A viverci dentro, giorno dopo giorno, anno dopo anno, quasi non ti rendi più conto di che cosa ci sia sopra, oltre quella coltre grigia che ammanta l'orizzonte tanti (troppi) mesi all'anno.
Ma non appena sali le prime erte e si apre il cielo, il sole ti abbaglia, la tentazione è di guardare indietro, perché lo stacco è troppo improvviso e netto, per essere naturale.
Così la verità si fa strada attraverso uno specchietto retrovisore, ti accorgi che convivono due mondi, lassù il giorno, laggiù la notte.
Due universi paralleli divisi dall'altitudine.
Uno cristallo, l'altro pece, che ogni giorno inaliamo.
La coltre nera è una coperta lurida, compatta ed immobile, un'enorme panna montata cucinata con la fuliggine, proprio come il fondo di un catino pieno di magma torbido, che lasciato decantare concentra sul fondo i suoi densi liquami.
Un'ovatta che annebbia anche i cuori, e i cervelli. Li raggela e li immobilizza.
Davanti a un tale spettacolo solo insane menti possono rimanere assopite e immobili, senza cenni di reazione.
Così non c'è livello di inquinamento che faccia scattare allarmi e misure drastiche per soccorrere se stessi.
Nessun blocco, fermo, rimedio, misura.
Si finge l'azione, si confida sul clima, si attende non si sa cosa, che mai arriva.
Le immagini sono lì a testimoniare, una linea netta all'orizzonte.
La linea della salute e della malattia.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 29 gennaio 2012
Sono passati
608 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
98 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà
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