Continuano a pervenire segnalazioni anonime alla sede del GCR sul controverso progetto dell'inceneritore Iren di Ugozzolo. Dopo la busta di provenienza reggiana, in cui in un documento riservato Enia si palesavano dati economici e tariffari diversi da quelli ufficiali, è stata la volta di una missiva, a firma di uno sconosciuto delatore, che informava di alcune pericolose anomalie nelle fondamenta della fossa rifiuti dell'inceneritore, e sulla presenza di operai in giorni festivi.
Questi documenti sono stati ricevuti in copia anche dalla stampa locale e da alcuni amministratori, inclusi il sindaco di Parma e il presidente della Provincia.
Oggi, l'ennesimo episodio di questa saga senza sonoro: una lettera con timbro postale di Milano ci informa (citiamo le testuali parole) “che Iren userà, per i filtri dei fumi dell'inceneritore, un non previsto materiale, scadente, di produzione cinese, mai utilizzato in Europa, fornito dalla Marubeni”.
Se fosse vero manderemmo a benedire le tanto citate BAT, le migliori tecnologie disponibili sul mercato, tanto enfatizzate dai fans dell'inceneritore, fautrici della sicurezza e delle migliori performance dell'impianto.
Noi non vorremmo dare credito a queste voci, ma sarebbe utile che Iren fugasse ogni dubbio verso i suoi cittadini clienti, dichiarando ad esempio la tecnologia di filtri utilizzata ed il bilancio di fumi in uscita dal sistema filtrante. Sul proprio sito, Iren dichiara che il sistema depurazione fumi è stato appaltato alla società Areaimpianti, ma una piccola postilla ammette la possibilità del subappalto per chi si aggiudica l'opera.
Quindi in teoria il filtro made in China potrebbe anche arrivare, e noi non ci sentiremmo tanto tranquilli, nel caso in cui fosse vero.
Magari la Cina ha fatto dei passi da gigante in questi sistemi, ma crediamo indispensabile fare molta chiarezza e dare la massima trasparenza su questo tema, che riguarda la salute di tutti.
Sulla trasparenza avremmo infatti molto da dire, o meglio da ridire. Ci domandiamo come mai non vengano ad esempio resi pubblici e disponibili online tutti i documenti inerenti la costruzione del PAI, così come obbligava l'accordo tra Enia e Comune di Parma citato nella delibera 45/11 del 31 marzo 2006.
La stessa delibera a cui ci appelliamo vanamente ormai da oltre 380 giorni, per avere una copia del Piano Economico Finanziario, il piano industriale che spiega come Iren intende rientrare dal forte investimento dell'inceneritore parmigiano.
Le lettere anonime continuano, Iren persiste nel non darci informazioni e i politici locali latitano, raccontando a parole quanto tutto sia limpido, quando nei fatti è l'esatto contrario.
Noi chiaramente mettiamo a disposizione della magistratura competente tutti questi documenti, affinché tutte le indagini del caso siano messe in movimento, ma ci sentiamo soli ed inascoltati da coloro, gli amministratori locali, che dovrebbero tutelare i cittadini, obbligando la multi-utility di Viero e Bazzano ad essere veramente trasparente, e non solo a parole.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 28 aprile 2011
-374 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+332 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
+10 giorni dal lancio di Boicottiren: http://tinyurl.com/boicottiren
Aderisci anche tu: boicotta Iren, digli che non finanzierai un euro dell'inceneritore di Parma
Nessun commento:
Posta un commento