giovedì 28 febbraio 2013

Un futuro senza inceneritori

Dopo lo choc elettorale e le debite riflessioni riprendiamo il tema cruciale del nostro agire, la lotta contro l'inceneritore di Parma.
Iren lavora febbrilmente al cantiere di Ugozzolo, mentre sono ancora in corso le verifiche sulla “bontà” delle autorizzazioni in loro possesso.
La Corte di Cassazione è stata investita dalla Procura di un ulteriore appello contro il diniego al sequestro del cantiere, dimostrando la convinzione dei magistrati inquirenti sulla bontà dell'impianto accusatorio.
Ora Parma è meglio rappresentata in seno alla multiutility: Raphael Rossi alla guida di Iren Emilia, Lorenzo Bagnacani vicepresidente di Iren. Ci si aspetta molto dai nuovi amministratori.



Sul versante strettamente politico la richiesta di collaborazione lanciata da Bersani verso Grillo ha fra i tanti paletti che obbligano i 5 Stelle al rifiuto la questione del forno.
Il partito uscito vincitore dalle elezioni del 24-25 febbraio aveva già conquistato Parma, anche per merito di questo specifico tema.
Come pensiero comune il movimento porta avanti da sempre il netto diniego ad ogni forma di incenerimento e combustione dei rifiuti, preferendo la strada del trattamento meccanico biologico a freddo, con tutto il corollario di sistemi e tecnologie che permettono di ottenere migliori risultati di gestione sotto tutti gli aspetti rispetto al grande calderone fumigante.
Nel Paese questo è l'approccio verso i rifiuti portato avanti da migliaia di comitati locali, associazioni che da anni di battono per la riconversione di impianti pericolosi e estremamente costosi quali sono gli inceneritori.
Oggi la rete dei comitati si avvicina alla proposizione di una iniziativa di legge popolare che indirizzi l'Italia al completo abbandono di questa tecnologia, a favore del trattamento a freddo.
E' la legge rifiuti zero o riciclo totale che mira a demolire la ridda di sovvenzioni pubbliche che ha permesso agli inceneritori di rimanere un ottimo investimento per i gestori.
E una pessima zavorra per i territori.
Dall'altra parte abbiamo un partito, il Pd, che anche anche a Parma sostiene esattamente il contrario: largo agli inceneritori, ai co-inceneritori, alle centrali a biomassa, a quelle a biogas sovradimensionate, allo sfruttamento delle terribili e pericolose cave all'amianto.
Un intero partito contro l'ambiente che chiede aiuto ad un altro schierato dalla parte della sostenibilità e di conseguenza dei cittadini.
Possono convivere queste due forma mentis?
Certamente uno dei due dovrebbe rivedere le proprie certezze e cambiare a 360 gradi la propria impostazione, almeno nel campo ambientale.
E questo qualcuno non sarà certo il Movimento 5 Stelle.
Ancora una volta la strada di una possibile collaborazione per il bene del Paese passa da Parma.
Anzi, da Ugozzolo.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

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