giovedì 28 giugno 2012

Il ruolo di Iren nella rivoluzione di Parma


La multiutility torinese deve fare una scelta, netta.
Deve decidere se far parte della rivoluzione di Parma o guardare altrove, ad altri mercati di più semplice approccio.
Il ruolo di Iren è importante nello scenario dei prossimi anni stellati di Parma.



Sta alla società di Viero riflettere sul futuro e scegliere se collaborare con la nuova amministrazione o mantenere un atteggiamento di scontro e di sfida, che potrebbe finire nella fine della collaborazione e della presenza della multiutility sul territorio.
La decisione del Comune appare ormai delineata chiaramente e senza spazi per marce indietro.
L'inceneritore, come ha ribadito l'assessore all'ambiente Folli, non fa parte dei piani di sviluppo della gestione dei rifiuti.
Un dato di fatto da cui partire.
Ma la scelta che Iren deve compiere è ben più ampia e abbraccia gli sviluppi futuri della società e il suo stesso core business. La strada dell'incenerimento è ormai segnata, non c'è spazio già ora per nuovi impianti e fra pochi anni quelli in funzione, che oggi patiscono fame di rifiuti, saranno antieconomici e si dovrà procedere al loro ridimensionamento e poi chiusura.
Lo scenario è ormai delineato a livello europeo. Il settimo programma sui rifiuti sta già prendendo forma partendo dal presupposto che bruciare materiali compostabili e riciclabili non debba più essere permesso, per legge.

Nel campo dei rifiuti Iren è oggi una società di smaltimento, con pochissima predisposizione alla ricerca ed allo sviluppo, che consenta di anticipare trend e sentimenti dei mercati e delle amministrazioni locali, da cui peraltro dipende il suo business.
Iren deve decidere se modificare profondamente la sua pelle.
Lo dicono perfino i suoi dipendenti, che lamentano la scarsa qualità del servizio di raccolta differenziata, affidato a terzi a quanto pare senza particolari attenzioni ai risultati in termini qualitativi. I sindacati lanciano un fermo allarme: Iren è diventata una holding di casa in Borsa, poco presente sul territorio.
Intende recuperare il rapporto con i cittadini, con le amministrazioni e con le imprese che ora manca, se non nel momento dello scontrino di cassa?
Vuole trasformarsi da società di smaltimento a società del riciclo dei materiali, il vero business di un futuro che si avvicina a velocità crescente?
Abbiamo potuto osservare da vicino come la van Gansewinkel, colosso olandese che ha manifestato interesse alla dismissione del Pai, segua con attenzione lo sviluppo dei mercati ed abbiamo puntato già da da oltre 10 anni al mercato dei materiali e non a quello delle ceneri. E' una scelta basata sul business, lo ha fatto perché più remunerativo che insistere su una tecnologia obsoleta come l'incenerimento.
Le multiutilities sono state spesso utilizzate in Italia come vacche da mungere, alimento pronto da bere per gli enti locali sempre a corto di finanze. Lo stesso controllo serrato delle cariche, le distribuzione dettagliata delle poltrone, ne hanno fatto un efficace specchio dei palazzi romani.
Oggi Iren appare circondato da critiche feroci mosse dagli stessi azionisti e dagli stessi dipendenti. Troppe cariche, troppe remunerazioni, pochi dividendi, poca qualità, rischio di calo occupazionale.
Senza una visione in avanti e una rivoluzione di pensiero Iren non riuscirà a recuperare né la fiducia degli azionisti, né bilanci più rosei, né l'amicizia dei cittadini e la collaborazione dei dipendenti.

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Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 giugno 2012

Sono passati
759 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
53 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
38 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

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