martedì 26 giugno 2012

Moniter non tranquillizza. E il Cornocchio?


L'assessore all'Ambiente del Comune di Parma Gabriele Folli ha emesso ieri un comunicato in cui esponeva i dubbi emersi da Moniter sugli effetti nocivi degli inceneritori.
Come dargli torto?
Lo studio di Arpa, finanziato dalla regione Emilia Romagna, non ha dato alcuna rassicurazione sul rischio che produce l'utilizzo di un impianto di incenerimento.
Possiamo invece affermare che le conclusioni stesse di Moniter hanno portato l'Ordine dei Medici dell'Emilia Romagna a rinnovare la richiesta di moratoria su nuovi impianti ed a sollecitare la regione a ridurre i quantitativi di rifiuti bruciati.



I risultati emersi hanno infatti delineato una correlazione diretta tra parti pre termine e vicinanza agli impianti, un dato che non può che mettere in allarme la comunità scientifica, visto che i nati prematuri vanno incontro ad una esistenza incerta e a rischio.
I dati emersi hanno anche evidenziato l'anomala crescita di tumori nei pressi dell'inceneritore di Modena e in genere il fatto che la popolazione esposta sia soggetta a malformazioni e aborti spontanei in misura superiore alla media.

Sulla base di queste conclusioni la posizione dell'amministrazione comunale di Parma è fermamente in contrasto con la costruzione del nuovo inceneritore di Parma.
I dati di Moniter mancano poi dei dati sui lavoratori, che lo studio ha abbandonato per difficoltà a rintracciare le maestranze. Un'altra pagina che poco rassicura i cittadini.
A questo proposito vorremmo ricordare ai parmigiani che la nostra città ha già vissuto la stagione degli inceneritori, con l'impianto che dal 1975 al 2001 ha bruciato rifiuti tal quali al Cornocchio, nel forno di Amps inserito in un quartiere.
Le ripercussioni sull'ambiente non sono del tutto note.
Dal 1987 e fino al 1997 l'Arpa Emilia Romagna aveva però condotto uno studio sul carico mutageno/cancerogeno delle emissioni, rilevando che nel polverino, nelle ceneri, nell'acqua di condensa, nei terreni circostanti l'impianto, erano presenti sostanze mutagene che potevano determinare un cambiamento del Dna in chi veniva a contatto con queste sostanze.
A Venezia chi ha lavorato nell'inceneritore si è ammalato e di recente c'è stata anche la condanna dell'Inps da parte del tribunale:
http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/modules/news/article.php?storyid=1126
E a Parma tutti bene? Come stanno i lavoratori che hanno a lungo operato al Cornocchio?
Il 19 settembre 2011 chiedemmo chiarezza e trasparenza sul loro stato di salute:
http://gestionecorrettarifiuti.it/sito/modules/news/article.php?storyid=885
A quell'appello solo silenzio e bocche cucite.
E' troppo chiedere la verità su quegli anni?
Anche i dirigenti di Enia hanno sempre affermato che il vecchio inceneritore, quello sì, faceva davvero male, perché non aveva filtri e bruciava come se fosse all'aria aperta.
Noi vorremmo sapere se ci sono state conseguenze.
Vorremmo anche avere notizie precise delle ceneri stoccate sotto l'ex forno.
Quante sono? Di che cosa sono composte? Come mai sono ancora lì?
Che altre scorie ci sono al Cornocchio?
Oggi che l'amministrazione comunale è stata rinnovata siamo certi che queste risposte arriveranno. Brutte o belle che siano.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 29 giugno 2012

Sono passati
757 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
51 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
36 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

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