E' con grande soddisfazione che apprendiamo che una associazione del calibro di Slow Food si sia schierata a favore della nostra battaglia di cittadini contro l'inceneritore di Parma.
Un impianto insalubre quello che Iren sta costruendo a Parma, a soli 4 km dal centro città, a fianco del pastificio più grande del mondo, nel bel mezzo di una campagna votata alle produzioni agricole di pregio.
Parma oggi è di nuovo sotto i riflettori nazionali grazie alla sua cultura eno-gastronomica ed all'immagine che viene proposta al mondo, quella di una Food Valley dove vengono prodotti alimenti di grande qualità, che ogni giorno sono non solo sulle tavole di tutti gli italiani, ma anche di tanti cittadini del mondo.
Slow Food, coerentemente con la sua missione, ha ritenuto di prendere una posizione sul tema dei rifiuti, che è strettamente correlato a quello del cibo, con il quale anche il comune cittadino è costretto quotidianamente a fare i conti, ad esempio con imballi assurdi, difficilmente smaltibili, spesso concepiti solo per attrarre il consumatore e non per la loro funzione primaria, che dovrebbe essere quella della conservazione dell’alimento durante il trasporto.
L’Associazione Gestione Corretta Rifiuti (AGCR) condivide pienamente la missione dell’associazione fondata da Carlo Petrini e presieduta da Roberto Burdese.
Concordiamo che sia necessario e impellente “salvaguardare la biodiversità e le produzioni alimentari tradizionali ad essa collegate: le culture del cibo che rispettano gli ecosistemi, il piacere del cibo e la qualità della vita per gli uomini” ed anche sottoscriviamo l'appello a “promuovere un nuovo modello alimentare, rispettoso dell’ambiente, delle tradizioni e delle identità culturali, capace di avvicinare i consumatori al mondo della produzione, creando una rete virtuosa di relazioni internazionali e una maggior condivisione di saperi”.
La combustione del rifiuto, piuttosto che il riciclaggio, pone poi il serio problema della contaminazione dei suoli, andando ad impattare proprio su quelle filiere agricole di qualità che sono un patrimonio di valore inestimabile, costruito con secoli di fatica dagli uomini e dalle donne del territorio parmense.
Il mondo ci conosce per il Parmigiano-Reggiano, per il Prosciutto di Parma, per il Salame di Felino, il Culatello di Zibello e tante altre produzioni tipiche e noi giustamente ne andiamo orgogliosi.
Molto spesso i nostri amministratori locali, di entrambi gli schieramenti, trattano dei temi ambientali ponendoli in cima all’agenda del proprio programma politico.
Molto spesso capita che però alle parole non seguano azioni coerenti con i programmi.
Lo rileviamo per l’amministrazione comunale di centro-destra, il cui sindaco Vignali si dichiara impotente a fermare un impianto ora mal sopportato, pur essendo stato tra i fautori della sua costruzione quando all’avvio dell’iter era Assessore all’Ambiente.
Lo rileviamo anche nella provincia di Parma, che con il suo presidente Bernazzoli è uno strenuo e accanito sostenitore dell’incenerimento rifiuti come soluzione unica per risolvere il problema, salvo poi presentarsi proprio in questa fiera, dedicata alle produzioni di eccellenza, ergendosi a difensore del patrimonio di biodiversità della provincia.
Comportamenti dunque fortemente contraddittori, che stridono a confronto con le chiare parole di Roberto Burdese e Antonio Cherchi, rispettivamente presidente nazionale e regionale Emilia-Romagna di Slow Food Italia.
Grazie dunque di cuore a chi si dichiara “consapevole che uno dei nodi centrali, tra le sfide cui ci mette di fronte la post modernità, è il sistema di produzione, di distribuzione e di consumo del cibo”.
Chiunque abbia veramente a cuore il tema della salute umana e della salubrità degli alimenti si faccia portavoce di una gestione dei rifiuti rispettosa dell’ambiente e prenda in considerazione i danni che l’incenerimento può arrecare ad una filiera di prodotti Dop e Igp che, per definizione, non sono slegati dall’ambiente e dal territorio dove vengono prodotti.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 16 aprile 2011
-386 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, ORA lo possiamo fermare.
+320 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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