Il greenwashing di Laterlite
Esiste, tra Val Taro e Val Ceno, un
nuovo eden, la fabbrica dei sogni.
Un paradiso terrestre nel quale rifiuti
speciali e pericolosi vengono co-inceneriti senza produrre alcun
danno ambientale, come più volte ribadito dall’azienda stessa.
Stiamo parlando dello stabilimento
Laterlite di Rubbiano e delle zone di ricaduta delle emissioni del
suo grande camino da 100 mila metri cubi/ora.
Il giornalino “Greentoso” (?),
finanziato dalla Comunità Montana Ovest e distribuito in tutte le
scuole medie ed elementari del territorio come strumento per la
diffusione di buone pratiche di educazione ambientale, presenta, nel
suo ultimo imperdibile numero di marzo 2013, una pagina interamente
curata dalla multinazionale che produce argilla espansa
co-incenerendo ogni anno 60 mila tonnellate di rifiuti speciali e
pericolosi.
Nella fiabesca ricostruzione, però, si
legge delle palline di argilla espansa come di “soffici pop corn”,
cotti in grandi forni e poi lasciati all’aria a “stagionare come
salumi”. Leggiamo anche che Laterlite “riduce l’inquinamento e
limita l’uso di energie non rinnovabili” (mentre invece gli oli
esausti inceneriti dal bruciatore sono evidentemente considerati alla
stregua di sole-acqua-vento). Abbiamo poi gli animaletti del Parco
Taro e Ceno che si rifugiano tra gli alberi piantati dall’azienda,
in un indeterminato e gioioso tripudio bucolico. Una descrizione poi
dello straordinario “family day alla Laterlite” durante il quale
i bambini hanno avuto l’imperdibile occasione di arrampicarsi su
montagne di palline e di farsi truccare dai supereroi ed i genitori
hanno potuto gustare una superlativa torta fritta.
Naturalmente nemmeno una parola sul
processo di lavorazione adottato per ottenere le palline, nell’ambito
del quale oli esausti ed emulsioni oleose vengono coincenerite,
producendo una notevole quantità di emissioni al camino, che
ricordiamo, sono fortemente mutagene e contengono diossine, metalli
pesanti, policlorobifenili, ossidi di azoto e zolfo, ecc.
Un processo a forte impatto ambientale,
che prevede una AIA (autorizzazione integrata ambiente) e come
ribadito durante l’ultima riunione pubblica dal Dott. Pirondi di
AUSL , presenta criticità sotto il profilo dell’impatto
sanitario.
Ci lascia sbigottiti e disarmati il
fatto che sia addirittura un ente pubblico, la Comunità Montana, a
spendere soldi per produrre questo tipo di strumenti divulgativi. Un
co-inceneritore di rifiuti pericolosi che diventa un esempio
ambientale, un modello da replicare, una guida per l’educazione
ambientale di un bambino.
Chiediamo a Bassi, sindaco di Varano e
presidente della Comunità Montana, se ritenga corretto l’utilizzo
di questi stratagemmi da parte di un’azienda palesemente
intenzionata a mettere in pratica un’opera di greenwashing
veramente stucchevole.
Vorremmo anche chiedere a tutti i
sindaci dei comuni, che costituiscono la Giunta della Comunità
Montana, se siano al corrente dei contenuti e dei modi del progetto
“Greentoso” e se condividano la divulgazione nelle scuole del
loro territorio di queste informazioni.
E’ davvero avvilente constatare come
proprio le istituzioni garanti del territorio, della salute e della
tutela ambientale si rendano complici di messaggi fuorvianti ed
ingannevoli. Una, ennesima, brutta pagina (in questo caso
letteralmente) di questa vicenda, in cui i cittadini chiedono
spiegazioni e trasparenza, ma in cambio ottengono porte sbarrate e
provocazioni.
Nel frattempo, dopo 4 mesi dalla
conclusione della conferenza dei servizi, ancora non esiste il testo
dell’autorizzazione. Intanto Laterlite, forse innervosita dalla
visita di Arpa e Carabinieri (che hanno riscontrato infrazioni nello
stoccaggio di rifiuti e sotto-prodotti) ha diffidato, tramite i suoi
legali, addirittura il Comune di Solignano, reo di aver consegnato ad
una associazione della documentazione relativa al procedimento AIA .
Invitiamo i cittadini a partecipare
numerosi alla prima seduta pubblica dell’Osservatorio Ambientale,
sabato 20 aprile ore 10,00 presso la sala del circolo di Rubbiano.
Tocca ai cittadini riprendersi il
futuro.
Comitato Rubbiano per la Vita
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