L'ennesimo
diktat contro i cittadini è made in Bologna
Monte Ardone scuote la
memoria di Parma come il ricordo di un bruciante schiaffo.
Una discarica allucinante e
pericolosa, ancora oggi pulsante di errori e di peccati.
Ma non c'è mai un limite al
peggio, dobbiamo farci l'abitudine.
Così la Regione Emilia
Romagna spalleggia le lobbies delle trivellazioni e da il via libera
a ricercare idrocarburi nel sottosuolo del comune di Fornovo, quel
monte che deve il suo nome proprio al suo nero e bollente scrigno.
Il movimento No Triv, molto
attivo nel versante reggiano, aveva portato a Parma il 5 giugno
scorso Maria Rita D'Orsogna, fisico italo-americano, docente in
California, studiosa del fenomeno.
Le trivellazioni,
sintetizziamo, portano solo danni e nessun guadagno per le
popolazioni locali.
Ne sia esempio su tutti la
Basilicata, dove da 25 anni si perfora il sottosuolo senza che la
regione ne abbia tratto alcun vantaggio, solo disastri ecologici e
ambientali.
E' questa la fine che si
vuol far fare al nostro territorio?
Le trivellazioni portano con
sé anche il rischio sismico.
Dopo il gravissimo terremoto
dell'Emilia dello scorso anno, si intende sollecitare il sottosuolo
senza avere certezza sulla mancanza di pericolo?
Nel mondo sono decine le
situazioni di microterremoti, ma anche di sismi di forte intensità,
direttamente correlati alle perforazioni ed alle cariche esplosive
utilizzate dalla tecnica del fracking, volta a spezzare la crosta
terrestre per arrivare alle grandi profondità.
Teniamo anche conto che gli
idrcarburi italiani non sono di qualità ed è anche necessario
scendere a grandi profondità per riuscire a succhiarli.
Le tecniche utilizzate
prevedono l'utilizzo di fluidi con contenuti tenuti all'oscuro dai
segreti industriali, sostanze però ricche di componenti tossiche e
pericolose.
Lo scavo di un pozzo
comporta poi un'enrome quantità di rifiuti prodotti, a partire già
dalla fase di studio e di saggio dei terreni.
Avevamo avuto notizia che le
amminsitrazioni locali e provinciali fossero in procinto di porre un
freno deciso a questi scempi, elaborando e portando al voto delle
delibere restrittive e urgenti per bloccare sul nascere questi
attacchi a salute e stabilità ambientale del territorio.
Bene, ora è il momento di
dimostrare ai cittadini le proprie intenzioni.
Di passare, come usa dire,
dalle parole ai fatti.
Oppure di lasciare libertà
di opprimere la nostra terra, bendandosi gli occhi, turandosi il
nasco, cucendosi la bocca, in nome di non sappiamo cosa.
Ditecelo voi.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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