Informarsi per poter decidere
Una domanda on line sul sito di Repubblica Parma ci fornisce l'occasione per spiegare meglio alcuni temi che ai cittadini possono sembrare un po' astrusi, ma che è bene posseggano almeno nei termini riepilogativi delle questioni a cui fanno riferimento.
Il lettore invita a consegnare a Gcr il controllo del forno, e se da un lato apprezziamo la considerazione, pur ribadendo che non siamo tecnici ma semplici cittadini, non mancherebbero certo le persone davvero capaci tra le conoscenze acquisite in questi anni di lavoro sul tema.
Vorremmo però fare un po' di chiarezza sul punto spesso dibattuto del residuo e dei "numeri".
La parte cioè finale di rifiuti non altrimenti differenziabili.
Partiamo dai dati 2010, i più recenti disponibili.
La Provincia di Parma ha prodotto 267.600 tons di rifiuti urbani (dentro ci sono anche quote di rifiuti speciali delle aziende assimilati agli urbani, quindi il dato è già così non veritiero e sovradimensionato).
Questi rifiuti indifferenziati sono stati trattati nei preselettori di Parma e Borgotaro, per separare l'umido, i metalli e gli ingombranti.
Il risultato è questo: Umido (Fos) 42.400 tons (che va a ricoprire discariche); Ingombranti 3.500 tons; Secco (Cdr) 65.300 tons.
Quindi primo punto chiarito. La necessità di smaltimento è oggi di 65.300 tons.
Il forno è da 130.000 tons.
Come giustamente dice il lettore l'inceneritore dovrebbe bruciare solo rifiuti urbani (65.300 tonnellate).
Noi siamo dell'opinione che un impianto da 65.000 tons non stia in piedi economicamente.
Infatti lo hanno voluto grande il doppio, per bruciare anche gli speciali.
In realtà oggi c'è il problema opposto rispetto alla capacità di incenerimento: al crescere della differenziata mancherà carburante per il forno, ergo Parma importerà rifiuti per forza, a meno che non si cerchi di azzoppare la differenziata.
Questo scenario è successo a Brescia 10 anni fa, sta succedendo a Modena oggi, a Parma, se il forno arriverà a tetto, capiterà uguale.
Reggio Emilia spegne nel 2012 il forno e non ne costruisce un altro. Il motivo è semplice: con il livello di differenziata raggiunto non ci sono i numeri economici.
Ora affrontiamo nel dettaglio il problema del residuo.
Dobbiamo fare un parallelo tra: RESIDUO derivante dalla raccolta dei rifiuti porta a porta spinta e
RESIDUO derivante dal forno inceneritore
Iren dichiara un flusso di ceneri e scorie di circa 40.000 tonnellate annue.
Nessuno considera queste tonnellate come rifiuti, si fa finta che non esistano.
Nessuno dice (neanche un cenno nei progetti) dove andranno a finire.
Eppure esistono e sono rifiuti ricchi di metalli, furani, diossine (una parte è rifiuto pericoloso che necessita di discariche speciali)
Il residuo da una raccolta differenziata corretta si attesta sulle 20.000 tonnellate di rifiuti.
Si tratta della metà di quello in uscita dal forno, è un rifiuto secco, stabilizzato, senza alcuna emissione in atmosfera, non è rifiuto pericoloso, non contiene metalli ne diossine ne furani.
Può essere stoccato ovunque.
Noi pensiamo che i confronti sulla gestione dei rifiuti vadano impostati mettendo sul tavolo tutte le carte e non nascondendone alcune.
I cittadini possono esprimersi solo se hanno a disposizione tutti i dati e si possono fare un'idea compiuta del problema.
Altrimenti siamo alle solite favole di Napoli e dintorni, dove, nonostante un inceneritore acceso, non riuscivano a fare fronte allo smaltimento dei rifiuti, proprio perché non c'era la raccolta differenziata.
Il GCR chiede (crediamo un giorno sì e l'altro pure) un confronto pacato, serio, approfondito con chi è a favore del forno, davanti all'opinione pubblica.
Ci risulta che i media, pur interessati, non trovino interlocutori disponibili: ne in Iren ne in Provincia, che rimane l'ente che ancora oggi sostiene il progetto.
Noi siamo qui, a disposizione.
E' troppo importante il problema per il futuro di Parma da ridurlo a battute e schermaglie inutili e improduttive.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 settembre 2011
+79 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+475 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
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