Dac, Denominazione
Ambiente Controllato
Uno strumento per gestire
in modo corretto e responsabile anche i rifiuti
Il contesto attuale richiede la
riattualizzazione, con nuovi strumenti, di progetti quali la D.A.C.,
Denominazione Ambiente Controllato.
I comuni vedono ancora una volta le PMI
in primo piano per ridefinire le strategie di qualità e manutenzione
dei territori, di prodotti e servizi inerenti turismo, cultura,
formazione e innovazione strategica.
L'obiettivo del convegno, che si
svolgerà sabato dalle ore 8 all'auditorium Toscanini, è definire e
creare una rete per la certificazione progressiva del territorio
secondo i dettami della Dac.
Si parte dal presupposto che sia la
geografia territoriale a orientare l'organizzazione delle funzioni e
delle collaborazioni tra attori di sistema.
A 22 anni di distanza dalla prima
proposizione della Dac (Sissa, 2 marzo 1991), a fronte dei molteplici
cambiamenti legislativi, si valuterà la riproposizione aggiornata di
uno strumento che mette al centro il territorio.
Che deve mettere al centro una fiducia
conquistata con i fatti e da spendere sui mercati internazionali.
Quindi nuovi strumenti hanno la
prospettiva di sviluppare un progetto condiviso, che venga incontro
anche alla crisi in atto in tutti i settori economici produttivi.
Il Progetto D.A.C. ha l'obiettivo di
costruire un marchio che garantisca
- La non contaminazione delle catene alimentari
- La qualità certificata dei prodotti del territorio finalizzata all'internazionalizzazione
- Il valore della partecipazione diffusa e del sentire comune
- Il valore fondiario e immobiliare determinato dalla qualità della vita dei territori
- Una gestione complessiva del territorio
Ed è la visione del territorio che
tocca da vicino le tematiche ambientali.
Un territorio che si tutela anche
attraverso una corretta gestione dei rifiuti, magari con multiutilies
pubbliche, partecipate da imprese e cittadini, che hanno nel loro Dna
parole sconosciute a Iren come rifiuti zero, riciclo totale,
estrusione delle plastiche eterogenee, gestione in house della
frazione organica, riuso, riutilizzo, riciclo portato a percentuali
così alte da far divenire residuale la parte di scarto da smaltire.
Insomma il profitto da ricercare non
nello smaltimento ma nel recupero di materia.
L'unica direzione che salvaguarda
ambiente, territorio, economia locale, popolazione.
Lino Barbieri dr. Pasquale
Ricerca Applicata
Associato AssoretiPMI/AICQ - Milano
Fontanellato – Parma
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