martedì 19 ottobre 2010

Ganapini, la mia impressione è che a Parma l'inceneritore non si farà

Abbiamo aggiunto ieri un nuovo blasonato sostenitore delle tesi della nostra associazione sugli inceneritori e sulla gestione dei rifiuti. Si tratta di Walter Ganapini, reggiano, nome nobile, non solo a livello italiano, nel campo dei rifiuti e dell'ambiente.
Assessore regionale all'ambiente della Campania, nei mesi dell'emergenza, già presidente di Greenpeace, Ganapini è una stella affermata dell'ambientalismo e della sostenibilità.
In una lunga intervista di Pierluigi Ghiggini, pubblicata ieri sul giornale Reggio on line (4minuti.it) spazia dalla sua esperienza napoletana alle condizioni ambientali della pianura padana, inclusa la ricetta per uscire dall'emergenza, affrontando anche la prospettiva economica, in uno sguardo a 360 gradi ricco di spunti e considerazioni importanti.
“Costruire un nuovo inceneritore sarebbe una follia. Il futuro dell'Emilia è nella green economy”.



Abbiamo letto più volte l'intervista perché facevamo fatica a credere in quello che leggevamo.
Ganapini ha le idee chiare, la giusta esperienza, e la franchezza di dire le cose come stanno senza sotterfugi e frasi contorte. Lo vorremmo subito a Parma per farlo dialogare con i nostri amministratori e vedere chi la spunta.
“Da anni le immagini dei satelliti dimostrano che la Padana è una delle 4 aree più inquinate al mondo. La Pianura Padana è in piena emergenza ambientale e sanitaria, però si preferisce chiudere gli occhi. Oltre a ciò, vedo che ogni livello politico e istituzionale del nostro Paese è in estrema difficoltà quando si tratta di ragionare sulle conseguenze dell'inquinamento anche sull'economia”.
Ganapini è un osservatore attento e puntuale della nostra attuale situazione.

“In Emilia non mancano gli imprenditori che hanno capito la situazione (parlo di Greci, Guido Barilla, Granarolo) e auspico caldamente che nasca una rete tra queste forze oggi disperse, altrimenti saremo condannati all'arretratezza o a diventare terra di conquista delle mafie”.

Il marziano Ganapini se ne intende, visto che ha subito un attentato non appena ha denunciato la scoperta di una discarica, enorme e inutilizzata, nei dintorni di Napoli.

Il reggiano esportato in Campania ha una visione delle cose slegata dai piccolo cabotaggi padani e riesce così nell'opera di sintesi che a molti difetta.

Ecco la sua ricetta per rientrare dalla crisi ambientale generalizzata.

“Intanto non aggiungere, come dicono gli inglesi. Non aggiungere inquinamento nuovo a quello esistente. Per questo considero una follia costruire nuovi inceneritori nella Pianura Padana”.

Il dramma di oggi va anche raccontato senza nascondersi.

“Sarebbe necessaria una seria e anglosassone informazione sanitaria a partire dai Registri tumori, entità spesso lacunose e i cui dati, oltretutto, sono incredibilmente riservati”.

Ma come si fa ad affrontare il tema rifiuti senza l'utilizzo di inceneritori?

“Con la raccolta porta a porta la differenziata arriva minimo al 70%. Il restante 30%, decantato in capannoni per 3 settimane, perde il 40% del peso. Il restante 18% dell'ammontare complessivo iniziale, può essere trattato con l'opzione rifiuti zero, invenzione di Carla Poli, imprenditrice di Treviso, che funziona benissimo”.

Ed eccoci alle valutazioni “vicine a noi”.

“La mia impressione è che a Parma l'inceneritore non si farà. Ma sa perché è inutile costruirne uno nuovo? Perché Hera a Modena ha un buco di forniture per il suo inceneritore di ben centomila tonnellate/anno, e non sanno come riempirlo”.

Ed eccoci alle stoccate finali.

“L'Emilia continua ad avere una grande tradizione nei servizi pubblici. Allora perché non sfruttarla per trasformare l'Emilia in un player di livello mondiale nei servizi ambientali? Perché non riprendere il filo di un ragionamento serio? Perché l'Emilia-Romagna dovrebbe rinunciare a dotarsi da sola del suo cavaliere bianco? Io ci credo come logica di sviluppo e continuerà a sostenere che questo patrimonio, questo patrimonio, queste opportunità non possono essere perdute”.
Sì, perché? Perché non ragionare “seriamente”?
L'abisso tra il territorio e Iren si allarga ogni giorno di più...

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 14 ottobre 2010
-570 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+136 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

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