Non possiamo nascondere la sorpresa che ci ha colto ieri sera nell'aprire la cassetta della posta. Un bustone con l'indirizzo stampato e incollato con una etichetta e nessun indizio sul mittente.
Nell'aprirlo non senza una certa apprensione la sorpresa si è trasformata in una sensazione di solennità assolutamente inaspettata.
Perché la busta contiene il Piano Economico Finanziario, o quello che Iren ritiene esso sia, che da una prima veloce lettura assomiglia a qualche appunto e previsione di massima e sicuramente non è quel metodico foglio denso di cifre che una banca pretende prima di dare un finanziamento.
Non è certamente su questi scarni fogli che si può progettare una spesa di oltre 250 milioni di euro, per una holding che fattura oggi miliardi di euro e non si può permettere di scherzare sui conti.
Il primo foglio della anonima missiva, il timbro postale è quello di Bologna, la data quella di venerdì 22 ottobre, l'ora non la si capisce, rivela che lo stesso plico è stato indirizzato a una serie di testate locali e, altra ammissione, ci siamo un pochino inorgogliti di essere inseriti nei portatori di interesse che sono stati destinatari della lettera: Parmadaily, Gazzetta di Parma, Informazione di Parma, Polisquotidiano, Teleducato.
Ora che i fogli sono a nostra disposizione li caricheremo senz'altro sul sito in bella evidenza, per dare la possibilità a tutti i cittadini di avere maggiori informazioni su cosa sta preparando Iren a Ugozzolo.
Perché alcune chicche le possiamo già da ora raccontare.
Ad esempio i costi, che su questi fogli vengono indicati in 252 milioni di euro, una cifra distante anni luce dai 175 sbandierati nel progetto del Pai approvato dalle autorità.
Un'altra bugia che si smaschera da sola è quella delle tariffe.
Iren ha sempre sostenuto che le tariffe dei rifiuti sono superiori a quelle di Reggio e Piacenza per l'assenza a Parma di un inceneritore. E che le tariffe sarebbero scese, una volta costruito l'impianto, a quelle del 2008. Nel Pef invece c'è scritto che le tariffe applicata saranno quelle del 2009.
Consapevolmente hanno sostenuto una bugia. Una cosa assai grave, dal nostro punto di vista.
Ma c'è di più e di più grave.
Tra le pagine c'è anche scritto che il risparmio ottenuto non esportando rifiuti sarà colmato dalle spese per la costruzione dell'inceneritore.
Una affermazione enorme e grave. L'inceneritore doveva servire a calmierare le tariffe ed ora scopriamo che Iren era ben conscia del contrario.
Semplicemente il business che oggi fanno altri, accogliendo i rifiuti di Parma, lo si vuole trasferire sui bilanci della multiutility targata Torino e Genova, facendo pagare tutto, sul fronte economico e su quello sanitario, ai cittadini del nostro territorio.
Non c'è stato tempo di approfondire ulteriormente le carte e le prossime ore saranno sicuramente dedicate a questa operazione.
Ora ci sentiamo di domandare. Chi sapeva?
Se ci fosse un solo minimo sospetto che i nostri amministratori fossero al corrente di queste situazioni, hanno tradito non solo i loro elettori, ma l'intero consesso.
Va da sé che ci aspetteremmo in tal caso una presa di responsabilità.
E le dimissioni immediate.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 23 ottobre 2010
-560 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+146 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?
Nessun commento:
Posta un commento