L'inquinamento
cresce, nonostante le iniziative contro
E'
necessaria una svolta
La qualità dell'aria in
Emilia Romagna è peggiorata sensibilmente nonostante dieci anni di
politiche regionali, ormai rivelatesi insufficienti e inutili a
fronteggiare quella che è una vera e propria emergenza ambientale e
sanitaria.
Oggi ci dobbiamo seriamente
interrogare sull'inefficacia di quanto fatto finora.
L'obiettivo, limitare le
emissioni da traffico automobilistico, quella da riscaldamento
domestico e industriale, quello da inceneritori, non è stato
centrato.
Targhe alterne, diminuzione
della temperatura, divieto di combustione delle biomasse, decisa
inversione di tendenza nell'utilizzo di centrali a combustione per
trattare rifiuti, chiusure dei centri urbani, incremento del
trasporto pubblico anche dal punto di vista della qualità e della
puntualità, oltre che della frequenza.
Azioni concrete da
intraprendere, sviluppare, incrementare.
Il malato Emilia Romagna
giace nel reparto dei lungodegenti, con il rischio di cronicizzare la
sua malattia fino al punto del non ritorno.
I dati sui ricoveri e sulle
diagnosi dovrebbero già aver fatto scattare misure emergenziali, che
proprio per la loro tipologia non guardano più all'agio delle varie
categorie coinvolte ma mettono, come sarebbe doveroso, la salute
avanti tutto il resto.
Le nuove politiche
ambientali devono guardare al territorio nel suo complesso.
Partendo dalla valutazione delle fonti emissive.
Partendo dalla valutazione delle fonti emissive.
Una analisi completa dei
singoli punti di inquinamento, per capire come farli diminuire.
Automezzi obsoleti, camini
senza filtri, mancanza di controlli, depurazioni insufficienti,
scarichi in aria ma anche in acqua fuori controllo.
Se vogliamo davvero dare
all'aria una caratteristica almeno simile ad un gas respirabile vanno
spente tutte quelle emissioni che ne causano il peggioramento.
Le risorse della regione
vanno indirizzate principalmente in questa direzione, potenziando i
controlli ma nel contempo sostenendo le aziende che vogliono rendere
salubri le loro attività, applicando nei centri storici gli ecopass
che ad esempio a Milano stanno dando una grossa mano alla riduzione
del traffico veicolare privato. Dotare gli stessi centri storici di
reti di trasporto pubblico di superficie su rotaia, allestire in
tutte le metropoli parcheggi scambiatori collegati con i centri,
prevedere una costante riduzione dell'inquinamento di anno in anno,
colpendo con la leva fiscale le attività che causano inquinamento.
Se davvero è la salute il
primo bene da perseguire, tutto il resto deve venire dopo.
Inquinare è anche
economicamente controproducente, gli unici che traggono vantaggio
sono gli inquinatori stessi, a scapito però della salute di tutti.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
28 gennaio 2013
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