Si potrebbe andare tutti quanti allo zoo comunale
Il comune non cede e rilancia, l'inceneritore resta sequestrato
E' un'ordinanza ferragostana, quelle che di solito nascondono le fregature per i distratti vacanzieri, mentre invece questo è un nuovo regalo dell'amministrazione ai cittadini che guardano con molta apprensione al cantiere di Ugozzolo, dove il 1° di luglio è arrivato lo stop ai lavori per abuso edilizio.
Il comune non ha alcuna intenzione di recedere dalle sue posizioni, espresse nella prima ordinanza, e l'opera resta al palo, legata da forti dubbi di legittimità.
Quando emerse, a fine giugno, l'ipotesi di un reato, sotto forma di un cantiere che lavora senza concessione edilizia, l'amministrazione di piazza Garibaldi non pose veti alla procedura di infrazione, ma anzi, manifestò l'intenzione di vederci chiaro in tutta la vicenda.
Nella nuova ordinanza, firmata ieri, 22 agosto, vengono aggiunti altri elementi, che rafforzano la congruità dell'azione del primo stop.
La nuova sospensiva evidenzia diversi passaggi che provocano forti dubbi sulla corretta prassi seguita del progetto del forno, approvato a fine 2008 dalla Provincia.
A cominciare dall'affidamento dei lavori in esclusiva ad Iren, quando, trattandosi di un servizio pubblico, sarebbe stato necessario mettere tutto a gara, per far vincere le migliori soluzioni, anche e soprattutto a livello economico ma, non di meno, per garantire l'eccellenza sotto il profilo della tecnologia e della sicurezza, mettendo così in atto una evidente violazione al codice dei contratti pubblici in vigore già dal 2006.
Oltre che il rischio di consegnare ai cittadini non il progetto migliore e meno costoso, ma quello deciso unilateralmente da Iren.
L'abuso edilizio, casus belli, è ammesso dalla stessa multiutility, che in fase di memoria difensiva afferma che la VIA (la Valutazione di Impatto Ambientale che diede il “la” al progetto) “non ha valore di permesso di costruire”, richiesta che solo il proprietario può fare (e doveva fare anche in questo caso).
Lo stesso tema dell'affido in esclusiva a Iren è oggetto del procedimento di infrazione aperto dalla Commissione Europea.
Lo stesso parere espresso lo scorso 1° luglio dalla Regione Emilia Romagna non ha fatto luce sulla non necessità del permesso a costruire, che non è considerato un atto puramente formale, ma consente all'amministrazione locale di verificare nel merito la congruità del progetto e la rispondenza dello stesso alle normative.
La Procura della Repubblica ha aperto un fascicolo su tutta la vicenda forno, facendo capire di come sia seria la situazione, nonostante ancora oggi la Provincia gridi all'unisono la convinzione che tutto sia a posto, che tutto debba andare avanti, nonostante gli abusi. Davvero uno stupefacente piegare gli eventi al proprio tornaconto.
C'è insomma una serie di elementi che pongono forti dubbi sulla liceità dell'intero pacchetto progettuale e che ha spinto l'amministrazione comunale ha confermare la sospensione in attesa del pronunciamento collegiale del Tar.
Così oggi l'appassionante sfida ha portato sul 2 a 0 il punteggio della partita a favore di chi non vuole il forno a fianco del mulino bianco, ma che allo stesso tempo ha capito che sotto l'apparente necessità, sbugiardata in questi giorni dai cugini reggiani (che hanno soffocato nel grembo la nascita del nuovo inceneritore) si celi solo un coacervo di interessi, un enorme affare che porta soldi a palate al gestore ed ai suoi sponsor, e solo un ambiente degradato e intriso di veleni per i cittadini.
E' per questi motivi che la maggioranza dei parmigiani oggi non vuole più l'inceneritore di Ugozzolo, ed è per questo che il GCR li chiama tutti a raccolta il 9 settembre per un'ultima decisiva fiaccolata, per far capire agli amministratori locali che il popolo della salute non vuole per Parma questo obsoleto metodo di gestione dei rifiuti.
Se ne faccia una ragione anche Iren e cominciamo a discutere delle alternative al forno, come i nostri cugini reggiani hanno già fatto, guarda caso, proprio con Iren.
Per non farci fare il forno, come dobbiamo trattare l'amata ex municipalizzata?
Ci faremo consigliare dai cugini.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 23 agosto 2011
+53 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+449 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
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