lunedì 31 gennaio 2011

Il coraggio di Marina

Marina Alfieri ha parlato all'incontro delle donne del Pd della scorsa settimana.
Ovviamente non c'è menzione nei media del suo intervento.
Ve lo proponiamo noi, perché davvero è una ventata di aria fresca.
Grazie Marina per il tuo coraggio.

Premetto che mi presento come semplice elettrice,non ricopro alcun incarico all’interno del partito.
Sono stata spinta a presentarmi a questa assemblea dalle tante donne che incontro giornalmente nei miei contatti con il mondo dell’associazionismo: Des, Gas, Sindacato...
Vengo subito al dunque per affrontare l’argomento che ci sta a cuore.
Una delle emergenze attuali a Parma tocca la questione dell'inceneritore.
Non possiamo non confrontarci con questo argomento, non possiamo non entrare nel merito di un un progetto che riguarda tutti noi, adesso, ma in particolare i destini di chi verrà dopo di noi.
A settembre è stato organizzato al Paganini un convegno internazionale dove hanno parlato medici oncologi.



Le relazioni portate a testimonianza lo scorso 22 settembre erano tutte di professionisti esperti di ambiente quindi non opinioni di tecnici o di politici. E non lasciavamo dubbi sugli effetti negativi che impianto di questo genere portano con sé.
Era presente anche Patrizia Gentilini, oncologa, che ha fatto un accorato appello anche come mamma, come donna, affinché la riflessione sia seria e le informazioni sui danni provocati da questi impianti siano resi noti e discussi.
Colpisce in modo particolare la relazione di un medico che ha vissuto in prima linea la malattia, dovendo affrontare giorno per giorno la dura vicinanza con il dolore. La Gentilini è stata a lungo all'ospedale di Forlì e ha visto con i suoi occhi cosa succede nei reparti dei nostri ospedali ed ha cominciato ad approfondire i tanti perché dell’aggravamento della situazione.
Abbiamo compreso che la combustione dei rifiuti va proprio nella direzione di un peggioramento ambientale deciso e netto, che mette a repentaglio la salute dei cittadini che vivono accanto o in prossimità di questi impianti.
Addirittura l'oncologo francese Belpomme ha dichiarato che costruire un inceneritore in prossimità di un centro abitato è un crimine.
Spaventosi sono i dati della presenza di diossine rilevati nel latte materno nelle popolazioni esposte a determinati impianti.
Parole forti che colpiscono e che ci devono far riflettere seriamente.
E la riflessione non si può limitare ad una discussione e rimanere tale senza passare alla concretezza.
Io non voglio come donna, mamma, far finta di non aver sentito, fare finta che il tema dei rifiuti sia uno dei tanti sul tappeto.
Vogliamo che ci diciamo chiaramente che se la strada intrapresa è stata questa abbiamo commesso un errore e, riconoscendolo, fin che siamo ancora in tempo, fare in modo che ci sia una correzione che porti a migliori tecniche per affrontare il tema della gestione dei rifiuti.
La stessa Europa ormai considera l'inceneritore una tecnologia del passato e chiede agli Stati membri di passare alla tecnologia più recente ed a una filosofia vincente che è quella del recupero dei materiali. Sono le 4 r europee, riduzione, riuso, riciclo, recupero. Come si vede il recupero è all'ultimo posto e abbiamo capito come il recupero “energetico” sia un paravento per coprire lucri sulla nostra salute da parte dei gestori di questi impianti.
Inceneritori e politica delle 4 r non stanno insieme.
Come donna non posso, dopo aver ascoltato e approfondito questo tema, limitarmi a constatazioni teoriche e inconsistenti. Ancora di più se vicino a noi c'è una formazione politica che dell'ambiente dovrebbe, sottolineo dovrebbe, avere massima cura e fare trincea di fronte a tutte quelle politiche che invece vanno contro l'ambiente stesso.
Ci sono delle alternative virtuose di gestione dei rifiuti che consentono il loro trattamento senza ricorrere all'incenerimento, queste vanno studiate, analizzate, organizzate al meglio.
Se la salute è un bene inviolabile, se questo ambiente è il nostro unico luogo in cui possiamo vivere, credo inaccettabile che consciamente contribuiamo alla sua distruzione.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 31 gennaio 2011
-461 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+245 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

2 commenti:

  1. bisogna spegnere l'inceneritore prima che si accenda! ogni giorno la sua costruzione inquina sempre di piu... per bruciare i rifiuti che servono per la sua costruzione chissà quanti anni ci vogliono. saluti
    Jreed

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  2. Ora il cantiere è chiuso! Speriamo di riuscire a tenerlo bloccato per sempre.

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