Si
vogliono bruciare migliaia di tonnellate di letame
E
il marino?
L'impianto
di cogenerazione da combustione di pollina da 150 Kwe, che si intende
impiantare a S. Maria in Piano (Lesignano), prevede di bruciarne e
gassificarne circa 400 kg/h, cioè 9,5 tonnellate al giorno, 3.000
tonnellate annue, per produrre 150 Kw/he.
Un
rendimento bassissimo, circa del 13%.
E
saranno circa 12 mln Nm3 annui i gas emessi, mentra la produzione si
attesterà sui 1.200 Mwe, accedendo a circa 330.000 euro di incentivi
pubblici.
Ma
10mila tacchini producono “solo” 400 tonnellate annue di pollina.
Da
dove arriverà il resto?
La
pollina è un ottimo concime naturale, ma uno degli effetti
collaterali della pur sacrosanta "direttiva nitrati", cioè
della necessità di dimuinire la quantità di azoto per ettaro, è
che si sta
favorendo
la sua termogassificazione per produrre energia elettrica, anche se
con un rendimento ridicolo (13%) e con emissioni nocive per
l'ambiente non indifferenti.
In
gran parte, la concimazione dei terreni è ormai fatta con
fertilizzanti chimici, sovraccarichi di azoto e privi di sostanza
organica.
I
fertilizzanti agricoli sono ormai un optional: vicino ad allevamenti
industriali sono sparsi in eccesso, da altre parti in misura anche
nulla.
Fare
a meno o diminuire la concimazione chimica vuol dire mettere un freno
alla lisciviazione dell'azoto di sintesi o minerale, il primo a
finire nella falda acquifera, inquinandola, rispetto all'azoto
organico.
Se
si riduce ulteriormente la concimazione da reflui animali e l'azoto
di origine organica i terreni diventano infertili, polverosi, perchè
privi di struttura humica.
Il
carico di azoto degli avicoli è inferiore a quello degli altri
animali da allevamento.
Perchè,
allora, bruciare pollina ed avere emissioni nocive e ceneri
dell'ordine del 7% del combusto, come nell' impianto di cogenerazione
da combustione di pollina da 150 Kwe, che vogliono impiantare a S.
Maria in Piano?
Semplice.
Perchè
è la soluzione più semplice, anche se la più impattante
sull'ambiente, per accedere agli incentivi.
La
digestione anaerobica della pollina è di particolare importanza dato
l'elevato potenziale energetico della matrice.
Problematica,
però, per la biodigestione è l'elevato contenuto di azoto minerale
(acido urico) che in quelle proporzioni inibirebbe lo sviluppo
batterico da cui prende avvio il processo.
Tale
contenuto di azoto deve essere ridotto attraverso un pretrattamento
volto alla formazione di un sale, il solfato d'ammonio, recuperabile
come concime al posto di quelli sintetici, come si diceva
più
sopra.
Il
pretrattamento della pollina consiste nello strippaggio
dell'ammoniaca con acido solforico e con recupero del solfato
d'ammonio con uno scrubber.
In
tal modo può essere digestata anche pollina fino al 100%.
Con
gli insilati la resa di metano è di 100 m3/t, con le deiezioni
animali è il doppio.
La
tecnica dello strippaggio con aria a pressione prevede il passaggio
dell’ammoniaca, presente nel liquame in soluzione acquosa, in forma
gassosa nell'aria. Il flusso gassoso così prodotto viene
intercettato da uno scrubber (torre di lavaggio) che cattura
l’ammoniaca presente, per contatto con una soluzione acida, in modo
da produrre un sale di ammonio stabile.
Si
tratta di un processo che necessita di quantità notevoli di energia
termica; la sua applicazione, quindi, non può fare a meno della
disponibilità di una fonte energetica a basso costo, come quella
che
potrebbe essere fornita da un impianto di digestione anaerobica, il
cui biogas venga utilizzato per produrre anche energia termica
necessaria allo strippaggio.
Dove
finisce l'ammoniaca strippata?
Nella
maggior parte dei casi l'ammoniaca che viene prodotta dall'impianto
di strippaggio viene assorbita tramite un processo che utilizza come
liquido di lavaggio una soluzione di acido solforico: per ogni kg di
ammoniaca occorrono 3 kg di acido solforico.
In
questo modo si ottiene un sale, il solfato d'ammonio, che può essere
gestito come un inerte.
Il
solfato di ammonio è un ottimo fertilizzante.
Giuliano
Serioli
Rete
Ambiente
Parma
15
giugno 2013
comitato
pro
valparma
-
comitato
ecologicamente
-
comitato
rubbiano
per
la
vita
-
comitato
cave
all’amianto
no
grazie
-
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gestione
corretta
rifiuti
e
risorse
– no
cava
le
predelle
–
associazione
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l'informazione
ambientale
a
san
secondo
parmense
comitato
associazione
giarola
e
vaestano
per
il
territorio
-
no
cogeneratore
a
olio
animale
al
poggio
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