Il patron
del gruppo industriale ai domiciliari.
Manette ai
polsi anche per tre funzionari del Gse (Gestore servizi energetici)
da Il Mondo di Pavia
http://www.ilmondodipavia.it/pagina.php?b=QddHzH--qG
Dario Scotti, presidente e
amministratore delegato del gruppo industriale Scotti Riso è da
questa mattina agli arresti domiciliari. La Guardia forestale e la
Dia, su ordine della procura di Milano, hanno dato il via questa
mattina a un blitz che ha fatto scattare le manette ai polsi anche ad
Andrea Raffaelli, funzionario del Gse (Gestore servizi energetici) di
Roma, la società pubblica che ha il compito di gestire gli incentivi
per la produzione di elettricità da fonti rinnovabili; Elio Nicola
Ostellino, consulente esterno di Assoelettrica e Nicola Farina,
commercialista di fiducia del Gruppo Scotti con studio a Milano. Le
accuse: traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni di ente
pubblico, frode in pubbliche forniture e corruzione. Al centro dello
scandalo, la centrale elettrica della Scotti a Pavia, dove secondo
l’accusa al posto delle biomasse venivano bruciati rifiuti di vario
tipo, alcuni dei quali classificati come pericolosi. L’operazione
di oggi è la seconda tranche di un’indagine partita nell’autunno
scorso, che già aveva coinvolto dirigenti e amministratori della
Scotti e titolari dei laboratori di analisi a Pavia. L’ordinanza di
custodia cautelare è stata firmata dal Gip di Milano, Stefania
Donadeo, che ha accolto le richieste del pm Ilda Boccassini
controfirmate dal Procuratore capo del capoluogo lombardo, Edmondo
Bruti Liberati.
La centrale a biomasse Riso
Scotti Energia di Pavia era infatti stata messa sotto sequestro nel
novembre scorso, durante l’operazione «dirty energy», coordinata
dalla procura della Repubblica di Pavia (diretta dal procuratore capo
Gustavo Adolfo Cioppa) e condotte dai sostituti Roberto Valli, Luisa
Rossi e Paolo Mazza. Sette persone erano finite agli arresti
domiciliari, tra cui il presidente della società, Giorgio Radice, e
il direttore dell’impianto, Massimo Magnani, gli indagati nel
complesso sono 12. Erano stati sequestrati 40 mezzi ed eseguite 60
perquisizioni in tutta Italia. Secondo le indagini condotte dal Corpo
forestale, nell’impianto, insieme alla lolla, si bruciavano anche
rifiuti di varia natura (tra cui legno, plastiche, imballaggi e
fanghi di depurazione di acque reflue) con concentrazioni di
inquinanti (soprattutto metalli pesanti) superiori ai limiti
consentiti dalla legge. Un traffico di 40.000 tonnellate di rifiuti
urbani e industriali non regolarmente trattati, provenienti da
impianti di smaltimento in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli,
Emilia Romagna, Toscana e Puglia. Tutto ciò sarebbe stato possibile
grazie ai falsi certificati rilasciati da laboratori di analisi
chimiche compiacenti, per un giro d’affari che, secondo le prime
stime, si aggira intorno ai 30 milioni di euro, grazie anche agli
incentivi statali che questo genere di impianti riceve.
Contestualmente
all’esecuzione delle misure cautelari, nell'autunno 2010 erano
partite nuove intercettazioni telefoniche, sia per riscontrare le
ipotesi di truffa aggravata e di frode in pubbliche forniture, sia
per raccogliere nuovi elementi di eventuali corruzioni riconducibili
a Riso Scotti Energia nei confronti di funzionari del Gse per
ottenere il mantenimento degli incentivi economici. Incentivi che a
seguito di una verifica ispettiva erano stati sospesi, tanto che era
stata formalmente richiesta alla Riso Scotti Energia la restituzione
di 7 milioni di euro. Dalle intercettazioni sarebbe emerso sin da
subito il tentativo di Riso Scotti Energia, avallato e sostenuto
dalla proprietà, di risolvere in modo favorevole il contenzioso
maturato con il Gestore Servizi Energetici attraverso l’intervento
di persone amiche, dipendenti e collaboratori della Pubblica
Amministrazione, in grado di modificare e annullare le decisioni
sfavorevoli assunte dalla società pubblica che dopo l’esplosione
dell’inchiesta avevano bloccato la corresponsione dei contributi.
La pratica sarebbe stata infatti «sbloccata positivamente», vale a
dire che erano stati mantenuti gli incentivi economici di cui era
stata in precedenza chiesta la restituzione, grazie all’intervento
di Franco Centili, all’epoca dei fatti funzionario del Gestore
Servizi Energetici, e, dopo il pensionamento, consulente esterno del
Gestore pubblico, in stretto contatto con Nicola Ostellino,
consulente in materia energetica, soggetto molto influente.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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