Parma è rimasta indietro, in questi anni, nella percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti, superata in lungo e in largo dai comuni della Provincia, che primeggiano in regione sul riciclo.
Finalmente in questi giorni un segnale importante è stato dato alla città.
Il capoluogo si avvia alla raccolta differenziata integrale, eliminando progressivamente i cassonetti stradali, da tutti gli esperti del settore indicati come tombe per materiali riciclabili.
Finché ci sono cassonetti in strada è impossibile mettere a regime la Rd e raggiungere traguardi importanti.
L'avvio del nuovo sistema in centro ha ovviamente creato malumori e mugugni, come sempre quando si cambia qualcosa nelle abitudini dei cittadini.
Ma non ci sono alternative alla raccolta differenziata porta a porta.
E' l'unico sistema che permette di avere a valle una raccolta multimateriale di qualità, oltre che di quantità, che rappresenta la vera sfida da qui a venire.
Non interessa infatti più quanto si ricicla ma come lo si fa.
Materiali sporchi, eterogenei, con frazioni estranee, causano un calo drastico del reale indice di riciclo del materiale conferito, causando anche un notevole decremento dei contributi Conai agli enti locali, che variano proprio in base alla qualità.
Il 2013 sarà l'anno dell'estensione a tutta la città del nuovo sistema.
Ovviamente saranno necessarie messe a punto, piccole variazioni, aggiustamenti.
Ma la strada è tracciata.
Il vantaggio del nuovo sistema si rifletterà anche sulle bollette.
Maggiore raccolta differenziata si traduce direttamente in minore necessità di smaltimento e di conseguenza in un calo dei costi per il comune, che dall'altra parte incrementa le entrata dei contributi Conai.
Un volano anche per l'occupazione, che dal nuovo sistema guadagna in numero di operatori impegnati nella raccolta delle diverse frazioni.
Vale la pena ricordare i cardini di una buona raccolta.
Dividere innanzitutto il secco dall'umido.
Nell'indifferenziato non deve mai finire la parte organica o umida, che segue il percorso del recupero attraverso il bidone marrone, destinato a creare compost e nuovi fertilizzanti per i nostri terreni, anche attraverso l'adozione del compostaggio domestico.
Quando si sente parlare di immondizia indifferenziata che puzza ed attira topi e insetti è ovvio che è in atto una cattiva gestione degli scarti. Dove si separa correttamente il secco dell'umido il residuo da smaltire è priva di sostanze putrescenti e odorose e non ha limiti ne controindicazioni alla sua sosta in casa.
Il resto è un gioco facile ad individuare il cassonetto giusto. Plastica e barattolame da un lato, carta e cartone dall'altro, vetro da solo per garantire il suo recupero al 100%. Poi ci sono ingombranti e rifiuti pericolosi come pile e farmaci, da conferire negli appositi contenitori e nelle isole ecologiche. Sfalci e potature hanno il loro percorso come calzature e vestiti dismessi.
Se queste semplici regole vengono bene applicate il rifiuto residuo si riduce a poca cosa, facendoci capire direttamente quanto sia inutile un enorme forno inceneritore per bruciare quelle poche cose che potrebbero invece essere anch'esse recuperate magari attraverso l'estrusione delle plastiche eterogenee, che in Toscana è pratica già attiva alla Revet, dove si produce materia prima per alcuni componenti delle Vespe della Piaggio.
Dei rifiuti non si butta via niente.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 23 novembre 2012
Sono passati
51
Giorni dalla scadenza del contratto di servizio con Iren
91
Giorni dalla richiesta di dimissioni di Luigi Giuseppe Villani
907
Giorni dalla richiesta del piano economico finanziario dell'inceneritore
201
Giorni dalla data prevista di accensione dell'inceneritore di Parma
186
Giorni dal voto amministrativo che ha fatto vincere il no all'inceneritore
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