Inceneritore
di Parma, a che punto siamo
Il vero giallo della città
è nero, come i fumi che ben presto usciranno dal camino di Ugozzolo.
In tanti si e ci domandano a
che punto siamo, perché davvero ormai tutti quanti hanno perso la
bussola e non sanno se come quando l'impianto sia partito, chiuso,
bloccato o che accidente d'altro sia successo.
Tentiamo così la non facile
impresa di riassumere le ultime vicende senza la pretesa di essere
esaustivi al 100% ma semplicemente per chiarire quale pagina del
romanzo sia in lettura in queste settimane.
L'impianto di incenerimento
di strada della Lupa è fermo nella parte che riguarda le prove di
combustione e l'avvio della fase provvisoria.
Lo scorso aprile il gestore
aveva avviato con una procedura mai esercitata in Italia una prova
della prova, bruciando rifiuti per una sessantina di ore.
Le performance dell'impianto
non sono state lusinghiere, al punto da provocare una diffida da
parte della Provincia di Parma e un esposto alla Procura da parte di
Arpa, l'organo regionale di controllo sull'inquinamento ambientale.
Ugozzolo rimane ancora un
grande cantiere in corso d'opera e l'avvio di aprile era motivato dal
tentativo di agguantare i certificati verdi concessi dallo stato
italiano per quegli impianti che utilizzano combustibile da fonte
rinnovabile, come sono considerate alcune frazioni dei rifiuti
indifferenziati.
Dalle notizie in nostro
possesso l'inceneritore doveva entro il mese scorso riuscire a
produrre energia elettrica attraverso la combustione dei rifiuti per
far scattare il meccanismo degli incentivi.
E' così si è cercato di
fare, ma le ore (60) di quei giorni di prova hanno avuto un
rendimento che definirlo scarso pare essere un eufemismo.
L'inceneritore di Parma
infatti pare abbia prodotto in aprile la bellezza di 0,40 kw di
energia elettrica, un forza in grado di tenere accesa una lampadina
da 40 w per 10 ore, una vita intera.
Non sappiamo se, conoscendo
la passione italiana per il teatro dell'assurdo, questo basti a
convincere il gestore nazionale dell'energia ad attivare la pratica
dei certificati verdi, ma all'orecchio del cittadino questa cifra
parla da sé.
Dopo la fase di aprile il
gestore ha tentato di ripartire con nuove fasi di prova, ma la
Provincia lo ha stoppato con una ordinanza specifica che in pratica
afferma una cosa molto semplice: finché Ugozzolo è un cantiere non
si può procedere ad altre prove di accensione.
Non sappiamo se verrà
opposto ricorso al Tar al nuovo stop, né se anche la Provincia verrà
portata in tribunale dal gestore per il ritardo causato, ma di certo
la figura rimediata in questa fase non è stata delle migliori e si
procede per tappe forzate verso l'avvio del camino senza aver
dimostrato particolare capacità organizzative per garantire tempi e
modalità puntuali, e senza che si sia evidenziata quella trasparenza
che su un progetto così travagliato sarebbe stata la benvenuta.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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