sabato 15 giugno 2013

Trivellazioni Monte Ardone, schiaffo alla salute

L'ennesimo diktat contro i cittadini è made in Bologna

Monte Ardone scuote la memoria di Parma come il ricordo di un bruciante schiaffo.
Una discarica allucinante e pericolosa, ancora oggi pulsante di errori e di peccati.
Ma non c'è mai un limite al peggio, dobbiamo farci l'abitudine.



Così la Regione Emilia Romagna spalleggia le lobbies delle trivellazioni e da il via libera a ricercare idrocarburi nel sottosuolo del comune di Fornovo, quel monte che deve il suo nome proprio al suo nero e bollente scrigno.
Il movimento No Triv, molto attivo nel versante reggiano, aveva portato a Parma il 5 giugno scorso Maria Rita D'Orsogna, fisico italo-americano, docente in California, studiosa del fenomeno.
Le trivellazioni, sintetizziamo, portano solo danni e nessun guadagno per le popolazioni locali.
Ne sia esempio su tutti la Basilicata, dove da 25 anni si perfora il sottosuolo senza che la regione ne abbia tratto alcun vantaggio, solo disastri ecologici e ambientali.
E' questa la fine che si vuol far fare al nostro territorio?
Le trivellazioni portano con sé anche il rischio sismico.
Dopo il gravissimo terremoto dell'Emilia dello scorso anno, si intende sollecitare il sottosuolo senza avere certezza sulla mancanza di pericolo?
Nel mondo sono decine le situazioni di microterremoti, ma anche di sismi di forte intensità, direttamente correlati alle perforazioni ed alle cariche esplosive utilizzate dalla tecnica del fracking, volta a spezzare la crosta terrestre per arrivare alle grandi profondità.
Teniamo anche conto che gli idrcarburi italiani non sono di qualità ed è anche necessario scendere a grandi profondità per riuscire a succhiarli.
Le tecniche utilizzate prevedono l'utilizzo di fluidi con contenuti tenuti all'oscuro dai segreti industriali, sostanze però ricche di componenti tossiche e pericolose.
Lo scavo di un pozzo comporta poi un'enrome quantità di rifiuti prodotti, a partire già dalla fase di studio e di saggio dei terreni.
Avevamo avuto notizia che le amminsitrazioni locali e provinciali fossero in procinto di porre un freno deciso a questi scempi, elaborando e portando al voto delle delibere restrittive e urgenti per bloccare sul nascere questi attacchi a salute e stabilità ambientale del territorio.
Bene, ora è il momento di dimostrare ai cittadini le proprie intenzioni.
Di passare, come usa dire, dalle parole ai fatti.
Oppure di lasciare libertà di opprimere la nostra terra, bendandosi gli occhi, turandosi il nasco, cucendosi la bocca, in nome di non sappiamo cosa.
Ditecelo voi.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


Nessun commento:

Posta un commento