domenica 24 aprile 2011

Addio certificati verdi: Iren dovrà aumentare le tariffe

La notizia scoppia a Torino, dove Iren sta costruendo l'inceneritore del Gerbido, ed ovviamente le ripercussioni piemontesi saranno identiche anche per Parma.
Una tempesta economica non prevista, un danno evidente che all'orizzonte mette in dubbio le tariffe finora date per scontate per i clienti locali di Iren.
Un imprevisto non atteso ovviamente, ma è un’eventualità che rischia di minare il progetto che Parma (Provincia e Comune) aveva individuato per affrontare (in modo barbaro) il tema rifiuti per i prossimi 20 anni.



Mentre a Ugozzolo si cerca di fare più in fretta possibile, questo fantasma minaccia di abbattersi sul contestato progetto targato Iren.
Il decreto legislativo sulle energie rinnovabili approvato il mese scorso dal governo, che recepisce le direttive europee, rischia di mettere a dura prova l'iter del forno.
E le tasche dei parmigiani cominciano a tremolare.
Il provvedimento rivede al ribasso le tariffe per i certificati verdi, gli incentivi alla produzione di energia da fonti rinnovabili. Su quei certificati - molto contestati, perché considerano gli inceneritori fonti rinnovabili – Iren ha fondato parte del suo piano finanziario, che noi non conosciamo, ufficialmente, sette milioni di euro all’anno per quindici anni, una cifra ragguardevole che corrisponde a un quarto delle entrate.
Il resto arriverà dal trattamento dei rifiuti (cinquanta per cento) e dalla produzione di energia elettrica (venticinque).
A Parma c'è trepida attesa per i decreti attuativi, sperando che la nuova norma non sia retroattiva, salvi cioè gli investimenti già in corso. In caso contrario saranno dolori perché l'introito previsto si ridurrebbe della metà.
Soldi che andrebbero recuperati in altro modo e metterebbero in forte dubbio l’intera operazione finanziaria su cui si regge l’inceneritore. La banca europea degli investimenti non potrebbe essere indifferente a questa situazione e potrebbe rivedere tutta la partita dei cento milioni finanziati a Iren.
L’inceneritore dovrà bruciare per almeno vent'anni, poi dovrà essere riconvertito o abbattuto. Fino a quella data brucerà 130 mila tonnellate di rifiuti l’anno, metà rifiuti urbani, metà rifiuti industriali.
Se verranno a mancare i certificati verdi sarà tutta da ridiscutere la partita finanziaria e il piano economico relativo. Con ovvie ripercussioni sulle tariffe dei cittadini.
Buona Pasqua Parma.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 24 aprile 2011
-378 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+328 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

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