lunedì 19 novembre 2012

Revet vince il premio Sviluppo Sostenibile

La plastica? Molto meglio riciclarla che bruciarla E' solo il contrario di quello che fa Iren Innovazione e sostenibilità sono i due elementi che, intrecciati tra loro, possono formare il ponte da attraversare per superare l'empasse di questa crisi economica e di civiltà. Innovazione e sostenibilità, per questo, è necessario che non rimangano solo parole ideali alle quali riferirsi come un'eterea guida. Rappresentano soluzioni concrete, delle quali oggi c'è stata una rassegna che ha compreso alcuni dei migliori connubi made in Italy dei due elementi. Tra questi anche la toscana Revet spa, col suo progetto dedicato al riciclo delle plastiche miste post consumo. L'impresa è stata infatti selezionata tra i dieci vincitori della categoria rifiuti del Premio Sviluppo Sostenibile 2012, che punta a sottolineare le eccellenze della green economy italiana. Lo scooter a tre ruote della Piaggio (Mp3) monta diverse parti realizzate con le plastiche delle raccolte differenziate toscane, così come gli articoli per la casa di Utilplastic, le persiane per prefabbricati di Shelbox e gli arredi per esterni (tavoli, panchine, fioriere, cestini...) commercializzate da Tlf. A Ecomondo è stata anche presentata la Carbon foot print di processo che Revet aveva commissionato alla società E-cube di Pisa per mettere a confronto le emissioni di gas a effetto serra ai due percorsi industriali cui può andare incontro la plastica mista (plasmix) proveniente dalle raccolte differenziate: l'incenerimento e il recupero di materia da riciclo meccanico (come Revet ha cominciato a fare dal 2011, grazie a un progetto di ricerca finanziato dalla Regione Toscana). Il risultato è inequivocabile: considerando anche la fase di combustione le emissioni totali legate allo scenario "Incenerimento" sono pari 2.400 kgCO2e per tonnellata di rifiuto trattato. Per quanto riguarda invece lo scenario di "Recupero di materia" (produzione di granulo e profilati), le emissioni totali sono pari a 290 kgCO2e per tonnellata di rifiuto trattato. E' evidente che la scelta di bruciare plastica sia la peggiore soluzione. Sia dal punto di vista energetico che da quello ambientale. La plastica eterogenea, quella che non viene raccolta dal circuito Conai (bidoncino giallo), conviene recuperarla attraverso il trattamento meccanico a freddo ed utilizzarla come materia prima per produrre nuovi manufatti plastici, ad un costo ben inferiore rispetto all'utilizzo di materia prima vergine. Salta ovviamente all'occhio. Come ormai per tutti è risaputo che riciclare carta e vetro è certamente preferibile al loro incenerimento, così sta diventando lampante che la stessa soluzione vada applicata alle materie plastiche, anche a quelle cosiddette plasmix, materiali eterogenei non inseriti nel circuito di recupero del Conai. A Parma invece il plasmix verrà portato alla bocca del forno senza alcun trattamento di cernita, perché così vuole Iren e così vuole la Provincia. Altrimenti, con che cosa farebbero bruciare i rifiuti? Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR Parma, 19 novembre 2012 Sono passati 47 Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren 87 Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani 903 Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore 197 Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma 182 Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore

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