domenica 5 settembre 2010

A processo presidente e direttore dell'inceneritore di Montale

Anche Parma aveva partecipato lo scorso maggio alla manifestazione a Montale, Pistoia, contro l'inceneritore dei veleni. Una giornata di protesta pacifica e colorata, nonostante i timori delle forze dell'ordine che addirittura avevano fatto volteggiare per tutto il tempo un elicottero sopra le teste dei partecipanti.
Naturalmente il silenzio da parte dei gestori e delle autorità era stato totale ma oggi riceviamo una notizia importante: saranno infatti processati i vertici della Cis, l'azienda a totale composizione pubblica che gestisce questo inceneritore messo sotto accusa per l'inquinamento provocato.

La partecipazione del GCR a Montale lo scorso maggio

Il pubblico ministero Emiliano Raganella ha diretto lunghe ed approfondite indagini con l'ausilio del Corpo Forestale dello Stato. Così si è scoperto che si soprassedeva ad una importante procedura di sicurezza, quella di controllo dei carboni attivi, immessi nel sistema di filtraggio per bloccare l'emissione di diossine e metalli pesanti.
A giudizio in tribunale saranno portati sia il direttore dell'impianto Maurizio Capocci che il presidente di Cis Angelo Fazio.
L'udienza è fissata per il 4 marzo prossimo,


Il problema dei carboni attivi non è nuovo per l'inceneritore di Montale, visto che è già in corso un altro processo per l'emissione fuori norma di inquinanti, accaduta nel 2007, che aveva portato anche al blocco dell'attività. Ed era proprio la scarsa efficacia dei carboni attivi a causare l'inquinamento ambientale.
Che insegnamento trarre da questa vicenda?
Questo tipo di impianti complessi necessitano di procedure accorte e puntuali per non arrecare danno all'ambiente ed alle persone, quindi come giustamente li classifica la legge, abbiamo a che fare con industrie insalubri di classe prima, molto pericolose.
Nonostante in questo caso ci sia un gestore pubblico è evidente la leggerezza con cui vengono tenute in considerazione le prescrizioni in materia di sicurezza. Pur di far presto i camion che trasportavano i carboni attivi venivano fatti accedere ai silos senza alcun controllo di qualità, nonostante poco tempo prima proprio la qualità di queste sostanze aveva causati un disastro ambientale andando ad inquinare di diossine e microinquinanti come i metalli pesanti l'aria circostante e i terreni.
Cosa rischiano i due soggetti mandati a processo? Anni di galera?
Macché, soltanto un'ammenda che va da 5.000 a 26.000 euro.


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 5 settembre 2010
-609 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+97 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché costa molto di più di 180 milioni di euro?

Nessun commento:

Posta un commento