Solo il risveglio delle coscienze può
salvare il pianeta
di Alex Zanotelli
Stiamo andando nel silenzio generale
verso un altro importante appuntamento internazionale: la Conferenza
delle Parti (COP 19) che si terrà a Varsavia, l'11 e il 12 novembre.
Eppure non c’è nell’agenda dei
nostri politici.
E questo nonostante il quinto Rapporto
IPCC (Panel Internazionale per i Cambiamenti Climatici) presentato a
Stoccolma il 27 settembre scorso, frutto di una ricerca scientifica
durata sei anni.
Il Rapporto afferma che la
concentrazione di CO2 (anidride carbonica) nell’atmosfera è al
limite di guardia e tra dieci anni saremo fuori dall’area di
sicurezza. Le emissioni di gas serra continuano a crescere del 2-3%
l’anno. Andando avanti così, gli scienziati dell’IPCC dicono
che, a fine secolo, la temperatura potrebbe arrivare ad un
innalzamento di 5,5 gradi. Gli scienziati indicano anche le cause
responsabili di questo processo: i combustibili fossili (petrolio,
carbone e metano) e la deforestazione.
E la comunità scientifica concorda che
la colpa è dell’uomo.
Il clima è impazzito e la Madre Terra
non sopporta più il più vorace degli animali: l’uomo. Ci attende
una tragedia con conseguenze devastanti per l’umanità
(scioglimento dei ghiacciai, innalzamento dei mari, tempeste come
Sandy, centinaia di milioni di rifugiati climatici).
E’ in atto un biocidio , un geocidio
.
“Moralmente noi abbiamo sviluppato
una risposta al suicidio, all’omicidio, al genocidio -ha scritto il
teologo ecologista Thomas Berry- ma ora ci troviamo a confrontarci
con il biocidio, l’uccisione di sistemi vitali, e il geocidio,
l’uccisione del Pianeta Terra nelle sue strutture vitali e
funzionali. Queste opere sono un male maggiore di quanto abbiamo
conosciuto fino ad oggi, male per il quale non abbiamo principi né
etici, né morali di giudizio. Una semplice dottrina della custodia
del creato non sembra più adeguata per affrontare problemi così
gravi”.
E’ una situazione che interpella
tutti, credenti e non. Giustamente lo stesso Berry afferma che “la
più significativa divisione tra gli esseri umani non è basata né
su nazionalità né sull’etnia né sulla religione, ma piuttosto è
una divisione fra coloro che dedicano la loro vita a sfruttare la
terra in una maniera deleteria, distruggendola, e coloro che si
dedicano a preservare la terra in tutto il suo naturale splendore”.
Credenti e non sono convocati oggi
nella storia a un salto di qualità per affrontare una situazione
così grave e minacciosa. E’ in ballo la vita, è in ballo il
futuro dell’umanità.
Lo stiamo toccando con mano qui in
Campania, una terra avvelenata da rifiuti tossici, dai fuochi di
materiali tossici, dalle mega discariche. Noi stiamo morendo di
tumori, leucemie. Lo stiamo toccando con mano a Taranto avvelenata
dall’inquinamento industriale, con quasi novemila malati di cancro,
con piombo nel sangue dei bambini e diossine nel latte materno. Lo
stiamo toccando noi in Sicilia con i tre poli petrolchimici la cui
pericolosità ancora non è messa in discussione. Nel microcosmo
osserviamo quello che avviene nel macrocosmo: la Madre Terra è
violentata, avvelenata, degradata; non sopporta più la specie umana.
Sono però profondamente convinto che
ce la possiamo fare partendo dalle nostre realtà locali. Per questo
c’è bisogno di un grande lavoro di informazione e
coscientizzazione che porti a una rivoluzione culturale (è
agghiacciante il silenzio dei media su questi temi!).
Una rivoluzione culturale che chiede a
tutti uno stile di vita più sobrio ed essenziale, il riciclaggio
totale dei rifiuti, opponendoci agli inceneritori, un bilancio
energetico nazionale che riduca del 30% le emissioni di gas serra
entro il 2020, il sostegno al Piano della Commissione Europea che
prevede una riduzione per tappe dell’80% delle emissioni di gas
serra entro il 2050, un fondo per le nazioni del Sud del mondo per
fronteggiare i cambiamenti climatici, ricordando il nostro debito
ecologico nei loro confronti.
E’ partendo da queste basi che
dobbiamo mobilitarci, dal basso, come cittadinanza attiva, per
forzare i governi e la politica a una svolta epocale. Purtroppo in
questi anni abbiamo in larga parte fallito sia a livello locale che
nazionale ed internazionale. Basterebbe, a livello mondiale,
ricordare il fallimento delle varie Conferenze delle Parti (COP) sui
cambiamenti climatici, da Copenhagen (2009) a Durban (2010), da
Cancun (2011) a Doha (2012). Il prossimo appuntamento importante sarà
a Varsavia dove si terrà la COP19 (11-12 novembre 2013). Dopo un
Rapporto così duro dell’IPCC sulla situazione climatica del
Pianeta, non possiamo accettare un altro fallimento a Varsavia.
L’IPCC afferma che il disastro
ambientale potrebbe essere evitato se in pochi anni si dimezzassero
le emissioni di gas serra causate dall’uso di petrolio, carbone e
metano. Ma manca la volontà politica per farlo. Infatti dopo il
fallimento del vertice del 2009 a Copenhagen i governanti si sono
affidati agli impegni volontari di riduzione del CO2, rimandando al
2020 una cura più efficace..
“Proseguendo su questa strada -ha
scritto il teologo della liberazione Leonardo Boff- ci troveremo di
fronte, e non manca molto, a un abisso ecologico. Come ai tempi di
Noè, continuiamo a mangiare, a bere, e ad apparecchiare la tavola
del Titanic che sta affondando. La casa sta prendendo fuoco e
mentiamo agli altri dicendo che non è niente.”
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