Matteo Orlandi, candidato
sindaco per la lista Cambiare Salsomaggiore, ha denunciato la
settimana scorsa il caos rifiuti che si sta verificando nella
cittadina termale.
Servizio a intermittenza e
rifiuti per le strade non sono un biglietto da visita ideale per un
territorio sostenuto economicamente dai flussi turistici e di cura.
Emerge così un ulteriore
calo di consenso per la multitutility Iren, che sta gestendo
l'appalto di Salso con altre aziende, che pare abbiano residenza in
Lussemburgo, con contorno di fallimenti in vista.
Un periodo non felice per la
megaholding quotata in Borsa, che riporta ancora una volta
l'attenzione sui contenuti della sua mission e sulla necessità di
rivederne le strategie.
Ecco il vero nodo della
riforma della governance di Iren, che non può essere affidata solo
al giudizio di 3 saggi lontani dai cittadini.
C'è la necessità di
riformulare gli obiettivi strategici e il profilo etico più che
limitarsi a cancellare una carica del comitato esecutivo, guarda caso
proprio quella di appannaggio di Parma.
La riforma proposta da
Torino e Genova taglierebbe i costi per un solo milione, quando i
numeri da riconsiderare per il ritorno ad un utile corposo sono ben
altri e di ben altra importanza.
Iren deve cambiare pelle,
prima che sia troppo tardi.
Iren deve tornare ad essere
uno strumento a servizio dei territori e del loro sviluppo e non una
società finanziaria che opera più in Borsa che per le strade delle
nostre città.
C'è una indubbia necessità
di modernizzazione, di innovazione, di alleanze con i territori, in
modo da costruire insieme a loro il successo reciproco e porre basi
solide per il futuro.
Efficienza, efficacia,
competitività, ed anche e soprattutto attenzione agli indirizzi
europei, che oggi, ad esempio nel campo dei rifiuti, sono orientati
decisamente al riciclo dei materiali e non certo al loro smaltimento
in discarica o tramite incenerimento.
Una visione fin qui mancata.
Ne sia la prova la
costruzione dell'inceneritore di Parma (insieme a quello di Torino),
l'impegno nel rigassificatore di Livorno, e nelle grandi centrali
fossili, ormai destinate al tramonto.
Ridurre il numero delle
partecipate, seguendo una cura dimagrante che porti anche ad un netto
calo di poltrone e compensi, porre attenzione al nuovo che avanza,
come ad esempio il tema delle smart cities, in modo che lo sviluppo
aziendale persegua anche il miglioramento delle performances
ambientali ed economiche dei territori in cui opera Iren.
Serve un cambio di passo
nella giusta direzione.
Per recuperare Iren ai
territori che ora non vedono di buon occhio la multiutility, spesso
identificata come una finanziaria che si occupa, tra l'altro
goffamente, più dei propri equilibri interni che dei cittadini al
fianco dei quali lavora ogni giorno.
Il Comune di Parma può fare
la sua parte, anzi deve.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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