
Nel frattempo è fuor di dubbio che se 4 sindaci hanno indicato un consulente non si può che prendere atto e dare l'incarico alla persona prescelta. Poi seguiranno i fatti, che tutti speriamo positivi per lo stato di salute dell'ambiente e dei cittadini.
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Comitati Uniti per la Salvaguardia del Territorio Parmense
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita - comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle
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