domenica 14 aprile 2013

Iren deve guardare avanti


Matteo Orlandi, candidato sindaco per la lista Cambiare Salsomaggiore, ha denunciato la settimana scorsa il caos rifiuti che si sta verificando nella cittadina termale.
Servizio a intermittenza e rifiuti per le strade non sono un biglietto da visita ideale per un territorio sostenuto economicamente dai flussi turistici e di cura.
Emerge così un ulteriore calo di consenso per la multitutility Iren, che sta gestendo l'appalto di Salso con altre aziende, che pare abbiano residenza in Lussemburgo, con contorno di fallimenti in vista.
Un periodo non felice per la megaholding quotata in Borsa, che riporta ancora una volta l'attenzione sui contenuti della sua mission e sulla necessità di rivederne le strategie.
Ecco il vero nodo della riforma della governance di Iren, che non può essere affidata solo al giudizio di 3 saggi lontani dai cittadini.



C'è la necessità di riformulare gli obiettivi strategici e il profilo etico più che limitarsi a cancellare una carica del comitato esecutivo, guarda caso proprio quella di appannaggio di Parma.
La riforma proposta da Torino e Genova taglierebbe i costi per un solo milione, quando i numeri da riconsiderare per il ritorno ad un utile corposo sono ben altri e di ben altra importanza.
Iren deve cambiare pelle, prima che sia troppo tardi.
Iren deve tornare ad essere uno strumento a servizio dei territori e del loro sviluppo e non una società finanziaria che opera più in Borsa che per le strade delle nostre città.
C'è una indubbia necessità di modernizzazione, di innovazione, di alleanze con i territori, in modo da costruire insieme a loro il successo reciproco e porre basi solide per il futuro.
Efficienza, efficacia, competitività, ed anche e soprattutto attenzione agli indirizzi europei, che oggi, ad esempio nel campo dei rifiuti, sono orientati decisamente al riciclo dei materiali e non certo al loro smaltimento in discarica o tramite incenerimento.
Una visione fin qui mancata.
Ne sia la prova la costruzione dell'inceneritore di Parma (insieme a quello di Torino), l'impegno nel rigassificatore di Livorno, e nelle grandi centrali fossili, ormai destinate al tramonto.
Ridurre il numero delle partecipate, seguendo una cura dimagrante che porti anche ad un netto calo di poltrone e compensi, porre attenzione al nuovo che avanza, come ad esempio il tema delle smart cities, in modo che lo sviluppo aziendale persegua anche il miglioramento delle performances ambientali ed economiche dei territori in cui opera Iren.
Serve un cambio di passo nella giusta direzione.
Per recuperare Iren ai territori che ora non vedono di buon occhio la multiutility, spesso identificata come una finanziaria che si occupa, tra l'altro goffamente, più dei propri equilibri interni che dei cittadini al fianco dei quali lavora ogni giorno.
Il Comune di Parma può fare la sua parte, anzi deve.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

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