venerdì 14 ottobre 2011

Sotto processo l'inceneritore di Pietrasanta

E la Regione Toscana è parte civile

A Parma gli inceneritori li difendono a spada tratta, in Toscana gli enti locali si costituiscono parte civile contro. Dettaglio non da poco il fatto che la formazione politica di riferimento è la stessa in ambedue le situazioni: schizofrenie italiane.


Il momento del sequestro dell'impianto nel 2010

Intanto però il processo penale ha preso il via.
Sul banco degli imputati l'amministratore delegato di Tev, gruppo Veolia, Francesco Sbrana e un dipendente della stessa, Umberto Ricci.
L'accusa, espressa dal pm Antonio Mariotti, è falsificazione dei dati di emissione.
Certo, davanti a uno scempio la tentazione che ha prevalso è stata quella di ricoprire tutto con una bella coperta di silenzio. Una coperta un po' corta.
L'impianto di Falascaia, 3 chilometri dalla spiaggia della Versilia, è diventato tristemente famoso per aver avvelenato di diossine e metalli pesanti i due torrenti che scorrono a fianco dell'impianto e che sfociano sulla spiaggia, dopo aver annaffiato le colture circostanti, in quella zona particolarmente copiose. Orti, campi di frumento e mais, frutteti.
L'inquinamento è andato avanti per molto tempo.
Le azioni di stop da parte del comune e della procura arrivarono a più di un anno dai rilievi di Arpa, subito negati dal gestore, che lanciavano l'allarme ambientale.
Anche Falascaia fa parte degli impianti di ultima generazione, aggraziati da certificati svedesi che in questo caso sembrano proprio specchietti per le allodole.
Oltretutto l'inceneritore Tev bruciava Cdr, combustibile da rifiuto, quindi un materiale già selezionato che, in teoria, doveva garantire prestazioni migliorative rispetto ad un impianto a griglia come quello in costruzione a Parma.
Schierati dal lato della parte offesa, oltre alla regione, anche la provincia di Lucca, tutti e 7 i comuni della Versilia, e molti cittadini, tra cui una donna, ammalata terminale di cancro, il cui legale ha fatto predisporre una perizia nanodiagnostica.
Mancheranno all'appello 7 dipendenti, che hanno già ammesso la loro colpevolezza a sono stati giudicati con il patteggiamento della pena.
Parte civile anche l'associazione Dada Viruz, che chiosa: “Gli inceneritori sono una minaccia per l’ambiente e la salute di noi tutti e a maggior ragione quando sono gestiti da persone senza scrupoli che in nome del profitto sono disposti a camuffare i dati. Molti cittadini si sono costituiti parte civile e anche noi lo abbiamo fatto perché vogliamo che su questa vicenda si faccia il massimo della luce. Vogliamo inoltre che il contratto con la multinazionale Veolia da parte dei comuni sia reciso. E’ follia mantenere contratti con chi imbroglia e non a cuore la salute della cittadinanza”.
Una minaccia, che ci stiamo costruendo in casa nostra.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 14 ottobre 2011

-54 giorni alla sentenza nel merito del Tar di Parma sul cantiere dell'inceneritore
+501 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?

Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.

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