Tutti coloro che, in un passato nemmeno tanto remoto, hanno avuto l’occasione di condividere importanti battaglie di civiltà con Carla Mantelli, non possono non ricordare l’amore disinteressato per la cosa pubblica, la consapevolezza del senso alto della politica che sempre animavano l’impegno personale del consigliere del Pd.
Leggendo i commenti sul tema inceneritore, nell’intervista rilasciata dalla stessa al settimanale “Zerosette”, sembra che quella costante tensione morale, quel valore aggiunto senza il quale l’agire politico si svuota di ogni prospettiva di cambiamento, sia stato accuratamente riposto in un remoto cassetto della coscienza, chiuso a doppia mandata con i chiavistelli della fedeltà alla linea del partito.
Due cuori un camino
“Sono scelte già fatte ed il PD oggi ritiene che questo impianto sia necessario”.
Questo impianto s’ha da fare! Ipse dixit. Punto a capo!
Sconcerta soprattutto la leggerezza con la quale la Mantelli dichiara di nutrire piena fiducia in “quello che dicono i tecnici”.
Quali tecnici, consigliere Mantelli, si ergono a garanzia del suo solido argumentum ad verecundiam?
Esperti quali il prof. Veronesi, il cui gruppo di lavoro tempo fa compì il miracolo linguistico di trasformare - grazie alla poetica aggiunta di un avverbio di negazione- gli allarmanti risultati di uno studio inglese sulla correlazione statistica tra aumento di tumori e vicinanza agli inceneritori in un atto di piena assoluzione degli impianti?
Scrissero “NON esiste una relazione statisticamente significativa fra aumento di tumori e vicinanza all’impianto” e con un “non” davanti alla frase vera salutarono per sempre la verità.
O la strana eminenza grigia, quel prof. Massarutto che dalle vette del monte Elicone, nella Beozia bocconiana, discese l’anno scorso nelle terre del Ducato per denunciare - un articoletto pubblicato su Polisquotidiano - i nemici della “modernità” che ostacolano l’avvento delle magnifiche sorti e progressive del gioiello di Iren.
Chissà come avrà fatto a trovare il tempo, il prof. Massarutto, impegnato a dirigere il centro ricerche dello IEFE, istituto tra i cui associati figurano colossi quali Hera, Eni, Iride, ora Iren.
Oppure i tecnici dell’ARPA, la cui azione di monitoraggio sembra tranquillizzare la Mantelli (“i dati non sono allarmanti”), mentre il direttore dell’agenzia, Dallara, afferma candidamente che dai camini degli inceneritori esce solo vapore acqueo.
Strano che la Mantelli finga di ignorare la pletora di tecnici veri, medici di fama internazionale, autori di studi epidemiologici che dimostrano un'incontrovertibile verità: di inceneritori ci si ammala, di inceneritori si muore.
Infine, complimenti alla Mantelli per la stupefacente puntualizzazione lessicale: “Preferisco chiamarlo termovalorizzatore”, termine che non esiste nella normativa europea ne in quella italiana, e per il quale l'Italia è stata richiamata dalla Comunità Europea a non confondere le idee ai cittadini e a dire pane al pane e vino al vino.
Chissà se fra qualche anno chiamerà chemiovalorizzati coloro che, non avendo la fortuna di beneficiare del “trasparente” “continuo” e non allarmante “monitoraggio” attuato dall’ARPA attraverso il sito MONITER, si saranno ammalati di cancro.
Forse anche loro apprezzeranno la conversione del consigliere Pd al linguaggio del Grande Fratello. Quello di George Orwell, non quello del reality show televisivo.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
N.B. Questo comunicato stampa non critica l'intero Partito Democratico, all'interno del quale ci sono persone convinte dei rischi sanitari connessi al costruendo inceneritore e contrarie alla sua realizzazione, ma gli atti compiuti da un suo esponente di spicco, nella sua veste consigliere comunale di Parma.
Parma, 26 marzo 2011
-407 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+299 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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