sabato 30 ottobre 2010

Taranto, diossine fuori norma dall'inceneritore

Taranto, diossine fuori norma dall'inceneritore
ma l'assessore Castellani non ha detto che non si producono?

L'inceneritore di Taranto supera i limiti di diossina a maggio, ma lo stop arriva a fine ottobre. Ecco come funzionano i controlli sulle diossine negli inceneritori italiani: monitoraggi ogni 4 mesi e per arrivare ad uno stop ne passano 5.



La linea 1 dell’inceneritore di Taranto è stata bloccata a causa del superamento dei livelli ammessi dalla legge e l’azienda per l’igiene urbana di Taranto (Amiu) ha reso noto di avere arrestato l’attività, a seguito della comunicazione da parte di Arpa Puglia del superamento del limite, in base ai rilievi effettuati lo scorso 26 maggio.
“Le analisi effettuate presso l’impianto della città di Taranto sono state compiute dall’Arpa il 26 maggio, ma sono pervenute all’Azienda solo ieri, e sono risultati valori superiori e fuori norma.” spiega Amiu.
Ecco che allora è svelata in tutta la sua evidenza come le aziende che gestiscono gli inceneritori badano alla salute dei cittadini. Teniamo conto che Amiu è una azienda pubblica, che non avrebbe interesse a fare melina. Non pensiamo nemmeno a cosa succederà in quegli impianti in cui sono delle Spa a gestire tutto il ciclo dell'incenerimento.
Un brivido ci percorre la schiena se pensiamo al 2012 quando anche il nostro inceneritore prenderà avvio con queste stesse misure adottate a Taranto.
Amiu sottolinea in una nota che precedenti e successive rilevazioni, rispetto alla data del 26 maggio, avevano fornito risultati regolari ma, guarda che strano, quelle negative sono arrivate con qualche mese di ritardo. Nel frattempo cosa sarà uscito dal camino non lo saprà mai nessuno.
Per il controllo della diossina, la norma prevede che le misurazioni debbano essere effettuate ogni quattro mesi, e non in continuo, come per altri parametri da monitorare.
“È utile notare” sottolinea l’azienda “che risulta difficile spiegare tecnicamente i dati di maggio, poiché gli sforamenti sarebbero avvenuti in presenza di una temperatura di esercizio della camera di post combustione (certificata da Arpa), superiore ai 1000 °C, elemento necessario all’abbattimento delle diossine”.
“In ogni caso” conclude Amiu “abbiamo immediatamente fermato la linea interessata e analizzeremo il prossimo 2 novembre in Regione gli elementi forniti da Arpa al fine di individuare con il coinvolgimento di tutti gli enti competenti i comportamenti e le soluzioni più adeguati”.
Dichiarazioni imbarazzanti e preoccupanti. Nemmeno sanno spiegare cosa sia accaduto. Viene da pensare a tutto fuorché ad un impianto correttamente gestito e monitorato con attenzione. Le diossine, che secondo l'assessore all'ambiente della Provincia di Parma Giancarlo Castellani, nel processo di combustione “non si producono”, a Taranto riescono a sopravvivere perfino ai 1000 gradi della camera di post combustione.
E noi a Parma ci avviamo con fiducia verso il forno, nel silenzio delle amministrazioni e delle autorità competenti, che quando parlano, lo fanno con poca cognizione di causa.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 30 ottobre 2010
-554 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+152 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore ci costerà molto di più di 180 milioni di euro?

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